14/01/16

Lavori separati per galassie diverse *

Una delle fasi più importanti e -in parte- ancora misteriosa nella storia dell’Universo riguarda il periodo che va da circa 380 000 anni fino a circa un miliardo di anni dopo il Big Bang. E’ la fase in cui si è costruito l’Universo odierno e si è permesso di… vederlo. La conosciamo abbastanza bene, in via teorica, ma nuove osservazioni hanno forse evidenziato lavori diversi per galassie diverse. Questo articolo l’ho scritto in modo molto divulgativo, sperando che raggiunga anche i più piccoli e i meno preparati. Ovviamente, ho esagerato con paragoni e similitudini. Ma, ormai, mi conoscete e sapete leggere tra le righe.

La storia dell’uomo indica una fase fondamentale nella nascita delle civiltà più antiche: il passaggio dall’uomo cacciatore e, quindi, nomade, a quello dell’uomo agricoltore e, quindi, stanziale. Questo passaggio lo potremmo confrontare con il raffreddamento che trasforma l’Universo primigenio, tutto caos e particelle libere, con quello praticamente statico in cui gli elettroni si sono accasati e in cui i fotoni, lasciati liberi per un momento durante la radiazione cosmica di fondo, si sono esauriti per mancanza di processi che li potessero formare. Un Universo stanziale, non più caotico, ma anonimo e pieno di nebbia. Qualcosa di invisibile per noi che otteniamo le informazioni solo attraverso i fotoni, ossia la luce…

Eppure è proprio in quel periodo che si formano le prime galassie e le prime stelle. Torniamo, allora, alla nascita delle civiltà. Che cosa ha dato una spinta fondamentale a un gruppo sempre più numeroso che si era accasato in un certo luogo fertile? La separazione dei compiti. Non tutti facevano tutto, ma ognuno seguiva un proprio percorso lavorativo. Qualcuno coltivava il grano, altri lo trasformavano in pane, altri lo vendevano… e, intanto, altri ancora facevano i soldati, altri pensavano alla birra o al vino, altri costruivano piramidi e mura, altri ancora (pochi) comandavano. Ma, fatto ancora più importante, si cominciò a viaggiare per vendere la propria merce e comprare quella mancante: le città si facevano conoscere. Viaggi che spesso finivano in guerre, ma senza quelle l’uomo sembra non poter vivere.

Comunque, nacquero le specializzazioni e il commercio: il progresso si sveltì velocemente.

Cosa stava succedendo nella nebbia dell’Universo neutro, in cui l’apatia degli elettroni non produceva più fotoni in grado di dare una bella “botta di vita”? La gravità riuniva la materia, comprimendola, riscaldandola e cercando i livelli giusti per far partire la forma di energia più importante, quella nucleare. Tutti stavano facendo tutto, in qualche modo, riuniti in grandi città (galassie) con la speranza di rendere nuovamente tutto luminoso e pieno d’energia (rionizzazione).

Era la strada migliore? Da un lato sicuramente sì, dato che si costruivano le case, dall'altro purtroppo no. Le città erano piene di polvere e di gas inerte. I fotoni energetici sparati nella costruzione delle case-stelle erano sì pimpanti e volenterosi, ma non riuscivano a uscire dalla loro città. In qualche modo, la città viveva e progrediva, ma tutto era limitato alle sue mura. Mancava ancora il commercio. No, quelle città non avrebbero potuto rendere visibile l'Universo.

L’unica cosa da fare era specializzare alcune galassie, capaci di costruire non solo stelle, ma di permettere il viaggio ai messaggeri della luce. Queste dovevano mandare i loro fotoni energetici verso lo spazio e mostrare l’immenso lavoro che si stava compiendo grazie alla gravità. Queste galassie un po’ commercianti e un po’ soldati non dovevano avere "robuste" protezioni esterne, ma dovevano essere libere di sparare le loro cartucce e le loro merci in giro per l’Universo. Sì, ma dove sono?

Oggi, finalmente, sembra che si siano trovate. Sono galassie nane (più agili nelle operazioni), dall’intenso colore verde (chiamate proprio “piselli verdi”) che emettono gas ionizzato di grande intensità. Proprio quello di cui vi era bisogno per far sparire la nebbia.

Una tipica galassia nana del tipo “pisello verde”. A lei e alle sue colleghe si deve, forse, la possibilità di vedere l’Universo, dopo averlo liberato dalla nebbia della fase oscura. Le sue dimensioni sono di soli 6000 anni luce, venti volte più piccole di quella della Via Lattea. Fonte: NASA
Una tipica galassia nana del tipo “pisello verde”. A lei e alle sue colleghe si deve, forse, la possibilità di vedere l’Universo, dopo averlo liberato dalla nebbia della fase oscura. Le sue dimensioni sono di soli 6000 anni luce, venti volte più piccole di quella della Via Lattea. Fonte: NASA

Attraverso ricerche accurate e bene indirizzate, ne sono state scoperte molte (circa 5000), con Hubble, ma probabilmente il loro ruolo fondamentale sarà riconosciuto sempre meglio quando il nuovo Webb ne prenderà il posto.

Anche la civiltà dell’Universo sembra nata con la suddivisione dei compiti e con la possibilità di uscire dalle proprie mura in modo organizzato e pianificato. L’unica differenza è che il Cosmo non ha mai avuto guerre e tutti i suoi “popoli” hanno lavorato per uno scopo comune. Ed esso era praticamente infinito, ossia era il Tutto. Noi non ci riusciamo… anche se viviamo su un granello di sabbia veramente ridicolo… un niente rispetto a un solo, piccolo, "pisello verde".

Articolo originale QUI

Siete interessati ad approfondire la conoscenza delle galassie primordiali e di come l’Universo sia uscito dalla fase oscura?
Allora non potete perdervi l’articolo precedente a questo
e poi questo, che lo segue

2 commenti

  1. Paolo

    Caro Enzo, a mio avviso il problema è che spesso i terricoli usano la propria caratteristica intrinseca come un'arma contundente contro altre caratteristiche, una ricerca di esclusività che se fosse applicata all'universo lo renderebbe sterile e guerreggiante... stelle contro galassie, fotoni contro elettroni e via dicendo.... così facendo non si sarebbe mai formato quel miscuglio magico che chiamiamo universo.

    Forse varrebbe la pena di girare meno (a vuoto) intorno al proprio “Io” e accompagnare io agli altre, alle altre..... una caratteristica che l'universo sembra praticare quotidianamente coinvolgendo nel gioco soggetti molto diversi tra loro, con risultati decisamente più interessanti delle nostre putride  guerre e differenziazioni...

    Paolo

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