30/09/14

Le mamme di tutte le stelle **

In questo articolo cerco di riunire tre articoli che in qualche modo ci danno informazioni fondamentali sulla nascita delle prime stelle e sulle condizioni esistenti nelle prime fasi dell’Universo, durante la fase oscura, prima della completa reionizzazione.

Iniziamo con un vero e proprio fossile vivente: SMSS J031300.36-670839.3, che si può contrarre in SMSS J0313-6708. E’ una piccola stella di classe spettrale K (più piccola e più fredda del Sole) che si trova a circa 6000 anni luce da noi. Sembrerebbe una delle tante… e, invece, ha una caratteristica molto importante: non contiene praticamente ferro (nel nostro mondo diremmo che è “anemica” o qualcosa del genere).

Il fossile vivente senza ferro: SMSS J0313-6708. Fonte: Space Telescope Science Institute
Il fossile vivente senza ferro: SMSS J0313-6708. Fonte: Space Telescope Science Institute

Nel Cosmo questo è un segnale molto indicativo, dato che il ferro può formarsi solo alla fine della vita di una stella molto massiccia. Tuttavia, in circa 13 miliardi di anni di stelle nate, vissute ed esplose, ormai il ferro dovrebbe trovarsi dappertutto ed essere un ingrediente di tutti gli astri odierni. La mancanza di ferro significa che la stella in questione ha usato ben poco materiale creato nelle varie fasi stellari e si sta accontentando di quel poco che gli ha fornito la sua prima “mamma” antichissima, formata da solo idrogeno ed elio. Una mamma che ha trasmesso alle proprie figlie solo le poche tracce del suo ferro finale. In poche parole, SMSS J0313-6708 sembra essersi formata con gli elementi fornitegli da una mamma della prima generazione di stelle (Popolazione III).

Sebbene figlia, oggi è ormai diventata un vero matusalemme e la sua età si dovrebbe aggirare sui 13 miliardi di anni. Essa non darà molto ai propri figli, idrogeno, elio e un po’ di carbone, ma, al momento,  è ancora in ottima salute. Tuttavia, studiarla attentamente è un obbligo dato che rappresenta un vero fossile vivente. E ha anche un record assoluto, almeno per adesso: è la stella con la minore quantità di ferro della nostra galassia.

Riassumiamo per i meno esperti… Le prime stelle dell’Universo avevano a disposizione solo idrogeno ed elio (gli unici elementi che si sono potuti formare dopo il Big Bang). In qualche modo si sono riuscite a formare (vedremo tra poco che problemi avevano) ed evolvere. Le più grandi sono esplose come supernove e hanno inseminato lo spazio a loro vicino degli elementi più pesanti che erano riuscite a formare nella loro breve vita. Le nuove stelle avevano quindi a disposizione sia idrogeno ed elio, ma anche tracce di elementi pesanti. Le più grandi di queste ultime sono esplose a loro volta e hanno rimesso in circolazione sia gli elementi pesanti ottenuti dalle loro mamme sia quelli che hanno formato loro stesse. E via dicendo fino ad oggi.

Ovviamente in 13 miliardi di anni molte stelle sono nate e morte (la vita media delle stelle molto grandi è dell’ordine dei milioni di anni) e le stelle si sono via via arricchite di elementi pesanti. Il Sole, ad esempio, ne ha una bella quantità e lo possiamo vedere anche nei suoi pianeti e negli abitanti dei suoi pianeti (noi, ad esempio), che si sono formati con la stessa materia solare. In conclusione: una stella con pochissimo ferro deve essere una stella antichissima che ci ricorda come si facevano i figli nei tempi più antichi. E questa è un’informazione importantissima per capire l’evoluzione dell’Universo.

SMSS J0313-6708 contiene solo un decimilionesimo del ferro del Sole, ma - fatto ancora più importante- la sua abbondanza è cento volte inferiore a quella delle stelle meno ricche di ferro finora scoperte.

Ricordiamo che l’esplosione delle prime stelle, oltre che a regalare i primi elementi pesanti alle stelle successive, ha illuminato con i raggi ultravioletti la nebbia della fase oscura, contribuendo sostanzialmente a “disperderla” (la fase di reionizzazione dell’Universo).

