03/05/16

Sotto gli occhi di tutti, ma…

Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "L'intelligenza che non ti aspetti" (in "Vita, Intelligenza, Astrobiologia")

Io sono solo un astronomo e non dovrei cimentarmi con Scienze che praticamente non conosco affatto. Tuttavia, faccio un po’ come Galileo (il grande pisano mi perdoni…) e provo a studiare solo con logica e razionalità ciò che osservo attorno a me, senza pretendere di risolvere i problemi, ma almeno cercare di esporli in modo scientificamente abbastanza corretto.

Sono mesi che seguo il comportamento delle mie gattine, nate come tutti i gatti con il loro bagaglio di istinti e conoscenze ataviche, propagatesi e miglioratesi con l’evoluzione. Tuttavia, a me interessa studiare i comportamenti che non hanno alcun legame con la parte evolutiva, ossia quelli che nascono e si ripetono in tempi scala di mesi o addirittura giorni.

Voglio farvi tre esempi, che ho cercato di riprodurre varie volte per eliminare la casualità o il “colpo di fortuna”.

Nel giardino vi è uno di quelle strutture che servono a fermare un ombrellone: una specie di tronco di cono con un foro al centro per inserire l’ombrellone. Normalmente, si riempie con acqua, ma nel mio caso era completamente vuoto. Ne risultava che era possibile passare dal di sotto, per qualcuno molto piccolo e sottile, ma che la parte centrale, essendo forata, metteva “facilmente” in comunicazione con l’esterno.

Bene, la prima micina stava dando la caccia a una lucertola (a casa mia sembra che le lucertole nascano senza coda…) e questa si è infilata furbescamente sotto il ferma-ombrellone, al riparo. La micina ha cercato di infilare la zampa sotto il tronco di cono, ma senza risultato. Bene, senza insistere più di tanto e senza guardare (ve lo assicuro!) si è fermata un attimo, come se pensasse, ed poi decisa e fulminea ha infilato la zampa nel foro estraendola con la lucertola tra le unghie… Un’operazione che chiamare “istintiva” mi sembra troppo semplicistica. La micina ha preso una decisione, valutando la forma e le aperture di una struttura  ben lontana dai suoi imprinting evolutivi.

La stessa micina ama moltissimo stare in casa e dormire nei suoi luoghi preferiti: una sedia con cuscino, sotto la coperta posta sopra una poltrona, sul divano o sulle mie gambe. Bene, quando entra in casa, dopo aver mangiato e bevuto nelle sue ciotole, si ferma e studia la situazione.

Ha diverse soluzioni davanti a sé e passa parecchi minuti a guardarle e … a pensare (come posso chiamare diversamente questa azione?). Infine, in modo casualmente diverso (apparentemente), DECIDE dove andare quel giorno, probabilmente in base alla poca o troppa luce, al rumore, alla voglia di fare un sonno profondo o solo un pisolino o prendersi  (e dare) un po’ di coccole.

Quando la guardo, ferma in un angolo a osservare a destra e a sinistra, non posso non pensare che stia valutando la situazione e che stia decidendo, non in base a istruzioni ataviche, ma in base alle condizioni esterne e alla sua emotività giornaliera. Prendere decisioni, dopo aver valutato, non è istinto, ma è una caratteristica che noi definiamo INTELLIGENZA e nemmeno appena accennata.

Un’altra micina agisce, invece, molto di più sulla parte affettiva e di gioco. Di carattere ben diverso è sempre attiva e instancabile nelle sue scorribande. Ogni tanto si ferma e si accuccia, forse pensando alla prossima avventura. Ormai capisce il mio tono di voce e magari anche qualche parola… Quando è in quella posizione di riposo momentaneo, io mi avvicino e con la voce un po’ mielosa le dico: “Ma che bella questa micina, è proprio la mia gioia…”. E’ una specie di avvertimento per il gioco e lei si mette subito in posizione con la pancia all’aria, muovendo zampe e testa. Una posizione che assume anche quando vuole lottare, per gioco, con le sorelline. E qui arriva il bello (provato e riprovato moltissime volte).

Se lei è accucciata a terra, io le porgo il  piede con la pantofola e lei si avventa su di esso cercando di simulare una battaglia, lasciando scoperte le unghie anche se senza forzare la presa. Se, invece, è su un ripiano o su un tavolo, io eseguo la stessa messinscena allungando la mano. In questo caso rimane immobile con le zampe e si fa accarezzare a lungo sul pancino.

Le spiegazioni sono ovviamente molte, ma sicuramente la micina capisce se il mio arto è difeso o non è difeso dalle sue unghie e, automaticamente, esegue una scena diversa: o di puro gioco o di tenere coccole. In ogni modo, vi è una risposta non atavica a un qualcosa che è ormai entrato nella sua memoria. Riflessione, apprendimento, decisione e azione. No, non può essere solo istinto.

