Piccoli accenni e tentativi di stimolare, purtroppo, non servono a molto. Valgono molto più l’orgoglio e un po’ di menefreghismo. E allora, seguendo le giuste regole del buon divulgatore (a cui spero sempre più di avvicinarmi) ho scelto la strada più scientifica e produttiva: quella della spiegazione di un concetto che sta facendo cadere sempre più nella confusione e nella paura di azzardare critiche aperte e costruttive. Non mi interessa chi e come ha fatto sorgere la confusione. Il mio compito donchisciottesco è quello ci cercare di proporre una spiegazione più chiara e comprensibile possibile. Niente di più (chissà quando sarò compreso?) e niente di paranoico. Chi ha dubbi li esponga chiaramente. Nel caso potrei anche dire di avere sbagliato tutto. Non sono mai stato e mai sarò un genio come Leonardo o Feynman… Di fronte alla fisica e all’astrofisica sono un semplice studente delle scuole inferiori e devo ancora studiare tanto… Se sbaglio, vi prego, correggetemi!
Dopo aver dilatato i tempi, divertiamoci, adesso, a contrarre le lunghezze, sempre per via puramente grafica. La dimostrazione è leggermente più complicata di quella precedente (ma tutto si basa sempre sulla necessità di usare più orologi). Come vedremo bisogna passare, prima, attraverso il tempo per arrivare, infine, alle lunghezze. Inoltre, solo la curva di calibrazione ci permetterà di capire che il nostro occhio, abituato alla geometria euclidea, può facilmente sbagliare…
Daniela mi ha richiamato giustamente all’…ordine. Tra situazioni personali e richieste varie mi sono un po’ perso e ho lasciato parecchie cose … incompiute. Prometto che, un po’ alla volta, cercherò di mettere a posto i vari cassetti. Vi propongo una bozza di “carta delle buone intenzioni” che spero di riuscire a portare a termine.
I batteri lanciati nello spazio sono sopravvissuti ma si stanno comportando da alieni… Aiuto!
La costruzione dei pianeti, di tipo essenzialmente roccioso, si spiega solitamente in modo molto semplice e intuitivo (lo faccio io per primo). Tuttavia, l’eccessiva semplicità nasconde sempre qualche piccolo problema che non può, alla lunga, essere nascosto sotto al tappeto. Una nuova simulazione sembra gettare luce su uno dei punti più critici della formazione planetaria.
Vi propongo un esempio lampante di COME non vorrei mai fare divulgazione. Abbiamo finalmente un sito indipendente e sfruttiamolo per far notare, finalmente liberi da catene, il cattivo servizio che viene sovente fatto alla Scienza, girando per i siti dall’apparenza scientifica. Le parole vanno sempre pesate e su di esse bisogna riflettere a lungo. Esse possono fare chiarezza, ma possono anche distruggere anni di lavoro di altri. E questo sia se si è in buona fede (ossia teoricamente preparati) sia che si voglia parlare di cose che non si sanno (ancora più grave).
Se rovesciamo un secchio d’acqua limpida in uno stagno, dopo pochissimo tempo non ci accorgeremmo di niente: l’acqua si mischierebbe all’acqua molto rapidamente e nessuno potrebbe dimostrare di aver fatto questa aggiunta. Tuttavia, se non fosse passato troppo tempo e se si guardasse molto attentamente, si potrebbero ancora notare qualche piccolo vortice e qualche corrente anomala, magari attraverso la polvere sollevata nello svuotamento del secchio.
Quest’anno Giove, Venere e la Luna si sono messi d’accordo per augurare al nostro Prof. i loro più sinceri auguri di buon compleanno. Ed è stato quasi un mio dovere riprenderli, un po’ come una portatrice di questo messaggio.
Si sta ormai rasentando il ridicolo… Il MET inglese, con non poco sforzo (comunque da elogiare) ammette finalmente che il futuro del Sole e delle sue macchie indicano che ci dobbiamo aspettare una piccola era glaciale con un picco verso il 2050. Un qualcosa di comparabile al minimo di Maunder (mica da ridere…). Fortunatamente, però, abbiamo il riscaldamento globale che riuscirà a controbilanciare il grande freddo e la temperatura non avrà drastici cambiamenti. A chi dobbiamo dire grazie? Al riscaldamento globale o al Sole?
Parlando di evoluzione planetaria, abbiamo spesso parlato di atmosfera originaria e di atmosfera secondaria. Giove, ad esempio, conserva strettamente quella che ha avuto fin dalla nascita e composta essenzialmente di idrogeno, mentre la Terra l’ha dovuta lasciar libera e si è accontentata di quella molto “sporca” regalatale dai vulcani e purificata dagli organismi viventi. L’immagine di un Nettuno che sta perdendo la sua atmosfera ci fa riflettere su queste fasi così importanti per la vita di un pianeta…
Avvisiamo i gentili lettori del "circolo" e tutti gli appassionati di astronomia che la procedura di trasferimento è terminata ed il blog è nuovamente operativo su un nuovo server. Colgo l'occasione per ringraziare Stefano Simoni per il supporto che mi ha dato in questi giorni. Qualora trovaste qualche errore me lo potete segnalare in questo […]
New Horizons si sta avvicinando all’ex nono pianeta e tra breve lo potremo vedere in modo estremamente dettagliato. Vale la pena anticipare qualcosa, in modo da sapere con chi avremo a che fare… In particolare, parliamo un po’ della sua atmosfera che spesso ha fatto nascere strane idee in proposito…
Dopo aver divagato un poco con il paradosso dei gemelli, torniamo al nostro diagramma di Minkowski e iniziamo a vedere come sia facile ottenere graficamente la dilatazione dei tempi e la contrazione delle lunghezze. Ricordate che è fondamentale aver compreso bene il concetto di relatività della simultaneità e poco altro. Iniziamo con la parte più semplice, quella che riguarda la dilatazione dei tempi.
Eh sì, cari amici, ci mancava proprio la sesta estinzione (sembra quasi di parlare di Nostradamus…) per cercare di ridare vigore al riscaldamento globale che sta tristemente languendo. Se poi la mettiamo insieme alla Enciclica del Papa, dobbiamo dire che il terreno per la prossima riunione sul clima di Parigi è stato preparato molto bene. Forza e coraggio.
Tanta fatica e tanti soldi per capire se Marte sarà la nostra futura casa cosmica (ma mi facciano il piacere…), accettando in gran silenzio le ultime ipotesi che fanno pensare che il pianeta rosso NON abbia mai visto l’acqua allo stato liquido, ma solo e soltanto sotto forma di ghiaccio, ed ecco che la poco considerata sorella gemella della Terra ci manda un avviso importantissimo (e speriamo che venga raccolto da qualche media…): “Sono Viva, geologicamente viva!”. Una notizia che farà riscrivere l’evoluzione del pianeta così simile e così diverso da noi. Un pianeta non certo adatto alla vita biologica, ma… chi ha detto che esiste solo quella nel Cosmo?
Ormai lo conosciamo bene… Il nostro Alvy non si accontenta mai delle cose … a metà. Aver trovato la composizione relativistica delle velocità, solo in un caso estremamente particolare (anche se è quello che ci serve per il diagramma di Minkowski), gli stava stretto. Accontentiamolo con questa aggiunta più generale. In fondo non è poi molto complicata…