Gli studi eseguiti sulla nostra “vecchia” amica sembrano dare alcuni risultati molto importanti. Essa dovrebbe essere nata subito dopo l’esplosione delle prime stelle dell’Universo, ma, soprattutto, le abbondanze di altri elementi chimici facevano pensare a una “mamma” di circa 60 masse solari. Ho usato l’imperfetto, perché gli ultimi studi hanno ridotto ancor più la massa, scendendo a 25-40 masse solari. Come si fa a dirlo? Abbastanza “facilmente”, analizzando il contenuto di calcio e di carbonio della nostra protagonista. Provo a spiegarlo molto semplicemente.

SMSS J0313-6708 contiene poco calcio, pochissimo ferro e tantissimo carbonio. Queste abbondanze vanno perfettamente d’accordo con un tipo particolare di supernova, in cui molta della materia espulsa nell’esplosione ricade sul nucleo originario. In particolare, queste supernove mostrano getti di materia provenienti dalle zone più interne, ossia quelle con più ferro e calcio. Tuttavia, questi getti ricadono sulla stella, mentre vengono più facilmente espulsi gli strati superficiali in cui vi è molto carbonio (le stelle sono come cipolle e gli elementi più pesanti sono all’interno, mentre i più leggeri come idrogeno, elio e carbonio, nelle zone esterne). Conclusione? Le nuove stelle nate dal gas espulso dalla mamma devono avere pochissimo ferro, poco calcio e tanto carbonio, proprio come la nostra “vecchietta”. Inoltre, sappiamo che questo tipo di supernova è collegata a stelle di 25-40 masse solari.

Visione artistica di una supernova “a getto”. Fonte: Kavli IPMU
Visione artistica di una supernova “a getto”. Fonte: Kavli IPMU

Non possiamo entrare ancor più nei dettagli, ma la conoscenza dei fenomeni collegati alle supernove permette oggi di dividere in classi di grandezza le stelle coinvolte .

Questo tipo di supernova, però, è un qualcosa che capita oggi, ma non si pensava fosse possibile nei tempi primordiali. La mancanza di elementi pesanti e la distribuzione di materiale all’inizio della fase oscura era tale da far pensare alla formazione di stelle veramente gigantesche. Mamme veramente mostruose, centinaia o migliaia di volte più massicce del Sole, le uniche che potevano formarsi in quelle condizioni. E, invece, il nostro fossile di 13 miliardi di anni ci dice che potevano anche esserci stelle primordiali non più grandi di qualche decina di volte il nostro Sole.

Aggiungo qualcosa in modo molto elementare: la presenza di idrogeno ed elio, soltanto, permetteva di concentrare una massa enorme e creare stelle veramente gigantesche. La successiva presenza di elementi pesanti, per motivi gravitazionali, ha aiutato, invece, la formazione di tanti nuclei più piccoli. Come se le concentrazioni di elementi pesanti, sparsi qua e là, attirassero ognuno il gas leggero formano tante stelle di grandezza decisamente ridotta.

La domanda a questo punto è: “Le prime stelle erano solo stelle medio-grandi (come la mamma di SMSS J0313-6708) o coesistevano insieme ai mostri giganteschi?” In poche parole, bisogna riscrivere le idee sulle prime fasi del Cosmo stellare o solo ritoccarle?

Veniamo, quindi, al secondo lavoro teorico. Esso si è svolto dentro a un computer attraverso un programma di formazione stellare (KEPLER) che è quanto di più preciso si possegga oggi. Non solo, ma è stato poi inserito un programma speciale per simulare la morte delle stelle create con KEPLER, di nome CASTRO (multidimensional Compressible ASTROphysics code). Questi codici numerici tengono in conto non solo i processi chiave di bruciamento degli elementi e della convezione stellare, ma anche la produzione di elettroni-positroni, la foto-disintegrazione degli elementi e molti effetti di relatività speciale. Per stelle così massicce, inoltre, bisogna anche tener conto della relatività generale. Insomma, il meglio del meglio, di una complessità veramente spaventosa.

