03/05/14

Scoperta eccezionale : potremmo già avere invaso Marte!

Normalmente sono i marziani che invadono la Terra. Ben pochi film hanno mai pensato al contrario. E, invece, il problema sarà (probabilmente lo è già stato) proprio quest’ultimo. L’uomo, in nome della religione ha compiuto massacri tra i “diversi” e se ne è anche vantato. Probabilmente, farebbe lo stesso con gli eventuali abitanti di Marte…. Fortunatamente per loro e per la nostra coscienza non esistono! Finalmente, una certa scienza ufficiale se ne è accorta: era ora! E magari vorrà anche sembrare eticamente superiore. Beh… bastava ragionare un poco prima di mandare i tanti robottini a spasso per il pianeta rosso e -magari- cercare di conoscere meglio la vita terrestre. Se ci sono arrivato io, vecchio e fuori dal giro, potevano anche arrivarci i giovani rampanti di oggi. Scusate lo sfogo, ma l’ipocrisia è quanto di peggio sappia sporcare quel poco di buono che l’uomo riesce ancora a esprimere.

Ovviamente, il primattore è stata la stazione spaziale. Sì, in fondo, serviva anche a questo: controllare quanti e quali abitanti terrestri potevano sopravvivere “fuori” di essa e non solo dentro. I risultati delle tre ricerche hanno quasi del ridicolo… La loro conclusione è davvero una sorpresa! Esistono microbi che sopravvivono alle terribili condizioni del vuoto interplanetario. Ma no? E non bastava studiare e/o leggere un po’ meglio quanto si sapeva dai territori più inospitali della Terra? Magari mandarci qualche robottino?

Gli scienziati dicono che questi microorganismi potrebbero “infettare” Marte e  (ma lo dicono in silenzio) lo potrebbero già aver fatto.  Alcuni esempi: Il bacillus pumilus SAFR-032 è riuscito a sopravvivere brillantemente a tutte le tecniche di disinfestazione. A niente sono serviti gli UV, proprio quelli che tanta paura fanno ai cosmonauti, prossimi pionieri della gloria umana. Il simpatico bacillo ha resistito per 18 mesi a condizioni marziane (e probabilmente potrebbe continuare a vivere benissimo). Mentre i robottini vagavano, le spore cadevano e cercavano zone tranquille. Un esercito di invasori silenziosi e innocenti.

Il bacillus subtilis 168  non è stato da meno. Si è anche visto che, in generale, la litopansperma è ampiamente verificata. Un nome difficile per dire una cosa banale: la vita può trasferirsi dal nostro pianeta agli altri corpi planetari e magari anche più in là. Tuttavia, una cosa è che lo facciano le meteoriti e un’altra che questo compito possa accaparrarselo l’uomo. Probabilmente gli Incas sarebbero scomparsi da soli per epidemie o chissà quale altra motivazione. Certo è che gli spagnoli hanno preferito fare da soli e in fretta. A me non è mai sembrata una scelta etica (ma forse mi sbaglio) e avrei preferito vedere scomparire da sola una razza che tanto ha dato alla cultura terrestre. Sembra che la litopansperma possa anche aspettare per milioni di anni, in silenzio e in trepida attesa, sapendo benissimo, da sola, dove contaminare, cosa e quando. Non ha bisogno di inviti terrestri.

Sapete quali sono le conclusioni dei tre lavori così preziosi e insospettabili nella loro splendida novità? “Le missioni future dovrebbero tener conto dei risultati ottenuti nelle tre ricerche per non rischiare di contaminare i luoghi dove arrivano (con i loro impavidi colonizzatori microscopici, aggiungo io)”. Ma è ancora più bella la seconda conclusione: “Questi risultati dovrebbero permettere agli scienziati (che seguono i robottini) di non identificare erroneamente qualche bacillo terrestre come “omino verde” marziano”. Ma va? Non me lo sarei mai aspettato! Ma è terribile l’ultima affermazione: “Noi non vorremmo certo essere responsabili di un invasione aliena (terrestre) di Marte”.

