Categorie: Comunicazioni Curiosità
Tags: Enciclica estinzioni di massa Expo 2015 riscaldamento globale
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Verso la sesta estinzione di massa: c’era da aspettarselo!
Eh sì, cari amici, ci mancava proprio la sesta estinzione (sembra quasi di parlare di Nostradamus…) per cercare di ridare vigore al riscaldamento globale che sta tristemente languendo. Se poi la mettiamo insieme alla Enciclica del Papa, dobbiamo dire che il terreno per la prossima riunione sul clima di Parigi è stato preparato molto bene. Forza e coraggio.
Beh… non vi erano dubbi. La sesta estinzione di massa sta avanzando implacabilmente. E’ solo questione di tempo e poi faremo la fine dei dinosauri. La colpa, però, non è di un asteroide o di una serie di supervulcani, ma, solo e soltanto, dell’uomo e delle sue malefatte. In un periodo inferiore ai duecento anni, l’attività umana sta causando gli stessi incubi che hanno vissuto i dinosauri e i loro coetanei 65 milioni di anni fa. Niente male, direi… roba da premio Nobel negativo! Mi trovo quasi pienamente d’accordo su questa sesta estinzione (ma è poi veramente la sesta? Non mi sembra che vi sia questa sicurezza sul numero di quelle già subite nella storia della vita biologica terrestre). Tuttavia, le cambierei leggermente il nome, dato che sembra legata soprattutto a una parte della biologia umana: il cervello. Lasciatemela chiamare “estinzione di massa dei cervelli”. Ecco, così sono molto più d’accordo.
E’ appena uscita una “ricerca” che illustra un futuro drammatico e “quasi” irreversibile (quel “quasi” ha una grande importanza “politica”, come vedremo dopo…) ed ecco che già nei telegiornali del mattino la notizia viene data con tutta l’enfasi del caso… Tra parentesi l’articolo relativo alla ricerca non ha nessun “blocco”, ma la lettura è aperta a tutti (cosa piuttosto strana per certe riviste scientifiche). Prima impressione: mi sembra preparata e fatta uscire con un tempismo così perfetto che non può che lasciarmi dubbioso.
Tra pochi mesi vi sarà la solita riunione internazionale nei soliti alberghi lussuosi che cercherà di frenare il riscaldamento globale e che sposterà in avanti la solita data di non ritorno (una dilatazione temporale che sembra in perfetto accordo con la relatività speciale…). Ovviamente, si concluderà che il primo passo dovrà essere fatto dai paesi in via di sviluppo. Gli stessi che non hanno mai potuto usare l’energia come hanno fatto i “ricchi”. Cosa importa se in questo modo i più poveri resteranno sempre più poveri e milioni e milioni di bambini moriranno di fame? Già gli sono preclusi gli OGM perché fanno male (a chi? alle tasche di certe multinazionali?). E si dirà, come sempre, che la data di non ritorno è stata spostata “fortunatamente” di dieci o vent’anni in avanti.
Inoltre, sappiamo tutti che è appena uscita un Enciclica del Papa che dire veramente “tragica” è dir poco. Un’ enciclica che sembra legata strettamente all’Expo di Milano: cibo per tutti. Sì, ma per tutti i ricchi. Sì, bisogna mangiar bene, coltivare in modo biologico (ma qualcuno sa veramente cosa voglia dire?), ecosostenibile, ecocompatibile e, sempre e comunque, preservare la biodiversità. Le solite parole trite e ritrite che, in fondo, fanno tanto piacere agli chef pluristellati e alle multinazionali del cibo che stanno spopolando all’Expo. E’ questo il cibo per tutti? E’ questa la visione della fame e del cibo che chiede il nostro simpatico Francesco. Anche lui (probabilmente digiuno delle problematiche scientifiche) si è affidato ai suoi “esperti” che non si aspettavano di meglio che avere un aiuto nientemeno che dal Papa in persona.
Anche se poco evidenziata, la polemica sulla Enciclica è scoppiata un po’ ovunque nel piccolo mondo ancora razionale e con un minimo di VERA libertà di stampa. Essa contiene, infatti, una serie di dichiarazioni che vanno proprio contro lo spirito che potrebbe aprire spiragli concreti per dare da mangiare qualcosa (anche se non preparato dai maestri cucinieri) a chi ha veramente fame e che la parola obesità non sa nemmeno cosa voglia dire. Un Papa fortemente mediatico (sicuramente in buona fede), ma che è stato irretito nella trama dei fautori del riscaldamento globale. Un colpo da maestri!
Era proprio il momento più propizio per fare uscire la notizia bomba: è iniziata la sesta estinzione di massa e la colpa è dell’uomo. Ovviamente, nessuno dice che i soliti ricchi riusciranno a superarla e … pazienza per chi ha dovuto soccombere. Però, ecco che compare il “quasi” di prima. L’estinzione è cominciata, violentissima e spaventosa, ma può ancora essere fermata. Sì, ma come? Beh… nel solito modo, con i trattati di Kyoto & co., con fondi elargiti solo a certe ricerche. Con le ecotasse, con le energie alternative che, però, devono essere sempre molto care e non libere a tutti e mille altri giochini politici e finanziari.
Mi aspetto articoli al limite del dramma apocalittico, con il riscaldamento globale in gran spolvero e con le menti sempre più rotolanti verso la loro PRIMA estinzione di massa, l’unico e vero risultato cercato dai pochi potenti: l’appiattimento verso il basso della capacità razionale dei cervelli dell’uomo comune. Orwell insegna sempre.
No, non vale la pena continuare e nemmeno ripetere che nessuno vuole l’uomo libero di sporcare a piacimento il globo. No, si chiede solo onestà scientifica e azioni veramente logiche e oneste.
Meglio parlare un po’ di Scienza (che fatica sempre più grande è lo scrivere quella S maiuscola…). Le estinzioni di massa subite dal pianeta Terra sono sempre state legate a fenomeni naturali di potenza incredibile, ma del tutto “normali” per il Cosmo. Un pianeta geologicamente “vivo” DEVE sicuramente avere, prima o poi, dei momenti di attività parossistica che, benché locali, sono più che sufficienti a sconvolgere l’ecosistema. Sappiamo, ad esempio, con buona sicurezza che la California diventerà un isola. Un evento normale che certo creerà non pochi problemi ai suoi abitanti.
Basta un supervulcano, come quello dei campi Flegrei, per potere innescare una vera estinzione di massa di entità non facilmente quantificabile. Poi vi sono, ovviamente, le comete e gli asteroidi. Basta una scheggia di una decina di chilometri, per rivoluzionare tutto quanto l’evoluzione biologica ha creato nei milioni e milioni di anni precedenti. Per non parlare delle variazioni meno drastiche, ma altrettanto “catastrofiche”, legate a fenomeni più complessi e articolati che hanno, comunque, portato alla Terra-palla di neve o alla Terra-palla di fuoco, che sicuramente hanno giocato un ruolo non indifferente alla sopravvivenza delle specie animali.
Oggi, abbiamo anche l’estinzione antropica… va beh, potremmo anche crederci o far finta di crederci se servisse a rimettere in linea l’avidità e l’idiozia umana. Purtroppo, temo fortemente che la sua “creazione” serva proprio al contrario. Caro Papa Francesco rileggiti la tua enciclica e fatti consigliare da quei pochi scienziati lucidi e onesti che ancora ci sono. Cerca di pensare ai veri poveri e non farti irretire dalle solite parole stantie che vanno a ruba all’Expo di Milano. Cerca di comprendere cosa siano gli OGM, cosa sia il clima, cosa sia una ricerca sempre più dispendiosa di energie alternative che tutto vogliono fare, meno che portare sollievo i derelitti. Anzi, proprio il contrario. Mi rivolgo a te perché ti considero in buona fede.
Ai ricercatori che hanno previsto una rapida estinzione, ai climatologi improvvisati, ai politici e politicanti, agli scienziati prezzolati, agli ambientalisti che si cibano solo dagli chef pluristellati, alle mogli di presidenti che pensano all’obesità e che poi accettano di vendere le armi per distruggere sempre di più le residue speranze dei veri poveri, non vi è ragione di rivolgersi. Loro le cose le sanno benissimo, e sanno anche come manipolarle!
Un ultimo accenno alle estinzioni di massa. Sono state veramente drammatiche? Sono stati episodi catastrofici e distruttivi per la vita? Assolutamente NO. Proprio grazie a questi salti improvvisi la vita ha compiuto passi da gigante. Ricominciando “quasi” da zero è riuscita ad accelerare la sua evoluzione e a seguire strade diverse, probabilmente più efficaci.