Su che stelle si sono applicati questi programmi? Sui veri e propri mostri, del tutto possibili nelle fasi in cui vi era solo idrogeno ed elio a disposizione: migliaia e migliaia di masse solari. Lo scopo della ricerca era di vedere se in questo intervallo di massa si potesse costruire qualcosa che fosse veramente efficiente nel regalare materiale evoluto alla galassia di cui faceva parte. Non più mamme che allattano solo pochi neonati, ma mamme globali, che si dedicano a migliaia di figli… Eh sì, le regole “tribali” primitive erano molto diverse da quelle di adesso. D’altra parte, per fare evolvere l’Universo, bisognava lavorare in fretta e su grandi scale. Andare avanti a piccoli passi non avrebbe portato all’Universo odierno.

Bene, gli oggetti giusti si sono trovati tra le 55 000 e le 56 000 masse solari. Un tipo di stella che era già stato ipotizzato e che il computer mostra perfettamente plausibile. Esse hanno una vita cortissima e regalano tutto ciò che possiedono, eliminando, in prima battuta, la formazione un po’ fastidiosa e dispersiva di un buco nero centrale. Queste stelle, infatti, collassano velocemente e, durante questa fase, sintetizzano gli elementi pesanti come l’ossigeno, il neon, il magnesio e il silicio. Questo processo, così violento e rapido, produce un’energia talmente alta da superare di molto la gravità. Il collasso non solo si ferma, ma tutta la stella viene scaraventata verso lo spazio, senza lasciare praticamente nessun nucleo centrale. Qualcosa di molto diverso dalle ipernove, dove si ipotizza che si formi rapidamente un buco nero centrale a causa del collasso diretto di gran parte della massa. In fondo, è sempre la vecchia battaglia tra gravità ed energia termica. Fino a un certo punto vince la prima e poi ha il sopravvento la seconda e la stella si disgrega completamente.

Le stelle di 55-56 000 masse solari vivono solo 1.7 milioni di anni, ma la loro esplosione insemina tutta la loro galassia di elementi pesanti e addirittura quelle satelliti. Una doccia di elementi pesanti su tutta la città che le ospita. Non solo migliaia, ma probabilmente milioni di figli con percentuali già interessanti di elementi pesanti. Mamme frettolose, ma molto utili per l’intera comunità.

Forse le mamme gigantesche hanno lavorato insieme alle mamme più piccole e più limitate nel loro amore materno. Prima o poi si scoprirà e apriremo finestre sempre più ampie su una fase non solo misteriosa ma anche molto “buia”. In ogni caso, l’Universo ci dimostra che grandi o piccole che siano. le mamme sono sempre le mamme!

Articoli originali QUIQUI e QUI

 

NEWS del 1/3/2018 - Ascoltato il vagito della prima stella

NEWS del 25/1/2020 - Osservata una "vecchia" stella che ci ha regalato una grande sorpresa: una quantità di ossigeno tanto elevata da obbligarci a rivedere i modelli che cercano di raccontare le prime fasi delle prime stelle...

NEWS del 7/4/2022 - Grazie all'effetto lente, Hubble scopre una stella la cui luce ci ha raggiunto dopo ben 12,9 miliardi di anni, quasi sicuramente una stella di popolazione III, che gli occhi infrarossi di Webb potranno continuare ad osservare!

37 commenti

  1. Mario Fiori

    Ovviamente si caro Enzo, le mamme sono mamme, è fà molto piacere che in mezzo a tante mamme "obesone" ma utilissime anche se dalla vita corta (si sà purtroppo il grasso non aiuta), vi sono piccole (si fa' comunque per dire) e magroline mamme che invecchiano per dare comunque la vita.
    Beh l'Universo non può che essere come il nostro piccolo mondo: "bello perchè vario".

  2. caro Mario, sempre in sintonia noi due .. eh?! :-P

  3. AVVISO PER ALVY:

    carissimo, se ti venisse l'idea di chiedermi come funzionano i due programmi, non posso che MANDARTI AL ... lavoro originario (cosa pensavi?) :mrgreen: :mrgreen:

    Prevenire è sempre meglio che punire... :roll:

  4. Alvermag

    YAHOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!

