25/06/15

Il pianeta con la coda! *

Le nane rosse (la nostra Rosetta) hanno una vita estremamente lunga, ma non per questo sono da considerare apatiche stelline che spendono una tranquilla e monotona vita dedicata soltanto a una paziente trasformazione del loro idrogeno in elio. Anche se piccole e con un lavoro relativamente semplice da compiere, hanno un’infanzia quanto mai agitata, piena di gesti di nervosismo e di scatti  violenti. I pianeti che le orbitano attorno si devono aspettare periodi molto critici, soprattutto se le stanno troppo vicini.

Questo è stato il caso di GJ 436b, un corpo delle dimensioni di Nettuno che si mostra in modo apparentemente molto strano. Attorno a lui si sviluppa una coda di idrogeno che gli dà la forma di un’immensa cometa. La nube di idrogeno è enorme, almeno cinquanta volte le dimensioni della stella. Cos’è successo? Il fenomeno non era mai stato visto “in diretta”, ma ce lo si poteva aspettare e la nostra stessa Terra deve averlo subito nel passato e forse lo subirà nuovamente nel futuro. Il quasi-Nettuno gira attorno alla sua nana rossa in soli due giorni e mezzo (terrestri)  e ha un massa di circa 23 “Terre”. Non è un giovincello, dato che ha un’età non inferiore ai 6 miliardi di anni (ma potrebbe essere molto più vecchio).

La radiazione della sua Rosetta è stata talmente violenta, nelle fasi iniziali, che è riuscita a portargli via almeno il 10% della sua atmosfera primordiale. Il “soffio” continua tutt’ora, ma a un ritmo molto più blando. Fatto sta che “dietro” al pianeta si è formata un’enorme coda di idrogeno che si estende verso l’esterno pur risentendo in parte della gravità del Nettuno “spogliato”. La coda è stata individuata proprio mentre transitava davanti alla stella, grazie agli occhi ultravioletti di Hubble.

Una visione artistica del Nettuno “spogliato”, con l’enorme coda di idrogeno, mentre rivolve attorno alla sua nana rossa GJ 436. Credit: NASA, ESA, e G. Bacon (STScI)
Una visione artistica del Nettuno “spogliato”, con l’enorme coda di idrogeno, mentre rivolve attorno alla sua nana rossa GJ 436. Credit: NASA, ESA, e G. Bacon (STScI)

Questo meccanismo (in questo caso incompleto) potrebbe facilmente spiegare gli eso-pianeti noti come super-Terre calde, pianeti di dimensioni comparabili a Nettuno, ma di tipo essenzialmente roccioso. La radiazione stellare avrebbe eliminato del tutto l’idrogeno atmosferico. Una specie di nebulosa planetaria che avrebbe proprio il nome giusto… un pianeta vero che espelle i suoi strati superficiali e rimane “nudo”. Invece di elio, mostra la roccia, ma , in fondo, il succo è “quasi” lo stesso.

Ma veniamo alla nostra Terra. Lei era molto più lontana dalla sua stella, ma, anche se non “gigante”, il Sole era ben più potente di una Rosetta nervosa e irrequieta. Durante le fasi iniziali i colpi di tosse del Sole hanno facilmente espulso lo strato di idrogeno che la piccola gravità teneva legato al nostro pianeta. L’abbiamo perso del tutto nel giro di 100 - 500 milioni di anni e ci siamo dovuti accontentare di ciò che ci regalavano i vulcani, con grande fortuna di ciò che sarebbe stata la vita biologica. In ogni modo, per un certo periodo di tempo qualche alieno ci ha forse visto come un’enorme cometa che girava attorno a una nana gialla.

