E’ stato comunicato il punto di atterraggio della sonda della missione Rosetta che scenderà sulla cometa. Ovviamente, ci assicurano che è il posto migliore e ne spiegano “dettagliatamente” i motivi.
Cari amici, non sono molto contento dei risultati (lo dico perché siamo tra AMICI, ovviamente). Innanzitutto, perché solo pochissimi hanno risposto. Ma soprattutto non mi è piaciuto il modo come hanno risposto. Perché? Quasi tutti non hanno seguito il semplice procedimento che avevo illustrato nel capitolo 24, ma hanno liberamente utilizzato concetti e procedimenti che ancora non avevo spiegato. Tutto ciò può dimostrare che loro sono bravi e preparati, ma ha creato molta confusione nei meno preparati. Probabilmente aiutandoli a lasciar perdere un argomento che si stava complicando in modo non gestibile attraverso le lezioni già pubblicate. Insomma, siamo caduti nel solito errore che fa odiare la matematica: la perdita di un ordine semplice, chiaro e umile. Il succo delle 24 lezioni non è, invece, questo e nemmeno quello di fare classifiche di bravura, ma solo quello di tentare di fare amare una materia fondamentale per capire l’Universo.
Le gigantesche galassie ellittiche, al centro dei loro amassi, ne hanno viste di tutti i colori. E’ possibile che ancora riescano ad avere una regola interna, condivisa da tutta la struttura? MUSE, un fantastico spettrografo a tre dimensioni, ha dimostrato che è così.
Un insieme di articoli dedicati alla Meccanica Quantistica spiegata in modo semplice, con particolare risalto all'esperimento della doppia fenditura di Richard Feynman, uno dei capolavori della fisica.
Attraverso il capitolo 24 siamo ormai in grado di calcolare i punti particolari di funzioni abbastanza semplici. Scopriremo che esistono anche altri punti peculiari e altri metodi di calcolo, ma per adesso accontentiamoci di quanto descritto finora. Forza, le vacanze sono finite e si torna al lavoro! Un piccolo test prima di andare avanti. Se non riuscite… ditelo senza vergogna (magari in privato), in modo che possa intervenire subito. Sarebbe assurdo continuare se sono sorti dei problemi già adesso.
Mentre rimettevo in ordine l’articolo sull’introduzione alla MQ, ho pensato di inserirvi anche il celebre gatto di Schrodinger, spesso male interpretato. Nel frattempo, da cosa nasce cosa e, per farvi passare il tempo, ecco una doppia domanda molto semplice per i più preparati. Ovviamente, la risposta ci serve per riflettere sempre meglio sulla MQ. Per rispondere bastano solo due formulette veramente banali e conosciute da tutti (o quasi)… Una è stata richiamata da poco e l’altra è la definizione di lunghezza d’onda in funzione della costante di Planck…
Concludiamo l’esperienza della “doppia” riflessione e poi cerchiamo di tirare qualche somma generale. Continuare con le applicazioni della QED a tutto il mondo del microcosmo e a tutte le “particelle” che lo popolano diventerebbe troppo complicato. Possiamo fermarci. Lasciamo la scrittura di frasi compiute e la “letteratura” agli specialisti. A noi basta avere imparato l’alfabeto e aver saputo scrivere qualche parola. Faremo ancora qualche esempio per dimostrare come la QED sia riuscita ad aver ragione di situazioni che sembravano senza speranza… Torneremo, infine, nel nostro mondo, sapendo, però, che certe suggestioni non le dimenticheremo più.
Normalmente si dice: “Le disgrazie non vengono mai sole”. Nell’Universo può capitare anche l’opposto: “Un colpo di fortuna non viene mai solo”. Due news raggruppate e qualche parola in più su uno strano tipo di supernova…
Devo dire la verità: Rosetta mi sta diventando antipatica. Purtroppo, ci sono troppi interessi nascosti, sia a livello politico che di gestione della missione, che stanno creando una situazione veramente imbarazzante per chi ragiona con la propria testa.
La ricerca dei pianeti abitabili continua implacabile e le news, vere o false, si susseguono. Super-terre, mezze terre, quasi-terre e via dicendo infestano le pagine di molti giornali, pseudo specialistici e no. Perché non interessarci, invece, a un altro problema altrettanto utile e interessante? Venere è un caso unico o è la norma?
La zona quasi priva di particelle di ghiaccio attraverso cui si muove il piccolo satellite Pan di Saturno è spesso fonte di belle immagini e di tante parole molto “vaghe” che difficilmente spiegano il perché la piccola Luna riesce a tener pulita la sua traiettoria all’interno di anelli stracarichi di materia. Ne avevo già parlato, ma vale la pena richiamare un po’ di fisica semplice e smettere con l’ammirazione priva di comprensione.
Per secoli e secoli la struttura della materia e le azioni svolte dagli atomi sono dominio assoluto dell’alchimia, l’antenata pseudo-scientifica della chimica. Solo a cavallo tra il 1700 e il 1800 l’atomo fa nuovamente la sua comparsa attraverso la sperimentazione e la ricerca scientifica. Dalton formula una splendida teoria atomica, anche se lo considera ancora come una piccolissima sfera piena di materia.
Non volevo più essere polemico con Media INAF, ma una nuova interpretazione fantasiosa di una notizia veramente affascinante, sembra quasi sminuire quest’ultima e farla apparire una barzelletta. Sempre peggio, cari ragazzi…
Questo articolo è abbastanza “duro”, soprattutto perché mette di fronte alla confusione più classica: un diagramma spazio-temporale che assomiglia a un diagramma puramente spaziale. Bisogna riuscire a estraniarsi e vedere con gli occhi di Alice. D’altra parte, però, ci svela i misteri del cronometro e di certi numeri dati come atti di fede. Infine, fa capire come sia “relativamente” facile descrivere fenomeni apparentemente molto diversi con tre sole lettere e una stessa parola.
Tutti sanno benissimo che le cariche positive vengono attratte dalle cariche negative e viceversa. La domanda è allora veramente semplice: “Perché questo non capita nell’atomo?”. Una domanda che è perfettamente collegata ai modelli atomici più moderni. Domanda soprattutto per coloro che seguono il blog da parecchio tempo… Sì, lo so, sono cattivo, ma ho molta fiducia in voi…e poi si fa per scherzare imparando e/o per imparare scherzando.
Iniziamo il nostro viaggio storico-scientifico verso l’infinitamente piccolo, partendo dai grandi pensatori greci. Un viaggio che, come la struttura dell’Universo, subisce una pausa lunghissima e viene ripreso solo in tempi ormai moderni e maturi per la sperimentazione scientifica. Un inizio, però, ben lontano da ciò che una valutazione troppo frettolosa potrebbe definire ingenua e addirittura ”ridicola”. Anzi, proprio la meccanica quantistica odierna sembra dare alle teorie più antiche un valore scientifico assoluto.