Categorie: Sistemi extrasolari
Tags: evoluzione biologica guerra fredda Kepler shale gas Terre aliene Titius-Bode
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Titius-Bode, Kepler e la nuova guerra fredda *
Terre ovunque
A volte, le cose più semplici e ovvie vengono tralasciate. Ciò capita, soprattutto, quando certe idee sono troppo “antiquate” e sembrano anacronistiche in un mondo in cui la tecnologia strumentale ha raggiunto limiti impensabili fino a pochi anni fa. Può così succedere che si facciano missioni eccezionali e poi ci si affidi completamente a loro, senza cercare di aiutarle e completarle attraverso ragionamenti magari molto simili all’uovo di Colombo.
Facciamo un passo indietro nella scienza planetaria… A fine ‘700 è stata formulata una legge molto empirica, la celebre legge di Titius-Bode, che sembrava funzionare anche se non vi erano conferme fisiche per la sua validità. Resta il fatto, però, che considerandola vera sono stati scoperti Cerere e Urano.
Che il primo sia stato solo il maggiore di una famiglia numerosissima, poco importa. In quella posizione un pianeta si stava costruendo e solo i dispetti dinamici di Giove lo hanno vietato. Per Urano, invece, tutto ha funzionato perfettamente.
Le cose sono poi sembrate andare controcorrente quando Nettuno è stato trovato nel posto sbagliato. Sembrava andar meglio per Plutone. Questa discordanza poteva essere un colpo decisivo per la legge empirica, ma oggi possiamo rivalutarla, anche se pochi l’hanno fatto… Nettuno è estremamente vicino a una fascia molto massiccia di corpi e Plutone, insieme a molti altri fratelli della sua “stazza”, ha mostrato la sua vera essenza. Perché non pensare che una situazione così caotica non abbia potuto creare un po’ di scompiglio alla formazione ed evoluzione dinamica del pianeta Nettuno? In fondo, si stanno costruendo teorie più o meno esasperate sulla migrazione dei pianeti e poi ci dovremmo stupire di una “modesta” irregolarità dell’ultimo pianeta, legato a decine di risonanze con gli abitanti esterni, di cui oltretutto, conosciamo solo la punta dell’iceberg?
Insomma, perché non tornare a valutare, per quello che ha rappresentato in passato, la legge di Titius-Bode? Non abbiamo ancora capito il perché, ma non è certo una novità il descrivere qualcosa che non si è assolutamente compreso. La MQ insegna…
E così qualcuno è voluto tornare indietro di più di due secoli e riprendere in mano quella legge ormai relegata a curiosità storica. Kepler ci ha fornito un numero enorme di sistemi planetari attorno a stelle diverse dal Sole. In molti casi sono stati rilevati tre o più pianeti per ogni astro. Un numero sufficiente per fare due cose: determinare il piano invariante del sistema (i pianeti sono nati in un disco e, se non sono intervenuti disturbi esterni o particolari catastrofi, le loro orbite devono ricordarselo) e applicare una qualche legge di Titius-Bode rivisitata attraverso analisi di tipo statistico e probabilistico. Il passaggio concettuale è estremamente importante, anche se sembra un giochino sorpassato e quasi infantile. Finora abbiamo preso per buono ciò che Kepler ci ha mostrato, ma niente è stato fatto per prevedere dove cercare. In altre parole, la legge di Titius-Bode, costruita sulla base di ciò che si è osservato finora, può fornire le posizioni di eventuali pianeti non ancora trovati, ma prevedibili
I risultati non sono stati eclatanti, ma alcuni pianeti di dimensioni terrestri sono stati individuati proprio dove si sono cercati, esattamente nella zona abitabile. Tuttavia, non ci si poteva aspettare molto di più. Oggetti di tipo terrestre sono ai limiti della rivelazione e, inoltre, essendo piuttosto lontani, è anche facile che pur essendo vicini al piano invariante non possano produrre eclissi. L’analisi statistica dei ricercatori ha, comunque, prospettato soluzioni particolarmente interessanti che vi riassumo, lasciando una più accurata lettura al testo originale (non difficile).
