Non avrei voluto “massacrarvi” così frequentemente, ma questa notizia mi sembra particolarmente importante e vorrei raccontarvela subito,in modo semplice e intuitivo, malgrado si parli nientemeno che di onde gravitazionali
Mi è stato chiesto di parlare di Venere e lo faccio volentieri, soprattutto per sfatare alcune “leggende” che si sono create su di lei (o lui… dato che è un pianeta?). Leggende che hanno guadagnato consensi proprio perché sembrano perfette per ingigantire la paura del riscaldamento globale terrestre e mostrarci Venere come un incubo sempre più vicino. Le cose sono invece molto diverse. Avrei potuto fare una descrizione molto “tecnica” dell’atmosfera del pianeta gemello (almeno come dimensioni), sciorinando dati e ipotesi sulla sua coltre nuvolosa e sui composti chimici che lo compongono. Ho preferito, per adesso, limitarmi a una visione sommaria, molto approssimativa, ma sufficiente a darle una più giusta collocazione nell’ambito del Sistema Solare.
Per assistere agli effetti di un buco nero non c'è bisogno di spingersi nella profondità dello Spazio. Se ne possono vedere di analoghi cercando i grandi vortici marini. La matematica che li descrive è estremamente simile.
Non è molto che sono state scoperte esplosioni stellari di eccezionale luminosità, chiamate proprio supernove superluminose. L’idea che ciò dipendesse solo dalla massa dell’oggetto iniziale non sta in piedi e si deve accettare un aiuto diretto da parte di ciò che sta trasformandosi in uno dei più “piccoli” oggetti dell’Universo. Un grido per farsi notare e regalare informazioni fondamentali?
Il buco nero centrale della nostra galassia sta divorando una piccola nube di materia. Un piccolo rinfresco e niente di più che potrebbe, però, lanciare segnali che tutti aspettano con grande interesse. Ben diversa potrebbe essere stata la situazione due milioni di anni fa, quando il nostro “drago” ha lanciato fuoco e fiamme lasciando segni ancora oggi ben visibili.
Discutendo di Universo come entità unica e non come insieme di diversi oggetti celesti, essenzialmente separati, ci siamo trovati di fronte, quasi senza volerlo, alla domanda decisiva. Una domanda che è stata formulata in vari modi, ma che si può sintetizzare in “Perché esistiamo?”. Utilizziamo un classico paradosso della meccanica quantistica per cercare di rispondere. No, sarebbe troppo bello e facile. Accontentiamoci di comprendere al meglio il significato della domanda.
Solo un breve comunicato per fare chiarezza. Un articolo vero comparirà se si riuscirà a trovare una valida spiegazione dopo il passaggio ravvicinato della sonda Juno.
Si sapeva che dovevano esistere, ma quando si scoprono direttamente regalano senz’altro emozioni. Emozioni sì, ma anche molti problemi. Il titolo la dice lunga: un pianeta che vive da solo, senza una casa-stella, sembra proprio un cagnolino senza collare: è scappato? E’ stato abbandonato? O è proprio nato in un ambiente selvatico? Di sicuro, ci permette di studiare molto meglio questi corpi freddi, piccoli ma non meno importanti dei loro genitori (se ne hanno veramente uno).
So benissimo che siamo nel mondo dei computer e delle funzioni più tecnologicamente avanzate. Tuttavia, fatemi fare una semplice statistica manuale che mi riempie di soddisfazione e conferma le aspettative.
Si sta facendo di tutto per riuscire a scoprire un esopianeta con tutte le giuste caratteristiche per essere considerato un gemello della Terra. Si cerca tra le stelle con tutti i metodi più sofisticati e moderni. Forse, però, la risposta più interessante ce la fornisce un pianeta che non c’è più. Per non parlare dei "miei" asteroidi...
Non spaventatevi! Il titolo non vuole essere una specie di presa di posizione pro o contro la Religione o la Fede. Non ci penso nemmeno e nemmeno ne sarei in grado. Vorrei solo fare alcune considerazioni su certi risvolti apparentemente assurdi della meccanica quantistica e su come abbiano strane (?) ricadute su ciò che solitamente si associa con il bisogno di “credere” in qualcosa o in qualcuno superiore a noi. Le conclusioni finali sono, solo e soltanto, mie considerazioni personali.
Due ricerche svolte recentemente hanno portato a risultati estremamente simili, che già si erano ventilati precedentemente. I buchi neri non sono divoratori ingordi, ma sanno stare a dieta e rifiutano banchetti troppo abbondanti. Pensano solo a se stessi e alla loro “linea”? Assolutamente no, la vera ragione è un’altra, ben più importante e generale.
Ho cercato il modo migliore per introdurre due numeri (o -meglio- concetti) fondamentali per la matematica, la geometria e la fisica. Ho trovato varie possibilità, anzi potrei dire che ne ho trovato infinite. E, allora, mi sono fermato se no rischiavo di mordermi la coda (che non ho… ve lo giuro!). Ho quindi deciso di agire a modo mio. L’importante è che alla fine si riesca a comprendere con chi abbiamo a che fare.
Il riscaldamento globale ci stava facendo vivere giorni da incubo. Meno male che lui ha smesso di prendersela con la Terra. Ma il Sole la pensa allo stesso modo? Sembra proprio di sì: per almeno 1,8 miliardi di anni ci scalderà senza crearci problemi. Potete pianificare le vostre prossime vacanze. Dopo, però, che fare?
Soltanto una decina di anni fa è stato scoperto un nuovo tipo di galassie (o qualcosa del genere): le galassie nane ultracompatte, chiamate brevemente UCD (Ultra-Compact Dwarf galaxies). Esse presentano un’alta densità stellare e dimensioni molto ridotte. Recentemente se n’è aggiunta una veramente straordinaria in termini di densità. Ne approfitto per fare il punto della situazione e richiamare la loro possibile origine.
Uno dei momenti più entusiasmanti nella vita di una stella è senza dubbio la sua nascita. Non è certo facile assistervi dato che il tutto avviene all’interno di una nube fredda e scura. Per superare questa forma di “privacy” la tecnologia deve superare se stessa e soprattutto riuscire a vedere sempre meglio le cose fredde che emettono meglio tra l’infrarosso e le onde radio. ALMA è lo strumento più sofisticato che abbiamo e… si vede!