Mi scendono le lacrime di fronte a questo gesto di profonda umanità. Dopo il massacro di tutte le tigri, potremmo sempre dire che è meglio, d’ora in poi, non usare fucili contro quegli animali perché potremmo anche ucciderle. Peccato che magari non ce ne sono più…

Forza, robottini, riempitevi bene le tasche di microbi e bacilli. Qualcuno dei vostri passeggeri sarà prima o poi identificato come marziano e saremo tutti stupiti a vedere come assomiglia a quelli terrestri. Le ricerche serie, anche se tardive, passano, ma gli scoop restano e già mi immagino i titoloni e le parole dei tuttologi di turno. Magari degli stessi che parlano di riscaldamento globale senza aver mai studiato la fisica terrestre…

Eccovi le tre gemme preziose, di un tempismo eccezionale:

QUI, QUI e QUI

C’entra anche la NASA, ovviamente. Sempre meglio mettere le mani avanti e poter dire: “Noi l’avevamo detto…”.

Scusate la rabbia, ma quando ci vuole ci vuole!

26 commenti

  1. Valerio Ricciardi

    Bel pasticcio. Stante che, peraltro, i biologi son ben lontani dall'aver classificato tutte le specie viventi sulla Terra (per dire, sono state sinora descritte oltre 1.300.000 specie solo di insetti, ed ogni spedizione entomologica che trascorra anche solo qualche settimana in un posto un po' "strano" torna SEMPRE con alcune specie prima ignote alla scienza), questo pone già la parola fine sulla possibilità di dire con certezza se qualche organismo trovato sul suolo marziano sia alloctono o meno. Solo che... come sterilizzi davvero una sonda? Con l'ossido di etilene no... ci sarebbe una passata "seria" di raggi Gamma; ma non so se a certi livelli di irradiazione ne risentano le EPROM dei circuiti elettronici, eccetera.
    Però consolati, Enzo: se uno dei robottini (mica tanto "ini", gli ultimi ormai son grandi anche come una Twingo) incontrasse e fotografasse l'alieno con le narici senza "naso", le orecchie a punta e lo sguardo da coniglio con gli occhi tutte pupille e niente congiuntiva, almeno quello potrebbe essere considerato un marziano DOCG...  :cry:

  2. Michael

    Vorrei andare controcorrente: dato quasi per assodato che su Marte non c'è vita (ma potrebbe esserci stata), quale sarebbe il problema di iniziare a colonizzarlo da alcuni bacilli che, chissà, nei prossimi milioni di anni potrebbero evolversi creando qualcosa di più grande adatto a prosperare sul Pianeta Rosso?

  3. caro Michael,
    è questione di punti di vista. Portare qualcosa di non autoctono è sempre un azzardo. Immagina se ci fosse davvero una qualche forma di vita del tutto particolare su Marte (evolutasi in condizioni ben diverse dalle nostre "normali"). I nostri bacilli la potrebbero distruggere per sempre. Quasi sicuramente no, ma una scelta che non avesse preso in considerazione questo fatto (all'inizio si sperava di trovare vita... e qualcuno lo spera ancora) sarebbe stata veramente eticamente riprovevole. E' come se portassi un virus letale, ma sconosciuto, da una qualche parte isolata della Terra. Non avrebbero anticorpi e sarebbe una strage.

    Caro Valerio,
    una soluzione ci sarebbe stata: non andarci. Tutto quello che abbiamo imparato su Marte (al 90%) lo abbiamo ottenuto con sonde a distanza e con le meteoriti... 

  4. Michael

    Perdonami, Enzo, se su Marte hai molto probabilmente ragione tu, in che modo si potrebbe ad esempio scoprire se c'è vita su Encelado senza rischiare di contaminarlo allo stesso modo?

