Categorie: Nebulose Struttura galattica
Tags: campo magnetico galattico nascite stellari polarizzazione zampa di gatto
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Come regolare e distribuire le nascite? Ci pensa il campo magnetico *
Questo articolo è stato inserito nella serie "L'Infinito Teatro dei Buchi Neri", che raccoglie in modo organico gli articoli più significativi sull'argomento.
Una scoperta molto interessante sui campi magnetici delle nubi galattiche, le zone di formazioni stellari. Come spesso faccio (i più preparati non mi picchino) l’ho voluta riportare a modo mio, come una delle tante favole del Cosmo… Credersi sempre un po’ bambini è una medicina che nessuno sembra voler più utilizzare.
Vi sono nazioni in cui il tasso di natalità è altissimo e normalmente sono anche quelle in cui è molto alto il tasso di mortalità infantile (mancanza di cibo e molte altre cose più o meno … ignobili, guidate dalla parte “civilizzata” del mondo); vi sono, invece, zone in cui ridurre le nuove nascite è una conquista della società più avanzata: difficoltà finanziarie a mettere su famiglia, genitori entrambi lavoratori, mancanza di nonni a tempo pieno, ecc., ecc.
Insomma, nel nostro piccolo e caotico (spesso assurdo) mondo il controllo delle nascite segue ritmi e decisioni ben poco razionali e porta spesso a risultati contrastanti e innaturali: sovrappopolazione dove non si ha sufficiente nutrimento, sottopopolamento dove ci sarebbero le condizioni ideali.
Ancora una volta, l’Universo c’insegna che la Natura (non influenzata dalla contorta “razionalità” umana) sa gestire molto meglio la sua vita. L’uomo si dimentica di farne parte e vuole agire da solo, con risultati a dir poco… imbarazzanti!
Abbiamo già visto come i buchi neri galattici giochino un ruolo essenziale nel gestire le nascite delle immense famiglie stellari che accudiscono da miliardi di anni. Qualche volta sono proprio loro a stimolare l’inizio di fasi parossistiche di nuove formazioni stellari, molto più spesso i loro “sbuffi” imperiosi bloccano una crescita troppo numerosa e ingestibile, espellendo la propria gigantesca riserva di gas e polvere che è la materia prima per le “uova” stellari.
Ne abbiamo parlato spesso, toccando tutti i risvolti più sottili oggi disponibili. Un lavoro globale, su grandi numeri, diretto a tutto l’insieme che sottostà al dominio del buco nero. Tuttavia, come tutti i grandi “condottieri”, anche il buco nero galattico ha bisogno di validi assistenti di cui fidarsi: non può pensare a tutto! Le situazioni locali vanno gestite caso per caso e con modalità meno eclatanti.
Non è molto che si è ottenuta finalmente una mappa del campo magnetico della nostra galassia. E’ un campo decisamente debole, ma che permea tutta la struttura, seguendo in qualche modo la sua rotazione e le sue varie configurazioni. La base di tutto è la rotazione delle particelle più o meno cariche attorno al centro galattico. Il solito effetto dinamo che la Terra conosce molto bene.
Per tanto che una galassia sia una famiglia ordinata e ubbidiente, non può prescindere da situazioni diverse da luogo a luogo, a causa della morfologia a piccola scala e della densità del materiale. Al campo magnetico totale si aggiungono campi magnetici più localizzati, a volte sottoprodotti di quello generale, ma a volte anche creatisi per il movimento e l’agitazione di agglomerati di materia disposti in luoghi diversi della grande città cosmica.
In particolare, è estremamente importante conoscere come lavori il campo magnetico esistente in una nube molecolare collassante. Siamo proprio nel cuore delle zone di formazione stellare ed è proprio lì che vi è bisogno di un controllo accurato. In altre parole, il campo magnetico locale fa da valido assistente al buco nero, troppo impegnato a mantenere un ordine generale.
