A volte salto volontariamente certe notizie. Chiamatelo metodo troppo “soggettivo”, ma se una cosa non mi convince del tutto o mi sembra solo una ripetizione di qualcosa di già noto, che cerca di catturare nuovo interesse per far fare carriera a qualcuno, evito di inserirla tra le news. La Luna sembra, ultimamente, partecipare al giro vizioso di Marte e mi ha dato ragione.
Sulla Terra siamo abituati a innaffiare e concimare i semi e ci aspettiamo che nascano i fiori e poi -magari- anche la frutta. Ma se i fiori sono i buchi neri supermassicci sembra proprio che il concime e l’innaffiatura non siano sufficienti. Bisogna già partire da qualcosa di più complesso, forse già da una pianticella.
Abbiamo già parlato delle più semplici funzioni trigonometriche. Sia perché ci sono servite per definire il coefficiente angolare di una retta, sia perché attraverso di loro si può passare da un sistema di coordinate cartesiane a uno di coordinate polari (e viceversa). L’uso delle funzioni trigonometriche permette, in genere, di calcolare facilmente le componenti di un segmento qualsiasi rispetto ai due assi cartesiani. E mille cose ancora… Tuttavia, restano comunque delle funzioni ed è giusto studiarle come abbiamo fatto per le coniche, le rette, il logaritmo e cose del genere.
Materia oscura sì, materia oscura no… una specie di braccio di ferro che divide la Scienza. Sembrerebbe che la vittoria sia a portata di mano del SI, ma manca sempre la prova decisiva. Il “Ciccione”, un enorme ammasso galattico continua sulla stessa falsariga…
Anche se tutti se l’aspettavano, ora si può essere praticamente certi. Encelado, il satellite di Saturno, possiede un oceano a 50 km di profondità sotto il polo sud. La sua esistenza non è stata provata attraverso dati chimici, ma attraverso un attento studio del campo gravitazionale della piccola luna.
Parliamo sempre di Marte, soprattutto contro certe missioni…, ma, in fondo, è un bellissimo pianeta e fa di tutto per mettersi in mostra. Pur di rendersi visibile sta correndo verso di noi a un velocità che stancherebbe chiunque… Ma sì, facciamo un po’ gli astrofili anche noi…
Abbiamo visto che considerare il Sole un osservatore passivo oppure attivo non influenza assolutamente il procedimento utilizzato per stabilire le condizioni che portano ai transiti e/o alle eclissi dei satelliti di Giove (e di tutti pianeti). Continuiamo allora a considerare il Sole come osservatore passivo, sapendo benissimo come fare a ribaltare la situazione, facendo accendere la luce alla nostra stella. In altre parole, i transiti visti dal Sole descrivono perfettamente le eclissi viste da Giove o dai satelliti (e da molti altri punti dello spazio). L’abbiamo fatto la volta scorsa e continuiamo su questa strada.
Approfitto di una interessante scoperta fatta da un gruppo di ricercatori di varie nazioni sull’evoluzione della superficie degli asteroidi, per raccontarvi una tipica storia italiana, una delle tante…
Un giusto minestrone di acqua e pochi ingredienti salini potrebbe spiegare la crosta ghiacciata di Europa con tutte le sue strane figure geometriche. E non ci sarebbe nemmeno bisogno di qualche alieno che andasse a tracciarle con una vanga spaziale…
Sì, lo ammetto, l’argomento non sembra molto serio e pare estratto da qualche programma televisivo odierno, dove l’umorismo cade sempre più in basso, sia intellettualmente che fisicamente. Tuttavia, è una ricerca scientifica VERA e si accosta molto bene alla grande tragedia del Global Warming che ci assilla sempre di più. In questo caso, però, il pericolo pubblico numero uno non è la CO2 ma il metano.
Sappiamo benissimo che la misura della pressione atmosferica è in grado di dare informazioni fondamentali per le previsioni meteorologiche. Se la pressione cambia abbastanza nella nostra atmosfera, figuriamoci di quanto può variare durante gli episodi violenti ed esplosivi dell’Universo. Purtroppo, non abbiamo barometri da inviare direttamente nel luogo dell’evento, ma sembra che si riesca a utilizzare un composto organico come messaggero di queste informazioni fondamentali. A questo composto chimico importa poco del tempo che è passato. Basta recuperarlo in qualche meteorite, che funge da bottiglia contenente il messaggio inviato in giro per il Cosmo.
Sta per uscire la seconda parte del report dell’IPCC sui rischi del Riscaldamento Globale. Mentre è confermata la sostituzione sempre più frequente della parola “mitigation” (riduzione) con “adaptation” (adattamento), si è -ancora una volta- notata la netta differenza tra i concetti espressi nel testo vero e proprio e quello, ultra ridotto, che verrà consegnato ai governi mondiali. Insomma, la solita presa in giro.