Due parole su un mitico congresso americano e sulla Scienza che ogni tanto, per correre troppo, può anche inciampare.
Rilassatevi. Questo articolo è veramente corto e non è altro che la descrizione di una mia riflessione che ha portato ad una scelta. Non so se è quella migliore, sarete poi voi a dirmelo. Come già detto, potremo sempre invertire l’ordine degli addendi: il risultato non cambierebbe.
Molte riprese televisive di manifestazioni sportive usano normalmente l’effetto playback, che è diventato veramente essenziale, soprattutto quando il gesto atletico è improvviso e inaspettato. Poterlo rivedere fa capire molte cose in più, anche perché lo spettatore può dedicargli tutta l’attenzione richiesta. I blazar non sono da meno e ci offrono la stessa possibilità. Non ci resta che ringraziarli per questa gentilezza, ancora una volta basata sulle intuizioni di Einstein.
Il grande Eduardo aveva proprio ragione. La relatività di Einstein è stata testata innumerevoli volte e ha sempre avuto ragione. Ciononostante, gli esami per metterla alla prova continuano sfruttando situazioni veramente al limite. Probabilmente, a un certo livello, si troverà una qualche discordanza. Intanto, però, resiste e come. Un punto su cui “gli amici del giaguaro” hanno sempre lottato con tutte le loro forze è il principio di equivalenza, che sembrerebbe essere uno dei punti più deboli. Un trio di stelle sembra essere il giusto laboratorio per una prova decisiva. Ne approfitto per parlare in modo molto semplice della relatività generale.
Molti di voi conosceranno l'ottimo lavoro di livello professionale che l'astronomo non professionista Franco Lorenzo (così si fa descrivere lui, ma è fin troppo riduttivo) svolge nel campo degli asteroidi e delle stelle variabili. Ultimamente, aveva inserito su astronomia.com un articolo su un asteroide doppio che mostrava nettissimi segni di eclissi mutue. La curva di luce era chiarissima e molto accurata, pensando ai limitati mezzi a disposizione del nostro amico. Oggi ho letto il suo nome associato a una presentazione fatta durante un prestigioso congresso americano: complimenti
Si parla sovente degli ammassi globulari come veri e propri fossili delle prime fasi dell’Universo, quando gli scontri tra le galassie primigenie e la densità più alta producevano nascite abbondantissime di stelle in spazi molto ristretti. Questi gruppi sono rimasti uniti come piccoli universi isolati. Tuttavia, anche una galassia evoluta e tranquilla come la nostra può ancora creare giovani fossili.
Cari amici, quanto sto per scrivere potrebbe sembrare un po' strano nel mondo del web... Invece di cercare pubblicità per me, voglio fare pubblicità a chi da anni sta facendo un lavoro encomiabile. D'altra parte, lo spirito è quello di dare tutte le possibilità per allargare la propria visione scientifica e, più in generale, quella […]
Non spaventatevi o non illudetevi: non voglio parlare di musica lirica e nemmeno del Rigoletto. Voglio solo tornare sulla meccanica quantistica. Un’ovvia conseguenza dell’esperimento della doppia fenditura, ossia dell’accertata strana natura delle particelle che possono assumere il comportamento di onde ma anche quello di corpuscoli ben definiti, è senza dubbio il principio di indeterminazione di Heisenberg. Lo voglio affrontare a parole, come si fa quasi sempre, ma anche -e soprattutto- con un’esperienza diretta che è una semplice appendice di quella di Feynman già ampiamente trattata e sviscerata. Vedremo anche che i concetti imparati sul limite, sullo zero e infinito, sul paradosso di Zenone, sugli intervalli “finiti” tipici della fisica, ecc., avranno un’applicazione molto “pratica”.
Due astrofisici stanno affrontando di punta il problema dei viaggi nel tempo e lo stanno facendo in modo apparentemente frivolo e allegro. Tuttavia, pensandoci bene, potrebbe risultare estremamente interessante anche da un punto di vista scientifico, sfruttando molto bene il web globale. In ogni modo… attenti a ciò che dite!
C’è chi osserva il cielo anche la notte di capodanno. Richard Kowalski è uno di questi. E può anche capitare che scopra un nuovo asteroide a rischio di impatto con la Terra e che l’oggetto appena identificato abbia una mira precisissima e colpisca il nostro pianeta solo 25 ore più tardi.
Non ne avrei voluto parlare, sembrandomi un risultato di tipo puramente “didattico” e preparatorio. Tuttavia, i media ne hanno stranamente parlato un po’ ovunque (la politica era in vacanza?) dandone una visione un po’ troppo romanzata. Preferisco fare un po’ di chiarezza.
cari tutti, come annunciato, ho iniziato a inserire alcuni link ad articoli apparsi su astronomia.com negli anni passati e che mi sembravano interessanti per i lettori più "giovani" (nel senso di arrivo nel blog...). Ogni tanto inserirò anche un vecchio raccontino (nel 2008-9 ne scrivevo parecchi... ).Magari qualcuno si diverte a leggerli... Da solo non […]
Finalmente ci siamo. Non illudetevi troppo, però. Se ormai siamo in grado di risolvere tutti i casi trattati all’inizio, dobbiamo ancora aspettare perché ci mancano le funzioni in grado di produrli. Limitiamoci, quindi, ai tre casi più importanti e più comuni.
Cari amici,
vorrei fare il punto sulla mia prossima attività divulgativa che si scontra con altre attività pratiche che devo affrontare in contemporanea. Insomma, vi vorrei descrivere i miei prossimi due mesi…
Se ne parla poco, ma resta ancora un metodo eccezionale e veramente unico per determinare la forma e le dimensioni di un piccolo corpo celeste. Mi riferisco all’occultazione stellare, quel fenomeno prospettico che porta un corpo planetario, nel suo movimento sulla sfera celeste, a “coprire” una stella. Sono più celebri le occultazioni stellari dovute alla Luna e ai pianeti, soprattutto per lo studio delle loro atmosfere e dei loro “dintorni”. Ne parlo in dettaglio proprio perché ne avrò bisogno per gli anelli di Urano.