Questa news è veramente di quelle “col botto”, sempre che sia confermata da future osservazioni, ma l’accurata analisi dei dati sembra dare alto credito alla sorprendente scoperta. Abbiamo, finalmente, identificato la regione in cui vive il nostro villaggio galattico.
Dopo aver descritto le tre lettere dell’alfabeto del mondo di Alice (uno spazio-tempo, ricordate sempre molto bene) e le loro ampiezze di probabilità (espressioni matematiche troppo difficili per esprimerle compiutamente) è giunta l’ora di scrivere la prima parola, ossia il primo diagramma di Feynman.
Anche se sappiamo benissimo che siamo figli delle stelle e anche se molte idee riguardo a ciò che succede nelle esplosioni di supernova è stato più volte confermato (non tutto, ma molto), fa sempre piacere avere riscontri positive dalle osservazioni. Come diceva Galileo (e il principio della ricerca scientifica): “una volta espressa una teoria esplicativa bisogna continuare a cercare eventi che possano distruggerla. Solo così la sua validità può crescere”.
Un interessante modello evolutivo sembra aver dimostrato che il DNA delle stelle si “costruisce” molto rapidamente, spiegando così perché è possibile identificare stelle “sorelle” anche se hanno scelto di vivere in località molto distanti tra loro. Il sangue non è acqua!
Diamo il dovuto spazio alla relatività galileiana e alle formule che la descrivono. Senza di lei sarebbe assurdo entrare nella relatività di Einstein. Lui stesso è partito proprio dai principi galileiani…
Non posso che riferire la notizia che viene data in questi giorni in modo allegro e -spero- spiritoso. Non solo conferma quello che dico da anni, ma mette i marziani sullo stesso nostro piano. Anche loro sono poco ecologisti! Forse verranno presi come esempio d NON seguire. Alla TV tutto è possibile.
Ho passato gran parte della mia vita scientifica studiando gli impatti asteroidali. Ovviamente, solo analizzando i residui ancora visibili di queste catastrofi planetarie e attraverso le teorie fisiche costruite allo scopo. Non sono mancati gli esperimenti di laboratorio, dove abbiamo fatto scontrare piccole masse accelerate fino a velocità di qualche chilometro al secondo. Tutto bello e utile, ma sarebbe stato magnifico analizzare un impatto in tempo reale. Oggi ciò è stato "quasi" possibile e mi spiace non fare più parte del grande gioco della ricerca sul campo. Buona fortuna, comunque, ai nuovi ricercatori!
E’ giunta l’ora di imparare l’alfabeto della QED, composto da sole tre lettere. Prima, però, bisogna anche procurarsi un foglio molto speciale, l’unico capace di contenere le frasi che si costruiranno con le tre lettere.
Non fatevi spaventare dal titolo. Siamo di fronte a un’altra meraviglia assurda della MQ. Questa volta è decisamente più semplice da raccontare anche in parole molto povere e ci provo subito. Il risultato è di quelli che possono cambiare la futura tecnologia, in molti rami scientifici.
Finalmente ci siamo! Abbiamo un bagaglio sufficiente per affrontare (piano, piano) lo studio completo di una funzione, ossia determinare i punti particolari di essa in modo da schematizzare il suo andamento grafico (e non solo). Tutto ciò che abbiamo imparato finora ci servirà, anche se all’inizio sembrerà che si sarebbe potuto fare meno fatica. Per facilità di descrizione (mia e anche vostra) ricomincio la numerazione delle figure. Si apre un mondo matematico del tutto nuovo e affascinante.
In questi giorni si parla tanto del nostro Universo come di un ologramma a due dimensioni. Si dice anche che si sia vicini a un esperimento che possa effettivamente provarlo. Il fatto che chi lo sta preparando è un fisico di grandissimo valore esclude ipotesi puramente fantascientifiche. Tuttavia, non mi sembra ancora il momento di parlarne e vi spiego il perché.
Come nascano le galassie ellittiche giganti è stato teoricamente proposto da molto tempo, ma una cosa è la teoria e un’altra è l’osservazione diretta. Sembra proprio che i più efficienti telescopi mondiali siano riusciti nell’impresa.
Rosetta ha fatto la sua prima scelta, identificando 5 possibili siti dove fare atterrare la piccola Philae l’11 novembre prossimo. Un po’ alla volta, analizzando le zone sempre più da vicino, si arriverà alla “vincitrice”, sperando anche in un po’ di fortuna.
Che le galassie collidano tra loro è ormai un dato di fatto. Questi incontri sono estremamente utili per la formazione stellare, in quanto agitano e comprimono il gas, requisiti essenziali per la nascita di nuove stelle. Riuscire a vedere scontri molto antichi vorrebbe dire confrontare episodi simili in situazioni diverse e capire sempre meglio l’evoluzione delle galassie e dell’intero Universo.
Forse non c’era bisogno di questo articolo, dato che il nostro Paolo aveva già inserito figure più che sufficienti a spiegare il fenomeno. Tuttavia, voglio ulteriormente semplificare la situazione attraverso grafici ancora più dettagliati in modo da passare, quasi senza accorgersene, da spazio a spazio-tempo. Un passaggio che non solo ci aiuta a seguire il passo fatto da Einstein, ma anche quello legato ai prossimi articoli della QED. La semplicità è sempre fondamentale.
Tempo fa qualcuno di voi, non ricordo se Andrea o Alexander o qualche altro amico, si era posto la questione delle dimensioni di un oggetto. Bene, vorrei azzardare una risposta quantistica.