Penso sempre alle corna dei cervi… Sembrerebbe assurdo che debbano perderle ogni anno. Tanto lavoro per ricominciare da capo… Eppure questa è la soluzione migliore per la Natura.
Concludo con un episodio di vita vissuta. Molti anni fa vi era stato un incendio “disastroso” al parco di Yellowstone. I media avevano parlato di tragedia, di catastrofe ecologica, di dramma incommensurabile. E invece un incendio di tali proporzioni assomiglia moltissimo alle corna dei cervi. Un incendio serve a ripulire, a ridare vita al terreno, a rinfrescare una vita che sta languendo.
La prova? Mi trovavo, in quel periodo, in viaggio da Torino a Roma in uno scompartimento in cui c’era un ranger dello Yellowstone in vacanza. Abbiamo iniziato a chiacchierare e, appena saputo chi era, gli ho subito chiesto quali sarebbero state le conseguenze di quel “dramma” ecologico. Lui mi ha guardato sorridendo e mi ha detto: “Dramma? Quale dramma. Se non avvenissero spontaneamente questi incendi bisognerebbe attivarli artificialmente. La troppa attenzione li frena, ma essi sono come l’acqua per noi. Senza di loro una foresta non potrebbe che invecchiare e spegnersi inesorabilmente. No, non è un dramma, ma un veto dono che la Natura sa quando regalare a se stessa!”.
Potrei continuare a rendervi partecipi dei miei pensieri per pagine e pagine. Ma è inutile. Per chi mi capisce ho già scritto troppo. Per chi non mi capisce o non mi vuole capire o si affida ciecamente ai media ufficiali non scriverei mai abbastanza.
Forza e coraggio. Allacciamoci le cinture di sicurezza e sorbiamoci tutti i particolari della sesta estinzione di massa, quella dell’uomo cattivo (su questo punto sono pienamente d’accordo), quella che potrebbe veramente servire a ringiovanire i cervelli e far prendere alla Natura una direzione più efficace ed efficiente. D’altra parte, proprio l’asteroide di 65 milioni di anni fa ha permesso che dai resti dei dinosauri nascesse l’uomo odierno…
Però, non ci credo molto e temo che anche questo dramma epocale avrà i suoi tempi dilatati sempre di più, in attesa che un piccolo asteroide decida di venirci a trovare…
44 commenti
Ti confesso che la parte politica mi interessa davvero poco; molto più interessante quella scientifica.
Si, con le cosiddette estinzioni di massa la natura si garantisce la biodiversità permettendo a specie fin lì "represse" dalla competizione biologica, di occupare le nicchie biologiche messe a disposizione dalle specie estinte.
E' quanto accaduto 65 milioni di anni fa con i mammiferi, relegati alla condizione di piccoli insettivori notturni dallo "strapotere" evolutivo acquisito dai dinosauri; ma i dinosauri non sono spariti, i loro discendenti sono intorno a noi, li chiamiamo uccelli.
I mammiferi, d'altra parte, hanno avuto la loro opportunità che hanno sfruttato pienamente irradiandosi in lungo e in largo, occupando le terre, i mari e perfino l'aria.
Insomma la natura si evolve in modo più o meno graduale con le note regole delle mutazioni e della relativa selezione ma, ogni tanto, eventi "catastrofici" possono rendere più efficienti tali meccanismi evolutivi. E poi alla natura "interessa" ben poco il destino della singola specie o di un gruppo di specie: l'"obiettivo" (cieco eppur "guidato" dalle regole della natura) è perpetuare la vita.
La caduta di un albero nella foresta è un dramma individuale ma rappresenta un'opportunità per tutti gli alberelli oscurati dall'ombra dell'albero preesistente. Si scatena allora un'autentica corsa verso ... l'alto per svilupparsi più rapidamente dei concorrenti e raggiungere la luce che vuol dire vita.
Ah, che bella invenzione la natura.
P.S.: Caro Peppe, se mi vuoi bacchettare per quanto scritto, fallo pure!
Per quanto riguarda le corna (dei cervidi, ovviamente!) hai sollevato un'interessante questione sulla quale il buon Peppe c'intratterrà a tempo debito.
La selezione naturale infatti si muove su due piani, il secondo essendo quello della selezione sessuale.
I magnifici palchi dei cervi maschi rappresentano un richiamo sessuale per le femmine ed un'arma rituale per i maschi, da utilizzare contro i rivali in amore.
Il fatto che cadano ogni anno può dipendere dal loro peso e dall'ingombro: se venissero conservati richiederebbero all'individuo energie supplementari. Inoltre i predatori potrebbero catturare più facilmente gli esemplari più dotati. Si otterrebbe quindi l'effetto opposto a quello "perseguito" dalla natura: gli esemplari più belli (quindi più forti, più in salute, più adatti a perpetuare la specie) diverrebbero i più esposti alla predazione. Una tale "strategia" evolutiva risulterebbe probabilmente perdente. Come abbia fatto la natura a pervenire a questa soluzione, ovvero alla caducità delle corna in alcune specie, non ti so dire, ma penso che ci siano state soluzioni intermedie che hanno "indirizzato" la "scelta" in tal senso.
N.B.:
Le virgolette hanno sempre lo stesso scopo: quando si parla di evoluzione c'è regolarmente il rischio di attribuire alla natura un fine, una scelta, che non esiste.
caro Alvy, hai ragione su quel che scrivi.
se estinzione dell'uomo ci sarà, la vita andrà comunque avanti e non sentirà di certo la nostra mancanza..anzi, sono sicuro che dirà: "finalmente quei rompi bipedi se ne sono andati"
ci fu un estinzione dove addirittura il 95% delle specie viventi è stato cancellato...la vita ha comunque resistito e creato un'ampia biodiversità.
come specie homo sapiens viviamo in quello che è un battito di ciglia dell'evoluzione biologica..siamo piuttosto giovani in tal senso. spero solo che questa nostra specie raggiunga almeno il milione di anni, ma sono troppo ottimista.
gli esseri viventi vincenti sulla Terra sono i batteri non l'uomo..rendiamoci più umili..non sarebbe male.
i batteri sono qui dall'inizio dell'avventura della vita sulla Terra e hanno "visto" i trilobiti, i primi insetti uscire dall'acqua, i primi vegetali, il primo pesce che ha dato origine ai vertebrati terrestri e alla nascità di questa insulsa specie che crede di dominare il mondo (l'uomo)
Sugli OGM, sto elaborando l'articolo...un pò di pazienza.
il fatto è che sono appunti universitari e sto cercando, tempo permettendo, di elaborarli in concetti più semplici
Circa gli OGM, mi duole ma sono abbastanza sostanzialmente in dissenso con te.
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Il pericolo degli OGM non è connesso DI BASE alla salute: certo ci vuole prudenza, non è che fai una cosa la vendi e poi guardi se schiattano tutti, ovvio. Ma non esiste ragione al mondo di non poter ritenere di utilizzare protocolli di verifica sufficientemente rigorosi ed attenti da restringere a probabilità incommensurabilmente basse il rischio di effetti di lungo termine negativi per la salute per chi ne faccia uso.
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Ma c'è di più: non vedo onestamente come senza l'utilizzo delle tecnologie OGM si possa in prospettiva dar da mangiare a tutti (sto semplificando molto, ma il succo è quello):
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Il problema delgi OGM è squisitamente legale, ed è connesso alla brevettabilità degli organismi geneticamente modificati.
Io per tirar fuori una varietà di sorgo che non è attaccabile da certe muffe che se ti beccano ti azzerano il raccolto spendo molto, molto denaro in ricerca.
Normale che voglia rientrare dell'investimento pretenda che se vuoi quel sorgo, tu debba comprarlo da me. Non c'è nulla di strano. Mica sei obbligato, no?
Il punto è che tu un iPhone puoi decidere di non comprarlo anche per tutta la vita, se preferisci l'ambiente Android; in quel caso ci sono i vari Samsung, Huawei eccetera.
E' la stessa cosa, no? Se non ti piacciono gli OGM, basta non strisciare la carta.
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Ma gli OGM vengono immessi nei campi. Soggetti alle leggi di propalazione del genoma cui quelle stesse piante si son adattate nel corso di milioni e milioni di anni.
E la caratteristica della vita si sintetizza, come diceva Jacques Monod, in due tratti di fondo: Invarianza e Teleonomia.
Invarianza perché il figlio del tuo gatto (hai un gatto?) è programmato per cercare di essere riconoscibile quanto possibile come un normale gatto.