    Grandissimo Enzo

    Si lo so, con questo articolo hai voluto punire la mia miscredenza.
    Bene, continua pure così, per me va benissimo :-P

    Ora me lo gusto per bene e poi ti ... delizierò con le mie domandine :mrgreen:

  5. Lampo

    55 mila masse solari?????? 8-O 8-O 8-O Assurdo...

    Ma quindi stelle contenenti solo ed esclusivamente idrogeno ed elio (popolazione III giusto?) potrebbero ancora esistere o sicuramente si sono già spente tutte...? E se anche fossero tutte spente...sarebbe comunque possibile osservarne qualcuna ai confini del nostro universo osservabile...?

  6. beppe

    Ciao Enzo, Avrei tante domande sulla dinamica della formazione stellare, te ne propongo qualcuna attinenti all'articolo; il primo grosso dubbio si riferisce alla formazione di stelle di massa 55000- 56000 masse solari prospettata dai ricercatori mi sembra un po' tirata per i capelli. mi chiedo se davvero la popolazione III avesse potuto arrivare a tanto, quando la nube protostellare si contrae, ad un certo punto inizia la fusione dell'idrogeno che contrasta l'aumento di massa...

    La seconda domanda riguarda la vecchietta SMSS J0313-6708 che credo sia senza pianeti rocciosi, anzi forse senza pianeti del tutto perché credo che anche i giganti gassosi necessitino di aggregarsi intorno a particelle di polvere.

  7. Lampo

    Intendevo ovviamente eventuali stelle di popolazione III ma con masse ragionevoli, dell'ordine di grandezza del nostro sole...le stelle di popolazione III non necessariamente dovevano essere dei mostri da 55000 masse solari no...?

  8. Michael

    Bellissimo articolo. :D
    Grazie Enzo!

  9. caro Lampo,
    innanzitutto pensa che siamo in una fase in cui vi è tantissimo gas e molto vicino: la caduta gravitazionale è velocissima e riesce ad arrivare a limiti enormi di massa. Quantomeno i modelli dicono questo...
    No, ancora non ne abbiamo visto nessuna. D'altra parte sono vissute solo pochi milioni di anni e la fase è ancora molto scura. Non possono più esistere oggi come stelle. Le uniche potrebbero essere quelle da classe K in giù, come la nostra vecchietta che, però, non è di popolazione III, dato che ha del carbonio e non può esserselo costruito da sola. Se fossero diventate buchi neri o stelle di neutroni dovrebbero avere come compagna una nanerottola per essere notate, ma il processo non funziona...
    Quando gli strumenti miglioreranno e magari si leggerà la riga a 21 cm... chissà...

  10. caro Beppe,
    in parte ho già risposto a Lampo.
    Come potrebbe avere pianeti rocciosi? Ha solo molto carbonio, ma niente silicio e cose del genere. No, penso proprio che per i pianeti bisogna aspettare stelle un po' più "ricche".

  11. caro Alvy & Co.,
    sarebbe bello scendere molto nei dettagli riguardo alle fasi di formazione stellare primigenia, quando c'erano solo idrogeno ed elio. Il fatto è che ne sappiamo ancora ben poco. Tuttavia, appena avrò un po' di tempo si potrebbe parlare un po' dei modelli più interessanti... OK? :mrgreen:

  12. Lampo

    Grazie Enzo! Un'altra curiosità sorry...tu dici che la nostra vecchietta non è di popolazione III perchè, anche se poco, contiene del carbonio...non è possibile che nel corso della propria vita una stella raccolga in qualche modo del materiale dallo spazio circostante...? Quindi che la stella in questione sia davvero di popolazione III e nel corso di miliardi di anni abbia raccolto del carbonio e altri elementi pesanti dallo spazio circostante...?