  5. Dunque, caro Michael, io farei così (anzi, avrei fatto così):

    avrei cercato di definire molto bene quali sono le forme terrestri che sono trasportabili ancora vitali alla faccia degli UV, del freddo e di tutte le altre traversie di un viaggio spaziale. Bastava cercarle nei posti più duri della Terra. Si sta facendo adesso e i risultati stanno dando ragione a chi temeva questo problema già da molti anni. Poi si doveva testarle nella stazione spaziale o su un satellite qualsiasi (e si è fatto solo adesso). A quel punto si doveva trovare il modo di eliminarli da qualsiasi velivolo che andava a visitare un altro mondo. Nel frattempo si dovevano continuare a usare osservazioni a distanza (per Marte sono state e sono ancora le più interessanti). Oggi sappiamo che  in questo modo sarebbe possibile verificare se esiste vita biologica anche se sotto strati di ghiaccio e cose del genere. Stiamo o non stiamo sperando di riconoscere la vita anche su pianeti di altre stelle? Forse si potrebbe mandare un robot, con i suoi germi, su un corpo che NON ha sicuramente vita in superficie (ma quanto ne saremmo veramente sicuri?). E da lì studiare cosa ci sta sotto (Europa, Encelado). So di essere troppo "purista", ma non sopporto che la smania dell'uomo (anche se in buona fede) possa anche rovinare minimamente ciò che il Cosmo ha predisposto in miliardi di anni di tentativi, di "scelte" e di probabilità. SE poi, l'uomo, essendo Universo anche lui, è nato per cambiare le cose... mi arrendo e ti do ragione.  Ma, per adesso, non ne sono ancora convinto... :wink:

     

  6. Michael

    Grazie mille per la risposta. :)

  7. caro Michael,
    tieni comunque conto che la mia è solo una visione personale... che può essere completamente sbagliata. L'ho inserita proprio perché venga commentata, criticata e roba del genere... :wink:

  8. Valerio Ricciardi

    Magari anche l'uomo, con la sua goffagine (in questo caso, mi par di capire, ampiamente evitabile) diventa così parte di una forma di panspermia.
    E comunque, un pochino di selezione "a posteriori" si potrebbe fare su eventuali molto probabili - a questo punto - "ritrovamenti", valutando anche se vengon rinvenuti in contesti in cui potrebbe aver senso che allignassero. Un batterio "locale" non è che se ne sta lì per duecento milioni di anni a tener duro con le mascelle serrate e gli occhi strizzati puf, puf, ancora cento milioni di anni e poi magari il tenore di ossigeno si rialza, debbo farcela, devo... tutto sommato campa e (relativamente) prospera se c'è da decentemente campare e prosperare, e in un contesto in cui se ne trovi, ne troverai una biocenosi, non qualche singolo esemplare sparpagliato nel deserto dei Tartari. La vita non ha Guinness da inseguire, nessuno gli attacca una medaglia in petto perché è comparsa in un postaccio inospitale nonostante tutto.
    Personalmente, quanto alla possibilità di vita (autoctona) sui Marte d'istinto son meno possibilista di un tempo, nel senso che credo che se le condizioni son molto favorevoli, la materia "tenda alla vita" alla fine, ma non è che se un eroe solitario ultraresistente in un contesto al limite come quello marziano potrebbe anche con molta sfigata sofferenza sopravvivere, ecco che deve comparire per forza la vita... quando la vita si è diffusa sulla Terra (ho scritto diffusa, non formata...) aveva a disposizione condizioni termobariche e di disponibilità di nutrienti eccezionali rispetto alla media dei posti a disposizione nel Sistema solare... 

  9. Valerio ha sicuramente ragione in via di principio, ma... i principi possono anche non essere seguiti... Ho conosciuto gente che è andata alle Hawaii solo per fare un viaggetto e poi ha deciso di fermarsi, trovarsi un lavoro e mettere su famiglia...

    Vi invito a leggere (se non lo avete già fatto) questo vecchio raccontino che avevo scritto anni fa... direi che cade a fagiolo... :mrgreen:

    http://www.astronomia.com/2008/07/19/epidemia/

     

  10. Mi ricordo male, o tempo fa avevi scritto qualcosa a proposito del deinococcus radiodurans? Anche questo non è un batteriuzzo mica da ridere.... Comunque quando (ormai sicuramente) troveranno la vita su Marte, vedrai che non tenteranno nemmeno di capire se c'era già o ce l'hanno portata le sonde... :cry:
    Pecunia non olet.....   :mrgreen:

  11. Gianfranco

    Quindi Titano, con lo sbarco della Huygens nel 2005, ce lo siamo già giocato??