Come visualizzare un campo magnetico? Beh… in fondo è una parte del campo elettromagnetico e sappiamo che oscilla ortogonalmente a quello elettrico. In poche parole, le particelle cariche della nube si dispongono secondo direzioni ben prestabilite, come tanti soldatini messi in riga. Per vedere se sono allineati perfettamente basta misurare la polarizzazione della luce: se il campo elettrico è polarizzato lo deve essere anche quello magnetico, suo fratello gemello. Normalmente i campi magnetici sono polarizzati in accordo con le loro linee di campo e uno studio polarimetrico accurato porta a una mappa dettagliata del campo magnetico di un’intera nube in cui si stanno formando nuove stelle. Trovare le linee di campo vuole anche dire trovare le strade che percorrono le particelle della nube.
Recenti osservazioni hanno mostrato, per la prima volta in grande dettaglio, che il campo magnetico di una intera nube segue regole uniche e si comporta in modo uniforme. Le varie perturbazioni locali, la densità variabile, le turbolenze, e tutto ciò che fa parte di una nube “gestatoria”, influenzano ben poco il campo magnetico globale della nube, che assume –spesso e volentieri- una struttura allungata e filamentosa, che segnala proprio l’esistenza di questo campo uniforme.
Le uniche discordanze si trovano solo a piccole scale, a livello di protostella, quando ormai una certa parte di materia è stata inserita definitivamente in una strada senza vie d’uscita che la porterà alla nascita di una nuova creatura. Campi magnetici ormai ben localizzati all’interno di quello ben più vasto e regolare, ma che in qualche modo risentono ancora di esso, dato che sembrano fare assumere agli ammassi collassanti forme allungate. Ormai la prossima stella può vivere da sola e crearsi la struttura più adeguata alla sua esistenza futura.
Tuttavia, il campo magnetico generale continua ad agire come una specie di nastro trasportatore di materia. Non solo, quindi, elimina materiale dalle zone in cui le nascite stanno diventando frenetiche, ma lo “spezzetta” e lo trasporta verso altre zone della galassia dove potranno nascere nuove stelle. Un vero e proprio controllo delle nascite attraverso un’equa distribuzione della materia necessaria.
Non è difficile fare un ulteriore confronto con la razza umana. Da noi si nasce di più dove c’è meno materiale per nutrire i neonati e niente si fa per distribuire adeguatamente il cibo. I campi magnetici delle nubi galattiche fanno proprio questo: limitano le nascite senza sprecare cibo inutile nelle zone più favorevoli e lo trasferiscono in zone dove può permettere nascite in condizioni adeguate. Questo confronto fa capire ancora meglio come la nostra civiltà non solo non segue alcuna razionalità, ma addirittura inverta la logica che il Cosmo continua a mostrarci costantemente, ma inutilmente.
Tutto ciò mi ricorda, ancora una volta, la celebre frase del Piccolo Principe: “I grandi non capiscono mai niente e noi bambini ci stanchiamo di spiegargli sempre tutto”. I bambini sono, ovviamente, gli oggetti celesti e i grandi siamo noi… Purtroppo i “grandi” si dimenticano di essere stati bambini, o -se preferite- si dimenticano di far parte del mondo dei bambini, ossia dell’Universo.
Questo studio mi è particolarmente “caro”, dato che è stato fatto su una nebulosa che è vicinissima ai miei amici animali preferiti: i gatti. Essa si chiama professionalmente NGC 6334, ma per quasi tutti gli amanti del Cosmo è la “nebulosa zampa di gatto”. L’immagine sottostante mostra chiaramente come la scelta del nome non richieda ulteriori spiegazioni…
Articolo originale QUI
Non solo campi magnetici per regolare le nascite stellari...
a volte sono i buchi neri galattici a far nascere nuove stelle
altre volte possono limitare nuove nascite
e, quando lavorano in squadra, riescono a regolare le nascite anche nello spazio intergalattico
1 commento
Nella mia ignoranza è sempre stato un campo che mi ha affascinato e che purtroppo se ne parla molto poco. Mi hanno sempre attratto le ricerche di Alfven e riportati da altri fisici del plasma, molto meno considerati dei loro colleghi. Peccato...