Categorie: Pianeti
Tags: anidride carbonica atmosfera Marte raggi ultravioletti
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:3
La soluzione più ovvia… *
Il problema di fondo è abbastanza semplice da esporre e non voglio dilungarmi più di tanto, dato che -sicuramente- i risultati saranno manipolati in modo da dire tutto e il contrario di tutto. La ragione è una sola: l’uomo deve andare su Marte, volente o nolente!
L’ipotesi di partenza la dice già molto lunga: Marte aveva all’inizio della sua vita, un po’ troppo periferica, un’atmosfera di anidride carbonica molto spessa, sicuramente densa al punto giusto per creare un effetto serra più che importante. Solo in un secondo tempo, l’atmosfera se n’è andata fino a ridursi a quel sottile strato odierno che non può permettere alcuna forma di vita e/o acqua allo stato liquido. Insomma, probabilmente c’è stato tutto il tempo per avere tanta acqua e forse qualche omino verde da andare a cercare.
Tuttavia, nasce un problema. Se l’atmosfera era così spessa, ben difficilmente il vento solare avrebbe potuto spazzarla via e, quindi, la maggior parte di essa avrebbe dovuto depositarsi al suolo. Il che vuole anche dire che le rocce marziane dovrebbero contenere un’alta percentuale di carbonio.
Tutto bene? Neanche per sogno… Il carbonio rilevato è estremamente ridotto e quindi sorge chiara la domanda: “Dov’è finito?” Si è parlato di riserve nascoste e di altre fantasie, ma la soluzione è meno misteriosa dei fantomatici omini verdi. In realtà, un processo fisico che metterebbe a posto capra e cavoli c’è e dipenderebbe dalla distruzione della CO2 da parte dei raggi ultravioletti del Sole. Dalla CO2 si passerebbe prima al CO e poi al solo C. Un processo che sarebbe confermato dall’analisi dei meteoriti marziani e dalle abbondanze di certi isotopi del carbonio.
Questa dissociazione favorirebbe la perdita di atmosfera nello spazio, dato che il C viaggerebbe più facilmente, trasportato dal vento solare, che non quel "mattone" di CO2. Tutto ciò, però, sempre che si accetti una dura verità: l’atmosfera di Marte NON è mai stata densa come si vorrebbe. Essa è già nata tenue, sicuramente inferiore a quella terrestre. Teniamo, inoltre, conto che Marte è molto piccolo e fa decisamente più fatica a trattenere gli scarichi dei vulcani primordiali, che oltretutto hanno terminato il loro compito ben prima di quelli terrestri a causa del minore riscaldamento interno.
Purtroppo, in questa situazione, non ci sarebbero mai state le condizioni adeguate e il tempo necessario per avere un’evoluzione umida e biologicamente attiva. Sarà dura distruggere l’ipotesi di un Marte nato ricco e pronto ad accogliere acqua e organismi vagabondi. Probabilmente si metterà tutto a tacere e nessuno avrà il coraggio di dire che Marte non ha mai avuto un periodo vitale come si vorrebbe. Si continueranno a mandare robottini in cerca di vita e si dirà, alla fine, che solo la visita umana diretta potrà risolvere la questione. Insomma, l’uomo deve andare su Marte, così vuole la politica (ops… la scienza).
Non illudetevi più di tanto… nemmeno l’articolo in questione ha il coraggio di dire le cose come stanno realmente e non riporta drastiche conclusioni (le fa solo capire a chi vuole capire…). Una riprova? Nelle agenzie di stampa relative a questa notizia (e quindi, probabilmente, nei vari copia e incolla) il titolo travisa già subito il risultato e dice: “Marte aveva una densa atmosfera”, mentre, subito dopo, nell’introduzione effettiva, dice” Marte aveva solo un’atmosfera moderatamente densa”… Il moderatamente tra poco sparirà e si dirà che Marte aveva un’atmosfera molto densa, come già si sapeva, e che il carbonio se n’è andato in tempi abbastanza recenti attraverso il processo dovuto ai raggi ultravioletti sulla CO2 …
Sì, cari ragazzi, sto forse esagerando a cercare di trovare sempre la parte “cattiva” nelle varie notizie. Ma pensate che mi diverta? Assolutamente no. Il fatto è che la scienza più o meno divulgata sta prendendo una brutta piega e si sta spostando sempre più verso una visione da talk show, piuttosto che agire lei come grande attrattore. Sento un profondo dovere di tentare di mettere in chiaro le piccole-grandi manipolazioni che cercano di dominare la scena. La missione Rosetta insegna… chi ne sente più parlare? Eppure la cometa si sta allontanando dal Sole e non aspetta nessuno. Quando tutto sarà finito si griderà alla missione miracolo e al contributo eccezionale di Philae. Scommettiamo?
Abbiate pazienza e fatemi sfogare. Sono convinto che sia il modo migliore per valutare le conquiste scientifiche vere. Il copia e incolla da “regime” non l’accetterò mai senza una supervisione critica. Altrimenti che differenza ci sarebbe tra un giornalista e uno scienziato, entrambi “mediatici”.
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3 commenti
Insomma Enzo, sei sempre il solito...l'Uomo ( o forse l'uomo) deve andare...andare...ops non mi fare dire dove, non è carino qui.
Insomma Enzo , ripeto, perchè ti accanisci con i talk show e diventi verde dalla rabbia...poi ti prendono per un alieno e ti ingaggiano in TV...ahh forse vuoi questo...
geloso dei nei...
lo so, lo so, dovrei smettere e allinearmi: meno fatica e più lettori... ma chi se ne frega!!!!
Parole sante caro Professore, grazie per la divulgazione.