  12. caro Gianfranco,
    speriamo solo che i danni siano stati limitati o che, come dice Valerio, gli invasori non si siano trovati molto bene... 

  13. Michael

    Sarebbe divertente se i batteri che abbiamo trasportato su Marte tra qualche milione di anni diventeranno una qualche forma di vita intelligente che guarderà al nostro Pianeta già disabitato per chissà quale catastrofe naturale ed inizierà a teorizzare una possibile minaccia aliena terrestre. :D

  14. Valerio Ricciardi

    Se il nostro pianeta resterà mezzo disabitato, ciò penso non riguarderà insetti, specie marine di profondità oceaniche e alcuni micromammiferi straordinariamente adattabili, come i ratti. E mi permetto di dubitare che la devastazione avrà origini naturali. Al netto di impatti cosmici davvero impegnativi (parlo di roba da 50 km, non da 50 m di diametro) o di esplosioni di supernovae in zone limitrofe (ma l'irraggiamento gamma letale riguarderebbe circa la metà della superficie) basterebbe un incidente realmente serio in uno dei depositi/centri di ricerca americani e russi dove si sviluppa la guerra batteriologica. Senza stare a scomodare la guerra termonucleare.
    In passato, ad esempio, le grandi estinzioni sembrerebbero aver di massima  avere interessato solo marginalmente le specie pelagiche viventi al di sotto della scarpata continentale.

  15. caro Valerio,
    direi proprio che basta molto meno di 50 km per un impattore ... Il KT ha distrutto una percentuale mostruosa di famiglie di animali (perfino i foraminiferi) ed era "solo" di 10 km. Si è stimato che basti 1 km per una catastrofe globale... E impatti di questo genere avvengono piuttosto frequentemente... per la scala di tempo del SS...

  16. Michael

    ... come dire che, nel tempo di una possibile evoluzione di forme di vita più complesse sul suolo marziano, potremmo già aver dovuto resistere a numerosi bombardamenti piuttosto massicci.
    Che "botto" ci potrebbe volere per cambiare l'asse terrestre o la velocità di rotazione? E quali problemi potrebbe creare? Magari hai già scritto un articolo in merito, conoscendoti... :lol:  

  17. Caro Michael,
    non è facile cambiare l'asse e la velocità di rotazione. la Terra ha un momento d'inerzia niente male... Probabilmente dovrebbe essere al limite della distruzione completa... No, da quel lato dopo la formazione della Luna penso che niente possa avere intaccato le nostre caratteristiche angolari... Non mi ricordo se ne ho scritto... ma potrebbe anche essere... :-P

  18. Michael

    Caro Enzo,
    poco dopo averti fatto quelle domande, sono corso a documentarmi relativamente al KT da te citato poco sopra. Non credevo che un asteroide così (relativamente) piccolo potesse fare così tanti danni a livello biologico. Un corpo così grande da poter variare l'asse terrestre, farebbe prima molti altri danni di cui dovremmo preoccuparci.

  19. Come dicevo, probabilmente potrebbe creare una nuova Luna... Insomma ci vuole Marte o forse basterebbe la Luna attuale ...

  20. Michael

    Da questo punto di vista siamo fortunati, visto che la Luna si sta allontanando (contrariamente a Fobos, ad esempio).

  21. Pier Francesco

    Caro Enzo (e cari tutti),
    Chiedo scusa per la lunga assenza, motivata dalla notevole sequenza di ponti vacanzieri (ce ne fossero di allineamenti così, altro che i pianeti e i satelliti... :mrgreen: ) che non potevo farmi sfuggire e che mi hanno condotto in Iberia. Barcellona è meravigliosa, mi ci trasferirei a vivere domani, mentre in Andalusia si schiattava già dal caldo: mio papà dall'Italia mi faceva la cronaca della pioggia, io non ho visto una nuvola degna di tale nome per una settimana e con temperature simil-africane (persino fastidiose, a dir la verità). :-D
    Mi ritrovo ora con una marea di arretrati, tipo la forza centrifuga, spero di riuscire a recuperare, prima o poi (più poi che prima :-P ).
     