Tuttavia, la stessa esperienza potrà ripetersi… Quando il Sole diventerà una gigante rossa e la sua superficie si avvicinerà al nostro piccolo mondo di roccia e di acqua, quest’ultima comincerà a bollire e a trasformarsi in gas. Sarà un gioco da ragazzi per una stella ormai disperata strapparci questo gas, malgrado sia un po’ più pesante dell’idrogeno. Un periodo tragico, molto relativo e temporaneo, dato che l’intero pianeta potrebbe essere inghiottito dall’atmosfera esterna di un Sole ormai morente. Pensiamo alla nostra vicina di casa Venere che, probabilmente, ha vissuto per ben due volte la fase cometaria, quando ha peso l’idrogeno e quando ha perso l’acqua, trasformandosi in quel torrido pianeta che è oggi.

GJ 436b è stato il primo caso, ma si pensa che con la giusta tecnologia se ne potranno scoprire molti altri, a vari stadi di perdita atmosferica. In particolare, si potranno anche scoprire pianeti che stanno perdendo… l’acqua, anche senza far bollire gli oceani. Essa, trasformata in vapore, malgrado sia decisamente più pesante dell’idrogeno, può essere facilmente distrutta dalle radiazioni stellari e trasformarsi in ossigeno e idrogeno. Quest’ultimo sarebbe trascinato via dalla pressione di radiazione. Se la temperatura del pianeta non fosse troppo elevata ci sarebbero indicazioni di una grande massa liquida sul corpo celeste… Insomma, ancora una volta, le “comete”, benché planetarie, potrebbero essere legate alla vita e farcela intuire da lontano…

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3 commenti

  1. peppe

    Caro Enzo, mi ha sempre incuriosito la fase di gigante rossa.
    tuttavia vedendo i documentari relativi all'argomento mi sono sempre chiesto..
    ma questo espandersi della stella è immediato in un attimo o è una cosa graduale che ci mette tanto tempo?

    lo chiedo perchè nei doc si vede la simulazione della stella che si espande un attimo per amore della narrazione..ma è realmente cosi?

  2. Paolo

    Caro Enzo, se non fosse per l'orbita.... quasi quasi potremmo domandarci se si tratta di un pianeta con la coda o di una enorme cometa :roll:

    Le definizioni a cui siamo abituati sembrano molto centrate sul sistema solare all'epoca attuale... (tra l'altro ultimamente abbiamo pure declassato ex pianeti a pianeti nani).

    Per esempio, seppur per ragioni diverse da quelle del pianeta che “perde” idrogeno (cosa ben diversa da una cometa), mi risulta che sono stati individuati diversi asteroidi (del sistema solare), o presunti tali, minuti di coda (ex comete? Asteroidi che disperdono particelle di “ghiaccio”...???).

    Peppe in attesa di una risposta da parte di Enzo, a mio avviso dipende da quale scala temporale usi per definire qualcosa breve o lungo.

    A me risulta che il passaggio di fase a gigante rossa non sia istantaneo, solo che qualche milione di anni in relazione ai miliardi di anni di vita della stella sono inezia, mentre rispetto alla breve vita di noi terricoli sono tutt'altro che trascurabili.

    Paolo

  3. caro Peppe,
    ha ragione Paolo. Si parla sempre di milioni di anni e molto dipende dalla massa della stella, come sempre. Ma non è certo un fenomeno improvviso come una supernova! :-P

    caro Paolo,
    sugli asteroidi con la coda vi sono un paio di ipotesi: una è che essi siano in realtà comete ormai poco attive rintanatesi nella fascia asteroidale (una cometa a corto periodo potrebbe anche farlo abbastanza frequentemente); l'altra è che certi asteroidi contengano proprio più ghiaccio di quanto si pensasse e che ogni tanto imitano le loro sorelle. Io propendo per la seconda ipotesi e forse le macchie bianche di Cerere ci potranno aiutare...

    I pianeti con la coda potrebbero essere molto frequenti: tutto sta a vederli nel momento giusto che per noi è ormai passato e -forse- tornerà quando non ci saremo più. In fondo, Marte sta ancora perdendo parte del suo vapore d'acqua...

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