Una stella “standard” potrebbe possedere in media due pianeti di tipo terrestre nella sua zona abitabile. Il che comporterebbe centinaia di milioni di pianeti con le giuste condizioni per l’evoluzione della vita biologica, nella nostra sola galassia. Un numero incredibile e che si scontra con le evidenze … osservative. I mattoncini primordiali ci sono dappertutto, le condizioni favorevoli anche, e allora perché sembriamo così soli?
Basta la zona abitabile?
A questo punto iniziano le mie personali riflessioni. Beh, innanzitutto, una cosa è la vita biologica e un’altra è la vita intelligente e capace di inviare e ricevere segnali elettromagnetici. Noi abbiamo impiegato 4.5 miliardi di anni per arrivarci e non possiamo illuderci che ci siano molte stelle più vecchie della nostra capaci di averci anticipato. Stelle più vecchie vuol dire meno elementi pesanti e, quindi, condizioni al contorno meno favorevoli. Tuttavia, ne rimarrebbe un numero elevatissimo in grado di competere con la nostra capacità tecnologica. Vale, allora, la pena pensare un poco ai fattori esterni… Dalle osservazioni moderne si sa che fasce di asteroidi e comete sono frequenti in molti sistemi planetari. Possiamo, perciò, pensare che anche le altre Terre subiscano impatti non del tutto desiderati o prevedibili. Ma pensiamo a noi…
La vita sembra essere andata dal semplice verso il complicato. Il cervello (malgrado ciò che vediamo intorno a noi) sembrerebbe seguire questo trend evoluzionistico. Tuttavia, siamo circondati da animali che si sono evoluti comunque, ma che hanno conservato un cervello ben lontano dal costruire radiotelescopi. La Natura non sembra seguire solo una via verso l’intelligenza suprema, ma molte altre strade, per lei altrettanto utili e importanti. Siamo sicuri che sia veramente indispensabile o fondamentale un’evoluzione come quella umana?
Essa potrebbe essere “scattata” solo per condizioni estremamente particolari di clima, di fenomeni geologici e chissà che altro. Se al momento giusto non vi fosse stata una certa temperatura, ad esempio, le scimmie sarebbero rimaste scimmie, come le tartarughe sono rimaste tartarughe. Sto ovviamente semplificando per generalizzare il più possibile. Pensiamo poi agli asteroidi e alle comete.
Noi possiamo essere quasi certi che i mammiferi abbiano preso una certa linea evolutiva accelerata a causa della scomparsa piuttosto anomala dei dinosauri. Essi avrebbero portato in fretta a una popolazione di uccelli ben diversa da quella attuale. Creature che potevano volare e che avrebbero potuto essere l’evoluzione intelligente dei dinosauri. Mi chiedo: “Se invece di un topo arrivato alla scimmia e poi all’homo sapiens sapiens si fosse arrivati a un uccello sapiens sapiens anche capace di librarsi nel cielo non sarebbe stata un’alternativa più che interessante?”
Sì, potreste dirmi: “Beh, uccello o topo, sarebbe arrivato ai radiotelescopi e ai segnali interstellari”. Teoricamente sì, ma vediamo le cose in modo più articolato. I mammiferi sono partiti verso le vette umane al momento giusto e nelle condizioni giuste. Se l’asteroide fosse arrivato qualche decina di milioni di anni dopo, cosa sarebbe successo? Magari i dinosauri quasi-sapiens avrebbero fatto piazza pulita dei mammiferi, ma sarebbero stati ancora simili a tacchini o a gabbiani un po’ infantili. Non sarebbero stati capaci di risollevarsi dalla catastrofe cosmica e si sarebbero estinti comunque, senza lasciare alternative per la creazione di una razza intelligente.
