Categorie: Collisioni galattiche Via Lattea
Tags: alone galattico anello di Gould nube di Smith nubi intergalattiche
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Anche le nubi di gas sanno difendersi *
Una gigantesca nube di idrogeno sta puntando dritta verso la Via Lattea. Uno scontro la cui conclusione è ovvia: la nube-Davide non può che soccombere alla galassia-Golia. Basterà l’alone galattico, fortemente ionizzato, a distruggere l’intruso. Ne siamo proprio sicuri? Sembra proprio di no.
Quando si parla di galassia s’intende essenzialmente la sua struttura principale, più o meno a forma di disco e, sovente, con bellissimi bracci a spirale. Al suo interno vigono regole abbastanza precise: vi è un buco nero centrale circondato da materiale che rappresenta il suo cibo. Spesso resta in attesa e altre volte viene invece divorato. Il pasto del padrone indiscusso è un’operazione poco prevedibile, anche se sicuramente spettacolare.
Intorno a lui ruotano con dedizione e precisione miliardi di stelle, separate da nubi di gas più o meno arricchito. Molte stelle muoiono e molte altre nascono senza stravolgere la struttura generale della città cosmica. Tuttavia, una galassia non è solo questo. Al pari di un’immensa metropoli non è formata solo dal centro cittadino, spesso intasato dal traffico. Vi è anche un'estesissima periferia, che nella galassia prende il nome di alone. Gas rarefatto, molto caldo e, quindi, ionizzato, che rappresenta una prima difesa verso l’esterno. Non certo per controbattere altre galassie in avvicinamento, ma almeno per eliminare disturbi di minore entità.
Lo sanno bene gli ammassi globulari che se ne stanno a distanza di sicurezza, legati al nucleo centrale, ma liberi di rivolvere attornio a lui su orbite qualsiasi. Cittadine che, pur cadendo nella giurisdizione della metropoli, riescono ancora a mantenete una propria libertà di associazione e di movimento. Tuttavia, il dominio di una galassia va ben oltre. Piccole metropoli, apparentemente separate da quella più grande, mantengono un legame indissolubile con lei. Sembrano indipendenti e invece le orbitano attorno, anche a distanze apparentemente molto grandi. Sto parlando delle galassie satelliti, come le nostre Nubi di Magellano (ma ne abbiamo molte altre) che continuano a rivolvere attorno alla Via Lattea. La gravità tiene unita questa incredibile struttura cosmica anche a distanza di centinaia di migliaia di anni luce. Ogni tanto qualcuna di queste si stufa di vivere da sola e preferisce inserirsi nel caotico traffico cittadino e si immerge nella metropoli centrale. Poco male, le sue stelle si inseriscono facilmente nella galassia “madre” e questa migrazione dà spesso luogo a un notevole incremento di nascite (lo vediamo anche noi nella piccola realtà terrestre: i nuovi arrivati, trovata un po’ di pace, sono i più attivi nella procreazione e nell’incremento delle nascite. E’ giusto che sia così e l’Universo ne dà un limpido esempio).
Spesso, però, vi sono altri abitanti periferici, meno appariscenti, ma in continua ricerca di una posizione definitiva. Probabilmente sono resti di antiche collisioni galattiche, trovatisi a vagare nello spazio attorno all’unione delle due metropoli. Sono immense nubi di gas, di massa enorme, ma estremamente rarefatte. I loro atomi sono molto distanti gli uni dagli altri, si disperdono nell’incredibile spazio a loro disposizione. Tenui filamenti, fantasmi gassosi, tenuti, però, assieme da una forza potentissima: la gravità.
Ogni tanto, anch’essi vorrebbero entrare nella metropoli, ma hanno poche speranze di riuscirci. Non sono formati da stelle piccole e compatte, quasi indistruttibili, e nemmeno da ammassi molto densi di gas ad esse collegati. No, sono soltanto viandanti sprovveduti, con poche difese a disposizione. E’ facile immaginare la loro fine. Basta che entrino nell’alone galattico e le particelle cariche di quest’ultimo (veri e propri soldati di frontiera) hanno facile gioco a distruggere e a disperdere la nube rarefatta in arrivo.
La Smith Cloud è una di queste ed è in rotta di collisione con la Via Lattea alla discreta velocità di circa 230 chilometri al secondo. Arriverà nella nostra città tra circa 30 milioni di anni. Tutto deciso? Nemmeno per sogno, dato che questa nube è già riuscita a raggiungere la nostra galassia in passato e parte di essa ne è anche uscita indenne continuando la sua corsa attorno alla Via Lattea. Oggi è in fase di rientro e conosce bene la strada.
Accidenti, ma come fa a superare le barriere di quel gas caldissimo (milioni di gradi) che dovrebbe distruggerla? I suoi atomi dovrebbero essere “massacrati” come capita alle meteoriti quando entrano nella nostra atmosfera.
La spiegazione è apparsa finalmente in tutta la sua inaspettata semplicità, attraverso osservazioni radio. La nube possiede un intenso campo magnetico che protegge il viaggio delle sue particelle e le permette un’entrata “tranquilla” nel disco galattico. In fondo, è un risultato meraviglioso e siamo contenti che i soldati siano stati “beffati” (ma è proprio così o c’è un’intesa segreta?). L’ingresso di idrogeno è sempre un regalo per una galassia e significa un’esplosione di nascite stellari.