  13. No, Lampo... una stella in attività non riesce a raccogliere polvere: la spazzerebbe via in fretta. Non si può passare da pop. III a II e a I attraverso il gas interstellare. Le stelle nascono fredde e solo allora raccolgono materiale circostante... Al limite, avesse una sorella potrebbe risucchiare materia, ma ... essendo nate insieme ed essendo da sola... c'è poco da fare. Dobbiamo aspettarci che non si possano trovare stelle di pop.III che non siano gigantesche, proprio per motivi costruttivi e di materiale a disposizione. Per vederle dovremmo realmente arrivare a 400 000 anni dopo il Big Bang o poco dopo...

  14. Alvermag

    Non solo OK ma ... OKKISSIMO!! Un consiglio caro Enzo: non ti impegnare troppo nel promettere articoli su questo o quell'argomento perchè io me lo lego al dito! :mrgreen:

    Veniamo al presente articolo, cercando di restare alla superficie delle questioni:

    1. Mi piacerebbe avere le coordinate del "fossile stellare" (o almeno la costellazione di appartenenza) per poter cercare il punto sul planisfero celeste e immaginarla lassù.

    2. Meno poeticamente, ti chiedo se sono state rintracciate altre stelle con analoghe caratteristiche nella Via Lattea. Se si, quante sono, più o meno? E' eventualmente possibile (studiando ad esempio i moti propri) stabilire da quale parte della Galassia provengono e vedere cosa c'è da quelle parti (una pulsar, un buco nero residuo della stella progenitrice da 25-40 masse solari? Ovviamente, essendo trascorso un tempo infinito, il tempo dell'universo, mi aspetto che una tale ricerca sia molto complicata o addirittura priva di senso ... ma, hai visto mai?!?!

    3. Mi risulta che le stelle degli ammassi globulari siano tra le più antiche nelle galassie. Non è allora possibile che il nostro "fossile" (e tutti gli altri ad esso simili) sia "fuggito" da uno di questi ammassi? Quali differenze sostanziali esistono tra i due tipi di stelle?

    4. A proposito delle stelle da 50-60.000 masse solari che si autodistruggono nell'esplosione finale: non è possibile che rimanga comunque qualcosa, una nanetta bianca, una stellina di neutroni? Se ad esempio fosse rimasta una nana bianca, questa avrebbe avuto tutto il tempo dell'universo per raffreddarsi: quale temperatura superficiale potrebbe avere oggi una simile stella? Sono mai state osservate nane bianche "fredde"?

    Caro Enzo, perdonami ma non riesco proprio a trattenermi. Comunque non ti fare problemi, rispondi se puoi/vuoi alle domande che ti sembrano più interessanti, per le altre ... pazienza.

    FIRMATO: un affezionato rompiscatole. :-P

  15. Lampo

    Ok grazie Enzone! Scusami se insisto ma mi affascina molto come argomento...ok per il gas interstellare, ma non è nemmeno possibile che una stella nel corso della propria vita si inglobi un pianeta vagabondo che gironzola senza meta nello spazio...?

  16. Caro Lampo... beh sì, hai ragione... ma solo di carbonio? e poi così tanto?

  17. caro Alvy,
    GRRRRRRRRRRR!!!! :twisted: :twisted:

    1) Queste puoi cercarle da solo... su internet, basta mettere la sigla e saprai tutto...
    2) E' passato troppo tempo per recuperare da dove arriva la stella senza ferro. Pensa che non sappiamo nemmeno da dove arriva il Sole...
    3) Gli ammassi sono vecchi, ma le stelle si sono evolute al loro interno come mostrano molto bene i diagrammi HR. Comunque, temo che siano tutte di popolazione almeno II. O almeno, nessuna stella senza ferro come questa è mai stata trovata. E questo vale anche per la nostra vecchietta (e lo dico nel testo...)
    4) Troppo fredde, in generale, per essere osservate dopo 13 miliardi di anni. Però, il vero problema è che quei giganti non potevano lasciare niente per il modo con cui esplodevano. Nane un po' più recenti si possono anche localizzare se si è fortunati... ma dopo un paio di miliardi di anni è veramente dura vederle...

  18. adriano

    Una curiosità: ma la ns. stella matusalemme è ancora in sequenza principale?

  19. caro Adriano,
    direi proprio di sì... d'altra parte è una K e può vivere a lungo...

