Beh, quest’articolo è quanto di più semplice ci possa essere. Non è altro che un piccolo elenco da imparare a memoria. Non mi picchiate, ma qualche volta bisogna farlo. In realtà, si potrebbero ricavare i risultati uno per uno, ma con grande difficoltà… Difficoltà che non sarebbero molto utili per il livello che vogliamo raggiungere. Ci conviene fare un piccolo sforzo mnemonico per poi divertirci con il calcolo di derivate più complesse di quelle relative ai singoli monomi o polinomi. In ogni modo, commenterò un po’ i risultati per non servirli in modo troppo anonimo.
Volevo quasi tralasciare questa news, dato che non cambia di molto ciò che già sappiamo succedere nelle galassie quando scaraventano lontane da loro le stelle fuggitive. Tuttavia, stiamo parlando di forza centrifuga e allora tutto ciò che scappa può essere interessante.
Mi spiace, ma non è ancora l’ultima puntata. Saltellando tra un principio della dinamica e un altro, ho pensato che era meglio rappresentare nel modo più rigoroso possibile (si fa per dire) il campo gravitazionale e, per chi ha voglia di pensare un po’ di più, descrivere semplicemente e graficamente il moto di un insetto che cade nella tela di un ragno. Sperando che non sia … velenoso!
Nel caso di Loch Ness, l’esistenza di un “fossile” vivente è ancora tutta da dimostrare e sembrerebbe solo una trovata pubblicitaria. Nell’Universo non esiste la pubblicità e anche i fossili redivivi possono esistere. Magari a due passi da noi…
Le osservazioni di Kepler sono estremamente accurate nel determinare le più piccole variazioni luminose e continuano a scoprire nuovi esopianeti con il metodo dei transiti. Affiancano, in questa ricerca, il metodo spettroscopico che studia le variazioni periodiche della velocità radiale della stella dovuta alla presenza di un corpo planetario abbastanza massiccio. Kepler, però, date le sue fantastiche caratteristiche, ha permesso di usare un nuovo metodo, d’importanza fondamentale non solo per l’applicazione ad altri sistemi planetari. A noi interessa, in questo contesto, perché ci porta all'aberrazione relativistica, fondamentale per essere preparati al viaggio che ci attende.
E’ molto tempo che lo dico e lo ridico, senza aspettare una conferma ufficiale. Adesso, finalmente, è arrivata. Anzi, sono addirittura tre, una dietro l’altra (chissà come mai?). Era ora… Tuttavia, la faccenda, per me gravissima, viene accettata solo come una “piccola” dimenticanza… Brutto segno per l’uomo e per le sue eventuali conquiste spaziali.
L’avevo promesso, poi è stato sotterrato da news e altri argomenti. E’ ora che torni a galla, dato che è un argomento che continua ad affascinare. Rendiamolo, però, ultra semplice, dato che il concetto di base non cambia. Di cosa sto parlando? Della solita cara, vecchia e insostituibile velocità della luce! Alberto mi perdoni se il suo peso variabile aspetta ancora un poco, ma la luce ha la precedenza.
Doveva succedere prima o poi… La tecnica della spettroscopia è arrivata a un tale livello che si accorgerebbe perfino di una macchina che si muove su un altro pianeta (sempre che si veda la macchina). Dopo aver scoperto un mucchio di stelle doppie e di esopianeti, attraverso l’effetto doppler, è riuscita a determinare anche la rotazione di uno di essi.
Una serie incredibile di righe di assorbimento permette di leggere lo spazio-tempo tra noi e i lontanissimi quasar. Si aprono le finestre non solo sull’Universo, che stava costruendo i suoi colossi e usciva dalla fase oscura, ma anche sulla materia invisibile che lega le galassie tra di loro. Due recenti ricerche di grande valore si legano alla cosiddetta “foresta di Lyman” e ho pensato fosse giusto spiegarla in modo molto semplificato.