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Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Un piccolo sfogo: vi prego di accettarlo da parte di un amico
Anche quando ti senti pronto a tutto, certi avvenimenti lasciano il segno. Fortunatamente, si tratta solo di delusioni scientifiche, anche se condite con risvolti profondamente umani. Un po’ di tristezza e poi passa tutto. Volevo, però, sfogarmi velocemente con voi che avete imparato a comprendermi nel bene (poco) e nel male (tanto). Se a volte sono duro e arrogante è solo per la voglia di trasmettere e non certo per apparire. Non ho mai usato questo tipo di approccio (molto comune, ve lo assicuro) e ora non ne avrei proprio più alcun bisogno. Tuttavia, qualche delusione mi scuote ancora… Abbiate pazienza e da domani torniamo ai nostri amici celesti che non ci tradiscono mai.
La Scienza è una meraviglia. E’ sicuramente la sfida più difficile ed esaltante per il cervello umano. Nell’arte bisogna lasciarsi andare, nella Scienza, spesso, bisogna cercare di tenere duro e non seguire solo la fantasia, ma anche regole ferree. La storia ci ha fornito casi fantastici di grandi menti che hanno dedicato tutta la loro vita a migliorare la conoscenza della Natura che ci circonda. Tuttavia, la Scienza è fatta da uomini e non sempre grandi menti vanno a braccetto con grandi “persone”. Si può essere grandi dentro al cervello e piccoli nel gestire le capacità umane. Chiamiamole arroganza, voglia di emergere, arrivismo, infantilismo, invidia, gelosia e mille altre parole inventate dall’uomo ma che, comunque, feriscono peggio dei pugnali. Figuriamoci poi se anche le menti non sono ad altezze strepitose, ma solo gregarie di altre. Un brutto inizio, direte, e infatti nasconde una tristezza interiore che, anche se attesa e prevista, non può che lasciarmi molto amaro in bocca. Soprattutto, ora, che i miei anni si fanno pesanti.
Vengo subito al sodo. Duranti gli ultimi anni, prima di andare in pensione, (inizio del nuovo millennio) ero stato scelto dall’ESA come co-responsabile (insieme a un collega francese) del gruppo di lavoro sulla scienza dei corpi minori, fattibile con la missione Gaia che sta per partire. Diretta a una visione tridimensionale di gran parte della nostra galassia e a una precisione mostruosa delle posizioni di milioni e milioni di stelle, è “costretta” a guardare anche ciò che sta tra noi egli astri lontani. Ne segue che osserverà decine di volte tutti gli asteroidi che vagano nello spazio interplanetario. Centinaia di migliaia di oggetti di cui avremo magnitudine, colore e posizione perfetta, per tante volte e in posizioni sempre diverse.
L’unico tipo di Scienza che si pensava di poter fare era quello di rifinire le orbite, calcolare le masse di un centinaio di asteroidi medio grandi e scoprire molti Inner Earth Asteroid (quelli che vivono costantemente entro l’orbita terrestre e di cui ero stato il primo a fare uno studio teorico-statistico). Oltre, ovviamente, alla scoperta di un elevato numero di NEA e di una loro determinazione accurata.
Insomma, le classiche e importantissime cose di inizio millennio. Tuttavia, come ben sa il nostro amico astronomo dilettante Lorenzo Franco, assidue e continue osservazioni della magnitudine di un asteroide, in opposizioni diverse, può permettere dopo anni e anni, di risalire alle caratteristiche fisico-geometriche quali asse di rotazione e forma triassiale dell’oggetto. Pensate che con un metodo del genere, eseguito da Terra, ero riuscito a determinare asse, forma, estensione e posizione della macchia d’albedo su Vesta, ben prima che l’osservasse direttamente Hubble e confermasse i miei risultati “terrestri”, con un minimo errore.
Avevo anche delineato un metodo semi-analitico per determinare polo e la forma di un oggetto irregolare (QUI). Insomma, lasciatemelo dire, ero un punto di riferimento per gli studi fotometrici dei corpi minori e non per niente ero stato Presidente dell’Unione Astronomica Internazionale per la fisica dei corpi minori.
L’idea mi venne poco prima di un congresso GAIA che si teneva a Bordeaux e proprio là presentai l’idea generale, che, affinata, presentai nuovamente a Besancon poco dopo. Fortunatamente, sul web, ho ancora trovato la mia presentazione PPT (QUI).
