03/03/16

Parliamo un po’ di alieni ottimisti e alieni impostori…*

Sapete che non parlo spesso di esopianeti di tipo terrestre né tantomeno di possibilità di vita al di fuori della nostra. Penso sia ancora troppo presto e forse è un’impresa che rimarrà un sogno. Tuttavia, sono apparsi due articoli a riguardo che vale la pena ricordare: uno più ottimista, di carattere quasi psicologico, e l’altro più scientifico e molto meno ottimista.

Attraverso Kepler, e non solo, stiamo cercando altri pianeti utilizzando, soprattutto, la tecnica dei transiti che, un po’ alla volta, potrà anche permetterci di studiare, con buoni dettagli, le possibili atmosfere dei pianeti che passano davanti alla loro stella. Ammettiamo di trovarne uno che abbia tutte le caratteristiche della Terra e che magari indichi chiaramente che vi è vita intelligente.

Cosa fare? Inviare subito un segnale che dica: “Ehi… non siete soli, ci siamo anche noi!” Commovente e bellissimo, ma… quanto dista da noi quel pianeta? 200 anni luce? Il che vorrebbe dire mandare un segnale adesso, la cui risposta arriverebbe tra almeno 400 anni. Ci ricorderemo ancora di aprire la radio per sentire la risposta? Magari il nostro “telefono” sarebbe occupato a causa di una guerra globale. Per non parlare di distanze ancora maggiori…

Forse la cosa migliore da fare sarebbe cercare di dimezzare i tempi: invece di cercare pianeti abitabili dovremmo cercare pianeti che già sanno che noi esistiamo e che, forse, ci hanno già mandato un segnale. Sì, sì, una bella favola per bambini…

Beh… possiamo fare qualche ipotesi: la vita evolve in modo abbastanza simile ovunque, la fisica del Cosmo è quella che è e allora perché non pensare che anche gli alieni usino le nostre strategie per trovare i fratelli dello spazio? La strategia più vantaggiosa è quella dei transiti. Non ci resta che “guardare” o “sentire” proprio in direzione di tutte quelle stelle i cui pianeti potrebbero vedere la Terra passare davanti al Sole.

Un esercizio, questo, che noi avevamo già eseguito QUI  (questo è un circolo come si deve, mica cosa da ridere…). La nuova ricerca parla di almeno centomila stelle che potrebbero conoscere la nostra esistenza e si spinge anche più in là, sperando nel miglioramento delle tecniche osservative.

Praticamente quello che avevamo fatto noi... Fonte: Axel Quetz (MPIA) / Axel Mellinger, Central Michigan University
Praticamente quello che avevamo fatto noi... Fonte: Axel Quetz (MPIA) / Axel Mellinger, Central Michigan University

L’idea è sicuramente buona: studiamo dettagliatamente coloro che potrebbero già averci mandato dei segnali (magari sono già arrivati e noi… zitti). Tuttavia, non mi trovo d’accordo sull'estendere il numero dei candidati. Estendere vuol dire andare sempre più lontano… magari a migliaia di anni luce. Rifaccio, allora, la domanda: “E se rilevassimo un segnale che è partito 3000 anni fa, varrebbe la pena rispondere? Tra tremila anni avranno ancora il telefono funzionante (magari occupato)? E noi cosa faremmo? Aspetteremmo altri tremila anni per sapere che loro sanno che anche noi sappiamo… L’idea di cercare chi ci ha già cercato è ottima, ma io la limiterei a poche decine di anni luce. Le stelle sarebbero un centinaio o poco più e magari faremmo anche in tempo a bisticciare con i loro abitanti prima che la Terra si stufi di noi…

Articolo originale non ancora apparso, ma una sintesi si può trovare QUI.

La seconda ricerca è invece una specie di doccia fredda, molto salutare. Si sta esagerando nel voler trovare a tutti i costi un'altra Terra o super-Terra e già si parla di analisi delle loro atmosfere e dei segnali biologici. Piano, piano, calma e sangue freddo.