Magari con le orecchie non proprio identiche, magari con una frezza di soriano su un lato della groppa che aveva il suo bisnonno ma che nonni, nonne, padre e madre non mostravano, ma inequivocabilmente un ottimo gatto. Perché se quando nasce non miagola e non corre appresso alla pallina a tre mesi e mangia solo cavoletti di Bruxelles, c'è qualcosa che non va, non è un buon gatto.
Teleonomia perché la vita ovviamente cerca di perpetuare nel tempo il genoma di un individuo, che come tale per sua natura (a cominciare da chi scrive) è destinato a morire, e la riproduzione cerca di garantire che si sprechi il meno possibile della "cultura genetica" che per tentativi ed errori, provando e riprovando si è accumulata nel corso di milioni di anni. Senza teleonomia, ad ogni generazione si dovrebbe ricominciare l'esperimento. Saremmo ancora a livello di amebe che avanzano tentando di estroflettere gli pseudopodi.
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Perciò nulla di strano che anche un organismo OGM, che non sa di esserlo evidentemente, cerchi sopratutto di garantirsi la SUA teleonomia.
Le piante sanno farlo nei soliti modi. Figliano come matte, convincono animali a cibarsi di loro parti ingoiando anche semi che propaleranno dentro la loro cacchina calda, attaccano al vello di mammiferi pelosi pallette ricoperte di uncini col seme dentro così quando quello si sarà riuscito a liberare della fastidiosa palletta grattandosi essa sarà arrivata più in là che può magari in un ambiente più favorevole all'attecchimento, offrono nettare agli insetti sperando di riuscire a sporcarli del loro polline con cui fecondare propri simili in giro, più lontano che si può.
Sono piante, san fare il lor mestiere di piante, non sanno compilare moduli né riconoscono recinzioni. Non sanno nemmeno leggere un brevetto.
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Non sono Chihuaua da appartamento col pelo viola che si intonerà benissimo col divano di Alcantara appena comprato da Natuzzi, ma piante che vengono seminate a fianco di coltivazioni dello stesso tipo.
Che prestissimo contaminano l'adiacente campo casualmente non OGM con qualche loro consimile geneticamente modificato.
Tu per ragioni tue (aòh, mica è obbligatorio) decidi di non acquistare grano saraceno OGM dalla Monsanto; hai anche un agriturismo, e siccome la cosa è molto apprezzata dai suoi clienti che sognano un po' di natura naturosa naturalmente naturale dopo una settimana in banca a Milwakee, a sentire dalla finestra la puzza dei furgoni che fanno le consegne per UPS, ti dichiari OGM-Free.
Ai tuoi clienti piace usare lo zucchero di canna invece di quello raffinato, scelgono macchine a Metano o GPL, sognando l'elettrica, mangiano poca carne, prediligono la pizza lievitata col lievito madre senza lievitante chimico, è più buona e più leggera.
Quando possono, se ne vanno a spasso in bicicletta con le marce e anche col rimorchietto con dentro il bambino piccolo, vanno pure in kajak portandosi il panino.
Vuol dire che non son poveri, certo, devono essere comunque economicamente almeno tranquilli. Non necessariamente ricchi sonb. Ma puoi impedirglielo?
Se gli offri una marmellata fatta con fragole OGM, gente del genere te la tira in testa. Ecco perché tu nel tuo agriturismo non solo non utilizzi sementi della Monsanto, ma lo dici anche nei tuoi depliants. E pensi che basti non comprarli.
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Purtroppo il tuo vicino non la pensa così. Lui coltiva grano saraceno con la logica del tanti ettari ho, tanto mi costa lavorarli, tanti quintali per ettaro riesco a produrre, tanto al quintale va, entrate meno costi è il mio guadagno. E' un imprenditore, non un poeta.
Se non ruba, vorrei sapere che cosa c'è di illegale in questo. Se riesce a produrre tanti tanti quintali, delle due forse contribuisce anche nel suo piccolo a far calare un poco il prezzo del prodotto, essendocene in giro di più.
Perciò quasi quasi aiuta i poveri a mangiare non solo perché ne rende disponibile tanto, ma anche perché aiuta loro a poterselo permettere.
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E adesso ci son due chiavi di lettura, che son disperatamente, drammaticamente tutte e due vere. La prima: se in teoria con un intervento di ingegneria genetica riesco a selezionare in laboratorio una varietà di vite (non americana) che non è attaccabile dalla filossera, magari che accidenti ne so, perché contiene un enzima per noi innocuo al 200% ma per la filossera lassativo, ciò per la salute umana sarà un vantaggio: che è meglio, un OGM senza pesticidi o un organismo tradizionale imbottito di DDT, per dire? Quindi in teoria, ben vengano gli OGM che ci salvano da anticrittogamici, Atrazina, Molinate e sostanze chimiche varie che sono SICURAMENTE nocive e spessissimo teratogene. Non fa una grinza, no? E chi lo nega è antiscientifico.
...
La seconda contiene la fregatura. Se un organismo è brevettato (cosa legittima) poiché a parte il "ritocchino" è uguale a tutti i suoi consimili, cercherà di diffondersi come può.
Anche nel campo del vicino, quello dell'Agriturismo natura tutto biologico.
E a questo punto succede una cosa.
Che un Vincenzo Zappalà, essendo uno scienziato (certamente si) ed una persona molto per bene (si vede lontano un miglio e mezzo al netto del suo caratteraccio, anzi! Ha proprio quel "genere di caratteraccio reattivo a volte anche bizzoso e umorale" diffusissimo fra le persone integerrime con molta personalità... di quelle che qualche volta per una rispostaccia ben assestata... ti farebbero venir voglia di tirargli uno schiaffo, ma cui non puoi fare a meno di affezionarti) non potrebbe immaginare, perché è una cosa cui non penerebbe mai considerandola eticamente rivoltante.
Succede che TECNICI DELLA MONSANTO entrano non visti nel terreno del vicino con l'agriturismo, e ai suoi margini con pazienza fanno campionamenti mirati volti ad individuare esemplari della LORO varietà OGM di grano saraceno, che quello dell'agriturismo NON ha comprato ma il vicino usa legittimamente.
Numerano, filmano il campionamento, imbustano i campioni alla presenza di un avvocato/teste cazzutissimo. Pare un film come "Insider".
Poi scrivono al padrone dell'agriturismo: tu stai utilizzando un nostro brevetto senza pagarne i diritti di sfruttamento. Ecco le prove.
Ora o dal prossimo anno tu compri da noi la semente per il tuo campo e noi diamo un colpo di spugna col passato, perché siamo tanto buoni, o te la devi giocare in Tribunale.
La madre di tutte le porcate: si chiama logica di monopolismo, riduce la biodiversità delle menti e dell'economia reale, prima ancora che delle specie, impone una scelta con la logica del brevetto. Perché ritrovarti col campo incolpevolmente contaminato di OGM varrà quanto essere colto con le mani ad attaccare i fili sotto il cruscotto di un auto nel parcheggio di una concessionaria per portarsela via senza pagare.
Assurdo? Temo di no, se vedi le migliaia e migliaia di cause già vinte dalla Monsanto.
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Mi dirai: se quello dev'essere il prezzo da pagare per sfamare l'umanità, beh, bisogna guardare il bersaglio grosso, non c'è spazio per i sentimentalismi verso il proprietario di agriturismo biologico, alla fine basterà che tolga il cartello OGM-Free che lo presentava tanto bene con la sua clientela. Basta che le marmellate sian buone e non troppo dolci, e che poi ricicli il vetro dei barattoli.
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Macché. Lo sai, Vincenzo, dove su larga scala la Monsanto sta facendo il giochino del campo contaminato terrorizzando piccoli coltivatori diretti che non potrebbero pagare nemmeno le marche da bollo di una causa ben fatta (gli avvocati delle grandi multinazionali sono a stipendio più incentivi, sono specializzati e per aprire un contenzioso Monsanto & Co. debbon solo pagare le spese)?
IN INDIA, sin qui specialmente nel Punjab e nel frequentemente cattolico Kerala.
Coi contadini morti di fame.
Nel loro caso, li aggredisce con virulenza non solo per la piantina spiria birichina, ma sopratutto quando, come culturalmente han sempre fatto, dopo essersi fatti vendere la prima fornitura di sementi OGM a buon prezzo (anche lo spacciatore davanti scuola di tua figlia se nella vita le avrà offerto la prima dose - che avrà certo rifiutata - quella prima dose era gratis o semigratis)... dopo il raccolto si tengon da parte un paio di sacchi che non vendono... per la prossima semina, come l'umanità ha imparato a fare da circa ottomila-novemila anni.
