Categorie: Astrobiologia
Tags: marziani indigeni microbi antartici visitatori alieni
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Gli alieni terrestri sono tornati a casa *
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Quanta vita sulla Terra e (forse) oltre..."
Un interessantissimo esperimento astrobiologico è stato effettuato da un gruppo di studenti. Essi hanno inviato un bel gruppo di microbi terrestri nello spazio e adesso che sono tornati a terra si vedrà quanti ne sono sopravvissuti. Qualcuno sicuramente sì.
Sabato 30 maggio 2015 è stato lanciato, da un gruppo di studenti, un “pallone” che ha raggiunto la stratosfera. Insieme al pallone sono stati inviati ben 100 miliardi di microbi antartici, quelli capaci di resistere alle peggiori condizioni del nostro pianeta. Essi sono stati esposti per tre ore a una temperatura di -63° C e hanno assorbito una dose di raggi cosmici più di cento volte superiore a quella che ricevono a terra. I microbi si chiamano Halorubrum lacusprofundi, una specie che vive normalmente nei laghi profondissimi del continente ghiacciato australe.
Essi sono veramente degli specialisti nel resistere a tutto e tutti. Hanno, infatti, sviluppato trucchi molto geniali per sopravvivere a condizioni molto simili a quelle dello spazio interplanetario. Scoprire come si comportano in questo piccolo viaggetto darebbe importanti informazioni sulla loro possibilità di riuscire ad accasarsi anche su Marte. Come già sappiamo, lo scopo (ufficiale) potrebbe essere quello di pensare a una vita veramente marziana, del tutto indigena. Alternativamente, metterebbe in luce la seria possibilità di aver già inquinato il pianeta rosso.
I microbi astronauti sono tornati a terra con il paracadute e sono atterrati in una valle estremamente “secca” della California. In meno di due ore sono stati recuperati e sono, adesso, in viaggio verso l'Università del Maryland dove saranno analizzati da un gruppo di esperti. Già si sa che alcuni di loro sono sopravvissuti. Adesso è estremamente interessante sapere QUANTI? Cercherò di tenervi informati sui risultati…
Ma la gita spaziale del Halorubrum lacusprofundi appare poca cosa se confrontata alla vita spericolata del desolforidus audaxviator che si ciba di raggi cosmici e, in mancanza di essi, si accontenta di dietetiche radiazioni di uranio in una miniera sudafricana!
2 commenti
Attendiamo con ansia queste notizie per vedere come la vita appunto possa avere più o meno attecchito in altri luoghi dello spazio. Io sono ottimista...abbastanza
Interessantissimo... Anch'io sono ottimista