02/10/15

Vita dura per Caronte **

Caronte, il più grande satellite del Sistema Solare, se paragonato al suo “pianeta”,  è perfettamente allineato con le regole dettate dalla marea. Il suo periodo di rotazione è perfettamente uguale a quello di rivoluzione, con l’aggiunta non indifferente che lo stesso periodo è quello di rotazione del pianeta (ce l’hanno spiegato i Papallicoli QUI) . Una stabilità perfetta, ottenuta grazie alla vicinanza e alle dimensioni comparabili tra pianeta e satellite (ma si può veramente chiamarlo satellite?). Condizioni perfette per aspettarsi un oggetto abbastanza “monotono”, altamente craterizzato e senza episodi geologici inaspettati. E, invece, ancora una volta il Sistema Solare non ama la monotonia: la sua storia è stata lunga e violenta e tutti i suoi figli ne mostrano segni indelebili.

Una recente immagine della faccia rivolta verso Plutone mostra un oggetto con due zone nettamente diverse, separate quasi esattamente in due parti uguali. La parte a nord è chiaramente più complessa e variegata. In essa si scorgono crateri di grandi dimensioni, una grande macchia di colore scuro verso il polo e, soprattutto, un sistema di fratture che probabilmente circondano anche la faccia nascosta, al confine inferiore. Un enorme canyon che fa impallidire quello terrestre dell’Arizona.

La parte meridionale è invece più liscia, regolare e con pochi grandi crateri. In poche parole è sicuramente più giovane.

Qualcosa deve avere praticamente spaccato l’intera crosta di Caronte, portando a situazioni diverse nell’emisfero nord e in quello sud. Qualcosa di simile si vede su Encelado, dove sono a contatto zone ricche di crateri e zone più giovani e quasi perfettamente lisce. Ciò si spiega con l’esistenza di un oceano sotterraneo e di attività di vulcanesimo acquoso (fenomeno che su Cerere ha probabilmente generato il monte Ahuna) . Ma come può esistere un oceano su Caronte? Riuscirlo a mantenere liquido abbisogna di una fonte di calore che, per oggetti così piccoli, viene data normalmente dagli effetti mareali (anche se Cerere sembra smentire la faccenda… poveri noi!) al pari di Io, Europa e altri satelliti.

Effetti mareali che però necessitano di variazione di distanza del satellite dal pianeta, in modo che la forma subisca delle oscillazioni. Tutto ciò è oggi impossibile per Caronte. Ma una volta? Esso non è sicuramente nato in quella posizione e non sappiamo ancora (se mai la sapremo) la sua vita passata. Basterebbe che fosse inserito su un’orbita ellittica ed ecco che la variazione di marea avrebbe potuto scaldare l’interno. Poi, adattandosi sempre di più in a un’orbita circolare, l’acqua avrebbe cominciato a trasformarsi in ghiaccio e quindi avrebbe occupato un volume maggiore portando a fratture superficiali, in grado di permettere all’acqua sotterranea di riversarsi in superficie e rimodellare gran parti del territorio. Oggi tutto dovrebbe essere finito, ma la zona più giovane resta ancora ben visibile.

Possiamo esserne sicuri? Neanche per sogno… sono solo ipotesi e le immagini ancora più dettagliate di Caronte potrebbero smentirci. Nel Sistema Solare e nell’Universo tutto… mai dire mai!

Fa quasi ridere parlare di stringhe e di multiversi, quando ancora i nostri vicini di casa sono degli oggetti decisamente misteriosi!

5 commenti

  1. marco

    grazie!!!

  2. adriano

    Finalmente una notizia su Caronte, ma di Cerere non si sa più nulla? Meno male che almeno tu ci tieni informati in maniera scientifica. Grazie!!

  3. caro Adriano,
    ho intenzione di studiare un po' bene le ultime notizie (vere...) su Cerere e poi vedrò di riassumerle, ma da quel poco che ho visto sembra che tutto sia rimasto nel dubbio continuo e nel mistero (la missione è ESA-NASA e ha gli stessi rischi di Rosetta... :-| ).

  4. Mario Fiori

    Caro Enzo, dunque Caronte potrebbe in qualche modo essere stato "catturato" da Plutone? Ma essendo molto vicini come dimensioni ciò è possibile? Questo sembra proprio un Sistema di Pianeti Nani.

  5. Direi di no, caro Mario,
    Plutone potrebbe essere stato impattato e più o meno distrutto. Caronte sarebbe il risultato dell'agglomerazione di gran parte dei detriti che si è immesso dapprima in orbita eccentrica e poi lentamente si sarebbe stabilizzato. Un po' come il sistema Terra-Luna...

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