Potevamo iniziare subito con il calcolo dell’area definita da una funzione qualsiasi (e non solo da una retta come fatto finora utilizzando spazio, velocità e accelerazione). Tuttavia, prima di far ciò, è più che doveroso richiamare i metodi che hanno portato Archimede a ricavare il valore di pi greco e dell’area del cerchio. Due problemi che hanno accompagnato l’uomo per tutta la sua storia e che hanno visto le “sommatorie” come attori fondamentali. Il lavoro di Archimede ha, in pratica, iniziato la storia degli integrali.
Abbiamo appena visto che le nane rosse sono capaci di strapazzare violentemente le atmosfere dei loro pianeti che potrebbero ospitare la vita, ed ecco che una vera “nanerottola” si dimostra ancora più dura e severa. Tutto ciò sarebbe particolarmente interessante e non meriterebbe altro tipo di discussione, se non si fosse creato un piccolo giallo attorno a questa notizia, ancora una volta dovuto al modo molto approssimativo con il quale vengono fornite le notizie tramite le agenzie o chi ne fa le veci. Voglio anche fare una scommessa… e vediamo se qualcuno legge i nostri articoli e/o se qualcosa è cambiato nella redazione di Media INAF.
Probabilmente, una nana rossa non ha mai avuto niente a che fare con gli uomini o con qualcosa di molto simile a loro. Tra le stelle, però, l’informazione viaggia alla velocità della luce e ben presto si è saputo che l’evoluzione biologica può portare a una razza veramente deleteria. La nane rosse sono già di per sé stelle piuttosto nervosette (non si sa se ciò sia dovuto alla loro piccola stazza) e l’idea di fornire energia a qualcosa di così assurdo, come la razza umana, le aumenta ancora di più la tensione e la rabbia. Fatto sta che si premuniscono fin da subito e rendono i loro pianeti invivibili: meglio prevenire piuttosto che correre ai ripari troppo tardi. Vi racconto una storia recente che può anche avere una motivazione diversa da quella troppo “umanizzata”...
Una bellissima immagine di Cassini, dell’8 settembre scorso, può andare oltre alla semplice meraviglia estetica e puntare direttamente all’importanza fisica di ciò che si vede.
Prima o poi dovremo veramente dedicarci ai buchi neri in modo abbastanza articolato, senza utilizzare troppe frasi fatte di dominio pubblico. Avevamo già cominciato, ma poi si è capito che era meglio sospendere per attendere la relatività generale e il concetto approfondito di curvatura. Questo breve articolo può essere considerato un leggero antipasto e una specie di QUIZ, anche se la soluzione ha dei risvolti che vanno ben al di là di quanto si possa spiegare in poche righe. Limitiamoci, quindi, alla trattazione più semplice e immediata. Consideriamolo solo un piccolo tentativo per capire quanto realmente sappiamo di un buco nero, in attesa di parlarne con maggiore dovizia di particolari…
Le stelle sono come le creature viventi: nascono, vivono e muoiono. A seconda della propria massa vivono di più o di meno e si spengono in modo più o meno violento. Anch'esse hanno un cuore che pulsa, ma, normalmente, durante la sequenza principale, non si sente, tanto è regolare e discreto. Immaginate una galassia composta solo da stelle vive e vegete. Non sentireste praticamente niente, o, trattandosi di osservazioni, non vedreste praticamente niente di anomalo: una luce continua e costante, somma di tutti i contributi di ogni singola stella. Ma quando le stelle cominciano ad ansimare …?
L'origine della vita è rappresentata da una struttura che, a un certo punto, è stata in grado di contrapporsi allo stato di disordine, compiendo azioni e reazioni per sopravvivere e riprodursi. Questa struttura è la cellula. Agli inizi, questa cellula è solo un involucro fatto di lipidi (membrana cellulare - vedi i lipidi ballerini a […]
Iniziamo, finalmente, il nostro lungo viaggio nel mondo degli integrali. Useremo due modi per definirli, per poi legarli strettamente attraverso un teorema fondamentale. Non abbiate paura, però: il discorso sarà molto semplice almeno fino alla “digestione” completa dei concetti più importanti. Riuscire, poi, a calcolare tutti gli integrali che si vorrebbero, diventa esercizio ben più arduo anche per i professionisti. Si usano vari “trucchi” e le serie ci aiutano. Ma… non corriamo. Cominciamo con qualcosa che è veramente alla portata di tutti: le aree dei rettangoli, dei triangoli e dei trapezi…
N.B.: i primi articoli sugli integrali sono comprensibili e utili a TUTTI, anche a coloro che non sono riusciti a seguire le tantissime lezioni sulla matematica. Vi invito perciò a leggerli ugualmente...
Una prova ulteriore di quanto la divulgazione, se fatta in un certo modo, serva veramente a ben poco e, addirittura, possa anche essere negativa. Noi abbiamo parlato a lungo di allineamenti planetari e di periodi sinodici, in modo da capire cosa facciano certi programmini recuperabili in rete. Solo sapendo cosa fanno e come lo fanno, è giusto e utile usarli…
I tempi della ricerca sono cambiati più in fretta di quanto non sembri. Vorrei raccontarvi una storia vera, legata alla nascita della Nube di Oort o, forse molto meglio, della Nube di Opik-Oort. Al di là del nome, un pezzo di vita scientifica relativa a più di 60 anni fa che mi ha insegnato e può insegnare a tutti molte cose, ormai dimenticate.
Un recente lavoro di meccanica celeste ha proposto un metodo teoricamente e praticamente interessante, oltre che semplice, per la definizione di pianeta. Per come è stato formulato, esso si può applicare anche ai sistemi planetari non solari. Al di là della sua validità e logicità, un approccio di questo tipo ha veramente un significato scientifico? Vorrei discuterne un po’ con voi…
Quando ci vuole, ci vuole. Se non si può intaccare la lobby del giornalismo becero televisivo, spero almeno di smuovere la deplorevole situazione in cui è caduta la divulgazione portata avanti dal più importante Istituto professionale italiano di astrofisica! per adesso mi sono limitato all redazione... poi passerò al direttore dell'INAF...
A volte si trovano, quasi per caso, ricerche che dovrebbero essere considerate fondamentali per cominciare a capire qualcosa di più sul clima terrestre. Anche perché le variazioni climatiche hanno sicuramente influenzato (e influenzeranno ancora) la storia umana. Variazioni naturali che, quindi, forse proprio per questo, devono essere tenute nascoste.
Diamo una rapida soluzione agli esercizi proposti nel capitolo precedente (39), proponendo lo sviluppo in serie e descrivendo la formula più compatta. Un bravo ai nostri (due) lettori che si sono cimentati. Bando alle ciance, è ora di buttarsi all’interno del mondo degli integrali.
Eccezionale scoperta: l'acqua non ha bisogno di ossigeno... così ci dice il "solito"esperto di media INAF... Dopo gli sciami di asteroidi è stata inventata l'acqua di puro idrogeno!
Tra tante cose che si dicono di Marte ci si dimentica spesso di parlare del suo prossimo anello. Non è proprio un processo fisico di … domani, ma sembra che i primi segni siano già visibili. Come lo chiameranno? Forse, anello P, come Phobos, dato che sarà proprio il piccolo satellite a formarlo tra qualche decina di milioni di anni o anche meno.