Categorie: Stelle di neutroni Struttura Universo
Tags: Centro Via Lattea materia oscura pulsar millisecondo raggi gamma
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Anche le ipotesi più “comode” si scontrano con le osservazioni **
Questo articolo è stato inserito nella pagina d'archivio dedicata alla MATERIA OSCURA, nella quale troverete una selezione di articoli sull'argomento e le motivazioni della nostra impostazione critica a riguardo
Un recente studio indirizzato (guarda un po’) alla ricerca della materia oscura al centro della nostra galassia, collegata ad anomali segnali nei raggi gamma, ha dimostrato che lei non c’entra per niente. La “colpa” è, invece, delle “banali” e -forse- numerosissime pulsar che ruotano rapidissime (periodi dell’ordine dei millisecondi). Ma più che la ricerca in sé, ciò che è veramente interessante è la riflessione fatta da un “vero” astrofisico, che molti sembrano dimenticare.
Si ricevevano intensi lampi di raggi gamma dalla zona centrale della Via Lattea. La spiegazione era abbastanza “ovvia”: in quella zona vi era molta massa e, quindi, sicuramente doveva esserci anche molta materia oscura. Trafficando con i modelli sempre più teorici e sempre meno legati alle osservazioni, si era dedotto che l’urto delle fantomatiche particelle di materia oscura doveva proprio produrre quel tipo di raggi gamma.
Tuttavia, i modelli, sebbene costruiti “ad hoc”, prevedono alcune conseguenze (non possono fare tutto e il contrario di tutto…). I fotoni emessi dalla materia oscura nascono dall’annichilimento delle particelle WIMP e devono essere distribuiti in modo “blando” attorno alla sorgente. Non ho nessun intenzione di entrare nei dettagli di una evidenza osservativa che nasce da un modello fondato sul nulla, tuttavia, anche le teorie costruite in questo modo prima o poi si scontrano con la realtà osservativa.
I sostenitori più accesi non lo vorrebbero e magari fanno anche di tutto per non andare a guardare troppo nei dettagli, ma altri, invece, li affrontano, con la speranza di ottenere la celebrità… oscura! E così un gruppo di ricerca si è messo ad analizzare con grande accuratezza questi segnali in cerca di prove eclatanti, ma la distribuzione dei fotoni non era assolutamente quella prevista dalla materia oscura, bensì simile a quella delle pulsar millisecondo. Si era di fronte a un tipo di sorgente non ancora conosciuta dettagliatamente, ma sicuramente legata a stelle fatte di materia normale.
Accidenti, che delusione!
Douglas Finkbeiner, un professore non coinvolto nella ricerca, ha rilasciato alcune dichiarazioni che mi sento di condividere pienamente. Egli dice che il lavoro dell’astrofisico è quello di comprendere cosa si osserva nell’Universo e non certo di confermare a tutti i costi quello che è stato prestabilito a tavolino e che si desidererebbe trovare. Sarebbe stato bellissimo avere finalmente un segno VERO della materia oscura, ma se così non è, poco importa, dato che qualsiasi nuova scoperta deve essere considerata altrettanto eccitante.
Aggiunge, ancora, che scoprire migliaia di rapidissime pulsar nel centro della galassia sarebbe un tassello fondamentale per capire la nostra storia evolutiva, altrettanto interessante del non trovare niente e dare un aleatorio supporto alla materia oscura.
Insomma, cerchiamo di non cadere in un riscaldamento globale … oscuro, che deve esistere per forza perché così è stato deciso!
Articolo originale QUI
NEWS!! La ricerca di queste pulsar continua, ne parliamo QUI.
2 commenti
Qualcun, caro Enzo, (forse parecchini) mi sembra che abbia preso un po' troppo alla lettera un aspetto importante dell'Astrofisica Teorica e cioè la seconda parte, la "Teorica" che deve sostituire a tutti i costi la "Pratica". Una cosa Enzo, a discapito della materia oscura, ma queste pulsar , ben per loro , molto di materia normale, oltre che i raggi gamma tendono ad aumentare un pochino il conto della materia...chiara?
Spero di si e faccio il tifo...WIMP come sono contento!
caro Mario,
beh... ci vuole altro, ma -poi- è veramente necessario? O ci manca ben altra informazione sulla gravità a grandi distanze. Ah... ci fosse un altro Einstein al giorno d'oggi...