Categorie: Corpi minori Strumenti e missioni
Tags: cometa ISON SOHO STEREO A STEREO B
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:7
Facciamo il punto (scientifico) sulla ISON
Innanzitutto un filmato di STEREO A che riprende la flebile cometa (o ciò che resta di lei) che se ne va, quasi fosse spinta dal vento solare.
Da un lato vedere come la cometa nel suo viaggio dopo il perielio si sia affievolita e praticamente spenta non può che lasciare un po’ di tristezza (Fig.1). Tuttavia, mai vi era stato prima un dispiegamento di strumentazione spaziale così completa ed efficiente. Ogni momento delle ultime ore di vita della ISON è stato ripreso e sarà analizzato in dettaglio. Impareremo cose del tutto nuove sulla struttura interna delle comete, sulle forze mareali e sulla resistenza alla temperatura, sui meccanismi di disgregazione e sulla formazione della coda di polvere e quindi sul tipo di materiale coinvolto. Una miniera di dati. La distruzione di una cometa, seguita in diretta e da molti strumenti, è uno scrigno preziosissimo di informazioni: ogni segreto essa contenesse nel suo interno è stato messo in luce. Una specie di vivisezione volontaria. Solo i corpi celesti permettono queste fantastiche possibilità.
Avremo tempo di parlarne a mano a mano che i dati e le interpretazioni usciranno allo scoperto. I media non ne parleranno più e saremo finalmente soli nel campo della Scienza. Taceranno sicuramente anche quegli individui che farebbero le cose migliori della loro vita stando zitti (qualcuno di voi avrà capito a chi mi riferisco, ma è meglio far finta che sia solo una zanzara fastidiosa e pensare a cose più interessanti e utili). Non vi saranno nemmeno più visitatori alla ricerca di un qualche indizio per uno scoop catastrofico o magari legato agli alieni.
Per adesso, limitiamoci alle immagini e soprattutto a un trio di esse che sono state poco reclamizzate sotto questo aspetto. Qualcuno mi aveva chiesto come mai la coda di ciò che era rimasto dopo il perielio sembrava seguire una direzione che poco aveva a che fare con il vento solare. Avevo risposto genericamente che era un problema di prospettiva unito al fatto che la coda di polvere può piegarsi più o meno a causa della gravità che tende a farla rimanere sulla traiettoria originaria. La curvatura dipende essenzialmente dalla massa dei singoli grandi di polvere e da altri fattori dinamici come la velocità.
Per poter ricostruire la vera immagine tridimensionale non basta certo un solo punto di vista. Ed ecco allora il magnifico regalo datoci dalle sonde che hanno seguito passo dopo passo la nostra vagabonda spaziale. I tre osservatori d’eccezione sono stati STEREO A, STEREO B e SOHO. La Fig. 2 mostra le immagini del residuo cometario e della sua coda praticamente alla stessa ora, ma riprese da direzioni molto diverse. Potendo ricostruire perfettamente le posizioni dei telescopi spaziali e della cometa, sarà un gioco da ragazzi ricostruire in 3D tutta la scena del “dramma” cometario. Per adesso, la figura ci mostra quanto sia differente la situazione se vista da angolazioni diverse. Tra non molto aspettiamoci un bellissimo filmato in 3D, anche senza occhiali…
Grazie ISON e speriamo che le inutili voci sguaiate che circolano sul web si tacciano velocemente e spariscano in un anonimato completo. Un silenzio ben diverso da quello della silenziosa ma loquace cometa ISON che ha regalato ai veri scienziati delle perle fantastiche. Non resta che preparare una collana preziosissima. E noi sapremo apprezzarla nella sua unicità.
7 commenti
Dici bene Enzo riflettendoci sopra un po' penso che di spunti di ricerca ce ne siano tanti, certo per chi vuol fare SCIENZA si potrebbe scrivere un libro sulla storia di questo corpo celeste e teorizzare ...Esempio la zona da dove proviene, la composizione, il come la forza mareale del nostro astro abbia agito su di esso ecc ecc ecc.
P.S. A memoria un'evento simile non era mai stato osservato prima d'ora??
In realtà, se ne sono visti altre finiti più o meno in modo simile. Io me ne ricordo parecchi. Tuttavia, di solito si spaccavano in vari pezzi e formavano una catena di cometine, come nel caso della Shoemaker-Levy 9 o della West (se non sbaglio). Anche la Lovejoy ha subito una fine simile, ma un pezzo è riuscito a sopravvivere e la cometa è ancora visibile. Ogni cometa la sua storia e, inoltre, non esistono due comete composte dagli stessi identici materiali. Ognuna aggiunge un pezzo di storia al nostro Sistema Solare
Esatto Enzo!
Ognuna ha una sua storia da raccontare
che dire rimaniamo sintonizzati!!!
Non è certo la prima cometa che si schianta contro il Grande Attrattore, mi pare di aver visto un filmato della sonda SOHO l'anno scorso di una piccola cometa che colpisce il Sole proprio durante un brillamento, molto suggestivo...
Verissimo scusate ho usato infelicemente parlando dell'evento il termine "simile" perchè giustamente di similitudini ce ne sono con varie comete del passato ma come dice Enzo Ognuna aggiunge un pezzo di storia al nostro Sistema Solare
Ross grande intervento