29/07/16

Se ti senti sola stasera… una stella che fa tutto da sola*

Ebbene sì, questo è un racconto di ciò che può capitare nell’Universo, il luogo dove tutto può succedere grazie, solitamente, all’aiuto di qualche compagno, di qualsiasi genere esso sia. In qualche modo, ricorda le migrazioni dei primi uomini preistorici, quando magari una singola famiglia era in cerca di un luogo migliore dove cercare di sopravvivere. Un racconto molto semplificato, nello stile che ormai avete imparato a conoscere…

A quei tempi non c’erano ospedali o cliniche, e nemmeno medici o ostetriche, ma se si nasceva nel gruppo o branco, l’aiuto delle altre donne poteva essere decisivo per mettere al mondo una nuova creatura e permetterle di sopravvivere. Ma se la donna gravida era sola nel suo viaggio, doveva fare tutto da sola, al pari della maggioranza degli animali che ancora non differivano molto da lei.

La Natura, in fondo è anche questo: prove dure e quasi insormontabili se viste con gli occhi di oggi, ma forse estremamente comuni agli albori del genere umano. E poi che fare? Portare con sé la nuova creatura o abbandonarla al suo destino?

Le stelle sembrano essere molto più evolute, fin dalla loro comparsa nell’Universo. Esistono ospedali specializzati per la nascita di nuove creature (come nasce una stella, insieme a tanto altro, lo abbiamo spiegato QUI). Essi prendono il nome di nubi molecolari particolarmente fredde. Dove il “dottor” gravità sa benissimo come separare queste partorienti, distribuendo la massa per ognuna di loro, attento che possano avvenire scambi di materia durante le fasi primordiali dei neonati, per assicurare loro cibo e regolarità anche durante i terribili scoppi di pianto che non possono che riscaldare l’ambiente circostante. Un ospedale che gestisce moltissime partorienti e moltissimi neonati e che segue regole gerarchiche precise nella divisione della massa per dare a ognuno le proprie necessità.

In parole poco più astronomiche, le stelle nascono in grandi nubi molecolari fredde che subiscono frammentazioni non casuali e che portano alla nascita di ammassi stellari, che iniziano la loro vita come entità distinte (o accoppiate), ma che hanno approfittato della materia che le circondava e che  ancora sopravvivono in gruppi più o meno ristretti. Poi, generalmente, ogni nuova stella che ha raggiunto l’adolescenza se ne va per i fatti suoi, con il suo corteo di pianeti, con la durata di vita già segnata fin dall’inizio.

In mezzo a questo insieme apparentemente caotico, ma regolato in modo quasi perfetto, esistono neonati che danno molto filo da torcere: non dormono mai  e le loro urla sono quasi insopportabili. Sembra quasi che non gli piaccia il cibo ed esplodono in lampi di energia che riscaldano la zona circostante facendola brillare. Non se ne conoscono molte e vengono chiamate FU Orionis. Esse mangiano abbondantemente, quasi con smania, ma sovente espellono ciò che hanno mangiato in una sequela che tutto è meno che tranquilla.

Si riconoscono non solo per i “flare”, ma anche per l’emissione nell’X e per la visibilità nell’infrarosso. Beh… in tutti i reparti di maternità c’è chi grida di più… In fondo rientra nella norma e viene accudito comunque. Bambini nati ribelli, ma che prima o poi riusciranno a inserirsi nella tanto agognata sequenza principale e nella vita adulta.

Un’immagine che mostra uno degli outburst del neonato turbolento (il punto rosso è la posizione individuata nell’X). Fonte: C. T. Britt, MNRAS, 2016
Un’immagine che mostra uno degli outburst del neonato turbolento (il punto rosso è la posizione individuata nell’X). Fonte: C. T. Britt, MNRAS, 2016

Dove cercare questi neonati turbolenti? Beh… è ovvio, nelle sale degli ospedali, ossia negli ammassi stellari dove la stelle appena nate si mischiano alle protostelle. Vita che freme coinvolta in un gioco di gruppo e di aiuti reciproci.