E no cocco. Se li semini mi devi pagare i diritti, con gli interessi.
La vita non è della Natura, dopo che ci ho speso tanto e posso dimostrare che il ritocchino l'ho fatto io, tu paghi il conto del chirurgo plastico.
Se no, ci vediamo in tribunale, intanto ti faccio pignorare la mucca. Che latte beve poi tuo figlio? Problemi tuoi. C'è stata anche una puntata di Report su questo tema, fatta benissimo. La Gabanelli non sbaglia un colpo.
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QUESTO è il problema OGM. Non che se ti mangi il popcorn fatto col mais OGM poi ti si secchi il pisello. Ma và, parliamo d'altro. E se anche oggi fosse qualche rara volta vero, è un problema tecnico, scientifico, i problemi tecnici si affrontano e dai e dai si trova un soluzione, è la storia della Scienza (maiuscolo) e della scienza applicata (minuscolo) questa.
Ed è un grossissimo guaio, che non so come possa essere affrontato, non almeno negli USA in cui la mentalità è che se un ragazzo entra in una chiesa di gente che prega e fa una strage gridando frasi neonaziste farneticanti, arriva la National Rifle Association a dichiarare che la colpa è del reverendo (ucciso) che è stato tanto stolto da NON PERMETTERE DI ANDARE A PREGARE IN CHIESA CON ADDOSSO ARMI AUTOMATICHE, se no ci sarebbe stata una bella sparatoria ed il cattivone sarebbe stato ucciso con al massimo due tre morti compreso lui.
...
La brevettabilità degli organismi, non l'idea che l'ingegneria genetica in sé debba per forza essere pericolosa, è la nuova frontiera della fantascienza distopica. Se il genio sommo di Orwell fosse vivo, dopo 1984 e dopo La fattoria degli animali oggi starebbe già scrivendo un romanzo per aprirci la mente su quel che sta succedendo.
Altro che mezzo grado in più o in meno che peraltro non si capisce mai quando è in più e quando è in meno.
Pensa che del problema degli effetti giuridici della brevettabilità degli organismi si occupo' il mio ormai vecchio e scassatissimo padre poco prima di andare in pensione, quando da Consigliere Parlamentare era stato nominato Segretario della IX Commissione Parlamentare (Agricoltura etc) del Senato; preparò ormai decenni fa una relazione monumentale, affiancato da altri raffinati giuristi come lui, in cui venne evidenziato il problema e rimarcato che si sarebbero dovuti autorizzare gli OGM in Italia solo dopo aver messo dei paletti equilibrati (equilibrati, mica gli devi confiscare i brevetti o negare il loro legittimo lucro, solo impedirgli di fare i bruttifijidenàm... quanto vogliono) alle possibilità di rivalsa e di sostanziale imposizione dei produttori di OGM.
Inascoltata. Chissà quanti parlamentari, leggendola, ne avranno capito le implicazioni.
Un abbraccio forte, Vincenzo, e scusa per la lunghezza.
concordo valerio
sugli OGM ci sono interessi economici e politici alla base....
spero di riuscire a sottoporre alla vostra attenzione quanto prima dei contenuti universitari (quindi scientifici e non proposti dai media) sul dibattito sugli ogm...mi piacerebbe poi vedere cosa ne pensate.
sull'evoluzione delle corna, non ho notizie a riguardo per ora
faccio un'ipotesi fantasiosa senza basi scientifiche.
se queste corna hanno una crescita indefinita? non potrebbero crescere all'infinito altrimenti per il cervo sarebbe scomodo.
magari sono evolute da capelli e i capelli cadono si sa
una spiegazione scientifica seria.
la crescita delle corna dei cervi dipende...
dalla luce
dalla disponibilità di cibo
e dall'equilibrio di due ormoni: testosterone e somatotropina.
la somatotropina fa cresce il palco mentre il testosterone determina la sua calcificazione e lo rende anche più solido e pesante...
la spiegazione potrebbe essere è che se non ci fosse questo equilibrio ormonale il palco crescerebbe talmente tanto che sarebbe d'impiccio all'animale per quanto riguarda i movimenti e poi tutto quel peso in testa non gioverebbe affatto...senza contare che l'animale prova anche dolore dato che la base del palco è innervata e fortemente irrorata. ma se questo è il prezzo da pagare per dimostrare di essere forti e in buona salute per conquistare le femmine ne vale la pena
Sì, sì, ma resta il fatto che conviene ricominciare da capo... Il mio era un paragone simbolico, ovviamente
ho letto l'articolo dell'estinzione su repubblica oggi
caro Valerio,
al di là della lunghezza straripante del tuo commento , resta un unico punto focale: NIENTE di buono può essere fatto in malafede. Questo non toglie però la possibilità teorica di bastonare le aziende del genere e cominciare a pensare veramente alla fame nel mondo. Gli OGM restano la salvezza, ma è ovvio che devono essere gestiti da istituzioni no-profit con avvocati più bravi di quelli delle multinazionali e con leggi che puniscano gli avvoltoi. Se, invece, consideriamo il malaffare come un dato di fatto che DEVE essere accettato.. beh, allora, perché si scrivono encicliche? perché si dice che l'expo pensa alla fame nel mondo? Meglio che stiano tutti zitti. E perché mai si deve dire che le specie scompaiono velocemente e che i mari si alzano? La ragione è che si teme ancora che qualcuno possa anche ragionare eticamente. Altrimenti non ci sarebbe bisogno di alibi e di scuse. Probabilmente, tra non molto non ci sarà più bisogno di inventarsi frasi fatte, biodiversità, eco sostenibilità e panzane del genere e ci imporranno quello che vogliono senza nemmeno pensare a opinioni o prove contrarie. Quel giorno, per me non molto lontano, ben venga l'asteroide che faccia rinascere le corna da zero! Il nuovo cervo saprà -forse- usare il cervello e non penserà solo in termini di malaffare e non scuserà ogni cosa dicendo: "ma intanto è inutile lottare contro i potenti, meglio far finta di niente". Se spesso mi arrabbio, una ragione c'è... le corna dell'uomo stanno proprio diventando insostenibili...
Caro Enzo a mio avviso il problema non è la conoScienza, ma il suo utilizzo.
Ieri sera su suggerimento di Alvy ho visto la seconda puntata sullo sceneggiato su Einstein.
Al di là di una confusione tra luce che viene attratta da un massa e curvatura dello spaziotempo che “determina” il percorso della luce (per la luce la traiettoria è rettilinea), mi sembra che offra interessanti spunti attinenti a questa ed altre discussioni.
Il dilemma è: la conoscenza racchiusa nella formula E=mc² e il suo utilizzo per creare un'arma capace di annientare milioni di vite.
Condivido pienamente il tuo ragionamento su false soluzioni proposte e manipolazione dei dati, ma questa purtroppo è un'arma che usano in molti.
Chi propina cibo OGM (e si tratta di multinazionali) ha a cuore la soluzione della fame del mondo tanto quanto chi propina la vetrina EXPO.
Prova a vedere cosa accade con i brevetti sui farmaci, questi escludono intere popolazioni dall'accesso alla cura di malattie.
Prova ad applicare questo ai brevetti OGM e davvero si può pensare che queste amplino la sfera di accesso al cibo?
Gli uni e gli altri a me appaiono come due facce della stessa medaglia, poiché a nessuno dei due “promoter” interessa risolvere il problema della fame nel mondo, ma solo aumentare i loro guadagni!
Lo stesso discorso mi sembra riguardare anche la questione energetica/produttiva.
La produzione o l'accaparramento di fonti energetiche, in molte occasioni, non ha minimamente tenuto conto dei danni ambientali (su scala locale) connessi a tali progetti
Basterebbe farsi un giretto intorno all'ex Italsider, ora ILVA di Taranto, osservare il colore rossastro che hanno assunto edifici, asfalto, terreni (sintomi della deposizione di polveri di metalli pesanti, soprattutto ferro) per capire di cosa sto parlando.
Ora qui di nuovo vedo due facce della stessa medaglia.
Per alcuni tutti questi danni oggettivi sono irrilevanti, per cui nessun freno deve esser posto a simili modelli produttivi, per altri si utilizzano dati su scala globale (manipolandoli a proprio piacimento) per garantire antichi privilegi sull'accesso alle risorse ed alle fonti energetiche su scala planetaria.