Come dicevo prima, la Natura potrebbe -forse- fare anche a meno di una razza prepotente ed egoista come la nostra. Non credo proprio che sia un obbligo morale per lei arrivare all’homo sapiens sapiens sapiens…
L’asteroide dovrebbe quindi arrivare nel momento giusto e con le condizioni al contorno giuste. Oggi, forse, noi potremmo anche sopravvivere, ma saremmo ancora capaci di mandare segnali nello spazio?
Insomma, il succo di questo discorso molto vago e semplicistico vuol solo dire che la nascita di una razza intelligente, capace di farsi sentire nello spazio, potrebbe essere un evento non proprio comune. Ma c’è di più… Quanto tempo potrebbe sopravvivere una razza tecnologicamente avanzata che sembra interessata solo al potere e alla sopraffazione dei più deboli? Migliaia o milioni di anni? Nessuno può dirlo, ma ciò che abbiamo visto finora non lascia molte speranze…Se il tempo di sopravvivenza di un homo poco sapiens e tanto “tecnologicum” fosse solo di qualche centinaia di migliaia di anni, quale sarebbe la probabilità che due razze riescano a mettersi in contatto? Insomma, il discorso si fa più complicato e le finestre per scambi di vendute o di “favori” sempre più strette.
Una guerra fredda in un periodo “apparentemente “molto cadlo
Ed eccoci, allora, alla terza parte dell’articolo. Cosa potrebbe limitare l’evoluzione dell’homo tecnologicum tecnologicum? Beh, l’abbiamo sotto in nostri occhi (sempre che si vogliano aprire).
Durante la crisi di Cuba, dei primi anni ’60, l’uomo è andato vicinissimo a una distruzione che l’avrebbe portato a livelli medievali in pochi anni. La guerra fredda sarebbe diventata molto calda con miliardi di vittime (un asteroide costruito da soli). Oggi, sembra che la guerra sia stata trasformata in tante piccole battaglie locali, veri e propri sfiatatoi della violenza innata nell’uomo. Ma è veramente così?
Purtroppo, siamo nuovamente entrati in un’altra forma di guerra fredda che, al momento, vede come principali contendenti i soliti USA e Russia. E l’Europa è nuovamente il campo da gioco. Non è una guerra fatta da armi e da battaglioni di soldati pronti al sacrificio in nome di una patria qualsiasi, anche se lo schema gli assomiglia molto, come mostra la Figura che segue.
Quelle linee nere non sono i movimenti delle truppe corazzate o della semplice fanteria. No, sono i tracciati dei tubi che trasportano gas verso l’Europa. La guerra è cominciata e sarà durissima. Ho letto recentemente molti articoli a riguardo, apparsi in giornali economici o finanziari o anche solo politicamente reali. La situazione è piuttosto semplice da riassumere. Siamo di fronte a un momento estremamente critico per la sopravvivenza della democrazia e della libertà europea e prima o poi anche mondiale. Una vera catastrofe ci aspetta. Chi spera di sentire le solite frasi fatte: “riscaldamento globale e/o energie alternative” si sbaglia di molto. Nessuno dei due feticci spinti dai media compare nelle strategie della guerra fredda. Sono solo specchietti per le allodole che fanno stare buono e giustamente spaventato il popolo bue! Le parole chiave sono ben altre.
Innanzitutto lo shale gas, il gas di scisto, che ha ormai reso gli USA il PRIMO produttore di gas naturale al mondo e del tutto indipendente dai paesi orientali. Gli Stati uniti possono gestire con grande lucidità e furbizia i pedoni nella partita a scacchi con l’Oriente e -soprattutto- con la Cina e l’India. Chi è autosufficiente può ragionare e agire con maggiore freddezza e facilità. Probabilmente gli USA non possono distribuire shale gas a tutta l’Europa, ma possono spingerla a cercarlo nel suo sottosuolo.