Ma torniamo alla nostra donna preistorica “molto” incinta che vaga per la foresta. E’ arrivato il momento e la Natura segue il suo corso, fortunatamente positivo. Una nascita che passerebbe del tutto anonima. Nessuno del gruppo saprebbe dell’evento, nemmeno gli addetti all’ospedale preistorico…

Spostandoci alle stelle… chi si potrebbe accorgere di una stella che è nata da sola con solo i suoi miseri mezzi a disposizione? Un modo ci sarebbe ed è quello che sembra essere accaduto. Il neonato è proprio uno di quei turbolenti FU Orionis. Non solo un “peso” in più per la mamma, ma anche un peso molto “pesante” e fastidioso. Forse è veramente meglio abbandonarlo. Un neonato urlante che deve accontentarsi del poco cibo che ha attorno e che continua a “riciclare”. Una stella sola, ancora in preda alle smanie della fase di pre sequenza, ma viva e vegeta, come ci dicono i raggi X e le radiazioni infrarosse. Un piccolo Tarzan o Jim del Giungla?

Cos’è infatti quella sorgente di raggi X così variabile e quell’eccesso nell’infrarosso, laggiù nella solitudine dello spazio? Si pensa a molte cose, ma poi la spiegazione sembra una sola. Una stella è nata nel vuoto cosmico, senza aiuti e del tutto isolata. Un po’ di commozione e poi via a cercarne la spiegazione.

La più ovvia sembrerebbe che la mamma abbia lasciato il gruppo già incinta o che sia la sua stessa creatura che se n’è andata (forse irritata da tutti gli insulti mandatele per le sue continue eruzioni). Ma se se ne fosse andata non avrebbe potuto portarsi con sé il materiale per crescere… e, invece, sembra proprio che continuino senza posa le sue eruzioni.

E se non fosse veramente sola, ma avesse altri compagni vicini i cui ammassi di gas non riescono a essere visti? Un piccolo ospedale di campagna (chissà se anche l’Universo deciderà di eliminarlo?), immerso in una sconfinata prateria senza vita. L’abbiamo vista perché è nato proprio un bimbo ultra turbolento, altrimenti chi se ne sarebbe accorto? E’ solo la punta di un iceberg? Le stelle nascono anche quasi isolate senza bisogno di un ospedale immenso di nubi molecolari e basta ben poco perché i nostri telescopi non riescano a scoprirle?

Le risposte arriveranno sicuramente… per adesso pensiamo che il neonato, chiamato CX330 dista centinaia di parsec dall’ospedale più vicino…

Articolo originale QUI

L’Universo è pieno di storie familiari… madri amorevoli, madri cannibali e madri che allattano sono solo alcuni esempi!

NEWS!! All'interno dei getti dei buchi neri sono state scoperte stelle neonate che probabilmente saranno lanciate nel vuoto intergalattico (forse CX330 potrebbe essere una di loro)

3 commenti

  1. Mario Fiori

    E' interessantissimo Enzo, ma quante potranno essere queste "mamme" isolate, un po' al'antica? Magari, perchè meno individuabili, sono in maggioranza e non lo sappiamo ancora? Materiale strappato e portato via? a me  fa' più " paura" pensare che sia tutto "in proprio".

    Comunque Enzo vado in ferie e torno il 13 Agosto, ti saluto e ti dico che ci rivediamo presto ma mi mancherà comunque il blog, anzi il circolo.

    Un salutone a tutti.

  2. caro Mariolino,

    chissà quante saranno... ma più che materiale portato via, parlerei di nubi molto rarefatte e di piccole dimensioni che riescono a creare qualcosa anche da sole. Non ospedali ma piccole infermerie :wink:

    Ti auguro buone ferie di vero cuore e ci sentiremo al più presto. Il circolo vi segue ovunque anche se non vi collegate!!!!! :mrgreen:  :mrgreen:

  3. Mario Fiori

    :mrgreen: :mrgreen:  :mrgreen:

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