E’ sempre affascinante poter vedere, ancora in vita, i nostri più antichi progenitori. Sono magari molto invecchiati, ma ci riportano indietro di circa 12 miliardi di anni, quando la nostra galassia aveva creato le sue prime stelle. Una bellissima scoperta, non nuovissima, ma che ultimamente è stata rifinita. Peccato che un così bel lavoro abbia mostrato ancora una volta il pressapochismo di Media INAF e la ripetizione del deleterio sistema del copia e incolla, eseguito senza mai controllare l’articolo originale. Potremmo anche definirlo un piccolo falso che fa coppia con quanto successo, da poco, in merito all’articolo di Rampino sulla periodicità dei crateri terrestri d’impatto e delle estinzioni biologiche.
L’utilizzo delle supernove di tipo Ia come candele standard, in grado di misurare le distanze cosmiche, non solo ha permesso di comprendere le vere dimensioni dell’Universo, ma ha anche introdotto un qualcosa che sembrerebbe fare accelerare l’espansione dello stesso: la tanto amata e misteriosa energia oscura. Tuttavia, un po’ alla volta, ci si è accorti che le candele non erano poi così standard e che se potevano comunque servire come misuratori di distanza, anche se più incerti del previsto, le piccole variazioni legate all’energia oscura diventavano sempre meno realistiche. Molti hanno preferito far finta di niente, dato che ormai l’energia oscura era diventata un dogma; altri, invece, hanno preso il toro per le corna, senza curarsi del lavoro massacrante e ripetitivo, e hanno cercato di trovare candele che fossero veramente candele precise! Tanto di cappello a loro e ai risultati futuri che potrebbero essere rivoluzionari.