Categorie: Curiosità Fenomeni astronomici
Tags: Algol archeoastronomia calendario egizio
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:6
La prima binaria a eclisse è… egiziana *
Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata all'archeoastronomia in "Arte, letteratura e Storia delle Scienza"
Parlo poco di archeoastronomia, anche se spesso questa Scienza comporta risultati affascinante e di grande interesse. Purtroppo, troppo spesso, estrapolazioni del tutto inventate vengono usate dai media più “scalcinati” per portare a storie del tutto assurde e idiote. E’ bene saper valutare, ma non rifiutare tutto per partito preso.
L’Archeoastronomia spesso finisce nel calderone della ufologia e nel catastrofismo più bieco. E’ ovvio, quindi, che si debbano valutare molto bene le notizie relative alle conoscenze degli antichi popoli. La fine del mondo dei Maya, la compagna di Sirio, l’orientamento delle piramidi di Giza, e molto altro ancora si basano su estrapolazioni che di scientifico hanno ben poco (anni fa mi sono anche divertito a scrivere alcuni racconti prendendo spunto da questi argomenti, uno lo trovate QUI e un altro QUI). Resta, tuttavia, indubbio che le culture antiche (quella cinese innanzitutto, ma non solo) conoscessero molto di più di quanto si potrebbe credere oggi. Sia per quanto riguarda il calcolo dei fenomeni celesti (la Grecia insegna) sia per quanto riguarda l’osservazione diretta del Cielo.
Vorrei, perciò, stimolare un approfondimento su una ricerca effettuata con metodi scientifici sul calendario egizio del Cairo (si parla del 1200 a.C. circa), che sembra dimostrare come questo antico popolo conoscesse più che bene la variabilità della stella Algol, una celebre binaria a eclissi.
Non immaginiamoci certo di vedere segnate delle date e dei numeri ben definiti, dato che i calendari erano impostati per prevedere periodi più o meno fortunati della classe regnante e rafforzare il loro legame con il mondo degli dei (anche gli “astronomi” dovevano mangiare…).
Tuttavia, il periodo di 2.867 giorni che si evince molto bene, sembra veramente essere collegato al periodo di Algol.
Gli autori hanno cercato di quantificare certe informazioni traducendole in schemi numerici, aiutati da calcoli statistici di indubbio valore matematico. Invito, chi è interessato, a leggere il testo originale QUI.
Io vorrei solo concludere con le… conclusioni dell’articolo:
“Qual era l’origine del fenomeno, che si verificava ogni tre giorni, ma sempre 3 ore e 36 minuti prima del ciclo precedente, e che catturò l’attenzione degli antichi egizi? La nostra analisi statistica ci porta a pensare che il testo mitologico del calendario del Cairo contenga informazioni astrofisiche relative alla stella Algol. Nel 1596, Fabricius scoprì la prima stella variabile, Mira. Holwarda determinò il suo periodo di 11 mesi, 44 anni più tardi. Nel 1669, Montanari scoprì la seconda variabile “storica”, Algol. Goodricke determinò il suo periodo di 2.867 giorni nel 1783. Tutte queste scoperte astronomiche furono fatte ad occhio nudo. Da allora, esse sono diventate pietre miliari delle scienze naturali. La nostra analisi statistica del calendario del Cairo conferma che queste pietre miliari dovrebbero essere spostate indietro di circa tremila anni”.
Buona lettura e attenzione a non confondere informazioni serie e plausibili con leggende metropolitane che non meritano nemmeno di essere smentite.
QUI altri articoli di archeoastronomia
6 commenti
Ma come mai Enzo i popoli antichi si dimostrano sempre di più molto avanti di quanto si potrebbe pensare? Nonostante l'evoluzione degli strumenti e delle scoperte in Fisica, Chimica, Matematica ecc.? No, non hanno avuto contatti alieni , caro Enzo, ci deve essere dell'altro.
Troppe distrazioni mediatiche, politiche, economiche e chi più ne ha più ne metta, stanno confondendoci e ci manipolano per non andare troppo oltre con la Scienza e la Cultura in genere; calma ragazzi se no ne sapiamo troppe e superiamo i tanti intelligentoni che ci comandano e che poi non riuscirebbero più a 2guadagnarci" niente.
Scusa Enzo e scusate tutti ma mi è venuto il nervoso e mi è presa così.
Manca il link...
Sarà questo:
http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0144140
grazie Aldy... era proprio quello e l'ho anche aggiunto nel testo.
caro Mario,
a parte quello che dici e che mi trova concorde, vi è anche il fatto (stabilito da studiosi del campo) che il cervello umano è la parte che meno si è evoluta nel tempo. Non avevano ancora tecnologia, ma "zucca" moltissima.
Infatti, per gli antichi la testa non era un optional.... Ogni tanto mi piacerebbe poter tornare indietro nel tempo, per poter apprendere tutto quello che gli antichi sapevano e che probabilmente è andato perduto...
Finalmente, sei tornata tra noi...
Sapete, cari amici, Giorgina è ormai famosa per le sue foto e i vari libri... e questo piccolo "circolo" le sta ormai stretto...
Si scherza, ovviamente.....
Bacioni!!!!!!