Come per EXPO, gli stessi personaggi responsabili della iniqua distribuzione di cibo e risorse, si presentano come i risolutori... semplicemente usano strumentalmente alcuni argomenti (riscaldamento globale, vero o presunto che sia) per garantire l'iniquità... dato che le limitazioni dal punto produttivo ed energetico riguardano guarda caso principalmente i paesi in via di sviluppo.
La domanda che mi faccio è se esiste un terzo modo per usare la cono-Scienza, in cui al centro si mettono i problemi planetari da risolvere (ognuno con la sua specificità) e non i profitti di questo o quello, la socializzazione dei saperi e la libera circolazione dei diversi elementi di cono-Scienza e non i brevetti di taluni usati come armi contundenti contro altri....
Se non c'è, c'è un grande bisogno di inventarlo!
Paolo
Karl Bruckner in « Sadako will leben» , solo ad una prima osservazione libro per ragazzi ma in realtà appassionato pamphlet contro l'assurdità del comportamento dell'uomo in questo mondo (da noi venne tradotto col titolo «Il gran sole di Hiroshima», prese premi su premi in tutto il mondo, è una lettura che VERAMENTE consiglio di far fare ad ogni ragazzino di brillante intelligenza), nelle pagine in cui descrive l'esplosione della prima atomica sul Giappone già sconfitto scrive:
"...in quel minuto secondo, l'uomo, creato da Dio a sua immagine e somiglianza, aveva compiuto il primo tentativo di distruggere se stesso. Il tentativo era riuscito."
Ora lasciamo ai credenti una parte, ovviamente, di quella frase.
Ma per il resto, fregandocene del fatto che tutta una serie di fatti osservati vengono utilizzati e distorti per orientare il consenso e farsi legittimare scelte non etiche in nome di un etica, il che è un ossimoro terrificante, resta il fatto che una serie di fatti sono fatti.
E non esiste nulla di più testardo di un fatto.
No, caro Enzo, non è la biodiversità una panzana, perché la biodiversità è fonte di riserva genetica ti tentativi ed errori che rendono la vita sempre più capace di adattarsi per perpetuarsi.
Infatti dove la natura - da sola - ha ridotto di molto la biodiversità, come sullo "scudo Scandinavo" che è stato azzerato sul piano vegetazionale dall'ultima glaciazione, lasciando alla fin fine solo conifere e betulle verso nord, cui si aggiungono un po' di caducifoglie come olmi, ontani, pioppi ed aceri nelle regioni più meridionali, l'ecosistema è assai più fragile e soggetto a sfracelli ad ogni perturbazione dall'equilibrio.
Non è porsi il problema della eco-sostenibilità una panzana: il tentativo di valutare l' «impronta ecologica» di ogni azione umana e di ogni produzione, è il tentativo di non dare per scontato che siccome le specie son tante, e siccome l'uomo è una specie, e siccome le altre specie occupano lo spazio che riescono a trovare certo non ponendosi il problema della sopravvivenza ...se non della propria, tanto vale togliere l'importanza all'uomo nel suo agire scellerato, che in ogni caso alla peggio anch'esso come specie avrà una fine, cui seguirà un nuovo inizio.
Perché razionalmente questo ragionamento fila... però io mi son preso la responsabilità di mettere al mondo una creatura che oggi ha otto anni e messo abbondanti, e tutta questa voglia di restare inerte nel vedere un mondo che "gli lascerò" andare allegramente verso il baratro del disequilibrio energetico, del consumismo più sfrenato, del compulsivo sfruttamento delle risorse per cose cretine (vogliamo parlare dell'Indio, numero atomico 49, che se non si inizia a riciclare come pazzi i display di PC e smartphone resterà indisponibile se non a costi stratosferici in breve tempo?), dell'aria sempre meno limpida, dell'acqua sempre più torbida e sempre più cara, dell'aumento delle diseguaglianza fra chi ce la fa e chi annaspa.
E da un paio di decenni il vento è girato, e se solo dici "non so come risolvere il problema che è molto complesso, certo che non è santo e bello che ci sia al mondo chi vive negli agi e chi annaspa e chi schiatta direttamente fra gli stenti" già non sei più un idealista un po' velleitario, come ti avrebbero guardato vent'anni fa, ma un pericoloso sovversivo, aspirante bolscevico.
Cerchiamo, vi prego tutti, di non gettare via il bambino con l'acqua sporca.
Il Club di Roma ed Aurelio Peccei non erano al soldo delle multinazionali, erano persone per bene. Io ho avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, Peccei, di scambiare con lui delle lunghe conversazioni di ore ed ore (ero un ragazzino) e mi ha lasciato, come Giuseppe Montalenti o Maurizio Parotto, una impronta molto vivida e profonda.
Il problema ecologico è IL problema dei problemi. E resta tale anche se quelli che ammollano improbabili grafici sull'andamento delle temperature oceaniche o della velocità della corrente del Golfo o dell'intensità dei tifoni delle Filippine per qualche sporca ragione connessa ad interessi economici falsificassero ogni dato, deformassero ogni diagramma, alterassero ogni curva, distorcessero per i loro fini ogni modello.
Quanto all'enciclica di Bergoglio... direi: prima si legge, poi si ragiona con calma.
Il quotidiano « Il Giornale » ha pubblicato un editoriale che è un attacco durissimo contro questa presa di posizione del papa sudamericano: conoscendo il livello intellettuale, di cultura, scientifico e di buona fede di quella testata e il genere di gente che la foraggia e diffonde, ciò me la rende vieppiù interessante.
parole le tue, caro Paolo, che condivido in pieno. Soprattutto il finale... Se dobbiamo pensare che niente possa più essere fatto in questo mondo per aiutare chi ha bisogno senza un interesse personale, vuol proprio dire che la nostra razza ha fallito in pieno l'esperimento biologico! Oltretutto, se posso ancora capire (ma non certo condividere) gli interessi di una multinazionale, non posso assolutamente digerire che certe frasi legate all'accettazione di un sistema corrotto e iniquo vengano riprese dal Papa senza che prima si informi adeguatamente attraverso svariati filoni di pensiero. La visione mediatica, banalizzata, stereotipata che tanto serve ai faccendieri non DEVE finire sulla bocca di chi ha ancora qualche possibilità di risvegliare le coscienze e le conoScienze! Per non parlare dell'ONU e cose simili. Sono queste istituzioni che dovrebbero gestire il cibo dei popoli poveri senza passare attraverso gli industriali senza etica e morale. Qualcuno dovrebbe potersi opporre con ogni mezzo, trovare soluzioni alternative senza fini di lucro, investire soldi sullo sviluppo del terzo mondo garantendogli l'utilizzo delle loro inestimabili materie prime. E' assurdo pensare che il Congo sia la nazione più RICCA e che chi la abita è costretta a far fare la guerra ai bambini. Le armi sì, ma il cibo no...
Come concludevo anch'io in un commento precedente: se non si riesce a trovare un modo per far nascere la comprensione reciproca vuol proprio dire che il tempo dei falsi e inutili cervelli è finito! Non meritiamo di sopravvivere e di far parte dell'armonia del Cosmo...
E, ovviamente, il discorso del cibo si allarga ai farmaci, all'energia, allo sfruttamento delle proprie risorse, ecc., ecc. Tutti segni di un'umanità che sta letteralmente marcendo!
E poco mi importa che si dica: "pazienza, bisogna prenderne atto!" Posso anche accettare questa conclusione, ma allora, ripeto, ben venga l'asteroide...
Cari colleghi.
Leggo i vostri commenti ed opinioni su questi argomenti sempre con molto interesse e provo ad aggiungere una riflessione che vuole scavare in profondo o almeno ha la presunzione di farlo.
L'uomo non ha ancora imparato che l'abbondanza esagerata, la grande fortuna, la ricchezza smodata gli eccessi a cui mira non possono portare che sciagure.
Quindi per tentare di proporre soluzioni che rispettino le condizioni di sopravvivenza della specie umana di fronte agli attuali problemi di impoverimento e di esaurimento delle scorte diventa indispensabile un’architettura "povera" che riscopra i valori naturali e le tecniche compatibili con un modo di vita più sobrio.
Risponde a queste esigenze un'architettura di sopravvivenza. Essa, a differenza dell’architettura classica che mira a trasformare il mondo per renderlo favorevole all’uomo, cerca di limitare le trasformazioni conservando solo le più necessarie perché l’uomo sia in grado di sopravvivere in condizioni sufficientemente favorevoli. In altre parole, l’architettura classica trasforma le cose per adeguarle all’uso umano, mentre l’architettura di sopravvivenza prova a trasformare il modo in cui l’uomo impiega le cose esistenti. Altrettanto importante è agire per modificare il modo di porsi dell'uomo che deve cambiare, sopratutto eliminare questo atteggiamento tipico di ira di rancore verso il prossimo che si riscontra in ogni dove finendo così per nuocere a se stessi pensando di danneggiare qualcun altro.
