Categorie: Terra
Tags: archeoastronomia croce del sud grande madre Monte d'Accoddi precessione equinozi Sardegna
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:19
Una freccia verso la Dea Madre *
Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata all'archeoastronomia in "Arte, letteratura e Storia delle Scienza"
Una piccola-grande esperienza umana e culturale che ho avuto in Sardegna. Ve la voglio raccontare, anche perché ha dei risvolti decisamente astronomici.
Cosa direste e fareste se a un certo momento della vostra vita vedeste, in piena notte e per pochi minuti, sorgere una costellazione mai vista in precedenza, la cui forma ricorda perfettamente il simbolo della vostra dea più amata, la grande Madre Terra? Forse, prima o poi, costruireste un qualcosa di grandioso e unico che indichi a tutti i futuri figli, nipoti, nipoti dei nipoti, la direzione di quell’apparizione così inaspettata e affascinante.
Sembra il tipico racconto di una leggenda e -forse- lo è davvero. Fatto sta, però, che vicino a Sassari sorge un piccolo monte artificiale, preceduto da una lunga scalinata, che sembra proprio indicare un punto del cielo. Sto parlando di Monte d’Accoddi, un monumento megalitico che risale ad almeno quattro o cinque millenni fa, restaurato abbastanza recentemente (in modo un po’ troppo arbitrario).
Resta, comunque, la sua bellezza arcaica e il significato altamente simbolico e unico, nel suo genere, presso le antiche culture mediterranee. Quale sarebbe la possibile costellazione che quella scala cerca ancora di segnare a tutti noi in un cielo apparentemente privo di oggetti così peculiari? Beh… è inutile affannarsi a cercarla. E’ stata vittima inconsapevole di un famoso fenomeno astronomico, la precessione degli equinozi, che tutti conosciamo molto bene. Grazie a lei è comparsa portando luce e speranza e, sempre per sua decisione, è nuovamente scomparsa sotto l’orizzonte silenzioso segnato dalla campagna isolana.
Mi riferisco alla Croce del Sud. Sì, proprio quella che viene normalmente associata al Polo Sud. Non è poi difficile con i programmi odierni fare qualche simulazione per avere la certezza della sua apparizione nel periodo in cui sorgeva il villaggio qualche millennio prima di Cristo. E nemmeno è difficile pensare a una somiglianza della sua forma con quella delle statuette sarde stilizzate dedicate alla Madre Terra, alla dea della fertilità e della nascita.
Tutte queste considerazioni non sono certo mie, ma mi sono state raccontate da una archeologa che oggi si occupa di preservare l’importantissimo monumento e che dimostra la propria passione nel raccontarvi con dovizia di particolari tutta l’antica storia di quel magico luogo. Un incontro e una lunga chiacchierata non prevista o cercata e forse, proprio per questo, ancora più stimolante.
Non potevo non verificare subito in modo molto rapido e veloce (con l’aiuto del grande amico Domenico Licchelli, figlio di un’altra terra fantastica e pregna di cultura, il Salento). Sì, la Croce del Sud si vedeva nettamente, poco sopra l’orizzonte. Vi allego una simulazione fatta per la mezzanotte del 2800 a.C., possibile periodo di inizio della costruzione della piramide di pietra.
Sì, perché Monte d’Accoddi sembra proprio una piccola piramide a gradoni, come gli ziqqurat della Mesopotamia o le prime piramide egizie. Per quel poco che posso pensare, però, non vedo in questa forma, adottata un po’ ovunque nel mondo, un segnale inquietante di scambi quasi impossibili di culture (ho anche scritto un racconto sull'argomento), ma solo un’ovvia soluzione costruttiva per giungere in alto. Insomma, la forma che meglio e più facilmente permetteva di imitare una montagna.
La simpatica e preparatissima archeologa (Domenica Lissia) è andata, però, oltre, raccontandomi di come un appassionato locale (Eugenio Muroni), spinto da irrefrenabile voglia di conoscere e di lottare per le proprie idee, anche se sorretto solo da una preparazione più o meno empirica ma di grande logica, abbia dedicato anni del suo tempo proprio per avvalorare questa sua ipotesi altamente suggestiva. Solo una combinazione predisposta con un po’ di malizia dalla Natura? Forse sì, ma questa visione di breve durata notturna della Croce del Sud, è tutto fuorché assurda o fantascientifica.
Ho provato a mettermi nei panni degli antichi abitanti di quella zona sospesa tra il monte e il mare e l’ipotesi continua a non stupirmi più di tanto. Soprattutto perché la capacità intellettiva e la sapienza astronomica e culturale nuragiche non erano assolutamente primitive. Quei popoli sapevano bene quando il Sole avrebbe raggiunto l’acqua dei loro pozzi sacri e sapevano anche bene passare dall’apparente ruvidezza costruttiva dei nuraghi (vere e proprie città-palazzo come Micene e Tirinto) alla perfezione tecnica e stilistica delle scalinate che immettevano nei pozzi (che anticipano le armonie auree dei greci). Una cultura profonda, accompagnata da sensibilità e saggezza. Altro che “primitivi”… Forse lo siamo più noi che probabilmente non ci accorgeremmo nemmeno che una nuova costellazione è apparsa nel Cielo.