Si legge spesso: cerchiamo l’ossigeno molecolare, se c’è lui c’è anche la vita! Sì, sì, la fotosintesi clorofilliana è capace di produrre questa molecola… ma non è il solo metodo (vedi anche questo). Ce ne sono tanti che non hanno assolutamente bisogno di esseri viventi. Chiamiamoli pianeti “impostori” o -se preferite- alieni impostori…

Magari è stato un PapalScherzone di pScherzy-linguacciaassaggio a innescare una qualche reazione chimica per farci credere di aver trovato un nuovo pianeta con cui fare la guerra… ops… con cui condividere le speranze e le conoscenze.

Alcuni sistemi utilizzabili? La luce ultravioletta della stella potrebbe spezzare le molecole di anidride carbonica e gli atomi di ossigeno liberi non faticherebbero a formare molecole. In questi casi, però, occhio alla presenza di ossido di carbonio, che potrebbe abbondare. Insomma, tanto ossigeno, ma condizioni poco piacevoli per la vita.

Addirittura, la presenza di acqua e ossigeno potrebbe essere un falso… Non è improbabile che la luce stellare possa agire sulle molecole dell’acqua liberando un sacco di ossigeno, in quantità molto superiore a quella presente sulla Terra. Addirittura si potrebbero formare momentaneamente molecole di O4 e quindi bisogna guardare con sospetto chi abbonda di ossigeno.

Insomma, non è tutto ossigeno ciò che luccica e non è tutta vita ciò che ossigena!

Per potere entrare in dettagli ben più significativi sui segni realmente biologici, la strada è ancora lunga…

Articolo originale QUI

Per continuare a riflettere sulle possibilità di vita extraterrestre...
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2016/01/23/dove-sono-gli-alieni-tutti-morti-o-mai-nati/
http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2015/07/21/si-fa-presto-a-dire-vita-anche-un-pianeta-deve-respirare/

8 commenti

  1. Mario Fiori

    Ok Enzo hai perfettamente ragione, non abbiamo strumenti e conoscenze  ancora sufficienti e le distanze ovviamente giuocano alla grande; ma allora perchè non continuare comunque a studiare, analizzare, affinare strumenti e procedure, a qualunque distanza ma così: per semplice studio e conoscenza, curiosità e Scienza, non per trovare l'alieno ad ogni costo e specularci sopra? Perchè a condurre tutto ciò ci sono i media, le speculazioni e, soprattutto, le distrazioni che bisogna procurare ad ogni costo per evitare che si penmsi troppo. Ma dove vuoi che andiamo così?

  2. bravo Mario,

    ed è per questo che ne parlo -normalmente- solo quando si fa scienza e non gossip...

  3. PapalScherzone

    Caro PapalEnzo, non mi sognerei mai di provocare una reazione chimica per farvi credere di aver trovato gli alieni... l'unica reazione chimica che voglio stimolare è quella che trasforma risate in ormoni del buonumore!! :-P

  4. lo so, lo so, che  in fondo sei un pezzo di pane... e che ti diverti senza far mai male a nessuno... :wink:

  5. Arturo Lorenzo

    Leggo sempre con avidità riflessioni serie su questo argomento. Il mio parere è che se la velocità della luce è la massima possibile nell'Universo (onde elettromagnetiche e onde gravitazionali viaggiano a quella velocità), non potremo mai stabilire un ipotetico contatto bidirezionale con eventuali altre civiltà. Le distanze, appunto, sono proibitive. Pianeti candidati ad ospitare una civiltà, nei ...paraggi , che io sappia, non se ne sono ancora trovati. E, tutto sommato, vista la storia dell'uomo, penso che ciò sia più un bene che un male.. Altre tecnologie per eventuali contatti non ce ne sono, a meno di non entrare nella fantascienza. Questo, naturalmente, allo stato attuale delle conoscenze umane.

    Vi leggo sempre con molto interesse e piacere.

     

  6. Visto le distanze non ha senso darsi da fare più di tanto,non mi sembra logico.Piuttosto se qualche civiltà aliena è più avanti di noi è ha scoperto qualcosa che noi ancora non sappiamo,si farà senz'altro viva.

  7. Mario Fiori

    Si Gianni è vero anche ciò che dici tu ma solo la voglia, la volontà, lo spirito di conoscere , sono o sarebbero sufficienti a farci sforzare nello studio e nell'resplorazione ...per conoscere...per capire. Poi c'è sempre di mezzo altre cose: "dio" denaro, arroganza umana, voglia solo di apparire o, più semplicemente, poca volontà e il tirare a campare.

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