Le armi le conosciamo bene chi di noi non le ha mai utilizzate almeno una volta?
Si lo so vado sempre a parare li nella morale nell'etica ma chi mi conosce già lo sa ma più cerco di arrivare al nocciolo delle questioni più mi accorgo che il problema è insito nel DNA stesso dell'uomo che non si fa scrupoli per sopravanzare l'altrui persona come cambiare questa tendenza facile o almeno lo è a parole bisogna in primis cambiare se stessi prima di aspettarsi che gli altri cambino per noi.
Morale facciamo noi il primo passo lo so è rischioso ma a volte si rimane sorpresi dei risultati. Bergoglio lo comprendo e non mi sento di giudicarlo non deve essere facile prendere posizioni giuste ma "scomode" nemmeno per lui e a volte bisogna cedere al male anche se si è papa.
Enzo, secondo questa estinzione di massa potrebbe essere legata al Global Warming. Nel senso che, visto che il G.W. ultimamente latita, serviva qualcosa per riprendere in mano la situazione. Sarebbe interessante vedere se gli scienziati sono gli stessi
ieri sera, mia madre, prof d'italiano stava ascoltando la poesia di pascoli X agosto...e gli ultimi versi sono davvero eloquenti...
ho pensato che oramai la follia umana è una costante...forse meriteremmo di andarcene e lasciare questa povera vita, che ha fatto una faticaccia enorme da sola a giungere fino a qui, a proseguire senza di noi..
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male
Ah Pascoli, poeta quasi naif, lo dico con apprezzamento; un poeta legato alla sua terra, alle usanze ed alle sue genti. Leggendo i Canti di Castelvecchio quasi si respira quell'atmosfera del mondo contadino di fine secolo, quell'aria rugiadosa e indefinita che immagino avvolta dalle nebbie autunnali ... e poi la fisionomia stessa di Zvani (Giovanni, nel dialetto di quelle parti), rubicondo signore intento a dialogare con anziane donne nei campi, cappello da contadino e giacca forse un pò troppo "vissuta", lo rende perfetto per quegli ambienti. Semplice, genuino, come le sue poesie.
Però, Leopardi ... eh bè, ubi maior ....
caro Gaetano...
sono sempre gli stessi, pronti, nel caso, a cavalcare il dramma del raffreddamento globale come già successo negli anni '70...
Caro Alvy,
Leopardi è tutta un'altra cosa: uomo di pensiero estremo, genio illuminato che aveva capito la realtà. Altro che tristezza, ma coscienza e conoscenza del mondo. Dire che è solo un poeta sommo è troppo riduttivo!
Non credo proprio che ci sia bisogno di mutamenti climatici indotti dall'uomo per causare un accelerazione del numero di specie estinte rispetto a quello che - in modo assolutamente naturale - è normale che avvenga ed infatti avviene ogni giorno senza che noi se ne abbia contezza.
Di specie animali e vegetali ne abbiamo fatte estinguere BEN PIU' DIRETTAMENTE una marea, essenzialmente in modo diretto grazie alle nostre tecniche di caccia più avanzate della media degli altri viventi che hanno capacità predatorie, o per la distruzione sistematica di habitat a vantaggio delle nostre attività economiche più o meno lungimiranti. E la cosa è in pino svolgimento.
Nel Cinquecento si poteva viaggiare, scegliendo accuratamente percorsi e sentieri, dalla periferia di Roma a Parigi senza uscire mai dal bosco.
Oggi è assai più facile viaggiare da Roma a Parigi, volendo, senza mai attraversare una foresta, nemmeno con l'auto.
Ai primi del '900 fu ucciso un coccodrillo, presumibilmente l'ultimo, che viveva ancora in un laghetto in quota sul massiccio del Tibesti; arretrando il fronte freddo (e più umido alle sue propaggini) dell'ultima grande glaciazione di Wurm, le specie cui il caldo stava anche bene ma che hanno bisogno ceto non di estrema cercando di "seguire" il fronte di clima "giusto per loro" man mano che si spostava, ovviamente, "risalirono verso Nord" e se si trovavano "di fronte" un grande massiccio montuoso finché possono saliron di quota, salvo poi restare di fatto in una trappola morfologica (una zona con clima compatibile con la loro sopravvivenza - grazie alla quota che compensava la latitudine - circondata da un ambiente del tutto ostile, che non potrebbero in alcun modo attraversare).
Finché non è stato ucciso quel coccodrillo, dall'uomo, esso è stato la prova vivente di un rivolgimento climatico che ha fatto estinguere specie, ne ha favorite altre, ha accelerato la selezione naturale delle stesse o di altre ancora in un meccanismo in cui l'uomo è stata solo marginale comparsa.
Correlare queste estinzioni (vere) a un fenomeno controverso e di difficile analisi ed interpretazione come le variazioni (o oscillazioni?) climatiche apparentemente in atto, mi pare possa rispondere solo ad interessi economici ben orientati. Cui prodest?
Forse (forse) all'industria del nucleare a fissione, molto meno rigogliosa di un tempo, stante che le tecnologie sin qui utilizzate son fortemente in discussione non solo per quanto attiene agli aspetti legati alla sicurezza, quanto a quelli di costi reali per KWh non appena si devono mettere sul tavolo anche quelli, folli ed associati a tempistiche assurdamente dilatate, di decommissioning.
Chissà che dietro al battage associato alle energie alternative rinnovabili (che, sia chiaro, son cosa buona e giusta e molto razionale) non vi sia anche un'exit strategy dei detentori dei capitali prima associati al nucleare civile a fissione.
Anche perché la fissione per utilizzo civile energetico continua a non essere dietro l'angolo. Quando ero ragazzo leggevo che sarebbe stato realtà il primo impianto produttivo sia pure su piccola scala entro dieci anni; dieci anni dopo ne mancavano ancora solo quindici; altri dieci anni dopo la prospettiva era di vent'anni, poi l'uomo averebbe avuto a disposizione energia a costo abbastanza basso ma sopratutto in quantità quasi illimitata; la distanza che ci separa dalla promessa si allunga sempre di più...
Articolo puntuale e acuto quello di Vincenzo ed anche il dibattito vivace e interessato ne dimostra l'attualità.Mi sono accorto che il Sig. Papa,come tutti quelli che guidano le religioni plaudono sempre all'incremento demografico,anche perché la lotta per la supremazia delle loro organizzazioni ormai si fa sulle nascite( esclusa l' ISIS),che la conduce con le decapitazioni dei miscredenti.I capi delle religioni sognano città subacquee,grattacieli enormi,isole artificiali...Non sarebbe meglio educare la gente alla natalità responsabile,invece di figliare come conigli e mandare poi la prole in giro per il mondo a fare la fame?Ci sarebbe ecologicamente più spazio anche per le altre specie oltre che per noi,vero Sig. Papa ecologista!?
anche ieri,servizio nazionale al tg2,testuali parole: "che il cambiamento climatico sia in atto sotto gli occhi di tutti è oramai un fatto certo senza ombra di dubbi" ,in barba al "non GW" che si manifesta da quasi vent'anni,senza altrettante ombre di dubbi anch'esso,aggiungerei. comunque quello che mi chiedo: ma questa informazione mediatica è frutto di precisi secondi fini e/o pressioni o si tratta di semplice ignoranza/comodità della serie: vi è un testo preimpostato da ripetere all'infinito ad ogni nuovo servizio da mandare sull'argomento?
caro Davide,
entrambe le cose... i giornalisti televisivi e anche molti tuttologi ripetono le solite litanie per non impegnarsi troppo. Tuttavia, alla base c'è sicuramente uno scopo preciso che vuole creare spavento e inquietudine in modo da poter chiedere sempre di più alla gente ed evitare reazioni. In fondo, è un sistema usato da millenni, anche dalla Chiesa con l'inferno!
A volte è atroce capire tutto e in fretta
L'intelligenza mi illumina, mi spalanca gli occhi e quando ho a che fare con la superbia umana divento vulcanico, praticamente più intelligente di prima!
A volte penso sia meglio non capire...essere meno perspicace meno intuitivo e astuto. Praticamente modicarmi ed non essere me stesso... eh NO non mi va!!!
Chi mi conosce mi apprezza per quello che sono.