Ovviamente, l’apparizione non è stata improvvisa (questo lo sappiamo benissimo), ma quella gemma notturna non era tramandata dagli avi e il suo valore simbolico non poteva che impreziosirla sempre di più.
Mi sono chiesto, da ignorante della materia: “Perché solo a Monte d’Accoddi e non in altre culture mediterranee di pari livello culturale?”. Mi sono dato una risposta, che vale quello che può valere, una semplice riflessione di un non addetto ai lavori: “Questa era la civiltà più a nord che potesse scorgere la Croce del Sud e che avesse la Madre Terra come dea principale. Oltretutto, la vedeva bassa sull’orizzonte, proprio come un faro che illumina la via della mente e dello spirito. Più a sud la visione della costellazione australe durò ben più a lungo e la sua posizione era sicuramente meno intrigante”.
Chissà… fatto sta che mantengo, con sommo piacere, contatti con la cara dott.ssa Domenica, aspettando dati più esatti sulla direzione del lato lungo del monumento e su altri segnali che possano ricondurre alla stessa “ipotesi”.
Un invito agli amici che visiteranno la Sardegna: andate a vedere la piccola piramide con i suoi misteri astronomici, che poi tanto misteriosi non sono. Vedrete qualcosa di affascinante e potrete essere deliziati dal sapiente racconto di Domenica. Ne vale la pena!
19 commenti
Caro Vincenzo, sono veneto, ma ho avuto modo anch'io di innamorarmi della fantastica terra sarda, non che sia difficile, del resto.
Isola incredibile e generosa, per bellezze e per storia e irresistibile x quelli a cui piace capire e sapere (e godere di ciò).
Ti segnalo un libro che ha poco a che fare con l'astronomia, scritto da un sardo, naturalmente: "le colonne d'Ercole, un inchiesta" di Sergio Frau.
Per quanto eccessivo, fantasioso e volutamente provocatorio in certe conclusioni e talvolta poco organico e lineare nell'esposizione, trasuda di conoscenza vera e amore profondo per l'Isola e per la storia antica dei popoli mediterranei, espone diverse teorie e considerazioni ben documentate e condivisibili (no, niente alieni).
Mi ha fatto amare e conoscere al meglio la Sardegna e tutto quel mondo incredibilmente vitale dell'età del bronzo, culla dell'astronomia, durato quanto il nostro "dopo Cristo" se non di più e ora misconosciuto. Mondo dal quale deriviamo direttamente e del quale la Sardegna fu protagonista.
caro Dario,
ti ringrazio! Condivido in pieno le tue considerazioni. Troppo a lungo si è pensato che la cultura nuragica fosse un episodio di scarso rilievo nell'ambito generale e di livello rozzo e primitivo. Oggi abbiamo prove inconfutabili della sua importanza sia nelle comunicazioni con l'intero mediterraneo sia nei vertici culturali raggiunti. Sarebbe proprio ora di cambiare i libri e stimolare un turismo più intelligente...
Caro Enzo, quanto erano intelligenti questi popoli antichi, sapevano scrutare il cielo e lo facevano con il cuore.
Si ponevano domande e per questo aprivano le strade alla scienza, guardavano appunto più il cielo che avanti a loro e per questo ci hanno regalato cose meravigliose.
Come are oggi a fare nuovamente alzare gli occhi al cielo ? In quel modo così ingenuo ma intenso? Oggi gli occhi vanno sui telefonini, sui pad, su immagini futili , spesso non si vede nemmeno dove si va' figuramoci il cielo.
Anch'io adoro questa fantastica disciplina, sapere che quasi 5000 anni fa l'uomo è stato in grado di sviluppare una conoscenza così approfondita dell'astronomia è assolutamente strabiliante...
A questo proposito mi viene in mente il complesso megalitico che è stato scoperto non molti anni fa a Mel in provincia di Belluno; il grande Professor Giuliano Romano, ha attribuito questo complesso al sorgere e tramontare della Luna...
Credo che al giorno d'oggi il mondo sarebbe un posto migliore, se avessimo lo stesso contatto e lo stesso timore che avevano i nostri antenati della Natura.
Sarebbe bello approfondire anche questo aspetto dell'astronomia su questo blog, cosa ne pensi?
Hai perfettamente ragione Giorgia... Potreste mandarmi materiale vario e metteremmo insieme una rubrica particolare. Ovviamente a vostro nome... Viva l'archeoastronomia (ma quella seria, ovviamente... e non quella di Colosimo!).
