Come dargli torto?
Dal New York Times…
Il ministro dell’ambiente indiano, Prakash Javadekar, ha detto, in una recente intervista, che le più alte priorità del suo governo sono quelle di alleviare la povertà e di incrementare l’economia della Nazione. Questa necessità porterà senza dubbio a un aumento delle emissioni dovute all’energia derivata dal carbone.
La responsabilità di ciò che gli scienziati chiamano la “futura crisi climatica” è dovuta principalmente agli Stati Uniti, il più grande produttore storico di CO2 al mondo. E’ del tutto assurdo che si chieda, ORA, all’India di tagliare le sue emissioni di carbonio.
“Ma quali tagli?” ha esclamato Javadekar “questo può valere per le Nazioni più sviluppate. Il principio morale di responsabilità storica non può essere dimenticato improvvisamente”.
Questo è un argomento sollevato continuamente dai paesi in via di sviluppo. Le economie più sviluppate, e gli Stati Uniti per primi, che hanno speso l’ultimo secolo a costruire le loro economie pompando CO2 nell’atmosfera, devono sobbarcarsi la maggiore responsabilità nel taglio dell’anidride carbonica.
Il ministro ha detto che le agenzie governative in Nuova Delhi stanno preparando piani per le azioni locali relative ai cambiamenti climatici, ma ha detto anche che essi porteranno soltanto a una leggera riduzione delle emissioni carboniche. Ci vorranno almeno 30 anni prima che l’India possa fermare la sua crescita di emissioni di CO2.
Il ministro ha aggiunto: “Il primo scopo dell’India è lo sradicamento della povertà. Il venti per cento della popolazione non ha accesso all’elettricità. Noi dobbiamo fare in fretta a recuperare il tempo perduto e le emissione aumenteranno di sicuro”.
Possiamo dargli torto? Se sì, dobbiamo prospettare equi e civili sistemi energetici. Non certo pale eoliche o pannelli solari... Le parole e i trattati decisi dai grandi “inquinatori” non possono essere applicati a chi non ha mai inquinato e non è mai stato aiutato a progredire.
Aggiungo un inciso esplicativo. La Figura seguente mostra i paesi (OECD, in blu e azzurro) che hanno più o meno accettato di ridurre le proprie emissioni (ma gli USA continuano a pompare CO2 e metano), anche se il grafico precedente mostra che non ci si aspetta una decrescita nemmeno da parte loro. Come si vede i paesi con l’economia più galoppante sono al di fuori del gruppo. Di chi è la vera colpa (segnatevi le ex-colonie…).
Il recente Summit di New York (finito nuovamente con un nulla di fatto per colpa del terzo e quarto mondo... che sono cattivi e sporcaccioni!) sta scatenando un po' di polemiche ed è per questo che vi sto tartassando col WG. Vi prometto che presto smetterò...
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8 commenti
Ciao Enzo è insita nella natura la ricerca del benessere purtroppo l'essere umano non si limita al necessario e per ottenerlo devasta il pianeta.
Che aggiungere ho ben presente i problemi che implica a livello interiore il cercare di andare contro il proprio istinto l'istinto di prevalere il rinunciare all'inebriante sensazione che ci da il potere, l'essere al centro dell'attenzione ....
Purtroppo prendere decisioni che vanno contro il benessere delle nazioni che si rappresenta non è facile anche se si tratta del futuro della nostra specie.
Non mi resta altro che aspettare la notizia della scoperta del primo pianeta gemello della terra e farmi ibernare per il viaggio.
caro foscoul,
temo che quanto ti sveglierai...avranno già prodotto energia elettrica e macchine puzzolenti sfruttando, ovviamente, il carbone di quel mondo...
A me preoccupa molto di più la linea azzurra, quella del totale, e non tanto per le proiezioni al 2040 di cui non conosciamo i metodi di previsione, quanto quello che è già successo ( prendendo per buono il grafico, ovviamente), cioè l'incremento del 50% in soli 10 anni! un'accelerazione impressionante, che ben poco impressiona, anche su questo blog ( vero Vincenzo?). Mitridate fu sicuramente più prudente.
E quindi do torto al premier indiano. se gli USA hanno tenuto, e continuano a tenere, un comportamento sbagliato ( con qualche senso di colpa che comincia ad affiorare), questo non giustifica l'India a comportarsi allo stesso modo. la soluzione per dare condizioni più vivibili al suo paese deve essere un'altra, diversa da quella di imitare modelli sbagliati.
luciano
caro Luciano,
prova a prospettarla tu la soluzione... dopo che noi abbiamo seguito e continuiamo a seguire il modello americano... E' facile per gli USA (e per noi) predicare bene e razzolare molto male. Chi di noi eliminerebbe le conquiste tecnologiche ottenute riducendosi VERAMENTE l'energia? Gli ecologisti per primi che girano con SUV da un congresso all'altro (tutto documentato...) o che fermano le baleniere con panfili da milioni di dollari o che girano con le golette verdi, gialle e blu e danno bandiere in cambio di soldi. E' troppo facile scaricare sulle spalle di coloro che non hanno mai avuto niente (per colpa nostra, ovviamente) e che vorremmo rimanessero tali. Diamo il buon esempio: tutti a piedi, in bicicletta, senza cellulari, iphone, TV, riscaldamento a 25° in casa, barche, barchette e cose del genere. In questo modo potremmo permettere ai paesi poveri di rimettersi in linea senza cambiare le emissioni totali. Noi andiamo a zero e loro possono salire...E non sentiamoci assolti solo perché abbiamo la villetta e abbiamo messo i pannelli solari. Per ogni pannello messo a casa nostra mettiamone uno nelle baraccopoli dell'India, del Brasile, dell'Indonesia, delle Filippine...
No, la Natura non ci ha insegnato a vivere in questo modo. Come diceva il grande Fabrizio: "Anche se voi vi sentite assolti, siete lo stesso coinvolti!"
caro Prof
Se io avessi LA soluzione avrei già in tasca il Nobel per la pace e sarei Pontifex Maximus ( nell'accezione originale romana) dell'ONU riformata, oltre naturalmente a capirci qualcosa di RG e QED. Invece devo fare i conti con i miei consimili che sono recalcitranti a cambiare questo modello di sviluppo, cominciando dal controllo delle nascite, e rendendosi conto che abbiamo un pianeta troppo piccolo - a questo livello tecnologico - per soddisfare almeno i bisogni primari di tutti e 7 i miliardi di umani che oggi lo popolano.
luciano
E quando nel 2050 saremo 9/10mld?
E aumenteranno soprattutto i paesi emergenti che procreano a nastro!
La natura è saggia e forse (scongiurando guerre)deciderà lei le politiche demografiche ma la paura riguardo la sostenibilità del sistema è forte.
caro Andrea.Andrea,
beh... non farmi ricordare Al Gore che aveva proprio prospettato che la soluzione dei problemi africani era sperare che le epidemie li riducessero di numero...
Gli animali sanno trovare i propri equilibri e se dessimo agli uomini le stesse possibilità (a TUTTI) i problemi demografici si risolverebbero nello stesso modo...
Ebola non è forse una delle probabili soluzioni prospettate da Al Gore?
Comunque mi sembrate d'accordo che Prakash Javadekar ( il ministro Indiano) non possa essere indicato quale maestro di saggezza.
luciano