Vulcani di ghiaccio, terreno che cambia da zona a zona, satelliti che si sono probabilmente formati mettendo insieme oggetti più piccoli… se non è un mondo attivo e “caldo”, questo, non lo è nessuno! Stiamo parlando di Plutone e della missione New Horizons che dopo essere stata bersaglio di critiche e di scarse aspettative, dopo il declassamento di Plutone, sta dimostrandosi un punto chiave nella conoscenza del Sistema Solare, aprendo nuovi stimolanti interrogativi. Inoltre dimostra che il freddo non spaventa di certo i “pianeti” (qualsiasi siano le loro dimensioni).
Dopo dieci giorni di attesa finalmente la Luna ha raggiunto Giove, Marte e Venere. Io, per non sbagliare, ho voluto raggiungere un laghetto isolato, privo di inquinamento luminoso come il lago d'Antorno a Misurina. Al mio arrivo a Misurina sabato mattina, il cielo era nuvoloso in direzione sud-est e fino quasi all'alba è rimasto tale. […]
Non meravigliatevi troppo, ma sto per tessere le lodi di un articolo di Media INAF! Ben scritto e chiaro affronta un argomento non certo facile, ma riesce a renderlo concettualmente comprensibile. Guardando l'autore lo stupore passa... Maria Teresa Crosta è una ricercatrice molto brava e simpatica (non guasta mai) dell'Osservatorio di Pino Torinese (il "mio" […]
Sta per uscire -quasi sicuramente- la notizia che l'oceano Pacifico si è riscaldato di circa 1 °C. Ovviamente la colpa sarà data al GW. Non credeteci assolutamente! La colpa, come succede periodicamente è dovuto a El Nino. La Nina rimetterà, poi, le cose a posto. E' meglio parare subito i colpi "bassi" attraverso argomentazioni scientifiche vere.
Forse è stato scoperto il processo che riesce a formare i campi magnetici che si osservano in quasi tutte le strutture macroscopiche del Cosmo, come le stelle e le galassie. E’ un lavoro di unione e di partecipazione che sembra, però, andare contro l’entropia dell’Universo. Staremo a vedere…
Abbassa la tua radio per favore… Così sembra che stia proprio facendo un’eccezionale radio galassia che ha inviato la sua informazione ben nove miliardi di anni fa. L’urlo si sta spegnendo, indicando che il buco nero ha concluso uno dei suoi banchetti pantagruelici.
In questo articolo applichiamo la serie di Mclaurin a due funzioni estremamente importanti. Di seguito trovate anche qualche esercizio…
Non volevo quasi pubblicare questo articolo..."Sempre a criticare e a polemizzare...". Ma che ci posso fare? Quando sento puzza di bruciato non riesco a stare zitto... Beccatevi, quindi anche questo. Una cosa è utilizzare i dati che si ottengono attraverso selezioni che mirino a ottenere il proprio scopo (già di per sé un processo deleterio) e un altro è falsificare, addirittura, i dati e non renderli -ovviamente- disponibili (una frode vera e propria). Il riscaldamento globale sembrerebbe essere arrivato a questi livelli. Purtroppo, il colpevole non sarebbe un pinco pallino qualsiasi, ma nientemeno che il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). Faccio una breve sintesi della situazione e poi riporto vari link in modo che possiate giudicare da soli…
E’ sempre affascinante poter vedere, ancora in vita, i nostri più antichi progenitori. Sono magari molto invecchiati, ma ci riportano indietro di circa 12 miliardi di anni, quando la nostra galassia aveva creato le sue prime stelle. Una bellissima scoperta, non nuovissima, ma che ultimamente è stata rifinita. Peccato che un così bel lavoro abbia mostrato ancora una volta il pressapochismo di Media INAF e la ripetizione del deleterio sistema del copia e incolla, eseguito senza mai controllare l’articolo originale. Potremmo anche definirlo un piccolo falso che fa coppia con quanto successo, da poco, in merito all’articolo di Rampino sulla periodicità dei crateri terrestri d’impatto e delle estinzioni biologiche.
L’utilizzo delle supernove di tipo Ia come candele standard, in grado di misurare le distanze cosmiche, non solo ha permesso di comprendere le vere dimensioni dell’Universo, ma ha anche introdotto un qualcosa che sembrerebbe fare accelerare l’espansione dello stesso: la tanto amata e misteriosa energia oscura. Tuttavia, un po’ alla volta, ci si è accorti che le candele non erano poi così standard e che se potevano comunque servire come misuratori di distanza, anche se più incerti del previsto, le piccole variazioni legate all’energia oscura diventavano sempre meno realistiche. Molti hanno preferito far finta di niente, dato che ormai l’energia oscura era diventata un dogma; altri, invece, hanno preso il toro per le corna, senza curarsi del lavoro massacrante e ripetitivo, e hanno cercato di trovare candele che fossero veramente candele precise! Tanto di cappello a loro e ai risultati futuri che potrebbero essere rivoluzionari.
I primi lavori scientifici relativi alla missione Rosetta sono stati pubblicati su un numero speciale di Astronomy and Astrophysics. Come pensavo, non vi è niente di straordinario e si capisce anche perché non vi sono state notizie da dare in … prima serata! Ovviamente, potendo osservare la cometa da vicino e per lungo tempo, ha permesso molti miglioramenti nei dati ottenuti, rispetto a quelli già in nostro possesso, ma certi obiettivi giudicati prioritari sono ancora ben lontani dall’essere stati raggiunti. Uso un'esauriente presentazione data da media INAF, che commento solo brevemente.
Un esperimento estremamente sofisticato ha portato a una soluzione che ha un’importanza veramente fondamentale, anche se forse se ne parla troppo poco. Diamo brevemente la notizia, promettendo di parlarne più a lungo quando si tratterà la simmetria (non me ne sono dimenticato...).
Concludiamo la costruzione della serie di Taylor, introducendo il suo termine generale. L'ho letta e riletta, ma non garantisco che non vi sia ancora qualche refuso. Picchiate duro e non abbiate pietà di me!!
Finora abbiamo ragionato in termini di periodi sinodici (un’utilissima scelta data la loro osservabilità), ma possiamo descrivere gli stessi risultati lavorando con i periodi siderali e con le velocità angolari. Questo approccio ci viene utile per gli allineamenti che escludono il Sole.
Normalmente un osservatorio singolo spara microonde su un oggetto (Luna, asteroide o quello che volete) e poi riceve l’eco radar di ritorno. Il calcolo dei tempi tra andata e ritorno permette di ricostruire la morfologia del corpo in esame e ottenere una vera e propria “fotografia”. Per 2015 TB145 si è usato un sistema doppio: un osservatorio spara e un altro riceve. L’operazione permette una risoluzione maggiore, che nel nostro caso ha raggiunto i quattro metri.
Kepler (e non solo) ha aggiunto centinaia e centinaia di nuovi pianeti alle stelle della nostra galassia. Ovviamente sono pianeti già formati, capaci di nascondere un po’ della luce della stella attorno a cui rivolvono. Forse, però, si può fare di più e andarli a scoprire quando sono ancora nascosti dalla nube proto planetaria. Il computer, se usato bene, può decisamente aiutare.