Categorie: Astrobiologia
Tags: adattamento ambiente esseri viventi evoluzione vita
Scritto da: peppe
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Se la vita ripartisse da zero...
Se la vita ripartisse da zero, probabilmente, non prenderebbe di nuovo lo stesso andamento degli ultimi 4 miliardi di anni durante i quali essa ha avuto modo di manifestarsi ed evolvere. L'evoluzione non procederebbe allo stesso modo e probabilmente potremmo assistere a una succesione di protagonisti differenti da quelli che sono saliti sul palcoscenico della vita sulla Terra nel corso della sua storia.
La fauna e la flora attuale sono il risultato di rimodellamenti e adattamenti. Si è partiti probabilmente da una cellula primordiale, una struttura semplice che finalmente riuscì a riprodursi autonomamente, e si è arrivati alla vita complessa attuale.
La vita ha mostrato forme viventi, tra le più variegate, ben adattate agli ambienti dell'epoca in cui esse hanno vissuto.
L'ambiente ha giocato un ruolo fondamentale in quest'avventura. Se la successione dei climi del nostro pianeta fosse stata diversa, probabilmente, la vita attuale sarebbe completamente diversa.
Mettiamo il caso che la Terra non fosse stata nella traiettoria dell'asteroide che 65 milioni di anni fa ha fatto fuori i grandi rettili, tra cui i dinosauri. Cosa sarebbe successo?
Avremmo visto un rettile scrivere al pc? Chi può dirlo. Purtroppo e per nostra fortuna, è un evento che non si è verificato.
Ci sono caratteri che vengono ereditati e che sono determinanti per l'adattamento all'ambiente e caratteri, invece, che non sembrano esserlo.
E' solo un caso che le dita siano cinque per mano. Avremmo potuto averne quattro e andrebbe bene lo stesso. Questo è un carattere non fondamentale all'adattamento. Almeno non lo è stato per noi. Semmai l'adattamento fondamentale è stato il pollice opponibile.
Altri caratteri, come le zampe palmate delle giraffe di qualche articolo fa, sono fondamentali per il successo di una specie e sono determinanti per l'adattamento.
Nell'ambito del concetto di ripartire da zero, si potrebbe dunque dire che se anche un parametro, ad esempio la distanza dalla stella , fosse diverso di poco, avremmo fauna e flora un pò diverse da quelle che siamo abituati a vedere per via dell'adattamento ad ambienti diversi frutto di questa differenza di valori del parametro.
Una Terra con una gravità leggermente superiore vedrebbe specie viventi con zampe irrobustite, con ossa quasi d'acciaio e magari numerose. Vedremmo, forse, pochè specie capaci di spiccare il volo.
Al contrario, un pianeta con gravità inferiore vedrebbe animali con una struttura portante priva di ossa, magari solo la presenza di cartilagini e abbonderebbero le forme striscianti.
Potremmo fare un gioco immaginando quali strutture potrebbero sviluppare gli esseri viventi se parametri ambientali come temperatura, umidità, pressione, gravità, luce e altro ancora variassero di poco rispetto a quelle che vi sono sulla Terra.
Un'ultima riflessione. In un documentario intitolato "la Terra dopo l'uomo" si racconta di come la Terra apparirebbe se l'uomo scomparisse di colpo. Gli scenari sono un pò nefasti dal nostro punto di vista ma per la vita sarebbe un capitolo chiuso. Essa continuerà finchè avrà la forza di resistere e di adattarsi e del genere homo nessuno si ricorderà più, come se nulla fosse successo.
P.S. Voglio proporvi qui in evidenza un pensiero di Carl Sagan che davide1334 ha voluto condividere con noi qui nei commenti.
"noi siamo l'incarnazione locale di un cosmo cresciuto fino all'autocoscienza:;abbiamo cominciato a comprendere la nostra origine:siamo materia stellare che medita sulle stelle"
Questo invece è il video proposto da Daniela
Scusatemi, ma data la loro bellezza volevo porre in evidenza questi contributi :razz:
Se siete interessati all'evoluzione della vita sulla Terra, potete trovare un ricco assortimento di articoli digitando "evoluzione vita" nel motore di ricerca
14 commenti
Il principio antropico, con il suo ciniscmo e la sua arroganza, ci permette di riflettere su ciò che siamo diventati e, purtroppo, saremo. Mi permette anche di esprimere la mia umile opinione di profano in questo blog di rara coerenza e intelligenza.