E, allora, cari amici, quando sento i loro miagolii cambiare di tono e venire accompagnati con una diversa espressione negli occhi, come faccio a non pensare che mi stiano parlando? Loro hanno capito molto di più del mio linguaggio di  quanto io abbia capito il loro! E gli esempi studiati e ripetuti sarebbero molti di più…

E che dire dei ricci, che è ormai indubbio che riconoscano le persone e che, in base a ciò, decidano se scappare o continuare il loro pasto, raggomitolarsi o farsi accarezzare il musino?

Poi leggo su una rivista scientifica che, malgrado le dimensioni del cervello siano nettamente diverse, davanti a del cibo inserito in un cilindro trasparente, aperto da un lato, sia il gorilla che il corvo si avventano immediatamente verso il cibo. Visto che la plastica ne vieta la presa, si dirigono immediatamente verso il foro e raggiungono l’obiettivo. I tempi di reazione sono uguali! Quante persone rincretinite da TV e apparecchiature pappa-pronta sarebbero così rapide nella decisione alternativa?

E, poi, penso a quel’ameba senza cervello che sa imparare a riconoscere che una cosa amara può anche non essere pericolosa e l’attraversa tranquillamente dopo POCHI GIORNI, non milioni di anni!

E penso anche a quei 4 fotoni che decidono di tornare indietro quando toccano gli elettroni di uno specchio, lasciando agli altri 96 il compito di attraversarlo. Evoluzione dei fotoni? No di certo… Differenze tra di loro o nei contatti con gli elettroni?... Assolutamente no. Non resta che dire: SCELTA, LIBERTA’ DI SCELTA E DI DECISIONE.

E allora mi sembra di essere un povero “stupido” e di giocare troppo con la fantasia e con le favole. Mi sembra solo, però... perché subito dopo mi appare sempre più chiaro che abbiamo capito ben poco della Natura in cui viviamo…

Ulteriori riflessioni sull’argomento le trovate QUI, QUI e QUI

11 commenti

  1. Mario Fiori

    Caro Enzo hai capito molto più di quello che pensi, hai legato insieme l'intero Universo.

    Chiara e dolce spiegazione e costatazione la tua...resta il mistero del come e perchè.

    Ehh...quantistica...quantistica...quantistica...quant...quant...istica...istica...ica...ca....

  2. grazie Mariolino, tu so che mi capisci perfettamente. D'altra parte siamo amici da sempre!!!! :-P

  3. Daniela

    Ho fatto una veloce su Google e QUESTO mi sembra un lavoro interessante.
    Parla dell'intelligenza come una capacità di adattamento in senso darwiniano, al pari di tutte le altre.

    Ecco un breve estratto:
    "le abilità cognitive e le funzioni mentali umane sono
    state arbitrariamente elevate a termine di paragone per tutte quelle delle altre
    specie animali, senza la minima considerazione al fatto che ognuna di esse ri-
    sponde ad esigenze del tutto specifiche.
    Chiedersi quale specie animale sia la più intelligente equivale a dover decide-
    re se sia migliore il processo di produzione di un’industria tessile o quello di
    un’industria alimentare, avendo entrambi gli stabilimenti raggiunto l’eccellenza
    nel proprio campo (che, in termini biologici, equivale ad aver raggiunto un adat-
    tamento). I processi produttivi sono chiaramente diversi, e lo sono in virtù di
    una incolmabile differenza di «vocazione». Tale diversità rende di fatto privo di
    senso qualsiasi tentativo di confronto di questo genere."

  4. grazie Dany... molto interessante! :wink:

  5. Arturo Lorenzo

    Credo che la difficoltà sia la mancanza, ad oggi, di una univoca definizione scientifica dell'intelligenza. Ci sono varie correnti di pensiero in merito. Per certi versi, potremmo parlare di intelligenza dell'uomo, intelligenza degli animali, intelligenza delle piante (!) e magari anche di intelligenza dei fotoni... Ma probabilmente la nostra conoscenza di ciò che realmente avviene in certi fenomeni che ci fanno pensare ad una sorta di intelligenza è ancora molto limitata. Pare sia comunque assodato che una intelligenza ci sia effettivamente negli animali diversi dall'uomo, anche in quelli più insospettabili. Esistono, ad esempio, ragni che mettono in atto soluzioni davvero "furbe" per accalappiare le proprie prede. La furbizia cosa è se non una manifestazione di intelligenza ? A mio avviso, tuttavia, ogni cosa va misurata nella sua giusta scala.

