Categorie: Corpi minori Satelliti e anelli
Tags: asteroidi bufala Elektra Media INAF satelliti VLT
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Eccezionale scoperta astronomica! No, no, è soltanto la solita Media INAF…*
Chi legge un recente articolo pubblicato su Media INAF, e che conosce qualcosina delle orbite e degli asteroidi, non può che saltare sulla sedia: eccezionale scoperta scientifica riguardante un terzo satellite dell’asteroide Elektra! Molte cose andranno cambiate d’ora in poi. Chi, però, va a leggere l’articolo originale, ripiomba con i piedi per terra e non può che non pensare a una divulgazione squallida che nemmeno si cura di rileggere ciò che è stato pubblicato. E la dice anche lunga sulla preparazione astronomica del traduttore.
Due dovute premesse:
1) Qualcuno potrebbe dirmi: “Perché non scrivi direttamente all’autore e cerchi di far correggere l’errore?”. Posso solo rispondere che tempo fa lo feci, ma la risposta fu oltremodo arrogante e, malgrado le evidenze della falsità di certe asserzioni, il traduttore non volle assolutamente cambiare il testo. Da allora ho deciso di intervenire pubblicamente. L’umiltà e l’accettazione dei propri errori sono doti che non sembrano prosperare tra i divulgatori dell’INAF.
2) Ho aspettato un paio di giorni, sperando in un tardivo controllo di qualche esperto (Media INAF rappresenta il più importante Istituto astrofisico italiano), ma niente di niente.
Eccomi quindi a cercare di “salvare” coloro che già avranno pensato di assistere in diretta -o quasi- a ciò che viene descritto in un vecchio romanzo di fantascienza (non mi ricordo il titolo, aiutatemi…).
Un gruppo di astronauti terrestri giunge sul pianeta rosso e comincia a esplorarlo. Ben presto gli si pone davanti uno sconvolgente enigma: molte colline, montagne e altro ancora sono forate in modo estremamente accurato e i buchi sono perfettamente allineati tra loro. Per farla breve, la colpa è di un satellite naturale, di pochi centimetri di diametro, che orbita a pochi metri d’altezza.
Bene, cambiamo corpo celeste e andiamo su Elektra, un asteroide di circa 200 x 150 km (niente male) di forma nettamente irregolare e di bassa densità.
Niente di straordinario se, nel 2003, viene scoperto col telescopio Keck un piccolo satellite di circa 7 km che gira attorno a lui a circa 1150 km di distanza. Non ci sarebbe nemmeno da meravigliarsi troppo della recentissima scoperta di un secondo satellite, ancora più piccolo e vicino. Abbiamo parlato spesso di collisioni tra asteroidi e di come si possano creare frammenti orbitanti attorno al corpo maggiore.
Tuttavia, leggendo questo ARTICOLO, mi si sono rizzati i capelli in testa già fin dall’introduzione: “La seconda luna, che orbita attorno al corpo principale a una distanza di un paio di chilometri, è stata scoperta grazie alla sofisticata ottica adattiva dello strumento del Very Large Telescope al Cerro Paranal, in Cile”. Sicuramente una svista che sarebbe bene non lasciare tranquillamente in visione.
No, no, è proprio vero, dato che all’interno dell’articolo si legge nuovamente: “La nuova piccola luna di Elektra orbita a circa due chilometri dal corpo principale ed è stata battezzata provvisoriamente S/2014 (130) 1”. La parte da me messa in rilievo è stata messa in rilievo anche dall’autore, resosi conto dell’importanza della scoperta…
C’è qualcosa che non quadra…
Innanzitutto, l’immagine che è stata allegata mostra sia Elektra che il suo satellite più vicino. Magnifico… Sì, ma è strano che la distanza tra asteroide e satellite risulti maggiore dell’asteroide principale. Come può essere se quest’ultimo è un ellissoide di 200 x 150 km e il piccolo fratellino dista SOLO 2 km dalla sua superficie?
Per non parlare del fatto che se esistesse un telescopio ottico capace di far vedere così nettamente 2 km, a distanze che possono variare da 2.5 UA (perielio) e 3.8 UA (afelio), sarebbe qualcosa di veramente mostruoso (se volete fare il conto…).
Ma ciò che più mi ha sconvolto è il fatto che Elektra potrebbe benissimo avere delle montagne ( o quantomeno irregolarità) alte più di 2 km e, allora, esse dovrebbero essere forate dal piccolo satellite, proprio come nella fantascientifica avventura marziana del vecchio romanzo.