Niente di speciale, il solito uovo di Colombo. Un asteroide da un punto di vista geometrico e fisico ha alcuni parametri sconosciuti: polo dell’asse di rotazione (due coordinate), forma triassiale (due rapporti tra i tre semiasse), periodo di rotazione (un valore), senso di rotazione e obliquità (un parametro un po’ meno intuibile). In altre parole, la magnitudine di una singola osservazione di un asteroide può essere espressa con una funzione di sette parametri sconosciuti. Beh…, teoricamente, basterebbero sette osservazioni per risolvere un sistema di sette equazioni in sette incognite e il gioco sarebbe fatto.
Sappiamo, però, che questo non capita mai a causa degli errori impliciti nei dati e nelle approssimazioni fatte. Si usano allora i minimi quadrati. Si cercano molte più equazioni rispetto alle incognite e poi si fanno delle medie riducendo gli errori. Insomma, un trucco matematico usato normalmente per quasi tutti i tipi di osservazione. Con Gaia eravamo a cavallo, perché nel giro di un paio di anni avremmo avuto a disposizione decine e decine di osservazioni con configurazioni geometriche molto diverse tra loro (da Terra bisogna aspettare anni e anni per fare su pochi oggetti ciò che Gaia può ottenere con grande precisione in poche settimane e su decine di migliaia di asteroidi).
In poche parole, da quella massa enorme di osservazioni di luminosità si poteva risalire alla determinazione dei sette parametri fondamentali per definire le proprietà geometriche e fisiche di un numero incredibile di asteroidi. Si sarebbe avuto un insieme di dati mostruosamente grande per decine e decine di studi evolutivi sulla fascia dei piccoli pianeti, degli effetti delle loro interazioni catastrofiche e anche sullo studio sistematico delle famiglie di cui mi considero una specie di papà (e questo lo ammette anche Wikipedia cercando "asteroid families"…)
Devo essere sincero, a costo di essere considerato arrogante e superbo: l’idea è stata solo mia e all’inizio ha trovato molti oppositori che ho convinto con dati di fatto e simulazioni fatte ad hoc. Alla fine è stata accettata dall’ESA come strategia operativa ufficiale della missione. Come vi dicevo, ho trovato sul web la presentazione che feci a Besancon e l’anno è scritto ben chiaro.
Oltre al mio nome vi è è quello di due giovani collaboratori che mi avrebbero aiutato nello stendere l’algoritmo da inserire nella riduzione dati di GAIA. Erano ormai molti anni, e potete anche controllarlo negli abstract dei miei lavori scientifici, che nei lavori, magari svolti da solo o quasi, inserivo come primo nome quello di qualche giovane ricercatore, in modo di aiutarne la carriera. Una strategia opposta a quella di tanti colleghi un po’ più “baroni”. Io, però, non avevo più bisogno di “pubblicità”, ero arrivato al massimo della carriera universitaria, e quindi via libera alla nuova generazione.
Cosa c’è di meglio di vedere i proprio studenti diventare sempre più bravi, rispettati e autonomi? E’ un po’ come se fossero tuoi figli scientifici. Il fatto stesso che nella presentazione di Besancon ci fosse il mio nome per primo era proprio perché solo io ne avrei potuto parlare, dato che era da pochissimo che avevo buttato giù l’idea di base. Tuttavia, avevo già inserito il nome di due giovani che mi avrebbero aiutato nel proseguo della ricerca. Avere approvato un algoritmo per una missione spaziale come Gaia è un bel passaporto per un giovane che spera di fare strada.
Negli ultimi anni pre-pensione ho cominciato a passare le consegne e ho proposto (anzi imposto) al mio collega co-responsabile di lasciare la parte asteroidale di GAIA al mio Istituto, perché lì era nata l’idea e lì doveva essere portata avanti. Nessun problema con il caro amico Francois Mignard con il quale ero legato da un profonda stima reciproca. Poi la pensione serena e rilassante, dopo più di quarant’anni di ricerca.