Non sono propenso ad essere il lenone di nessuno onde per cui se vedo "marcio" sicuramente non posso arginare l'impeto della burrasca che scaturisce in me.
Con chi ce l'ho??? Beh mi pare che molti dei colpevoli li avete citati voi io ci aggiungo tutti i superbi i serpenti che vivono su questa terra.
Davvero a volte prego nella speranza che 433 Eros impatti su questo dannato pianeta.
In verità proprio il suddetto Papa ha detto molto chiaramente che non è un valore eticamente encomiabile figliare come conigli... ed è stato sommerso di critiche dalle frange più conservatrici nemmeno del clero, ma dei suoi dichiarati fedeli...
Da "Il fatto quotidiano" « Rispondendo a una domanda sulla contraccezione, il Papa ha affermato che la “paternità responsabile significa che si devono fare figli, ma responsabilmente. Alcuni credono che i cristiani debbono fare come i conigli. Sentir dire che 3 figli già sono troppi mi mette tristezza perché per una coppia sono il minimo necessario a mantenere stabile la popolazione“. Per Bergoglio è necessario essere aperti alla vita nel matrimonio, “tanto che il sacramento non è valido se qualcuno si è sposato con l’intenzione di non avere figli“. Ma Francesco non ha nascosto che possono esserci ragioni serie a sconsigliare nuove gravidanze ricordando che “ci sono vie d’uscita lecite, i cattolici chiedano ai pastori“. »
Da Focus (che qualche volta è abbastanza attendibile, più spesso ricco di sfondoni)
(omissis...) « Sull'aereo che lo riportava a casa dopo un viaggio nelle Filippine, Papa Francesco ha parlato a braccio con i giornalisti e - in un passaggio (vedi originale) ha detto «Alcuni credono che – scusatemi la parola, eh? – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli, no? No. Paternità responsabile». Ma da dove arriva il modo di dire "fare figli come conigli"? Corrisponde al vero?
FATTI PER FIGLIARE. La strategia riproduttiva dei conigli è di tipo “r” (riproduzione indefinita), come quella delle lepri (che fanno parte della stessa famiglia dei conigli), dei pesci, dei rettili e dei batteri.
Quella dell’uomo, e di altri grandi animali, è invece di tipo “K” (riproduzione limitata da una variabile definita). La strategia “K” prevede un numero limitato di figli, e un grande impegno per crescerli e proteggerli. Applicare la strategia “r” invece significa mettere al mondo quanti più cuccioli possibile, indipendententemente dalle loro reali possibilità di sopravvivenza. Ne moriranno tanti, ma qualcuno ce la farà. Così il coniglio femmina partorisce fino a 14 cuccioli a ogni parto, e in un anno i parti possono arrivare a cinque. »
La Chiesa cattolica sembra iniziare a prender coscienza, quando siamo arrivati a quota sette miliardi, dei... limiti dello sviluppo, anche se Malthus aveva esagerato un po' nelle sue previsioni sul piano quantitativo. Meglio che niente, dai.
Mi permetto di quotare davide 1334:
« “che il cambiamento climatico sia in atto sotto gli occhi di tutti è oramai un fatto certo senza ombra di dubbi”, in barba al “non GW” che si manifesta da quasi vent’anni, senza altrettante ombre di dubbi anch’esso, aggiungerei. »
Appunto.
Sempre senza ombre di dubbi, l'un contro l'altro armati, ma armati da chi?
Temo da interessi economici contrapposti.
Roland Barthes scriveva:
VI E' UN'ETA' IN CUI SI INSEGNA CIO' CHE SI SA;
MA POI NE VIENE UN'ALTRA
IN CUI SI INSEGNA CIO' CHE NON SI SA
E CIO' SI CHIAMA CERCARE .
Ho tentato di commentare il penultimo interessantissimo intervento di Valerio Ricciardi ma ..... il circolo mi è sparito di sotto gli occhi
E allora, visto che come l'araba fenice si è rigenerato dalle sue stesse ceneri, ecco il commento che avevo preparato.
Definirei ottimo l'approccio di Valerio in relazione alle due strategie riproduttive "inventate" dalla natura.
Sebbene entrambe le strategie siano parimenti vincenti, essendo tuttora ampiamente adottate dai viventi, mi pare di poter dire che la strategia K rappresenta una soluzione più "avanzata" dell'altra nel senso del conseguimento di un maggiore sviluppo mentale delle specie che l'adottano.
Il "progresso mentale" si ottiene se il giovane individuo può trarre insegnamento dalle esperienze occorse ai genitori; tramandare tali eventi da una generazione all'altra vuol dire dedicare tempo alle cure parentali sviluppando una "cultura" intraspecifica che diviene patrimonio di tutti gli individui.
Gli esemplari di homo sapiens sapiens, portatori di una cultura "superiore", riuscirono ad avere la meglio sui rappresentanti di homo sapiens neanderthalensis pur dovendosi scontrare su un terreno più favorevole a questi ultimi, fisicamente più resistenti e meglio adattati al clima rigido dell'Europa Settentrionale. Riuscirono a farlo in virtù di un'intelligenza, intesa come capacità di manipolare l'ambiente a loro vantaggio, che non era patrimonio dei loro cugini.
L'acquisizione di una cultura è un altro polo evolutivo, accanto a quello fenotipico, con cui e su cui opera la natura.
La chiesa non perde occasione per dimostrare tutta la sua inadeguatezza ed inutilità: trovo straordinario che, attraverso la predilezione della strategia r, gli alti prelati promuovano (inconsapevolmente?) la speranza di una evoluzione umana volta alla perdita del valore assoluto rappresentato dalla consapevolezza di sè e del mondo circostante.
I nostri amici ecclesiasti dovrebbero chiarire, soprattutto a sè stessi, se il cervello e le sue attività sono creazioni del Supremo o meno.
Se sì bisogna accettare un approccio critico e razionale alla realtà che presuppone, purtroppo per loro, il DUBBIO, quale che ne sia l'oggetto.
Se no, facciano un elenco delle parti corporee che sono opera del diavolo!
Ma attenzione, perchè in quest'ultimo caso l'onnipotenza del Signore andrebbe a farsi ... benedire!
Mi fa piacere che Papa Francesco inizi a gettare qualche sassolino nello stagno ma temo che l'onda di marea della curia sommergerà le sue buone intenzioni, come sempre.
Caro Alvy si può aver fede ed essere anticlericale allo stesso tempo?
La fede è gioire della bellezza del cosmo e del fatto di essere presenti e di poterlo vivere.
l'intelligenza è al sevizio dell'uomo per i suoi scopi come lo è il suo corpo.
La fede tiene l'uomo con i piedi per terra e controbilancia la tendenza dello stesso a porsi come un Dio rispetto alla natura.
Gli eccessi sia da una parte e sia dall'altra portano a squilibri a malintesi ad odio e autodistruzione.
Ci vuole equilibrio dobbiamo gestirci imponendoci una linea guida che più ci porti al benessere come specie.
Chiamiamo ciò fede o come vogliamo l'importante nei rapporti interpersonali è tenere sempre e costantemente presente la dignità altrui senza mai calpestarla ne permettersi di denigrarla.
Poi ognuno si prenda la responsabilità delle proprie azioni.
Poi sull'intelligenza la necessità fa causa quindi il bisogno stimola l'intelletto....
Unica raccomandazione per gli "intelligenti" cercate di non fare lobby o circoli chiusi ma date possibilità a chi si avvicina con umiltà culturale di godere del piacere delle endorfine che il prodigarsi nella cultura ci regala.
Vedi Diego, a mio giudizio tutte le attività umane che la religione pone come benefiche sono già comprese nel "contratto" che esseri biologici sociali stipulano tacitamente all'atto della costituzione di una comunità.
Il rispetto reciproco, l'aiuto, la cooperazione, l'amore tra chi costruisce una famiglia, la tutela dei giovani, la misericordia ... ecc. ecc. ecc. sono il fondamento di qualsiasi comunità, tant'è che analoghe necessarie opzioni si trovano nel mondo di esseri meno evoluti i quali non mi risulta vadano in chiesa la domenica mattina
Per l'osservanza di tali regole bastano e avanzano controlli laici.
Dopodichè la chiesa si è appropriata di tali questioni assolutamente laiche facendone i propri cavalli di battaglia. Fin qui potrei perfino essere d'accordo; si tratterebbe di un ulteriore organo di controllo.
Poi però c'è il resto: vogliamo elencare tutte le malefatte della chiesa?
E, per cortesia, non venitemi a raccontare che si può predicare bene e razzolare male!
