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Scritto da: Daniela
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I racconti di Vin-Census: IL SIMPATICO ALIENO
Intelligenze più evolute della nostra che vogliono distruggerci o ridurci in schiavitù, oppure esseri eterei simili ad angeli venuti "da ciel in terra a miracol mostrare", questi sono i modelli di visitatori extraterrestri che più spesso ci vengono proposti nei racconti di fantascienza. E se, invece, un bel giorno atterrasse un "normalissimo" disco volante guidato da un alieno simpatico e buontempone, desideroso di fare amicizia con tutti i terrestri? Per quanto tempo, dopo l'euforia mediatica iniziale, continueremmo a ridere delle sue barzellette...?? Oggi il nostro Vin-Census ci offre un raccontino leggero leggero che può solo divertire, ma anche far riflettere su quanto sia difficile farsi accettare.
Anni e anni di falsi avvistamenti UFO, migliaia di ipotesi e di tentativi per trovare “qualcuno” al di fuori del nostro pianeta, non facevano certo pensare che il primo contatto sarebbe stato così semplice e normale. Il disco volante (la forma era proprio quella!) scese in silenzio nel prato del Sig. Forrest, mentre stava potando le rose con il suo buffo cappellino in testa. Fortunatamente non soffriva di cuore, in quanto l’astronave spaziale arrivò senza alcun segno premonitore. Subito si aprì come un fiore, mostrando l’unico essere che conteneva. In realtà l’alieno aveva la stessa forma del disco, anzi sembrava che lo scafo esterno fosse più uno stretto vestito che non un mezzo di trasporto. La parte centrale dell’extraterrestre era schermata da uno scudo protettivo, simile al carapace di molti insetti terrestri, che forse conteneva il cervello e gli organi più importanti. Era circondato da una serie continua di occhi. Poi a raggiera vi erano un centinaio di forme modulari cilindriche, che si muovevano in modo indipendente ma che erano tutte collegate al nucleo centrale. Una di queste formò subito una bocca che parlò in uno stentato inglese: ”prego, parlare come volere per uno minuto”.
Forrest era rimasto impietrito per tutto quel tempo con la bocca semiaperta. Credeva di avere avuto un attacco di pazzia o al limite di stare ancora dormendo e non fiatò. L’alieno ripeté lo stesso invito, questa volta accompagnandolo con un gesto delle mani che erano uscite da un modulo diverso da quello della bocca. Forrest cominciò a balbettare dicendo cose senza senso e chiamando aiuto. Tuttavia sembrò bastare, perché il “disco” iniziò un lungo discorso ben articolato: ”grazie, adesso ho capito perfettamente la struttura del vostro linguaggio e posso interpolare facilmente quello che ancora mi manca. Io vengo da Gamma Tauri e sono un ambasciatore spaziale. Appena sul mio mondo hanno capito che sulla Terra c’era vita intelligente, mi hanno subito mandato per avere i primi contatti. Sono felicissimo e pronto ad incontrare chi volete per spiegare tutto ciò che vi sembrerà necessario”. La voce era gentile e suadente. Malgrado l’aspetto assurdo emanava una simpatia naturale che coinvolgeva chi lo ascoltava. E così fu anche per Forrest che con le dovute cautele chiamò la moglie ed il figlio maggiore. Dopo un primo momento di panico, i tre terrestri e l’unico alieno, cominciarono a chiacchierare allegramente.
Il nostro disco pensante si chiamava Tiuteo (almeno così lui tradusse) e riusciva a parlare con ciascuno mediante bocche separate che si erano formate da tre diversi moduli. Nel frattempo poteva anche scrivere, leggere, mangiare, giocare a carte o fare qualsiasi altra cosa mediante le appendici che potevano uscire dai numerosi “cilindri”. Tutte le azioni e le reazioni dovevano andare e tornare dal cervello, che sicuramente doveva essere di una complessità spaventosa. Forrest chiamò sia la polizia che i giornali, le TV e le radio locali. Malgrado questi arrivassero con molta circospezione furono subito coinvolti dalla simpatia e dalla comunicatività di Tiuteo. Riusciva a parlare, sorridere, scherzare con tutti, senza alcuna difficoltà. E intanto stringeva centinaia di mani e firmava già i primi autografi. In pochi minuti sembrava già un vecchio amico e non il primo alieno sceso sulla Terra. In pochi giorni fece praticamente il giro del mondo: i capi di stato, gli scienziati, i medici, lo stesso Papa, vollero avere un incontro con il visitatore spaziale. E Tiuteo continuava ad essere gentile e garbato con tutti, pronto a dare qualsiasi tipo di spiegazione gli venisse richiesta.
Non era mai stanco e nemmeno dormiva. In realtà però non era vero. L’alieno aveva tre cervelli indipendenti, che si davano il turno: due riposavano ed uno lavorava, e così via. Inoltre poteva mangiare tranquillamente mentre veniva ricevuto a destra e a sinistra, utilizzando bocche e mani indipendenti da quelle utili per i colloqui. E mangiava di tutto, senza problemi. Era facile per lui adattarsi a qualsiasi condizione locale. Era veramente un’entità perfetta sotto ogni punto di vista. Ma soprattutto era di una simpatia contagiosa. Tutti lo volevano con loro e lui accettava sempre, mantenendo la sua proverbiale cordialità. Tenne anche fantastiche conferenze, dove alla fine rispondeva a qualsiasi domanda contemporaneamente e mostrava decine di disegni su lavagne separate. Divenne l’essere più famoso della Terra, cercato dai governanti, ma anche invitato nei salotti dei VIP, nelle Università, nei centri di ricerca, ecc.
