L’utilizzo delle supernove di tipo Ia come candele standard, in grado di misurare le distanze cosmiche, non solo ha permesso di comprendere le vere dimensioni dell’Universo, ma ha anche introdotto un qualcosa che sembrerebbe fare accelerare l’espansione dello stesso: la tanto amata e misteriosa energia oscura. Tuttavia, un po’ alla volta, ci si è accorti che le candele non erano poi così standard e che se potevano comunque servire come misuratori di distanza, anche se più incerti del previsto, le piccole variazioni legate all’energia oscura diventavano sempre meno realistiche. Molti hanno preferito far finta di niente, dato che ormai l’energia oscura era diventata un dogma; altri, invece, hanno preso il toro per le corna, senza curarsi del lavoro massacrante e ripetitivo, e hanno cercato di trovare candele che fossero veramente candele precise! Tanto di cappello a loro e ai risultati futuri che potrebbero essere rivoluzionari.
I primi lavori scientifici relativi alla missione Rosetta sono stati pubblicati su un numero speciale di Astronomy and Astrophysics. Come pensavo, non vi è niente di straordinario e si capisce anche perché non vi sono state notizie da dare in … prima serata! Ovviamente, potendo osservare la cometa da vicino e per lungo tempo, ha permesso molti miglioramenti nei dati ottenuti, rispetto a quelli già in nostro possesso, ma certi obiettivi giudicati prioritari sono ancora ben lontani dall’essere stati raggiunti. Uso un'esauriente presentazione data da media INAF, che commento solo brevemente.
Un esperimento estremamente sofisticato ha portato a una soluzione che ha un’importanza veramente fondamentale, anche se forse se ne parla troppo poco. Diamo brevemente la notizia, promettendo di parlarne più a lungo quando si tratterà la simmetria (non me ne sono dimenticato...).
Concludiamo la costruzione della serie di Taylor, introducendo il suo termine generale. L'ho letta e riletta, ma non garantisco che non vi sia ancora qualche refuso. Picchiate duro e non abbiate pietà di me!!
Finora abbiamo ragionato in termini di periodi sinodici (un’utilissima scelta data la loro osservabilità), ma possiamo descrivere gli stessi risultati lavorando con i periodi siderali e con le velocità angolari. Questo approccio ci viene utile per gli allineamenti che escludono il Sole.
Normalmente un osservatorio singolo spara microonde su un oggetto (Luna, asteroide o quello che volete) e poi riceve l’eco radar di ritorno. Il calcolo dei tempi tra andata e ritorno permette di ricostruire la morfologia del corpo in esame e ottenere una vera e propria “fotografia”. Per 2015 TB145 si è usato un sistema doppio: un osservatorio spara e un altro riceve. L’operazione permette una risoluzione maggiore, che nel nostro caso ha raggiunto i quattro metri.
Kepler (e non solo) ha aggiunto centinaia e centinaia di nuovi pianeti alle stelle della nostra galassia. Ovviamente sono pianeti già formati, capaci di nascondere un po’ della luce della stella attorno a cui rivolvono. Forse, però, si può fare di più e andarli a scoprire quando sono ancora nascosti dalla nube proto planetaria. Il computer, se usato bene, può decisamente aiutare.
Su Sole è apparsa un’enorme macchia che velocemente si è moltiplicata dando luogo a un gruppo di macchie veramente affascinate, con qualcuna di esse che supera le dimensioni della Terra. Solitamente, in questi casi, si sta preparando un'esplosione di energia che potrebbe colpire il nostro pianeta. Tuttavia, non dovrebbe essere terribile e sarà “digerita” abbastanza bene. In ogni modo, lo spettacolo, sia adesso che dopo (aurore), è assicurato.
Cari amici, abbiamo tolto Minkowski dall'evidenza, inserendolo negli approfondimenti. Ho, invece, inserito in evidenza il tentativo "corale" di costruire un nuovo insegnamento elementare delle basi del microcosmo, che affronti in qualche modo la MQ. In tal modo, spero che arrivino suggerimenti e commenti da parte di molti, soprattutto insegnanti.
Quante volte i media hanno gridato alla catastrofe quando un piccolo oggetto sfiorava la Terra? Si sono sempre buttati sulla notizia come avvoltoi, anche quando erano già apparse le smentite scientifiche. In realtà, non c’è stato nessun rischio legato all’asteroide di Halloween, ma le sue dimensioni e la scoperta così tardiva sollevano non pochi spunti di riflessione.
Forse l’avete già capito, ma se dovessi dire qual è il mio satellite preferito non avrei dubbi: Encelado! Le ragioni sono sia “fisiche” che “psicologiche”. Proprio queste ultime gli permettono di superare, nella mia scala soggettiva, sia Europa che Titano. Intanto restiamo in attesa dei dati che il passaggio radente del 28 ottobre ha immagazzinato e che forse ci regaleranno novità entusiasmanti (a parte le immagini sempre affascinanti). Cassini è una vecchia missione e ha la “cattiva” abitudine di essere stata costruita poco mediaticamente, per cui, normalmente, rende subito di dominio pubblico le scoperte scientifiche.
New Horizons, con poco clamore mediatico, continua a mandarci immagini del suo rapido passaggio vicino all’ex pianeta e al suo compagno di viaggio. Questa volta tocca proprio a lui, Caronte, sorprendere gli scienziati.
Ne abbiamo parlato da poco e abbiamo notato come il Cosmo non abbandoni mai i processi che si è costruito fin dall’inizio e che ha considerato i più vantaggiosi per la sua crescita ed evoluzione. Spesso è l’uomo (con un’intelligenza decisamente inferiore a quella… universale) a voler separare un processo in mille rivoli diversi tra loro. Molte volte ottiene ciò complicando le cose semplici.
Le prime immagini grezze di Cassini, mentre si lancia verso i geyser di Encelado. Li sfiorerà passando a soli 50 km di altezza. Oggi le altre immagini (probabilmente). E' un ghiacciaio alpino? No, Encelado molto, molto da vicino!
La risposta può essere una e una sola: sicuramente SI. Il parlare troppo di come la MQ riesca un po’ alla volta a spiegare tutte le azioni del microcosmo e di come ciò si trasporti sempre di più nella realtà osservativa del macrocosmo non deve farci prendere decisioni errate e fuorvianti. Ne vorrei discutere un poco con voi… No, non scappate... vi giuro che, se non capitano cose eccezionali, vi lascerò in pace con la MQ e la mia visione sicuramente contorta ed eccessivamente personale (almeno per un po'...).
Questo non è un articolo facile, non tanto per i concetti che esprime, ma piuttosto per il numero di passaggi che siamo obbligati a fare. Si basa su un teorema classico delle funzioni e presenta perciò un metodo rigoroso, che abbisogna, però, di iterazioni successive (mai facili da digerire e da tenere sottocchio). Mi sembrava, però, doveroso proporlo.