Categorie: Astrobiologia
Tags: capacità decisionale cervello corteccia intelligenza Natura pesce elefante sensi
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Il pesce elefante sa scegliere il “senso” migliore **
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "L'intelligenza che non ti aspetti" (in "Vita, Intelligenza, Astrobiologia")
Continuo con la mia ricerca sulle inaspettate capacità di molti animali, giudicati normalmente come cibo o al più come marionette da mettere in una gabbia di qualsiasi tipo. Prima di far ciò sarebbe bene capire meglio che cosa sono capaci di fare e solo dopo accettare o -al limite- cercare di adeguarsi alla Natura, di cui noi e i vari animali facciamo parte. Essendone parte integrante, la sua comprensione, come ben sappiamo, è estremamente difficile se non impossibile (ne abbiamo parlato QUI)
Il pesce elefante ha una forma molto divertente con quella specie di proboscide, ed è un abitante ricercato per gli acquari di pesci tropicali. Un gioco, una marionetta, un buffone di corte, da vedere muoversi tra quattro vetri e a cui dare un po’ di mangime. Non è oltretutto, per quanto ne sappia io, un “boccone” ricercato dagli uomini.
Conosciamolo, allora, un po’ meglio. Il suo cervello è molto piccolo (e quindi possiamo trattarlo come uno schiavetto giocoliere) e -oltretutto- manca di corteccia cerebrale, il che dovrebbe indicare una completa mancanza decisionale…
Il fatto è, però, che esso è capace di emettere un campo elettrico e di valutare attraverso una moltitudine di sensori distribuiti sulla pelle, come questo viene modificato dalla presenza di oggetti, fino a una certa distanza (abbiamo appena visto che anche Venere produce un campo elettrico…). Beh, niente di straordinario, dato che i pipistrelli usano la stessa tecnica lavorando con gli ultrasuoni. Inoltre, il simpatico pesce possiede una vista più che buona, che gli permette di scorgere prede o predatori a grande distanza.
La vera meraviglia naturale sta nel fatto che il pesce decide quale sia il senso migliore da usare a seconda delle condizioni del luogo in cui si trova. Una capacità che finora è stata scoperta solo in alcuni mammiferi come i ratti, i delfini, le scimmie e l’uomo. Pensateci solo un attimo. Se voi entrate in una stanza buia, non mettete in funzione il senso della vista ma vi affidate al tatto. Se si accende la luce, trascurate il tatto e utilizzate soltanto gli occhi. Questa capacità di passare da un senso a un altro abbisogna di una corteccia cerebrale. Ma il nostro pesce elefante non ce l’ha…
Per comprendere ancora meglio questa straordinaria capacità riportiamo le parole di una delle ricercatrici del gruppo: “Normalmente i pesci elefante usano entrambi i sensi. Tuttavia, se uno dei due sensi non produce l’informazione voluta o le due informazioni si discostano troppo tra di loro, il pesce sa tranquillamente scegliere a quale dei due affidarsi, come se accendesse o spegnesse un interruttore. Alla fine, o con entrambi i sensi o solo con uno, l’animale riesce ad avere la migliore visione del luogo in cui si trova...” Ma ecco un risultato veramente scioccante “Quando l’animale acquista familiarità con un certo oggetto, posto nell’acquario, attraverso il solo senso della vista, possiamo creare il buio completo, ma il pesce riconoscerà perfettamente l’oggetto attraverso l’emissione del campo elettrico che MAI aveva usato precedentemente”.
Ma c’è ancora di più. L’animale è in grado di dare la precedenza al risultato dei due sensi, dandogli un certo “peso”, collegato all’errore stimato di entrambe le informazioni. Se l’informazione proviene da meno di due centimetri , il pesce annulla automaticamente la vista e crede “ciecamente” alle variazioni del campo elettrico. Se, invece, l’oggetto o il cibo si trova piuttosto lontano preferisce utilizzare la vista, sapendo che la risposta elettrica si deteriora con la distanza.