Tuttavia, prima di gridare al miracolo, mi sono tolto la briga di andare a vedere il lavoro originario (di cui viene dato anche il link!). Ed ecco cosa si legge nel “sommario”: “This new (second) moonlet of Elektra is about 2 km across, on an eccentric orbit and about 500 km away from the primary”. Mamma mia che delusione… i 2 km sono il diametro del satellite e 500 km è la distanza da Elektra.
Ora le cose sono molto più sensate e meno spettacolari.
Complimenti vivissimi al traduttore, sicuramente grande esperto di meccanica orbitale, di asteroidi e di risoluzione angolare. Poveri noi…
Articolo originale QUI
20 commenti
Non ho resistito alla tentazione e sono andata su MediaInaf per vedere con i miei occhi l'articolo incriminato, ma non l'ho nemmeno cercato perché in home page c'è un'altra chicca: si afferma (sì, proprio così... si afferma usando verbi all'indicativo e non al condizionale come sarebbe d'obbligo in questi casi) che riducendo i termini d'incertezza nell'equazione di Drake (quella con cui nel 1961 si è provato a calcolare la probabilità di sviluppo di civiltà extra-terrestri nella via Lattea) si è ottenuto il risultato, in tutto l'Universo, che ciò E' già accaduto miliardi di volte!
Ovviamente, poi, si guardano bene da spiegare come in concreto e su quali basi scientifiche si siano potuti ridurre questi termini d'incertezza.
E non basta... tra le varie considerazioni presenti nell'articolo, si dice anche "Quanto alla sopravvivenza di una specie, per un tempo bastevole allo sviluppo di una civiltà tecnologicamente avanzata, il fatto che l’uomo abbia sviluppato una qualche forma di tecnologia nel corso di 10mila anni non ci dice molto." Quindi l'evoluzione della specie homo è iniziata solo 10.000 anni fa?!? Secondo me è questo che si capisce leggendo questa frase, o sbaglio?
Ci sarebbe da ridire, se questa gente non fosse pagata con denaro pubblico
No comment, Daniela... Per tradurre cose scientifiche bisogna almeno capire un poco di Scienza. O sbaglio?
Comunque vai anche a leggere l'articolo incriminato: grida vendetta il fatto che l'autore non si sia posto nemmeno il problema su quei due km di distanza: chiamarla ignoranza è un complimento...Ne sono coinvolti la legge di Newton, il potere risolutivo, l'ottica in genere e non parliamo della meccanica celeste... Ma nessun professionista li legge almeno di sfuggita? In fondo vi è il marchio INAF sulla pagina!
Voi parlate così perché conoscete poco la galassia... i Papalliani hanno visitato pianeti con migliaia di satelliti che orbitano a velocità folle a soli 2 metri di altezza e l'evoluzione ha dovuto limitare l'altezza degli abitanti...
Il pianeta è conosciuto da tutti come Gruviera e gli abitanti hanno più volte rischiato di perdere la testa, a causa di alcune perturbazioni orbitali..
Paolo
Probabilmente il traduttore è laureato (forse) in lingua e letteratura straniera, senza la minima preparazione scientifica, ma, se anche così fosse, è indecente che, guardando l'immagine, non gli sia venuto un piccolo dubbio su quei 2 km.
Non è solo un problema di mancanza di conoscenze scientifiche, e neanche di professionalità (perché ci porremmo ad un livello già alto), ma semplicemente di buon senso ed educazione personale. Manca innanzitutto il rispetto per il proprio lavoro, quindi per se stessi, e poi per le persone a cui tale lavoro è rivolto. Ma chi non rispetta se stesso, come può rispettare gli altri?! E con questo mi sto riferendo solo al traduttore, se poi vogliamo parlare delle responsabilità professionali e deontologiche di chi guida l'Istituto Nazionale di Astrofisica, allora, a mio modesto parere, ci sarebbe tanto lavoro per la Magistratura...
le risate erano per Paolo... per Dany bisogna solo piangere!
Perché, Paolo, non organizziamo un viaggio su Gruviera per tutta la redazione di MediaInaf, come premio per aver dimostrato l'esistenza di miliardi di civiltà aliene??
Sai mai che qualche provvidenziale perturbazione orbitale...
mmh... mi sa che quelli ci mandano Brunetta... così non succede nulla..
Paolo
Sicuramente il nostro ragazzotto (ma l'avete visto sto Davide Coero Borga, il famoso costruttore di giocattoli che non ha manco 30 anni e già lavora x la Rai, oltre che x Inaf: mamma mia come funzionano bene le raccomandazioni in Italia! Peccato che siano solo quelle a funzionare...) usa Google Translate perchè l'inglese (e non intendo necessariamente quello tecnico-scientifico, che già dovrebbe conoscerlo visti gli studi, di cui tanto si vanta, presso la prestigiosa SISSA di Trieste) mi sa che non lo conosce proprio!