Un fior di scienziato che nel tempo libero scippa le vecchiette sarà eticamente riprovevole ma non si potrà certo sostenere che sia uno scienziato scadente!!
Per converso, un prete pedofilo è un pessimo prete il cui peccato non può essere in alcun modo accettato, nè giustificato, nè perdonato. Ha scelto di dedicarsi agli altri? Bene, lo faccia nel totale rispetto delle sue regole professionali!!!
In quanto alla fede, non dimenticare MAI che l'approccio fideistico è SEMPRE, NECESSARIAMENTE cieco, lo è per definizione.
Come cavolo fai a studiare una materia, ad indagare un fenomeno, se alla base c'è già un'idea preconcetta di come DEVONO andare le cose?!?!
E' per questo che ritengo inconcialibili scienza e religione. Poi nel privato, smesso il camice del ricercatore, lo scienziato può anche rivolgersi a Dio; vuol dire che, perlomeno, queste due attività così distanti saranno praticate in momenti diversi.
Il prof. Zichichi ritiene invece che possano essere svolte contemporaneamente!!!
Che bel minestrone ....
NO! Io guardo l'universo pensando alla straordinaria .... natura della NATURA che, "applicando" soluzioni perfino ovvie e banali è riuscita a costruire quello che vediamo.
mmmhh mi sembra di essere abbastanza vicino alle posizioni di Enzo; mi devo preoccupare?!?!
Si.
Tranquillo Valerio, vedrai che uragano si scatenerà non appena Enzo avrà letto il mio precedente commento sulla RR!
Forse mi conviene sparire per un pò ...
no Alvy non mi arrabbio più... al limite elimino!!!!
Alvermag, naturale che tengo separata scienza e fede se devo indagare il cosmo il mio intervento voleva essere solo un ribadire un concetto a me caro che ritengo sia
la base di una reciproca e pacifica convivenza o almeno così lo è per me.
Assolutamente mi è perfettamente chiara la tua visione che condivido solo in parte io mi sono autoimposto dei limiti per la mia salute e per non far star bene chi mi è vicino, diciamo una specie di forma di filantropia ecco questo è vivere la mia fede, un modello o stile di vita che ho adottato per rendermi questo passaggio terreno il meno penoso possibile.
Scienza e fede sono due pesi, la vita è una bilancia che l'uomo deve tenere in equilibrio..... ancora in bicicletta in discesa la velocità è l'intelligenza ed i freni sono la fede. La parte razionale la parte istintiva od emotiva l'uomo non è solo cervello ma anche carne nel bene e nel male.
La fede così come la intendo io è aver sempre presente il modello comportamentale perfetto di riferimento, questo modello è incarnato nell'essere perfetto e questa entità è Dio......
Caro Alvy MODERAZIONE ci vuole nella vita
Azz mi sembro un prete o peggio ancora un adepto del prof. Zichichi
Ma di solito sono riluttante a far prediche o a cucinare minestroni perchè penso che ciò che è giusto per me non lo sia per altri onde per cui, libero arbitrio.
Fate vobis!!!
P.S. Sai Alvy se nel campo del mittente non avrei letto il tuo nome avrei giurato che a rispondermi fosse stato Enzo la cosa è preoccupante
Ciao Diego.
Rispetto pienamente la tua posizione. Come ho appena scritto ad Enzo il confronto è sempre fecondo e quindi lo accetto a prescindere.
Solo una nota, Diego:
Non condividi la mia visione? ATEO!!!!
Non avrei mai detto, ma ce l'ho fatta anch'io con l'avatar.
Da agnostico dico che, purtroppo non ci sono risposte assolute ma esclusivamente personali. Meno, ma anche la scienza, in particolare la fisica, vuole la sua parte di fede
carissimi,
com'è che dalle estinzioni di massa siamo finiti alla religione e alla fede? C'è qualche filo diretto? Magari la prima è stata proprio quella di Noè
Beh, un filo diretto ci sarebbe, anche se non è stato nemmeno sfiorato dalle nostre discussioni; si tratta del modo in cui venivano considerate le estinzioni di massa nel secolo scorso ... no, no, accidenti, ben due secoli fa (cavolo come passa il tempo ).
Dunque, nell'800, quando l'Inghilterra era nel pieno dell'età Vittoriana, la tendenza generale era quella di considerare i grandi cambiamenti naturali (geologici e biologici) come una manifestazione del divino. Per tutto quel secolo gli scienziati discettarono sulla sostenibilità scientifica del diluvio universale. La comparsa di nuove forme di vita conseguenti ad ogni estinzione di massa sembrava essere il modo in cui la natura, spinta da un impulso divino, tornava a fiorire; se volete una sorta di completo distacco dal passato biologico.
C'erano anzi due fazioni contrapposte, i Nettunisti ed i Plutonisti; i primi attribuivano al diluvio universale (forse più di uno) il rinnovamento della natura, mentre i secondi preferivano gli sconvolgimenti geologici (terremoti di portata inimmaginabile).
E' straordinario pensare che meno di duecento anni fa fossero ancora molto diffuse opinioni così assurde, fondate su pregiudizi di carattere religioso.
Beh, poi è arrivato Carletto .......
Ah, la romantica Inghilterra Vittoriana ....
caro Alvy,
comunque sia, non si sbagliavano di molto. A parte il primattore, in fondo la motivazione è molto 'plausibile anche oggi... una bella rinfrescata non fa mai male!
Beh, la differenza sta nel fatto che i cambiamenti avvengono di continuo, in modo graduale, sia quelli geologici che quelli biologici. Non ce ne rendiamo conto perchè la scala temporale è molto diversa da quella di noi umani.
Poi, occasionalmente, fenomeni catastrofici possono accelerare l'indirizzo fin lì tenuto dalla natura oppure cambiare totalmente le carte in tavola.
Insomma si procede in modo piuttosto irregolare.
A quel tempo però si pensava che SOLO gli strappi fossero forieri dei cambiamenti ed inoltre, cosa molto importante, si pensava che non ci fosse collegamento tra il prima ed il dopo l'evento.
In quanto al deus ex machina ... lasciamo stare
Alvy, io parlo di estinzioni di massa violente e di brevissima durata., non di quelle continue. In questi casi siamo proprio di fonte a diluvi universali (che poi forse, in realtà, è stato solo l'esplosione di Santorini...). E' ovvio che non si aveva idea dell'evoluzione, ma i drastici cambiamenti rispondono abbastanza bene alle idee antiche (forse c'era memoria atavica...). Secondo me sono due processi del tutto diversi e indipendenti.
Si, si, Enzo, diciamo che nell'ottica del panta rei la natura si modifica continuamente seguendo diversi filoni.
Gli eventi catastrofici sono esistiti eccome; in alcuni casi sono stati prodotti da eventi endogeni al pianeta (eruzioni vulcaniche con drammatiche modifiche dell'atmosfera ed accompagnamento di terremoti ecc.), in altri casi da eventi esogeni (vedi l'estinzione dei dinosauri).
Le cause delle estinzioni di massa sono di questo genere.
Quello che volevo dire è che le nuove forme di vita che hanno popolato il pianeta a seguito delle estinzioni di massa non sono nate .. dal nulla, ma da forme già esistenti che hanno trovato la possibilità di irradiarsi occupando le nicchie ecologiche lasciate libere dalle specie estinte. L'occupazione di tali nicchie, se particolarmente vantaggiose, può poi aver accelerato l'evoluzione delle nuove specie.
Insomma volevo solo mettere l'accento sulla continuità della vita, altrimenti saremmo costretti ad ammettere atti di creazione separati per ciascuna forma di vita!
ho letto da qualche parte che la fortuna dei mammiferi è stata la loro diversità di specie nonostante la presenza dei dinosauri. quindi a giocare un ruolo fondamentale non è stata tanto la loro scomparsa, anche se determinante, ma piutttosto la loro ricca varietà in specie.
e poi i mammiferi all'epoca dei dinosauri non erano completamente loro "sudditi". spesso li si dipinge come topolini in gabbia dove il predatore dinosauro è pronto ad azzannarlo. sono state trovate prove dove gli stessi mammiferi cacciavano piccoli dinosauri
Perfettamente d'accordo Alvy
Peppe, penso che un ruolo importante l'abbia anche giocato il fenomeno del letargo che in qualche modo li aveva abituati a lunghi inverni senza cibo e acqua. La paura dei dinosauri li aveva costretti a rifugiarsi in zone "protette" durante i periodi più duri ...
E' proprio vero non si finisce mai di imparare.