Categorie: Relatività
Tags: dinamica relativistica energia a riposo massa relativistica relatività ristretta
Scritto da: Vincenzo Zappalà
Commenti:4
La dinamica relativistica. 3: Massa ed energia. 5 ***
Per una trattazione completa dell’argomento, si consiglia di leggere il relativo approfondimento nel quale è stato inserito anche il presente articolo
Qualcuno potrebbe dire: “E’ ovvio!”, ma in fisica non è mai inutile svolgere i processi inversi, dato che spesso si scoprono relazioni di grande interesse. E, poi, è pur sempre esercizio utile per il cervello.
Partiamo, quindi, ammettendo che un certo signor Einstein abbia concluso, sognandolo di notte, che:
E0 = m0c2 …. (8)
Non ci resta che far muovere il corpo applicandogli una forza e vedere cosa succede. Ovviamente, se il corpo si muove deve acquisire energia cinetica, per cui l’energia del corpo deve aumentare. Dato che l’energia del corpo fermo è uguale a una massa moltiplicata per una costante, è ovvio che deve aumentare la massa.
Sì, ma come?
Sappiamo che la variazione di energia, dovuta all’azione di una forza su un corpo, è data da:
dE/dt = F v
Abbiamo già incontrato questa formula, che è quella che ci regala il lavoro svolto da una forza nell’unità di tempo. Ricordate la potenza?
P = L/t = F s/t = F v
Ma il lavoro non è altro che una differenza di energia in un certo intervallino di tempo e, quindi:
dE/dt = F v …. (9)
In realtà, dovremmo usare vettori e prodotto scalare tra vettori, ma se la forza agisce nel verso del movimento possiamo limitarci ai moduli.
Sappiamo, però, anche che:
F = d(mv)/dt
La (9) diventa, ricordando la (8) (non siamo più a riposo e m0 deve essere aumentata, come già detto prima)
d(mc2)/dt = v d(mv)dt
Tutto quello che dobbiamo fare è risolvere questa equazione, ricavando la massa. Abbiamo bisogno di qualche trucchetto… (Come al solito, la scrittura in rosso significa che chi vuol provare può anche proseguire da solo…)
Moltiplichiamo entrambi i membri per 2m:
c2 2m d(m)/dt = 2mv d(mv)dt …. (10)
Non sbagliamo di certo se ricordiamo che 2m d(m)/dt non è altro che la derivata di m2:
d(m2)/dt = 2m dm/dt
ma, analogamente, vale anche:
d(mv)2/dt = 2mv d(mv)/dt
Sostituendo nella (10):
c2 d(m2)/dt = d(m2v2)/dt
Basta fare l’integrale indefinito di entrambi i membri e abbiamo
m2 c2 = m2v2 + k .... (11)
Stiamo parlando di integrali indefiniti e quindi ci dobbiamo portare dietro una costante…
Tuttavia, la relazione precedente deve essere valida per qualsiasi velocità, quindi anche per v = 0…
Essa diventa:
m02c2 = 0 + k
La costante è quindi determinata e vale:
k = m02 c2
Possiamo allora sostituire k nella (11) che diviene:
m2(c2 – v2) = m02 c2
m2 = m02c2/(c2 – v2) = m02/(1 – v2/c2)
e, infine:
m = m0/(1 – v2/c2)1/2
come volevasi dimostrare… e, intanto, abbiamo ripassato un po' di derivate e integrali...
4 commenti
ottima inversione ( o cambio di paradigma?) é tutto chiaro grazie!
sapevo che l'avresti gradita...
Ho provato a proseguire da solo alla scritta rossa seguendo questa via:
d(mc2)/dt = v d(mv)dt
sviluppando le derivate con c costante ed m e v dipendenti dal tempo
c2dm/dt=v(vdm/dt+mdv/dt)
, poiché
, porto a sinistra m ed a destra v
, poiché
, cioè
, poichè , l'integrale definito tra v=0 e v è
, che è
poichè e
interessante, anche se è un po' lungo...