Imparate le semplici regole che descrivono il mondo delle probabilità, il nostro fotone comincia a mostraci come riesce a produrre i fenomeni che accompagnano la realtà quotidiana. Iniziamo con uno dei più famosi: la riflessione. Teniamoci forte e liberiamo le menti da condizionamenti e preconcetti profondamente radicati.
Sì, lo so, è un momento in cui un giorno sì e uno no si scopre qualche pianeta simile alla Terra che è sempre più “uguale” dei precedenti. Un po’ come la vita su Marte ha diretto per anni e anni la visone mediatica di una parte della Scienza astronomica, così oggi i media si scatenano su ogni nuovo pianeta si trovi nelle condizioni giuste per ospitare la vita. Proprio per questa bramosia di notizia a tutti i costi ho smesso di parlarne su questo blog, in attesa che qualcosa di veramente nuovo capiti sul serio.
Una recente ricerca, in corso di svolgimento, si lega perfettamente all’inflazione e alla teoria dei multiversi. Va bene la teoria, ma perché non cercare, sulla base di essa, di individuare possibili prove osservative in grado di dimostrare con i metodi della classica ricerca scientifica la validità della teoria? Forse è un’illusione, ma la MQ ci ha stupito ben più di una volta. Chissà…
La missione Rosetta si avvicina sempre più alla sua meta, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, doppia di nome e di fatto! Le prime immagini dell’oggetto celeste mostrano una struttura binaria, con due corpi a contatto. Al di là dell’interesse scientifico di studiare da vicino una configurazione del genere, del tutto inaspettata, potrebbe sorgere un problema decisionale...
Continuiamo la descrizione della QED, introducendo una “freccia” capace di indicare l’ampiezza della probabilità di un certo evento. Essa può combinarsi con le sue sorelle e permetterci di calcolare la probabilità finale di qualsiasi gioco effettuato dalla luce. Cominciamo ad applicarla alla riflessione parziale che abbiamo incontrato nell’articolo precedente.
Questo è il primo di una lunga (?) serie di articoli che si basano sulle lezioni di elettrodinamica quantistica (QED) tenute da Richard Feynman, uno dei suoi ideatori e interprete principale. La QED riesce a spiegare e descrivere tutti i fenomeni legati alle interazioni tra luce e materia (e dico poco…). La sua perfezione permette di entrare e di muoversi con grande scioltezza nel mondo assurdo della MQ. Se quanto scriverò sarà comprensibile e avvincente è merito unico di Feynman. Se, invece, non lo sarà, la colpa è solo mia. Vi posso, però, assicurare che pochi libri di avventura possono competere con la teoria della QED.
Applicando la nuova tecnica chiamata girocronologia è stato possibile stabilire l’età di 22 stelle di tipo solare. Sembrano tutte più giovani e, quindi, è difficile che qualcuna di esse possa avere un pianeta con una vita biologica intelligente. Anche l’uomo (con tutti i suoi limiti) necessità di tempo per essere costruito. Anzi, se la Natura ci pensasse due volte prima di metterlo "in piedi" sarebbe sicuramente meglio e i risultati sicuramente migliori, anche se al peggio non c'è limite!
Si spera sempre di imbattersi in una stella di popolazione III, ossia in un oggetto primordiale, formatosi quando l’Universo non aveva ancora fabbricato gli elementi pesanti. La luce di un lampo gamma eccessivamente lungo sembrerebbe mostrarci un esempio di questo tipo di stella, sopravvissuta in una galassia che è vissuta per circa 4 miliardi di anni al di fuori dell’evoluzione frenetica subita dalle sue compagne. Un piccolo “paradiso perduto” dove possono ancora trovarsi i "dinosauri stellari"…
Quando il radiotelescopio australiano aveva individuato dei brevissimi e intensi “lampi” radio si era pensato che fossero disturbi dovuti all’atmosfera o addirittura segnali di origine terrestre. Arecibo però li ha confermati aprendo un nuovo enorme mistero astrofisico. Da dove provengono e cosa sono questi segnali inaspettati?
E’ notizia recente il risultato di un modello che simula la distribuzione delle galassie primigenie e che ipotizza un eccesso di galassie piccole e numerose. Ne abbiamo appena parlato, usando il titolo “piccole è meglio”. Dovremmo usare lo stesso titolo anche adesso, dato che osservando un “gigante” sono state trovate ben sette galassie quasi invisibili, piccole, molto tenui, dei veri e propri fantasmi.
Confermata ancora una volta, e analizzata in dettaglio, la macchia calda da cui sembrano provenire i raggi cosmici più potenti dell’Universo. Si spera di poterne sapere di più, migliorando il ricevitore, ma i costi sono "altissimi", quasi dell’ordine di molte tangenti italiane (ma non solo)…
Un breve articolo, dove spiego in modo più dettagliato come si risolvono le derivate che vi avevo dato come esercizio. Se rimangono problemi, fatemelo presente. Tra non molto partiremo con lo studio di funzione… finalmente!
Anche se non si riescono ancora a vedere, le galassie di piccole dimensioni potrebbero aver avuto un ruolo decisivo nella fase oscura dell’Universo e avere largamente contribuito alla trasparenza attuale dell’Universo.
Ho cambiato completamente il progetto descrittivo e ho deciso di parlare a ruota libera. Questo vi fa capire, ulteriormente, la difficoltà di dare una sequenza precisa e chiara dei “fatti”. Probabilmente è un mia carenza, ma considerate questo articolo un punto di partenza che potremo migliorare tutti assieme. Fatti, teorie, ipotesi, ma anche considerazioni che possono rivestire un’importanza fondamentale. Soprattutto quella che ho espresso anche nel titolo e che potrebbe farci vedere l’esistente sotto una forma diversa dal pensiero comune. Abbiamo voluto la MQ? E adesso “becchiamocela” fino in fondo!
Partiamo con l’inflazione cosmica, cercando non solo di capire perché è stata formulata, ma anche di descriverla e di spiegarne la nascita. La difficoltà sarà leggermente crescente, ma cercherò di smussare tutti gli angoli più taglienti… Capire bene le motivazioni e le ipotesi ad essa relative può insegnarci a non sentirci tutti dei piccoli “Picasso”. Ossia, di disegnare quadrati e triangoli a casaccio, pensando di poter competere con il grande innovatore della pittura moderna. Picasso sapeva disegnare benissimo nel modo classico! Per poter esprimere situazioni e idee rivoluzionarie aveva prima imparato molto bene la storia dell’arte… Analogamente, per formulare ipotesi sulla nascita dell’Universo, bisogna prima aver studiato e capito tutto ciò che la Scienza ci ha regalato fino ad oggi.
Eccovi due “news” riferite, entrambe, a effetti speciali creati da buchi neri galattici. Il primo caso è particolarmente impressionante e ci ricorda i fuochi artificiali. Il secondo è molto meno evidente, ma potrebbe aprire la strada per la scoperta di molte coppie di buchi neri (teoricamente invisibili) e fornire ottimi candidati per la ricerca delle onde gravitazionali.