  20. Alvermag

    Quindi Enzo, se ho ben capito, le nane bianche con oltre 2 mld di anni di età sono talmente "fredde" da non essere praticamente osservabili.

    Vorrei però capirne meglio la ragione: dipende forse dal fatto che, a seguito del raffreddamento, la loro radiazione ha raggiunto lunghezze d'onda tali da confondersi con il rumore di fondo dell'universo, ad esempio con la CMR ? In questo caso avrebbero una temperatura prossima allo zero assoluto e la cosa mi pare assai improbabile, sia pure dopo 2 miliardi di anni, anche accettando l'idea che le piccole dimensioni dovrebbero favorirne il raffreddamento.

  21. Paolo

    Caro Enzo, due o tre cose in ordine sparso.
    Se non ricordo male, in passato l'età delle stelle più anziane ha creato qualche problema alla stima dell'età dell'Universo (alcune stelle venivano erroneamente datate oltre i 13,5 miliardi di anni), presumo che ora tale questione sia risolta... o sbaglio?
    Ovviamente se una stella che ha 13 miliardi di anni è già figlia di altre stelle, questa mi sembra un ulteriore ragione per pensare che la vita delle primissime stelle (le mamme di SMSS J031300.36-670839.3 ) sia stata molto breve.
    Non a caso più una stella è massiccia meno dura la sua vita.
    Oltre a ciò all'inizio, come più volte hai ribadito, gli elementi a disposizione non potevano che essere solo due (quelli più leggeri ed elementari) : idrogeno ed elio.
    Visto che si tratta di analizzare ciò che è accaduto in prossimità dell'era oscura, il progetto di radiotelescopi connessi (SKA) per individuare l'idrogeno non ionizzato (corrispondente alla riga 21cm) potrebbe riservare grosse sorprese anche su questi giganteschi astri primordiali, o sbaglio?
    Altra piccola cosa, sarebbe interessante individuare un pianeta roccioso intorno a SMSS J031300.36-670839.3, poiché rappresenterebbe l'evidenza di pianeti catturati da stelle e non formatesi dalla stessa nube progenitrice.
    Ultima piccola domanda, se le gigantesche stelle primordiali (55/56.000 masse solari... 8-O 8-O 8-O .... le attuali stelle più massicce sembrano aggirarsi intorno a 3/400 masse solari... dei mini nanetti in confronto a tali giganti), disperdono tutto il materiale nello spazio circostante, da dove possono esser nati i giganteschi buchi neri che per esempio caratterizzano i quasar primordiali?

    Paolo

    PS: mi piace molto questo nuovo modo di riportare le notizie, poiché oltre ad uno zoom sulla news o sull'argomento centrale, non si perde mai di vista una visione ad ampio campo, ossia il contesto generale.

  22. caro Alvy,
    se la temperatura decresce la luce viene inviata a lunghezze d'onda sempre più lunghe e non è facile localizzarle. Un pianeta da solo non è certo visibile anche se è vicino e grande... Insomma, la luminosità decresce e come!

  23. caro Paolo,
    1) il problema riguardava gli ammassi globulari, ma ormai è stato risolto essendo dovuto a un'errata calibrazione.
    2)certo, come già scritto la riga a 21 sarebbe fondamentale per veder nascere le prime stelle
    3)è quasi impossibile catturare un pianeta vagante (questione di velocità relativa troppo alta). Si dovrebbe avere una fortuna sfacciata!
    4)infatti è un serio problema di cui abbiamo parlato spesso... tanti buchi neri delle stelle un po' più piccole o buchi neri nati direttamente dal Big Bang o accrescimento di buchi neri stellari... Ancora è un piccolo-grande mistero e le teorie rimbalzano da un'ipotesi all'altra....

  24. caro Alvy, non dico che non si possa scoprire una nana bianca (infatti se ne scoprono tante), ma devono essere abbastanza vicine a noi e anche abbastanza calde (ossia luminose)...