Forse abbiamo un bellissimo esempio di qualcosa di simile, successo in un passato non troppo lontano (dai 30 ai 50 milioni di anni fa), relativamente vicino al nostro Sole: l’Anello di Gould. Esso è un anello parziale di stelle, con un diametro di circa 3000 anni luce, inclinato rispetto al piano galattico di circa una ventina di gradi. Rappresenta, probabilmente, proprio il braccio a spirale in cui abita la nostra stella che, al momento, si trova a circa 325 anni luce dal centro. Varrebbe la pena parlarne un po’ di più e meglio in un prossimo articolo (l’appetito viene sempre mangiando…).
In ogni modo, la nube di Smith causerà qualcosa di molto simile. Tutto bene? Mica tanto. Il vero problema è capire come si sia formato un campo magnetico così intenso in una nube rarefatta. Probabilmente essa ne possedeva già uno all’atto della sua formazione (un residuo di quello che apparteneva alla sua “mamma”), ma deve essersi sicuramente ingigantito durante il vagabondare nello spazio. E questo è ancora un mistero per gli scienziati. Addirittura, si pensa che sia proprio l’interazione tra nube di Smith e alone galattico a intensificare questa fantastica opera di difesa.
Capite cosa vorrebbe dire? Il mezzo per sopravvivere gli viene fornito direttamente da coloro che dovrebbero distruggerlo. L’Universo è proprio magnifico nelle sue continue sorprese. D’altra parte, non riuscivo proprio a credere che qualcosa distruggesse veramente qualcos’altro di così fantastico come l’ingresso di migranti capaci di portare nuova linfa vitale. L’Universo sa come utilizzare le possibilità di tutti e per lui non esiste il “diverso” o lo “straniero”. Riusciremo mai a impararlo anche noi?
Ovviamente, qualsiasi riferimento a barconi stracolmi di migranti, a navi militari, pronte a spedirli a fondo o a salvarli, è del tutto casuale!
Ma voi ci credete….?
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La riflessione di carattere astro-etico-sociale continua QUI
10 commenti
Articolo decisamente interessante!
Mi vengono in mente due domande: come fa una nube di idrogeno neutro ad avere un campo elettromagnetico? L'altra più che una domanda è una perplessità. come nascono le nubi "calde" degli aloni? come fanno a nascere e soprattutto come si mantengono? E' un meccanismo analogo alla fotosfera solare?
caro Beppe,
devi immaginare la galassia come un'immensa fontana: il gas caldissimo espulso dalle supernove e dallo stesso buco nero viene lanciato nello spazio e forma un alone che raffreddandosi ricade lentamente verso il disco e aiuta la formazione di nuove stelle. Una fontana continua che, quindi, rimane sempre calda e sotto forma di ioni. Fin qui si hanno ottime conferme sia osservative che teoriche. Il problema del campo magnetico è ancora un problema, come ho detto nell'articolo. Si pensa che possa essere innescato proprio dalle cariche in rapido movimento presenti nell'alone e che incrementi quello già preesistente della nube. Ma ancora nessuno può dire con certezza quale sia il meccanismo. Però, il campo magnetico esiste e come!
Sull'argomento non sono preparato, ma in riferimento all'alone caldo e ionizzato intorno alla galassia, è possibile che qualcosa di simile possa essere prodotto anche dai sistemi solari?
Ho sentito parlare di un alone intorno al sistema solare generato dal campo magnetico del sole e dal flusso di particelle ionizzate emesse dal sole (vento solare?) fino addirittura alla distanza di 1 o 1,5 anni luce però non credo che sia possibile che sia caldo vero?
caro Alexander,
lo spazio interplanetario è freddo... il vento solare non riesce a scaldare i suoi confini. I Voyager ci stanno in mezzo
enzo,non ho capito la cosa dell'anello in relazione a queste nubi....cioè questo anello di stelle inclinato sarebbe la prova del passaggio di codeste nubi all'interno del braccio galattico?
esattamente davide,
lo scontro di una nube di quel genere con il gas interstellare avrebbe formato nuove stelle nella zona di "impatto"...
Ma per avere le idee piu chiare, è stata fatta una stima o una ipotesi di quanto possa essere caldo l'alone intorno alla galassia?
Perchè se viene prodotto dal centro della galassia ed espulso e depositato in periferia con un effetto "a fontana" si andrebbe a parlaredi distanze molto grandi, dovrebbe aver tempo per raffreddarsi no?
le osservazioni parlano di milioni di gradi e non sono in antitesi con i modelli teorici.
incredibile, non lo avrei mai immaginato...
Allora permettimi un ultima curiosità, questo alone circonda tutte le galassie.
Quando si parla di scontro di galassie si dice sempre che non sarebbe catastrofico in termini di scontri stellari e planetari (praticamente non ce ne sarebbe) e che la conseguenze più importanti sarebbero generati dalla forza di gravità che porterebbe a nuove aggregazioni con formazioni stellari e nuove espulsioni di stelle e sistemi planetari.
Però allora anche questi aloni avrebbero conseguenze importantissime perchè a rigor di logica dovrebbero seguire la stessa traiettoria di intreccio delle galassie trasportando il loro calore elevatissimo fin all'interno delle 2 galassie bruciando letteralmente qualsiasi pianeta .........
Oppure anche in questo caso ci sarebbe una forma di protezione (non credo che il campo magnatico di un pianeta o del sole sia sufficiente...)
E comunque anche se tra centinaia di anni dovessimo trovare il modo di viaggiare più veloce della luce credo proprio che sarà dura abbandonare la nostra galassia...
Beh... le alte temperature sono abbastanza comuni negli aloni, ma durante le collisioni il gas rarefatto non può certo competere con la gravità, con la marea o con i campi magnetici . Tuttavia, una navicella che voglia uscire deve prendere le giuste precauzioni...