Qualcuno, come spesso accade, dirà: “Istinto, puro istinto. Io sempre Robinson, il padrone, e lui, sempre e comunque, Venerdì, il servo o il giocoliere di corte”. Io, invece, mi trovo a riflettere a lungo e mi accorgo sempre più di conoscere ben poco della Natura in cui vivo e che qualsiasi gerarchia, e tante conclusioni raggiunte sulla nostra supremazia dovuta alla complessità e alla massa del cervello, sono da rivedere con molta attenzione, umiltà e onestà.
Non voglio nemmeno rimettere in gioco ciò che penso nel mio profondo: cervello, neuroni, corteccia, analisi delle informazioni, sono gestite senza alcun dubbio dal microcosmo, il mondo di Alice…
Articolo originale QUI
Per continuare a riflettere su questo argomento, potete leggere gli articoli dedicati alle capacità dello scarabeo stercorario, di una muffa del fango, del pesce arciere, dei bombi.
8 commenti
Qualche tempo fa stavo ascoltando un programma televisivo che si occupa di etologia. Quel giorno, tra i vari argomenti trattati, il discorso era incentrato sulla psicologia animale e sull'importanza del legame affettivo che si stabilisce non solo tra madre e cucciolo, ma anche occasionalmente tra animali appartenenti a specie diverse.
Inoltre la conduttrice evidenziava, giustamente a mio avviso, il grande e profondo legame che instauriamo con i nostri animali da compagnia.
Chiesto il parere del "luminare" di turno questi le rispondeva così: - indubbiamente certe specie animali sono capaci di provare sentimenti come la paura o la gioia , ma in maniera INCONSAPEVOLE!-
Ciò varrebbe a dire che quando il mio cane o il mio gatto mi sente rincasare e mi viene incontro palesemente felice e giocoso, lo fa solo per istinto e non si rende assolutamente conto di quello che prova.
Chiaramente non ci vuole un genio per capire che questi professori con la p minuscola danno queste risposte in quanto certificare che tutti gli animali provano sentimenti positivi e negativi, e che agiscono in base ad un ragionamento logico, talvolta spinti da sentimenti nobili al pari di quelli umani, porterebbe a degli ostacoli etico e morali insormontabili, rallentando o danneggiando economicamente una certa "ricerca".
Qualsiasi persona in buona fede che ha un animale domestico, escludo da questo insieme forse solo i ragni e gli scorpioni, sa perfettamente come stanno le cose.
Non più servi, giullari o cibo, ma compagni di viaggio in questo meraviglioso Universo così interconnesso (per chi ha occhi per vedere).
Rimango sempre convinto(pronto a cambiare idea per carità ),che quello che chiamiamo intelligenza, sia diffusa in vari organi del corpo e che il cervello sia un coordinatore ultimo,poi a seconda dell'evoluzione di una specie il cervello avrà forme e funzioni differenti.Se ragioniamo co logica,beh! la mia ,non nasce prima il cervello,ma questo è o dovrebbe essere la necessità di un gruppo di cellule in evoluzione,ad avere un terminale che coordini alcune funzioni.Lo facciamo anche noi quando lavoriamo in gruppo per dirigere un organismo complesso(fabbrica,albergo,uffici ecc).Quando descrivi parlando di Fibonacci,come la natura prediliga alcuni schemi o forme,indirettamente si descrive una natura che si sviluppa per schemi,anche se non li conosciamo ancora in maniera sufficiente .Pure il tempo,che è legato alla struttura/ organismo,viene percepito come lo percepiamo perché in realtà esso è la somma di tutto ciò che costituisce il nostro essere,miliardi di "intelligenze sensori"in progress.