  25. caro Alvy,
    forse ti è scappato un particolare molto importante...
    Le nane bianche si originano da stelle che abbiano non molto di più della massa solare. Ne segue che le stelle originarie devono aver vissuto in SP per un certo numero di miliardi di anni. E' difficile trovare nane bianche molto vecchie...
    Non mi ricordo più perché hai tirato in ballo le nane bianche... acci che confusione... 8-O

  26. Ah... ho trovato la domanda di partenza... tutto si basava sul fatto che una stella gigantesca portasse solo a una nana bianca. Beh... diciamo che sarebbe un processo del tutto inaspettato e poco probabile. Comunque, ora sarebbe molto fredda (vi è una curva di raffreddamento... devo solo recuperarla) ma visibile sicuramente nell'infrarosso. Bisognerebbe solo riuscire a trovarla... e non è facile...

  27. beppe

    Tornando alla ipergigante, perciò essa si è formata a causa dell'altissima densità della nuvola e dalla rapidità della caduta gravitazionale.
    Sarebbe stata sicuramente blu o anzi ultravioletta? Che dimensioni? Migliaia di volte più grosso del Sole e migliaia di miliardi più luminosa...
    Sarà stata effimera come una farfalla ma che spettacolo!! 8-O

  28. Alvermag

    Grazie Enzo, è quello che volevo sapere ... se poi riesci a mettere a disposizione la curva di raffreddamento .. beh, allora, siamo in paradiso :-P :-P :-P :-P

    Comunque grazie

  29. davide1334

    enzo,quindi vi sarebbe un limite oltre al quale la stella-troppo massiccia-non formerebbe nessun buco nero alla fine della sua vita...insomma,si dissolverebbe completamente senza lasciare il cadavere...è così?

  30. caro Alvy... per farti felice posso dirti che ho trovato una tesi di laurea dedicata proprio al raffreddamento di una nana bianca (ricordavo di averla letta velocemente). E' un lavoro professionale e quindi pieno di formule, ma forse si riescono a estrarre alcuni dati interessanti anche senza entrare nei particolari. Non farmelo rileggere perché non riesco più a tenere dietro alle news, alla spettroscopia e all'atomo. E ho anche da sistemare l'archivio (e quello devo farlo io attraverso l'area admin). Oltretutto, è un periodo in cui abbiamo molte cose da fare e la mattina spesso sparisce fuori casa... Non per altro mi sveglio alle 5...
    Abbiate un po' di pietà per me.... :roll:
    Non so se riesco a inserire la tesi nei commenti (è in word), nel caso te la mando via email... OK?

  31. caro Beppe,
    sicuramente erano oggetti con densità enorme al loro centro, ma, dici bene, simili a farfalle... D'altra parte, bisognava fare in fretta a inseminare l'Universo di elementi pesanti e solo stelle che regalavano tutte se stesse potevano servire allo scopo. Guada, ci sarebbero da scrivere centinaia di romanzi legati alla vita stellare... Una popolazione di benefattori che pensano solo agli altri e al futuro. Ce ne sarebbe bisogno oggi... non è vero??? :-P

  32. caro Davide,
    hai perfettamente ragione. Questo limite, in realtà, esiste anche per stelle più evolute e meno massicce (odierne). In questo caso la radiazione è talmente forte che fa perdere quasi tutta la massa alla stella attraverso il vento stellare... Tuttavia, sono meno efficienti, perché perdono soprattutto idrogeno... Ne abbiamo già parlato un po' discutendo di supernove e di limite di Eddington... Ma ci torneremo sopra, sicuramente... :wink:

  33. Alvermag

    Va benissimo Enzo, cercherò di essere meno pressante per il futuro.

    Grazie di cuore.

  34. gioyhofer

    Bell'articolo Enzo, da stampare e conservare....

  35. beppe

    Era una notte buia e tempestosa, tutto intorno una nebbia di idrogeno molecolare all'improvviso un faro, un faro enorme, una sfera di protoni caldissimi che pulsa, un minestrone di energia che bolle. La radiazione provocata dalla stella preme sulla nebbia creando onde di pressione che scaldano il gas che comincia a raggrumarsi, fra poche migliaia di anni altri enormi fari illumineranno e non sarà mai più buio.
    L'universo è diventato trasparente!

  36. da strappare le lacrime... :cry: :cry:
    non ti facevo così romantico :mrgreen:

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