Ringrazio ancora Vincenzo per l'illuminante contributo dato alla conoscenza di Monte d'Accoddi, un monumento unico non solo dal punto di vista strutturale ma per la complessità delle problematiche scaturite da circa vent'anni di scavi archeologici. Nuove chiavi di lettura del passato porteranno certamente noi archeologi, ma anche i visitatori più appassionati, ad avvicinarci sempre di più a discipline finora riservate solo agli "addetti ai lavori". La divulgazione su basi scientifiche è sempre una attività positiva che ci permette insperate scoperte. Buon lavoro Vincenzo e a risentirci per ulteriori aggiornamenti.
Che bello, accetto molto volentieri laproposta Enzo, solo mi ci vorrà un po' di tempo x realizzarla, ma se hai pazienza...
cara Domenica,
grazie a te per avermi (averci) aperta un porta verso un mondo sempre più affascinante, dove riscopriamo valori e capacità che l'uomo odierno sembra avere inesorabilmente perduto... E se ogni tanto butti un'occhiata qui ne saremmo felici e onorati...
magnifico Giorgia! Sì, sì, prenditi il tempo che vuoi... la fretta è spesso cattiva consigliera (così si dice... almeno...).
In generale, cari amici, sentitevi parte integrante di questo blog e se avete voglia di scrivere qualcosa su argomenti in cui siete particolarmente preparati o su cui avete interessi specifici, mandatemi pure il vostro contributo. Per motivi tecnici, devo essere io a inserire i lavori sul sito, ma risulteranno comunque opera vostra!!!
Grazie Enzo per cercato di spiegare che la Sardegna non è solo mare ma è soprattutto storia e natura.
caro Maurizio, nessun grazie... E' non solo un dovere, ma anche un vero piacere, dire la verità!!!!
Che bell'articolo, grazie Enzo.
Devo però dissentire nel giudizio su Peter Kolosimo (mi raccomando la K).
Penso che molto dipende da come un libro viene letto. Secondo me Kolosimo è stato uno straordinario narratore di ... fantascienza.
Ho letto alcuni suoi libri e .. da ragazzo .. mi hanno fatto sognare; non ho mai creduto alle sue affermazioni ma, che male c'è a lasciarsi andare un pochino e fantasticare?
caro Alvu,
potrei darti ragione se Kolosimo (contento?) avesse voluto scrivere fantascienza... Purtroppo, le sue intenzioni non erano quelle e la maggior parte di chi ha letto i suoi libri ha creduto alle varie fandonie. Capisco che tu possa esserti divertito, ma quanti altri hanno costruito e propinato fantasie come realtà. No, non mi sento di perdonarlo...
Scusa Enzo, sono parecchio interessato all'archeo-astronomia (vorrei sapere cos'è che non mi interessa?!?!). Nel tuo vecchio sito c'era una sezione dedicata all'argomento mentre in questo no. Però hai postato questo interessantissimo articolo (che credo faccia parte di questo blog) tirandolo fuori ... da dove? Ce ne sono altri? Se si, dove li trovo?
Tieni presente che quelli di astronomia.com li ho già letti.
Ti ringrazio anticipatamente per le (attese) informazioni .
Hai ragione Alvy,
nel nuovo archivio inseriremo questa sezione (sto lavorando su più fronti e ho dovuto sospendere i cambiamenti su di lui... poi, sai, c'è un lettore che di certo non conosci che fa tante domande... e il lavoro s'interrompe spesso...). In ogni modo, nel nuovo blog l'articolo su Accoddi è l'unico...
Accidenti! dev'essere un curioso come me .. mi piacerebbe davvero conoscerlo
Buongiorno, mi pare strano che l'archeologa non le abbia detto che Monte d'Accoddi con la civiltà dei nuraghi non c'entra nulla ! infatti fu abbandonato ben prima della loro costruzione... forse dovrebbe correggere l'articolo, per il resto ben scritto anche se da un semplice appassionato e non addetto ai lavori.
Proprio perché scritto da semplice appassionato, io ho solo fatto ricerche sulla posizione della Croce del Sud nell'epoca riferitami dalla dottoressa. Che poi sia o non sia di "cultura nuragica" non so, ma sicuramente mi ha stimolato a parlare anche dei monumenti nuragici della splendida Sardegna. Oltretutto, se precedente, la faccenda è ancora più interessante... e ha sicuramente influenzato la cultura successiva. Io, in particolare, ho parlato dell'eta della struttura megalitica e non ho assolutamente detto che era nuragica. Ho parlato della cultura nuragica per dire come il livello culturale era di alto livello, ecc., ecc.
Tra parentesi, mi dica di quale cultura si tratterebbe? Lei dovrebbe essere un'esperta nel campo e quindi mi dia le informazioni necessarie e magari le farò sapere anche alla Dott.ssa Domenica.
Ah... l'articolo era soprattutto indirizzato alla Croce del Sud e alla sua visione in un certo periodo della storia umana a certe latitudini. Le posso assicurare che su questo argomento NON sono assolutamente un semplice appassionato... (almeno, però, da professore ordinario di astrofisica ho portato notizie su un monumento che non è certo sufficientemente pubblicizzato e valorizzato dagli stessi natii e dagli esperti del settore, che hanno permesso una penosa ricostruzione del tutto arbitraria)