  6. Daniela ha fatto una cosa molto logica e ha fatto una ricerca che io condivido al 100%.Noi per millenni abbiamo guardato la natura in maniera solo utilitaristica dall'altro delle nostra ignoranza.Gli umani hanno un ruolo,quale non lo sappiamo,potremmo essere un insetto esplorante mentre gli altri insetti(specie) ne hanno altri,ognuno sulla sua piattaforma e matriosche sopra e sotto.Se avessimo la consapevolezza dello spaziotempo occupato dai "biologici"visto da ogni singola entità avremmo una visione della realtà enorme,non una torcia ma un sole che spazza la realtà al l'ennesima potenza.

  7. Luigi

    Erano di versi giorni che, come al solito, caro Enzo mi avevi messo in testa questo "tarlo" dell'intelligenza "cosmica" (consentimi la licenza poetica).

    Buongiorno a tutti.

    Questa mattina (6.30 circa) mentre io e mia moglie ci preparavamo alla lunga giornata di lavoro (per noi) e di scuola (per i bimbi), come accade per tutto ciò che mi riguarda le ho chiesto conforto sui miei interrogativi stimolati dagli interessanti post del prof.. Quell'angelo, nonostante l'ora ed i tanti impegni, non mostrandosi per nulla interdetta dal mio comportamento evidentemente patologico ( :mrgreen: ) mi ha dato il suo parere tecnico (è psicologa e psicoterapeuta).

    In estrema sintesi la mia idea è questa.

    Quando il gattino non graffia la mano nuda del prof. manifesta di aver appreso, mediante il meccanismo del condizionamento classico (Ivan Pavlov), attraverso semplici gesti o qualsiasi forma di comunicazione non verbale dalla quale emerga ansia, paura o sofferenza, che se estraesse le unghie potrebbe infliggere dolore. Non è un meccanismo di trasmissione intergenerazionale della conoscenza, è il più semplice dei meccanismi di apprendimento ed è anche quello che adottano i bambini fino all'età del linguaggio. A questo punto è evidente che il confine tra un bambino, un gatto, un'ameba (condizionata anch'essa dalla sostanza amara) o un fotone (condizionato chissà da cosa) si assottiglia. Con lo sviluppo del linguaggio e della coscienza (di se) le cose cambiano ed accade il "miracolo". Le scelte che seguivano il semplice e razionale ciclo stimolo-azione-ripetizione diventano irrazionali (Daniel Kahneman vinse un Nobel mettendo in discussione l'homo oeconomicus e tutta la dottrina che l'aveva teorizzato fino a quel momento).  Chi conosce gli scacchi ricorderà che "l'irrazionalità" del campione Kasparov fu la sua arma vincente e che solo dopo numerosi up-grade Deep Blue, capace di analizzare 50 miliardi di mosse in tre minuti, riuscì a batterlo. In definitiva sembra strano ma la differenza tra un uomo (evoluto :twisted: ) ed un gatto sta nella massimizzazione razionale dell'utilità. Un uomo è spinto da stimoli molto più complessi (nel bene e nel male) che possono andare perfino oltre la propria stessa esistenza, rendendo le proprie scelte, "irrazionali" o se preferite mostrando un diverso tipo di intelligenza (ricordando che siamo sempre noi uomini a creare delle categorie artificiali - ed il povero Plutone ne sa qualcosa).

    Chiudo perché sono troppo prolisso.

    Come sempre grazie. Stimolare le nostre menti a non spegnersi e rimanere "patologicamente" curiose è un vero e proprio servizio che questo sito rende alla società.

     

  8. grazie Luigi, interessantissimo contributo... Ma siamo veramente dei matti o lo sono gli altri che non pensano di pensare...? :roll:

  9. Luigi

    Domanda retorica alla quale rispondo comunque... :wink:

    Siamo matti solo perché siamo in evidente minoranza. La normalità dei "non pensanti" è il contesto nel quale agiamo ogni giorno, purtroppo.

  10. PapalScherzone

    Qualcuno tempo fa mi ha detto che è bello vivere come matti in un mondo di folli... o forse come folli in un mondo di matti... non ricordo bene (forse perché un po' fuori di testa lo sono davvero  :roll: )... insomma chi se ne importa di sapere chi è matto e chi no! Dipenderà dal sistema di riferimento, tanto per cambiare!! L'importante è allenare la mente divertendosi e in questo sistema lo si fa molto bene, gli altri si arrangino!  :-D

     

  11. Hai proprio ragione Scherzy: è solo questione di sistema di riferimento :mrgreen:

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:wink: :twisted: :roll: :oops: :mrgreen: :lol: :idea: :evil: :cry: :arrow: :?: :-| :-x :-o :-P :-D :-? :) :( :!: 8-O 8)

 

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