Quale sarebbe il vantaggio? Banale rispondere: un crescente distacco dai paesi europei orientali e non solo dal ricatto russo, dato che molte nazioni vivono energeticamente solo grazie al colosso ex comunista. L’aumento dello shale gas a disposizione degli USA ha fatto crollare il prezzo del petrolio e la Russia, con i nuovi prezzi, non riesce a sopravvivere, dato che la sua economia dipende essenzialmente dal gas naturale. Per una volta tanto la conquista della Crimea non è stata sufficiente, come in passato, e ci vuole ben altro.
Cosa fare, allora? Bene, cercare in tutti i modi di bloccare le trivellazioni per estrarre lo shale gas in Europa. Le marionette a disposizione ci sono già e basta “oliarle” adeguatamente. E così ecco che la Russia sta finanziando copiosamente i gruppi ambientalisti che vedono nel fracking per l’estrazione dello shale gas una delle innumerevoli tragedie dell’umanità. I soldi vengono distribuiti a palate e, dopo aver accettato pale eoliche mafiose, pannelli solari elitari ma con buon ritorno economico per chi li sostiene, i “buonisti” per eccellenza si stanno riempiendo le tasche lottando contro lo shale gas.
Oltretutto la messinscena del GW li aiuta non poco. Esso serve per creare sempre più tensione nell’Europa e spingerla a non usare petrolio e a cercare il vero sfogo nello shale gas, che costa poco e distruggerebbe l’economia russa. A parole si possono anche seguire i modelli climatici sempre più irrealistici, ma con i fatti la strategia è ormai chiarissima. Andrebbe bene anche il carbone dell’India, della Germania e della Cina, ma bisogna solo “sussurrare” gli accordi, dato che il carbone assomiglia troppo all’anidride carbonica che è stata usata finora per finanziare le energie alternative mafiose (mafia non solo italiana, ovviamente!). Meglio parlare solo di shale gas, dato che, in fondo in fondo… il “metano ci dà sempre una mano”.
Questo scenario estremamente semplice nelle sue linee generali vede, come sempre, i poteri forti che dominano e le varie marionette che subiscono. Il mondo non cambia…
Siamo solo all’inizio, dato che dopo l’Europa la scacchiera si allargherà sempre più verso la Cina, l’India, il Brasile e, infine, anche l’Africa. Tuttavia, stiamo molto attenti: la distruzione economica di una nazione gigantesca come la Russia non sarà indolore per l’Europa e non solo. Come si dice: “Muoia Sansone con tutti i filistei!”. La Russia sta prendendo contromisure disperate e cerca anch’essa di stabilire trattati sotterranei con la Cina e l’India. E l’oriente comincia a non capire più che cosa fare. Gli equilibri già precari si stanno rompendo. Insomma, siamo in un nuovo periodo di guerra fredda, in cui ne va comunque della vita di miliardi di esseri umani, anche se non saranno direttamente colpiti da armi di sterminio.
Leggendo i vari articoli di carattere politico-economico (vi do qualche link, in fondo all’articolo) le uniche “parole” che mancano completamente sono le catastrofi imminenti che i media continuano a propinarci per nascondere le vere motivazioni: il caldo sempre più distruttivo e le energie alternative che devono soprattutto NON servire a risolvere i problemi energetici.
Tutto questo discorso cosa c’entra con quanto riportato all’inizio? Molto, ve lo assicuro. Una razza che dopo due guerre mondiali e una guerra fredda che ci ha portato sull’orlo di un baratro irreversibile ha iniziato una nuova guerra economica altrettanto distruttiva, può veramente pensare di sopravvivere per molte migliaia di anni e sperare di avere contatti con gli alieni?
No, sono quasi certo che non ne sarà in grado e sarà costretta a vivere cosmicamente SOLA.