Grazie.
belle riflessioni peppe. aldilà delle variabili le meraviglie su cui mi piace soffermarmi sono due: quella famigerata cellula primordiale che citi e l'ultimo stadio attuale del genere homo. vero che alla nostra scomparsa tutto continuerebbe come se nulla fosse,una delle tante specie che nasce, evolve e muore,come tutte le altre,però,pur con tutte le nostre contraddizioni già solo il fatto che possiamo discuterne noi ora,ragionarci su,contemplare l'universo,formulare teorie e pensieri ci rende sicuramente speciali.
come non citare il grandissimo carl sagan?
"noi siamo l'incarnazione locale di un cosmo cresciuto fino all'autocoscienza:;abbiamo cominciato a comprendere la nostra origine:siamo materia stellare che medita sulle stelle"
A proposito di Carl Sagan, nel celebre discorso sul "Pallido puntino blu"
https://www.youtube.com/watch?v=hmhqTW4C7X4
dice che l'astronomia è un'esperienza di umiltà...
...anche questo articolo di Peppe ci ricorda di essere umili!
Grazie Peppe.
Grazie per i vostri bellissimi contributi daniela e davide...mi è sembrato doveroso metterli in evidenza nell'articolo per quanto sono belli e possono proporre anche spunti di riflessione.
Ciao PEPPE, ciao TUTTI.
Questa faccenda delle variazioni minime delle condizioni al contorno di un generico sistema è molto interessante.
Mi sembra che si possa tracciare una sorta di linea di confine atta a separare un sistema FISICO dal sistema BIOLOGICO.
L'analisi di un sistema fisico ne prevede generalmente la riduzione ad un modello matematico che, al netto delle semplificazioni, ne permette lo studio e l'evoluzione: le diverse condizioni al contorno di ciascun sistema reale determineranno un tipo di evoluzione piuttosto che un altro.
Prendiamo il caso di due generici corpi ruotanti intorno al comune centro di massa. Si può stabilire quali posizioni occuperanno in ogni istante futuro, note che siano le masse, le distanze ecc.
Sono queste, regole generali mutuate dalla fisica e dalle sue immutabili leggi applicate ad un modello ideale; poi però bisogna fare i conti con il sistema reale:
- c'è quello che presenta nubi dense di gas che avviluppano i due corpi ruotanti. quindi saranno presenti attriti che ne modificheranno le traiettorie;
- c'è quello che presenta uno dei due oggetti in fase di trasformazione con emissione di getti di gas catturati dall'altro, il centro di massa che si sposta continuamente con le conseguenze del caso;
- c'è quello che ..... e così via.
D'altra parte, ad esclusione di sistemi peculiari, mi sembra che un pò tutti i sistemi fisici possano essere interpretati in modo soddisfacente dai modelli matematici escogitati che ne rappresentano una semplificazione.
Il sistema biologico sfugge a questo tipo di analisi. Sono ad esmpio sicuro che, cercando di proiettare nel futuro il volto di una persona prevedendone l'invecchiamento, si scoprirebbe che non c'è alcuna somiglianza con il modello reale.
Data la caSUalità che governa il sistema biologico rispetto alla caUSalità che governa generalmente i sistemi fisici, penso che il primo produrrebbe cento risultati diversi pur partendo sempre dagli STESSI cento presupposti.
Quello che voglio dire, tornando all'articolo di Peppe, è questo. Immaginiamo di avere cento pianeti gemelli della Terra in altrettanti sistemi solari gemelli del nostro, in altrettante galassie gemelle della Via Lattea ecc ecc ecc....
Immaginiamo che l'evoluzione geologica del pianeta sia la stessa della Terra e lo stesso valga per gli inizi della vita, diciamo anzi che fino ad 1 miliardo di anni fa questi cento mondi siano assolutamente uguali fino ai minimi dettagli.