A proposito di professori, consulenti, esperti e chi più ne ha più metta… sto leggendo un libro (“L’arte del dubbio” di Gianrico Carofiglio) nel quale l’autore, con lo scopo di analizzare la tecnica del controinterrogatorio, racconta casi concreti avvenuti nei nostri tribunali. Due di questi riguardano proprio la demolizione di consulenze di cosiddetti esperti, provo a sintetizzarne uno: l’imputato è accusato di omicidio e la prova principe dell’accusa si fonda sulle tracce di piombo, bario e antimonio (residui di spari) rilevate sulle sue mani; la difesa presenta una perizia secondo la quale tali tracce possono essere arrivate sulle sue mani per contatto con indumenti di suoi amici cacciatori; il blasonato consulente testimonia che ciò è sicuramente possibile e che ci sono prove scientifiche in tal senso. Grazie ad un abile controinterrogatorio il pubblico ministero distrugge la credibilità del consulente prima con una serie di domande sulle caratteristiche fisiche delle tre sostanze chimiche (sulle quali il consulente rileva la sua totale ignoranza) e poi rivelando uno studio scientifico molto recente, di cui il consulente ignorava l’esistenza, che esclude la possibilità del passaggio dei residui di uno sparo da indumenti a corpo umano.
Morale… quanti consulenti dai titoli altisonanti contribuiscono ogni giorno, per lucido interesse o per scarsa professionalità, a fare assolvere colpevoli o condannare innocenti (quando la controparte non ha la capacità di smascherarli, come in questo caso), segnando in modo indelebile la vita di esseri umani? In confronto, non è poi così grave dire la prima cosa che viene in mente durante una semplice trasmissione televisiva, magari facendola passare per verità scientifica (usando verbi all'indicativo, anziché al condizionale), con buona pace per la serietà e la deontologia professionale! Che tristezza...
grazie a tutti per i bellissimi commenti che ci aiutano a entrare meglio (non ancora a capire) nel mondo meraviglioso della Natura che, come ben sappiamo, non utilizza gerarchie di sorta... Le sue regole possono essere dedotte e descritte, ma comprenderle è tutta un'altra storia (c'una certa meccanica che le assomiglia.... )
Enzo sei fortissimo con questi articoli sugli animali e ci fai riflettere tantissimo. Sono daccordo con tutti e tre i commenti di cui sopra, anche con Gianni che può sembrare un po' fantascientifico ma che invece a colto nel segno sull'importanza di tutto il nostro corpo coordinato dal cervello che però non ha l'eslusiva sensoriale e di interazione.
Aldilà di tutto il Pesce Elefante smirizza alla grande l'espressione: "Sei proprio uno senza cervello , ehh!"
L'idea di Gianni non è affatto fantascientifica, anzi!
Solo rimanendo in ambito umano, non molti sanno che i neuroni oltre che nel cervello sono localizzati anche nel cuore e in grande quantità nell'intestino, e che è provato che il cosiddetto cervello addominale non solo è connesso, ma influenza il cervello "primario"
Per chi volesse approfondire:
http://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/14809-intestino-secondo-cervello
Spero Daniela di non avere mai a che fare con certi esperti.Diciamo che anche noi per inerzia non andiamo a controllare le medaglie di costoro.Mario e Luciano avranno notato che anche se usato in maniera dispregiativa,il detto popolare che dice:"Questo ragiona con la pancia",ha una sua validità sostanziale,le emotività danno energia e reattività al nostro incedere e sembrano decidere in maniera autonoma dal cervello,come in una riunione societaria dove il CEO propone,ma è il consiglio che decide,sicuramente nelle emergenze,ma anche nelle decisioni che noi classifichiamo come"fiuto",istinto ecc.
Controllare ogni "medaglia" è impossibile... sarebbe sufficiente imparare ad esercitare l'arte del dubbio per non dare credibilità immediata ad una determinata informazione solo perché proveniente da fonte apparentemente autorevole, senza prima aver avuto modo di ascoltare qualche altra opinione in merito.