Forza e coraggio, diamoci dentro con la discussione…
15 commenti
Un'analisi geopolitica impeccabile, caro Enzo, che va' poi integrata con gli scontri di religione, gli estremismi, che non sono solo islamici ricordiamocelo, la povertà di una grandissima fetta dei popoli e quindi l'umana disperazione, il nostro retrocedere nella ricchezza che avevamo,il nostro cacciarci a vicenda povero contro povero il tutto alimentato dai media e dalla politica, i nostri egoismi che ci annebbiano sempre più. Insomma Enzo siamo veramente ad un bel punto e se, appunto , ciò fosse l'evoluzione delle civiltà? Messa così e con le distanze che dilatano e sfalzano i tempi, forse non siamo soli ma è come se lo fossimo.
La vita probabilmente è diffusa nell'Universo, magari comunque limitiamoci adire che probabilmente lo è nella nostra Via Lattea ma:
- Non tutta, anzi forse poca, è intelligente;
- Quella intelligente va' visto a che livello è;
- Le distanze e, il tempo e le fasi di queste civiltà eventuali influiscono eccome;
- Molte potrebbero essere simili a noi nell'evoluzione (involuzione) mentale ed allora...addio;
- Se ce ne sono di diverse, che hanno risolto diversamente i loro problemi saranno interessate a noi? O "vade retro"?
Mah, io la vedo maluccio la situazione, sono ottimista per la vita nella Galassia ma sono pessimista per scoprirla e forse ancor di più per contattarla.
Poi non poniamo limiti per carità, potrebbe essere bello , sarebbe sicuramente sconvolgente e magari profondamente rieducativo.
concordo in pieno Mario!
può darsi che incontreremo altra vita intelligente solo quando lo diventeremo davvero...
Forse è il principio di Heisenberg: se si ha troppa ambizione si perde in intelligenza e viceversa. Noi stiamo seguendo la prima strada, ma nella MQ tutto può capitare.
Ma ragazzi, immaginate se da qualche parte nella Via Lattea ci fosse qualche pianeta di tipo terrestre con tanto di vita ... non troppo intelligente, insomma una Terra di 10 milioni di anni fa.
Pensate che spettacolo per gli occhi sarebbe. bisognerebbe proibire a tutti i costi qualsiasi tentativo di atterraggio: un parco naturale cosmico da osservare solo con ... il telescopio.
Ah che bello! Bene, se esiste, speriamo lo scopra qualche civiltà in grado di preservarlo. E' ovvio che si esclude qualsiasi intervento umano ...
caro enzo
la selezione naturale gioca a caso...
l'evoluzione quindi segue le sue regole e di tanto in tanto casualmente estrae dal suo mazzo la specie che meglio si adatta all'ambiente per farla quindi prevalere.
certo a vedere tutte le situazioni che hanno portato all'intelligenza ci si può chiedere quante di queste siano inevitabili.
faccio un'esempio: la cellula che passa da procariote ad eucariote..tempo della trasformazione: circa due miliardi di anni. Ci si può chiedere? se una semplice trasformazione di una cellula da una forma all'altra ha messo tanto tempo è inevitabile che accada o è stato frutto del caso. Notare che una cellula procariote mette 20 minuti per duplicarsi e in due miliardi di anni saranno avvenute moltissime mutazioni e tale cellula ha avuto tanto tempo per far avvenire la simbiosi con altre cellule per creare mitocondri, cloroplasti e tutto il resto che è presente nell'eucariote.
l'asteroide? se non fosse piombato sulla Terra, i mammiferi si sarebbero evoluti nella direzione attuale?
potrei citarti altre casualità.
comunque scrissi tempo fa alcune riflessioni...ma vabbè. (voglio precisare che ho un ragionamento di tipo biologico che astronomico)
caro Peppe,
non mi ricordavo più di queste tue considerazioni e analisi sulla vita. Che ne diresti di pubblicarle come articolo qui da noi? Il Blog è di tutti ed è bello che altri s'inseriscano con argomenti così interessanti...