Eccone di seguito la prova.
La frase tradotta dall'articolo originale in inglese è molto semplice ed è la seguente:
"This new (second) moonlet of Elektra is about 2 km across..."
Utilizzando Google Translate viene fuori la seguente traduzione:
"Questa nuova (seconda) piccola luna di Elektra dista circa 2 km di diametro".
Senza utilizzare Google Translate invece, anche un bambino avrebbe tradotto correttamente "Questa nuova (seconda) piccola luna di Elektra ha un diametro di circa 2 km".
Ma allora questo "famoso divulgatore" già inserito nelle strutture informative pubbliche (Rai, Inaf...Ma poi perchè proprio lui?????? Ah già lo abbiamo detto prima, m'era sfuggito...) non conosce davvero l'inglese! E come avrà fatto a studiare alla SISSA???
Ops...che brutto vizio che ho...Ma perchè devo sempre pensare male??? Avete ragione, il nostro bravo divulgatore conosce perfettamente l'inglese ma, essendo oberato di impegni, usa Google Translate per sbrigarsi prima!
Embè? Io dico che, se anche così fosse, c'è sempre qualcosa che non torna. Cosa? Ve lo dico subito, anche se lo avete capito tutti qui!
Che serietà professionale (specie in ambiti educativi pubblici come in questo caso) è uno che non controlla ciò che scrive, specie dopo averlo tradotto con Google?
Così come che serietà professionale è un'istituzione scientifica che non vaglia gli articoli dal punto di vista tecnico-scientifico prima di pubblicarli, visto che su quelle pagine ci andranno a leggere magari i nostri figli, o peggio i loro insegnanti?
Con l'aggravante di non correggerli neppure! Che faccia tosta! Anzi no: che vergogna ci sta meglio!
Comunque il nostro "giocattolaio-divulgatore" evidentemente ha una scienza tutta sua, quella della fantasia. E non scherzo visto che ha scritto un libro dal titolo "Scienza della fantasia"! Ma allora ditelo prima no?
Allora è ancora peggio di come pensavo... neanche le mie figlie che, come ogni adolescente, adorano le scorciatoie, si fidano di Google traduttore!
Eh si in effetti la "colpa" è che Google ha messo in mezzo la parola "dista", ma l'autore dell'articolo (il giocattolaio trentenne) ha ignorato che il termine "across" ha anche il significato di "larghezza", che andava inteso in questo caso come grandezza del corpo, ovvero il suo diametro!
Ma dico io, ad occhio il nostro famigerato autore avrebbe tradotto anche meglio di Google se solo ne avesse capito qualcosa (di inglese e di astronomia)!!!
SISSA = Società Italiana Simpatici Scienziati in Aspettativa...Mentale (SISSAM hanno dimenticato pure la M)
Mi scuso ovviamente con la vera istituzione...ma un po' di attenzione a chi sfornano forse...
Intanto ho commentato l'omologo articolo sulla pagina facebook dell'INAF, indicando la corretta traduzione. Chissà se qualcuno dello staff leggerà e verificherà lo strafalcione...
Non ci sperare, Arturo, non hanno neanche ascoltato una protesta ufficiale di Enzo pochi mesi fa... eccola QUI.
Della serie "non ci resta che piangere"...!!!
Grazie Daniela per il link all'articolo di Enzo, che ancora non avevo letto.
In effetti, sino ad ora nessun segno di vita dallo staff
La SISSA è un'istituto di valore e forse lo sono anche i suoi laureati. Il vero sbaglio è inserire chi sa poco di astronomia nella sua divulgazione. La divulgazione dell'astronomia va fatta dagli astronomi, anche se ci si limita a tradurre senza mettere niente di proprio o di aggiuntivo. Altrimenti si rischia di travisare le frasi, di scrivere panzanate e di non accorgersene nemmeno. Se poi, è troppa fatica per un astronomo almeno controllare gli scritti, beh... allora lasciate perdere la divulgazione!!!
hanno corretto l'errore ! Buon primo maggio
caro Arturo,
un piccolo mattoncino per cercare di aiutare la divulgazione, sperando che serva come ammonimento per i futuri articoli e per la scelta dei "divulgatori". Non basta essere laureato in "comunicazioni", bisogna anche conoscere la materia di cui si tratta...
Beh... possiamo considerarci soddisfatti. E io non mollo di sicuro!!!