    Sull'eventualità di aver inquinato Marte, io sono tendenzialmente d'accordo con Valerio. Ammesso che le sonde abbiano trasportato qualche microorganismo terrestre su Marte, o su qualunque altro corpo celeste dove siano atterrate, per dare luogo a una vera colonizzazione occorrono sia condizioni ambientali favorevoli sia presenza di nutrienti che permettano alla specie di replicarsi e svilupparsi: su Marte esistono? Non so ma ne dubito. Penso che qualunque scienziato dotato di buon senso (e penso che siano la maggioranza, nonostante tutto :-P ), alla scoperta di un batterio incredibilmente simile a uno terrestre, si farebbe venire qualche domanda e chiederebbe ulteriori verifiche: in particolare, vorrebbe poter controllare che lo stesso batterio sia presente e diffuso in altre regioni del pianeta, proprio per fugare ogni dubbio. Il deinococcus radiodurans è stato scoperto nelle acque di raffreddamento dei reattori nucleari ma non ci risulta che, nonostante sia super resistente, abbia conquistato il pianeta Terra: i batteri estremofili esistono ma ache loro devono lottare contro l'ambiente! :-P
    E' chiaro che la stampa e i mezzi di informazione lancerebbero una simile notizia in maniera affretata con titoloni ed edizioni straordinarie, come fu fatto con il mitico "verme" del meteorite ALH6000 (si chiamava così?), ma la stessa sarebbe anche facilmente smentibile.

  22. ice91

    Ad essere sincero, però, non lo vedo come un grande problema. Non credo che aver contaminato con bacilli terrestri il pianeta Marte sia qualcosa di ecologicamente sconveniente, visto e considerato che, tutto sommato, si tratta di un pianeta freddo, sterile e deserto. Ben diverso sarebbe stato il discorso se avessimo contaminato un ecosistema... ma qui, semmai, abbiamo contaminato il nulla. Quanto ai robottini, invece, sono d'accordo. Che senso ha continuare a spendere cfre pazzesche per mandarne, visto che Marte è quello che è, non è e non sarà mai un mondo abitabile...

  23. gioyhofer

    Ciao Enzo,
    finalmente ho finito il trasloco (i viaggi, adesso mi mancano da riordinare gli scatoloni :( )…
    Anche secondo me, gli scienziati e chi ha organizzato  le spedizioni dei vari Rover si sarebbe dovuto preparare ed interessare prima al problema della contaminazione… Ma purtroppo l’uomo ha questo difetto, agisce sempre quando ormai il danno è stato fatto…
     
    Ci vorrebbe, come dici tu, un grande studio preparatorio e la valutazione attenta e consapevole del sito/pianeta/oggetto da osservare ma, come sempre, i finanziamenti vanno ai progetti più spettacolari per il pubblico. A tal proposito ho da poco assistito ad una conferenza sulla sonda Rosetta, e la stessa dottoressa che partecipa al progetto, ha constato che per ottenere i fondi necessari alle missioni, si deve fare più spettacolo che scienza per ottenere le sovvenzioni. È veramente brutto  sapere che chi ha le possibilità economiche per finanziare tali progetti, ne capisca talmente poco di scienza…

  24. Walter

    Forse è tardi per un commento ma lo appena letto:
    Una serra marziana
    La NASA ha annunciato che entro il 2021 sarà in grado di far crescere delle piante su Marte. Una vera e propria serra partirà a bordo del prossimo rover diretto sul pianeta rosso, per un totale di circa 200 semi. La missione si chiama Mars Plant Experiment
    Originale su http://www.media.inaf.it/2014/05/09/una-serra-marziana/
    Il sito non penso che racconti fanfaronate.
    E se la serra si rompe nell'ateraggio o per qualche altro accidente?
    Trovano margherite marziane?
    Una volta hanno confuso le miglia con i kilometri e hanno fatto un buca da fare invidia a un pozzo petrolifero.
     
     

  25. che dire? No comment.... si preoccupano di aver mandato inquinanti e ne spediscono un'intera serra... Mah... tutte b...e, pura propaganda! :-? :wink:

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