Mi ero già accorto che quando uno se ne sta per andare non serve più… ma pensavo che un minimo di ricordo di certi valori scientifici non si sciogliessero come neve al Sole. Più che pensare, speravo, ma con sempre meno fiducia. Quando sei inutile nessuno ti guarda più…
Gaia sta per partire. Ho preferito per un senso di profondo affetto a quella missione, che sento in piccola parte anche mia, non guardare nemmeno i nuovi progetti e aspettare il lancio: avrei avuto forse qualche rimorso e/o momenti di commozione. Ieri sono andato a leggere il testo integrale della scienza asteroidale di Gaia (QUI, Cap.6). Da un lato sono stato contento: gli stessi collaboratori che avevo inserito nella missione erano ancora lì in prima fila e tenevano alto il progetto nato casualmente nella mia testa.
Addirittura, dopo tanti anni, avevano mantenuto le stesse figure (controllate con la presentazione di Besancon, tenuta anni prima) che avevo preparato da solo per Besancon. Tali e quali! Magnifico? Non tanto… non una singola parola sul mio contributo e sulla paternità dell’idea di base e dell’impostazione del problema. Il merito è solo loro e tutto loro.
Che dirvi? Un po’ di amarezza, ma poi ho scrollato le spalle e mi sono andato a guardare allo specchio. Gli occhi hanno sostenuto lo sguardo. Chissà se i cari giovani colleghi possono fare lo stesso?
Ho voluto sfogarmi con voi, anche perché riuscite ancora a toccare con mano l’entusiasmo che mi ha spinto per tutta la vita scientifica. Questa volta sono stato “costretto” a essere molto egocentrico e superbo (però penso che abbiate capito che mi pesa molto e non è nel mio stile). Avevo bisogno di sfogarmi un poco… e voi mi sembrate gli amici migliori…
Sì, anche la Scienza è fatta da uomini e non sempre il cervello viaggia con i sentimenti (ho smesso di fare il giaguaro…) e l’onestà intellettuale. Cervelli medi e piccoli uomini, una grande fetta della Scienza moderna. Sicuramente meglio cervelli medi e grandi uomini. Poi penso ai cari amici, come Shoemaker, Van Houten, Chapman, Whipple, Kresak, Safronov, ecc. e penso di essere in buona compagnia.
Va beh… scusate e… buona fortuna a GAIA e ai suoi asteroidi. Un po’ li sentirò ancora miei…
26 commenti
Nemo propheta in patria, caro Enzo. Vale anche per la scienza, a quanto pare....
Quello che hai fatto rimane, nonostante quanto dicano (o non dicano) gli altri. Non te ne crucciare.
Ad maiora!
sì, sì, solo un momento di delusione... e poi via!!!!
mi dispiace molto per te, caro prof.
Enzo hai smesso di fare il giaguaro... Noooo!!
Guarda mi son messo subito all'opera e mi son letto qualche passo di diritto (non rientra tra i miei interessi ma per un'amico tempo speso bene).
Esiste un diritto soggettivo ed in questo rientra "l'onore" mi spiego meglio,onore e sopratutto merito che ti hanno negato non menzionandoti scrivendo di un lavoro a cui tu stesso hai contribuito e che appunto si basa su una tua intuizione.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Ha ragione Red Quando dice "Nemo propheta in patria"
Purtroppo Enzo il mio discorso non sposta di una virgola il problema ma forse e se te la senti tu dovresti chiedere chiarimenti ai diretti interessati e digli : Mah ragazzi non vi siete dimenticati di qualcosa???
caro Foscoul,
grazie mille... ma, come dici il tu, il succo non è quello di ottenere qualcosa ma il sapere che certi signori non abbiamo pensato di fare una cosa onesta. In fondo, sono piccolezze e meschinità che non valgono nemmeno un'arrabbiatura. Ne ho parlato con voi, che considero amici di pensiero, proprio per metterci velocemente una pietra sopra e andare avanti. Roaaarrrrr!!!!!
mi spiace ma purtroppo nella vita se servi sei onorato e vezzeggiato quando non servi più nessuno ti conosce.
Bisognerebbe fare come di nel Bhagavad gita Krishna dice ad Arjuna
fai il tuo dovere perché è lo scopo della tua vita, fallo con distacco senza esserne coinvolto emotivamente.
Io non ci sono riuscito, quando è successo a me per una cosa molto meno importante mi sono inc. arrabbiato come una bestia.
