Anche le stelle, a volte, preferiscono lasciare le proprie città e andare a vivere in campagna. Quando decidono, però, possono anche farlo con esodi di massa: le città non solo si svuotano, ma spariscono completamente.
Quest’articolo non ha niente a che vedere, direttamente, con l’astrofisica, ma riguarda antichi abitanti della Terra che hanno provato in prima persona gli effetti di una catastrofe planetaria e che conoscevano meglio di noi la luce del Sole e non solo. Visto che ci stiamo occupando di spettroscopia, di ottica e di meccanica celeste mi sembrava doveroso informarvi su questa nuova, probabile, scoperta.
cari amici,
Alvy mi ha "lanciato" un altro sasso niente male. Un modo diverso di vedere il grande scienziato Galileo Galilei... E chi si aspettava che scrivesse e pensasse certe cose? Tra un piano inclinato e una guardata a Giove, si divertiva a fare altro... sicuramente!!!! Buona lettura e grazie ad Alvy
Un articolo, appena uscito, pone, per la prima volta, le basi teoriche VERIFICABILI per l’esistenza di infiniti Universi paralleli. L’accettazione (tutta da verificare) direbbe una cosa fondamentale: “La meccanica di Newton è perfettamente valida per un singolo Universo, mentre le apparenti assurdità della meccanica quantistica non sono altro che il risultato delle interazioni tra Universi paralleli molto simili tra loro”. Sembrerebbe la trama di un bellissimo racconto di fantascienza, ma, questa volta, esiste una spiegazione teorica…
Poche righe per ribadire lo scopo di questo blog, che non ha certo intenzioni di tenere corsi di astrofisica superiore. Torniamo con i piedi per terra.
Gli esopianeti sono ormai diventati come il prezzemolo: si trovano un po’ ovunque e di tutte le grandezze. Tuttavia, sembra quasi impossibile che sia così facile formarli. Fino a non molto tempo fa si pensava che le stelle doppie avessero dei grossi problemi. Oggi questi sembrano essere risolti abbastanza bene per pianeti orbitanti attorno ad entrambe le stelle. Diventa, invece, un vero puzzle capire come può una sola delle due stelle avere i suoi pianeti personali. Ancora una volta, la meccanica celeste riesce a essere sempre un passo avanti a noi, senza bisogno di scomodare relatività e cose del genere. Insomma, studiare le idee di Newton e dei suoi seguaci è ancora un esercizio molto attuale.
E’ ora di tornare alla nostra matematica, dato che molti l’hanno seguita e vorrebbero proseguire. Abbiamo iniziato a studiare le funzioni e torniamo improvvisamente indietro a parlare di nuovo di retta, la funzione più semplice e la prima che abbiamo trattato… Sembrerebbe una cosa assurda.
Una figura per i più abili… Un semplice (?) sommario di tutto ciò che vorreste sapere sullo Spazio-Tempo. In pratica riunisce quanto ho scritto, separatamente, in tanti articoli passati. Ovviamente, abbisogna di un po’ di fatica mentale, ma poi aprirà una finestra molto chiara sull’Infinito Teatro del Cosmo…
In questo articolo ce n’è per tutti i gusti, come si vede dai vari gruppi di asterischi (difficoltà). La parte fondamentale, fino alla … “mano destra”, è abbastanza semplice e deve essere digerita da tutti coloro che vogliono andare avanti. Poi si passa a un piccolo esercizio e allo sviluppo attraverso le componenti (un piacere “estetico” non obbligatorio). Infine, chi non si accontenta ancora, può divertirsi con due vettori posti su un piano qualsiasi. In ogni modo, ho usato una trattazione piuttosto diversa dal solito che permette di spiare all’interno del mondo della dinamica rotatoria, dove il momento angolare ha un posto di primo piano.
Il bravissimo Paolo è entrato nel cuore del problema, passando direttamente all’azione e facendo calcoli. Il problema è che i calcoli esatti non sono facili da descrivere e da spiegare. Invito ancora tutti a cercare di capire i concetti e di non cercare di riprodurre tutti i risultati. Scrivo qualche constatazione in più che penso possa servire (concettualmente) per avvicinarsi veramente alle distanze tra oggetti dell’Universo.
Mi sono accorto che ultimamente ho dedicato poco tempo ai meno esperti e ai giovanissimi. Questo articolo, prendendo spunto da una recente osservazione di grande importanza, è diretto a loro. I più bravi, nel frattempo, hanno di che divertirsi con redshift, ottica, corpi neri e vettori vaganti…
In questo articolo cercherò di eliminare la confusione che si fa tra effetto doppler e redshift cosmologico (spesso una differenza non compresa da tanti divulgatori non professionisti). Provo, perciò, a spiegare in modo semplice (senza formule che ci porterebbero troppo in là) la profonda e fondamentale differenza concettuale. Essa va tenuta sempre in conto anche quando si applicano al redshift le formule dell’effetto doppler. Ciò si può anche fare, vista la somiglianza “pratica”, ma con estrema cautela: le cause e le grandezze fisiche coinvolte sono, infatti, completamente diverse. La stessa legge di Hubble va compresa e applicata con la dovuta attenzione. Tanto che ci sono, dico due parole anche sul redshift gravitazionale (un’altra cosa ancora). Per maggiori chiarimenti invito tutti ad andare a rileggere i molti articoli dedicati allo Spazio-Tempo e all’espansione dell’Universo.
So che molti di voi non sono interessati al numero dei lettori di questo blog. In realtà, nemmeno io. O, quanto meno, nel senso che la scelta degli argomenti e la volontà di dare il meglio è del tutto scollegata dai numeri. Me ne basterebbero una ventina… e lo sapete bene. Tuttavia, rimango sempre un “matematico” e avere tanti numeri a disposizione mi ha stimolato ad applicare qualche test statistico…
Senza chiedersi le motivazioni, un numerosissimo gruppo di trichechi, visto su una spiaggia in Alaska, ha fatto gridare alla loro scomparsa a causa (guarda un po’?) del riscaldamento globale. Una conclusione forse un po’ troppo frettolosa. Ma tant’è…
Questo è un gentile omaggio inviatoci dal nostro Alvy: un link a un libro (scaricabile gratuitamente dal sito LIBER LIBER, come molti altri... teniamolo d'occhio) di Enrico Bellone. A una prima occhiata mi sembra davvero interessante!
Partendo da un pescatore sprovveduto e da un pesce molto furbo, passeremo attraverso i giochi di prestigio della luce, per giungere fino ai telescopi e alle loro caratteristiche.