14/06/15

Le macchie bianche di Cerere da 4400 km

Le macchie bianche riprese da 4400 km rimangono ancora un bel problema, soprattutto riguardo a come e cosa le abbia potute causare.

Le macchie bianche di Cerere diventano sempre più bianche e interessanti. Nessuno si è ancora voluto sbilanciare, ma sembra che del ghiaccio ultra pulito sia la conclusione più logica. Tuttavia, si sta anche considerando l'ipotesi di un "lago" di sale... In entrambi i casi non è facile spiegare come e cosa le abbia messe in luce così chiaramente. Esse risiedono dentro un cratere di circa 90 km di diametro. Che il cratere non sia molto vecchio lo si può intuire dal fatto che ha distrutto parzialmente un cratere precedente, decisamente più piccolo. Il suo interno è anche abbastanza liscio, benché qualche cratere più piccolo potrebbe esserci nella parte in basso a destra. Ma sono veramente crateri o solo movimenti del terreno? Aspettiamo con tanta fiducia, non dimenticando che in generale Cerere sembra più craterizzato di Vesta. Come sempre, nessun corpo celeste si presenta senza nuovi interrogativi...

A presto!

Il cratere con le macchie bianche ripreso il 6 giugno da 4400 km d'altezza (risoluzione di circa 400 m per pixel). Fonte: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
Il cratere con le macchie bianche ripreso il 6 giugno da 4400 km d'altezza (risoluzione di circa 400 m per pixel). Fonte: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

2 commenti

  1. marco

    beh bianchissime si.. con questa sovraesposizione mi sa che si possono riprendere anche da una altezza di 500 m ma non si capirebbe niente uguale..
    molto più interessante quello che c'è attorno

  2. Valerio Ricciardi

    A me manca sempre un riferimento che mi dia l'idea
    1) dell'albedo del resto del suolo
    2) della gamma dinamica del sensore che ha registrato l'immagine

    Ciò che vedo "bianchissimo" lo è sicuramente rispetto a ciò che lo circonda, sembra mandare in saturazione il sensore. Mo non so assolutamente se visto dal livello delle galline lo vedrei propriamente bianco, o solo molto chiaro rispetto a un ambiente circostante assai più scuro.

    Il sale... si, l'affioramento della sommità di una cupola salina? Ma... presuppone un solvente e un soluto, e il solvente arricchito via via del soluto come un oceano che si carica pian piano dei sali dilavati dagli eventi atmosferici di un corpo dotato di un'atmosfera abbastanza densa da sostenere in qualche modo nuvole e piogge... poi una lenta disidratazione e precipitazione di sali, come accadde nel Messiniano al Mediterraneo intero quando si chiuse per un periodo lo stretto di Gibilterra...

    Ma mi parrebbe fantascienza. Ghiaccio (ma perché per forza di acqua? E la CO2?) mi pare una opzione più proponibile.

    Per ora mi godo sempre più nitide quelle strane tracce che paion di rotolamento con una componente di saltazione, come se dei giganti si fossero messi a giocare a bowling con singoli macigni grandi come parecchi isolati...

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