Forza e avanti tutta
Aggiungo che io non vedo nè superbia, nè arroganza, nè puerilità; solo il giusto riconoscimento del 'lavoro svolto'; però (come già qualcuno ha suggerito) potresti dirglielo: 'mi aspettavo almeno di esser menzionato'.
Buona domenica!
caro Gianni,
conoscendo i miei "polli" non ne varrebbe la pena... Sanno benissimo di avermi dato un "piccolo" dispiacere e forse era proprio quello che volevano. Il farmi vivo li farebbe contenti, mi sa... L'altro giorno, un giornalista ha detto: "Attenzione a non raggiungere un successo, anche se piccolo e meritato. Sareste subito attaccato e rifiutato da moltissime persone". E questo fatto io l'ho toccato con mano varie volte. Molti, quando sono diventato ordinario, me ne hanno fatto quasi una colpa e ti assicuro che non ho "trafficato" sottobanco per riuscirci, come la norma (forse proprio per quello...). Mi spiace dirlo ancora una volta: la Scienza è bellissima ma è fatta da uomini e non tutti sono come Feynman sia nel cervello che nel comportamento verso gli altri. Lui dovrebbe essere un limite che si dovrebbe tentare di raggiungere. Per il cervello niente da fare (troppo fuori portata), ma per la parte "umana" sarebbe un obbligo... Io continuo a provarci, anche se è impresa difficile (ridicola, però, se volessi fare lo stesso con la sua mente... quella è fuori categoria per tutti, oggi almeno...).
Boh... mi sto dedicando alle coniche, così posso "affettare" il mio cono e sfogarmi appieno!
Passa oltre non degnar loro uno sguardo.
Sono onorato di essere considerato degno dei tuoi sfoghi.
E ti ringraziamo tutti perché questa è amicizia.
Ultimamente ho avuto a che fare con persone ben poco corrette.
Ogni volta che parlo con queste persone rimango impressionato dal "pelo sullo stomaco" che hanno e dall'assoluta mancanza di vergogna per provano per quello che dicono e fanno.
Discuterci è anche inutile perchè provano piacere (veramente piacere) a perpretare questo loro atteggiamento in una discussione negando anche le evidenze.
L'unica cosa che mi ha dato soddisfazione è stato guardare le loro facce quando ho espresso loro cosa penso senza dare possibilità di replica.
Perchè non fai un reclamo formale all'esa chiedendo una rettifica?
Secondo me sarebbe una bella valvola di sfogo, non costa fatica e tempo comportando una certa formalità non si rischia nemmeno di essere troppo pesanti contro quelle persone...
...visto e condiviso
caro Alexander,
no, no, sono contento di essere uscito da una parte di quel mondo (che da un'altra parte mi ha dato molto) e non ho intenzione di rimettermi a polemizzare per poi ottenere una frase e nient'altro. La tristezza non è, infatti, dovuta alla mancanza del richiamo (magari poteva anche starci per dimenticanza o altri motivi banali), ma per il modo di fare. E quello non si può cambiare. Come dicevo, mi interessa poco apparire, ma molto di più avrei avuto piacere di vedere un po' di riconoscenza per tanti anni di lavoro fatto quasi sempre per costruire una scuola con basi solide.
Non vorrei apparire proprio quello che non ho mai voluto essere, ma ti racconto due fatti molto indicativi:
Intorno agli anni 90 mi era stato offerta la direzione dell'Osservatorio Lowell di Flagstaff, un vero mito in America. Non ho accettato perché non potevo lasciare il mio piccolo gruppo di giovani senza uno che potesse lottare per loro a livello nazionale e aiutarli nello sfondare a livello internazionale.
Alla fine degli anni '90 ero stato invitato a parlare a Flagstaff per un congresso dedicato a Lowell, ed ero il solo europeo invitato a dare un presentazione ufficiale. Beh... molti colleghi europei hanno accettato senza problemi, anzi senza nemmeno farci caso, ma molti italiani se la sono presa dura contro di me, come se fosse stata colpa mia... e ti giuro che io ho sempre citato i lavori dei colleghi durante le mie "review".
Spesso, è meglio essere viscidi, interessati, un po' disonesti e si ottiene molto di più, forse anche perché assomigli agli altri.