Da questo momento lasciamo andare liberamente la SOLA evoluzione biologica mantenendo uguali tutti gli altri parametri. Quali specie popolerebbero questi mondi? Secondo me si avrebbero cento soluzioni diverse.
Peppe potrebbe dirmi: "va bene, ma un diverso percorso evolutivo di una specie produce un cambiamento anche delle condizioni al contorno e quindi torniamo alla mia impostazione". Giusto, proprio per questo cerco di minimizzare questo effetto "liberando" le potenzialità dell'evoluzione in un tempo relativamente vicino a noi.
Un miliardo di anni è troppo? OK, facciamo mezzo miliardo di anni: secondo me le differenze rispetto a ciò che esiste sarebbero comunque rilevanti.
.....chissà, forse in uno dei cento altri mondi stamattina sarei a fare un bagno in mare anzichè scrivere queste considerazioni ...
Questo blog mi concilia con il fatto di appartenere alla razza umana e di vivere in questo "mondo"...
giuste considerazioni alvermag. comunque se ripartisse da zero,oltre allo svolgersi sicuramente differente il nocciolone del tutto risiede in quella cellula primordiale che cita peppe che riesce a riprodursi: in quattro lettere, vita.
ripartire da zero significherebbe anche partire in un altro modo? se ogni evoluzione di cento,mille mondi uguali porterebbe a evoluzioni tutte differenti tra loro, anche cento, mille genesi sarebbero differenti?è lì che bisognerebbe indagare sulla caSUalità o caUSalità dell'evento
Oooops, una precisazione.
Accennando all'improbabile successo di una teoria mirata alla previsione dell'invecchiamento di un individuo, non ho considerato l'effetto ... silicone!
d'altra parte non previsto dall'evoluzione biologica.
Ciao Davide.
Hai ragione, ma il mio sproloquio è relativo al caso in cui l'inizio sia il medesimo.
Volevo solo dire che non è necessario pensare a sia pure minime variazioni iniziali per ottenere soluzioni divergenti da quella realizzata dalla natura sulla Terra; penso che le STESSE IDENTICHE condizioni iniziali produrrebbero comunque delle differenze, anche notevoli.
La tua domanda è affascinante: le condizioni iniziali che il nostro sistema biologico ha sperimentato, sono NECESSARIE? Boh!
Il fatto è che, così come non sappiamo un piffero (a Roma: ciufolo) di quanto c'era nel cosmo prima che la radiazione cominciasse a viaggiare più o meno liberamente, così non conosciamo una beneamata mazza di come abbia avuto origine la vita: panspermia? endogenesi?
qui parliamo di statistica e probabilità visto che non abbiamo una controprova...sappiamo solo che un modello è stato vincente e ha portato la vita a essere ciò che è oggi.
all'inizio possono esserci state più partenze. alcune sono andate in malora. altre sono avanzate ma soppiantate poi dalla concorrenza.
poi c'è la giusta combinazione di molecole ha dimostrato di valere meglio delle altre e rimanere lei nel palcoscenico attuale della vita.
C'è stata all'inizio un'evoluzone molecolare per cosi dire. Le molecole che garantivano un modello stabile e vincente sono andate avanti.
la cosa evidente è la dominanza di questo modello in tutti gli esseri viventi terrestri.
è un pò come l'evoluzione dell'uomo. egli è rimasto solo nella corsa dell'evoluzione senza essere affiancato da altre specie di ominidi.
vorrei far notare anche che una recente ricerca in una università svizzera ha proposto l'ereditarietà di eventi traumatici (!) attraverso il micro RNA..
non so quanto siano ancora affidabili questi studi ma in caso lo fossero le implicazioni su questa discussione sarebbero enormi..
scusate al momento non trovo il link... ho una connessione pessima e ultralenta
ciao Marco,
mi pare di aver letto sulla possibile eredità del comportamento del genitore tempo fa. ora non ritrovo l'articolo ma forse è legato a ciò che hai scritto tu.
http://urbanpost.it/anche-i-traumi-si-ereditano-a-rivelarlo-una-ricerca-delluniversita-di-zurigo
Interessante portale...
http://www.uzh.ch/index.html