Approfitto di uno dei soliti “orrori” divulgativi che si trovano nel web, per dare a voi la parola. Sono sicuro che scoverete subito quanto sia facile e deleterio comunicare un concetto sbagliato ai principianti. E nessuno che se ne accorga (anzi lo acclama) o che abbia “voglia” di avvertire l’autore (un astrofisico, oltretutto). Ma sì... che il popolo "bue" rimanga pure nell’ignoranza…
Abbiamo visto che un insieme numerabile contiene dei sottoinsiemi propri, che sono anch'essi numerabili. L'esempio era stato quello dei numeri pari e dei numeri dispari, che possono essere messi in corrispondenza biunivoca con l'intero insieme N. Consideriamo adesso un qualsiasi sottoinsieme proprio infinito X di N. Quale sarà sarà la sua cardinalità? Di sicuro X non potrà essere più numeroso di N, in quanto ha meno elementi (l'inclusione è propria). Vogliamo dimostrare che la sua cardinalità è ancora Aleph(0), che è la cardinalità di N.
Uno straordinario lavoro di ricerca giapponese ha dimostrato, analizzando i moti delle galassie con un redshift intorno a 1.4, che, anche in queste condizioni primigenie, la teoria della relatività funziona perfettamente, a patto di conservare la famosa costante cosmologica che Einstein giudicava il suo più grande errore.