Fai tu... possiamo dare il compito a SMA che è un collaboratore validissimo!!!
enzo, sarebbe un onore per me. Se per SMA e per gli altri non è un problema va bene.. Comunque se ci sono problemi io wordpress lo mastico da qualche a tempo a questa parte.
Ditemi quello che devo fare e sarà fatto! (tranne i problemini con le circonferenze )
Ma quali problemi Peppe.
Chi più sa più DEVE dare, altrimenti non ci unirebbe alcun legame di mutua partecipazione ... intellettuale!
Io ogni tanto gioco, ma lo faccio bonariamente per stimolare discussioni e confronti e ... per riservarmi qualche insulto da parte di Enzo.
cari SMA e Peppe... potete contattarvi direttamente e sistemare gli articoli ? Ho veramente il tempo contato e vorrei comunque dare un mio piccolo contributo al blog...
GRAZIE!!!!!
ok enzo.
quindi SMA dimmi come si può fare e ci regoliamo
Se allo scenario perfettamente analizzato dal Prof., aggiungiamo l'involuzione del cervello scientificamente provocata dai produttori di smartphone e diavolerie simili per indirizzare le scelte di consumo, direi che la probabilità di sopravvivenza della specie umana e/o di incontro con un "alienus sapiens" sia tendente a zero!!
Peppe puoi mandarmi gli articoli a marko.c (at) libero.it
Vorrei dire la mia sulla questione "Siamo soli nell'Universo?".
In genere la risposta standard è "no", in quanto l'Universo è talmente vasto che pare impossibile che da qualche parte non possa essersi sviluppata la vita, anche solo per un motivo puramente statistico.
Grazie a Kepler abbiamo scoperto che nella sola Via Lattea potrebbero esserci miliardi di pianeti abitabili, al momento però non abbiamo la più pallida idea di come possa svilupparsi una forma di vita, per non parlare di vita intelligente.
La prima domanda, tutt'ora senza risposta, è la classica "E' nato prima l'uovo o la gallina?".
Inoltre, come giustamente ha fatto notare Enzo, i dinosauri hanno dominato incontrastati il nostro pianeta per 100 milioni di anni, quindi un arco di tempo mille volte più grande di quello dell'essere umano, senza però evolversi al punto di sviluppare un'intelligenza tale da costruire aerei, telescopi, computer, ecc...
Quindi, alla luce di tutte queste incertezze, non sappiamo quanti sono i pianeti che ospitano una forma di vita intelligente, potrebbero essere 1, 2, 5, 1.000, 1.000.000..., e ognuno di questi numeri potrebbe essere giusto, con la stessa probabilità degli altri.
Lo stesso discorso si può fare sulla distanza che ci separa dalla civiltà intelligente più vicina... non è nel sistema solare, ma potrebbe essere nella Via Lattea, come pure ai confini del nostro Universo osservabile, con eguale probabilità.
Nella Via Lattea vi saranno sicuramente sistemi planetari che si sono formati milioni e miliardi di anni prima del nostro, quindi una eventuale civiltà evoluta la nostra potrebbe già aver avuto il tempo per sviluppare la tecnologia necessaria per una colonizzazione interstellare.
E' dunque una ragionevole ipotesi pensare che nella nostra galassia non esistano altre forme di vita intelligenti, in caso contrario dovrebbero essere così tante che ce ne saremmo già accorti (dopo un breve fly-by probabilmente ci avrebbero già sterminato ).
Al di fuori della Via Lattea la civiltà più vicina potrebbe trovarsi a 10^??? metri dalla Terra, ma la probabilità che sia in un raggio che va oltre la nostra galassia (10^22 metri da noi) all'Universo osservabile (10^26), è molto piccola.
Quindi, cari amici, mi sa che abbiamo proprio avuto una fortuna (?) sfacciata
caro sma ti ho mandato un paio di mail, vedi un pò se ti sono arrivate
Una riflessione strategica: http://www.difesaonline.it/geopolitica/analisi/lera-del-primato-americano-%C3%A8-terminata