Passarono i mesi e poi un po’ alla volta si ritornò alla vita normale. Anche Tiuteo cominciò a perdere in popolarità e le TV e gli altri Mass Media gli dettero sempre meno spazio. Ormai tutti sapevano chi era, da dove veniva, come era fatto dentro, come si muoveva, ecc., ecc. Il nostro alieno però mostrò di non accorgersi di questo lento cambiamento e continuò imperterrito a presentarsi dovunque avesse voglia di andare. Nella sua profonda sincerità e ingenuità non poteva nemmeno pensare che chi prima lo cercava così assiduamente, potesse oggi averne avuto abbastanza. E così durante un banchetto ufficiale dell’alta aristocrazia texana, Tiuteo fece il suo ingresso sorridente e si pose sopra il tavolo ovale, appeso al soffitto ed iniziò a mangiare, chiacchierare, chiedere, disegnare, raccontare barzellette e via dicendo. Fu un momento molto imbarazzante, ma l’alieno sembrò non rendersene conto.
Un giorno si presentò direttamente nella sala di riunione del Presidente degli Stati Uniti ed interruppe i lavori segretissimi in corso, iniziando a parlare con tutti e ridendo a crepapelle. A questo punto si doveva fare qualcosa. Si, ma cosa? Vietargli l’entrata nei posti dove non era il benvenuto? E chi se la sarebbe sentita? In fondo era sempre un essere di un altro mondo e non si era certi della sua reazione. Era sicuramente pacifico ed ingenuo, ma una volta che era stato in visita da un emiro arabo in una tenda nel deserto, aveva visto spuntare da sotto un tappeto un’enorme vipera della sabbia. Per la prima volta fu preso da agitazione e con una velocità incredibile formò con un cilindro una specie di pistola che incenerì completamente il serpente. Aveva quindi capacità difensive e offensive ancora tutte da scoprire, ma sicuramente di grandissima efficacia. Non sembrava saggio prenderlo con le cattive. Solo i militari cercarono di spingere in quella direzione, dicendo che in casi disperati sarebbero stati pronti a passarlo per le armi. Anzi, per dimostrare chiaramente la loro capacità, invitarono l’alieno nel poligono segretissimo del Nevada e gli mostrarono l’efficienza di alcune tra le più potenti armi da guerra. Ne sarebbe stato impressionato e avrebbe finalmente capito che non si poteva scherzare con l’esercito americano.
Tiuteo non fece altro che applaudire e sembrò divertirsi un mondo a vedere quella serie di fuochi artificiali. Poi, entusiasta dello spettacolo, formò facilmente una specie di cannone mediante due moduli affiancati e disintegrò senza problemi il monte Wolner che li fronteggiava con i sui 3500 metri di altezza. I militari consigliarono al Presidente di non passare alle maniere forti. Mentre si studiava il da farsi in gran segreto (ma non era facile avere ormai un po’ di privacy) Tiuteo continuava a scorazzare dovunque sia con i mezzi di trasporto terrestri, sia soprattutto con il suo vestito-disco volante che sembrava muoversi alla velocità della luce. Era ormai onnipresente e chiunque poteva vederselo arrivare nella propria casa a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Quando ormai era diventato un vero e proprio incubo per tutta la popolazione terrestre, il Presidente degli Stati Uniti decise di avere un colloquio franco e sincero con lui. Doveva spiegargli la situazione, anche se questo avrebbe potuto causare reazioni non prevedibili. Prese il coraggio a due mani e invitò nel suo studiolo privato Tiuteo. Cercò di affrontare il problema alla lontana e cominciò: ”abbiamo approfittato troppo della sua disponibilità. Siamo sicuri che lei avrebbe piacere di tornare nel suo mondo per rivedere i suoi cari ed i suoi compatrioti. Sono sicuramente molti anni che manca dal suo pianeta. Ci faremo forza e cercheremo di non sentire troppo la sua mancanza. Ma non possiamo più bloccarlo qui, da solo, senza un contatto con la sua gente”. Tutto sudato il Presidente sperò che questo discorso non sembrasse offensivo a Tiuteo, confidando nella sua innata ingenuità.
L’alieno sembrò per la prima volta molto serio e pensieroso. Senza dire niente, estrasse da un modulo il pulsante argenteo che lo collegava alla sua astronave e lo schiacciò. Poi abbracciò con forza il Presidente e sinceramente commosso disse: ”ho capito perfettamente, e vi sono grato per tutto quello che avete fatto per me. Non potrò mai dimenticare la vostra gentilezza”. Si voltò e si diresse verso l’uscita. Il Capo di Stato si sentì molto in colpa per aver ingannato un essere così ingenuo e sincero e cercò di indorargli la pillola: ”Ma non così in fretta, la prego. Daremo una grande festa di addio in suo onore”. Tiuteo si voltò con un grande sorriso: "non disturbatevi oltre. Avete perfettamente capito la mia solitudine e mi avete già concesso il massimo. Non osavo nemmeno sperarlo! Faremo la festa appena arriveranno i miei duemila compatrioti che ho appena chiamato con il mio trasmettitore tascabile. Siete stati proprio gentili".
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1 commento
Mi viene in mente la botta di alieni che sbarcano ogni giorno in Italia.