No, Alexander, io non volevo assolutamente parlarne per trovare il modo di ottenere giustizia. Volevo solo sfogarmi con un gruppo di amici, che stimo e che mi stimano. Te ne dico ancora una:
Io sono andato in pensione nel mese di dicembre. A gennaio si teneva il consueto congresso dei planetologo italiani. Ebbene gli organizzatori, che erano del mio stesso istituto, non hanno pensato minimamente a invitarmi al congresso, se non altro per dare l'addio ufficiale. Qualcuno in giro per l'Italia si è scandalizzato, ha fatto un po' di casino... ma poi tutto è tornato tranquillo. Che dire: chi vive si dà veramente pace... Ma quando avevo la possibilità di lottare per trovare posti di lavoro (ne ho trovati 3 in periodi difficilissimi) allora sì che non potevano vivere senza di me...
Dai, basta, mi avete dato quella spintarella che mi bastava!
Grazie a tutti e continuiamo a studiare (io per primo)!
questo credo sia lo spirito del tuo sfogo
siamo tutti con te!!
grande beppe!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Caro Enzo...
dalle mie parti si dice: Fa' o ben'e scuordt... fa' o mal'e pienzc ! (e tutti coloro che non hanno riconoscenza non saranno mai liberi dal rimorso)
Dispiace Enzo.
Troppo facile dimenticarsi degli altri quando "ci si siede a tavola".
Immagino quando sei diventato ordinario l'ostracismo e la mala fede.
Conscia mens recti famae mendacia risit.
Tanta stima
Andrea
comprendo lo sfogo e l'amarezza ma faccio l'egoista... continui senza esitazioni con questo blog che tanto sta dando a me e non solo come conoscenza e passione!!!
caro Ross,
una cosa è un po' d'amarezza, ma questo blog è tutt'altra cosa e non solo mi diverte, ma mi permette di discutere con persone che hanno voglia di sapere. E questo è tanto al giorno d'oggi. No, non mollo di certo!!!!
Scusa Enzo ho tralasciato un paio di giorni il blog e trovo questo tuo legittimo e chiaro sfogo. Mi spiace molto Enzo ma tieni duro, sono loro che devono vergognarsi, se ci dai qualche dritta glielo diciamo noi di vergognarsi.
Sono un po' di giorni che penso a cosa scrivere per dimostrarti la mia solidarietà, ma per certi "tiri" veramente non ci sono parole...
Spero che almeno la nostra amicizia (penso di parlare a nome di tutti i partecipanti a questo blog) ti possa consolare, almeno un pochino...
Giorgia
cara Giorgia...
mi sono serviti e anche tantissimo!!!!! Grazie veramente Non ci penso nemmeno più e sto trafficando con il vostro regalo di Natale...
Hai tutta la mia comprensione. Eh si, purtoppo al mondo funziona così. Sono le stesse logiche che spingono (per banalizzare) il tizio che hai dietro mentre sei in coda a cercare di passarti avanti. Dispiace vedere che anche nell'ambito del mondo scientifico, che dovrebbe essere fatto di menti superiori, ci siano le stesse logiche. Ma evidentemente è la natura umana. Credo che questa competitività esagerata sia anche il nostro limite, come specie. Io non dico che occorra necessariamente adottare una morale del tipo "mettere gli altri prima di noi stessi", perchè è utopico ed irrealistico. Non siamo santi, nessuno si vuole sacrificare per gli altri. Ma, per lo meno, se si adottasse un criterio per cui quando uno agisce, lo fa un po' per sè ed un po' pensando anche agli altri, penso sarebbe tutto migliore. In ogni caso, senza dubbio, non vivere con questo criterio di accaparramento sistematico...
hai perfettamente ragione, caro ice.... e tante grazie per il legame etico che ci unisce...
Caro Enzo...mi spiace davvero! E' proprio vero purtroppo che in questo mondaccio...finchè servi bene...quando non servi più...bye bye...che tristezza!
Ma so che hai le spalle larghe caro Enzone...e manderai giù anche questa...come tante altre...
Caro Enzo, sono come al solito in ritardo, vorrei comunque esprimerti tutta la mia solidarietà.
Molto più in piccolo, in tutt'altro campo, in passato è successo anche a me... e ancora non ho compiuto 40 anni... pensa quante ancora me ne devono succedere prima che un giorno (forse) andrò in pensione pure io! ;)
Un fortissimo abbraccio,
Alex.