04/08/16

L’energia del futuro? Una questione di meccanica quantistica e di enzimi… **

E’ parecchio tempo che si leggono articoli relativi a tentativi che cercano di imitare la Natura per ottenere energia in modo semplice, pulito ed economico. Non mi riferisco a nessuno in particolare, ma vorrei fare alcune brevi considerazioni, in un contesto ancora più generale.

Mentre noi stiamo combattendo contro i fantasmi del riscaldamento globale, la Natura continua a ridere di noi, mostrandoci come sia semplice ed efficiente la fotosintesi clorofilliana. Essa è capace di utilizzare l’energia (gratis e quasi illimitata) del Sole per trasformare un gas ormai reso quasi una specie di diabolico nemico in appetitosi zuccheri che donano la vita alle piante. Una magnifica trasformazione energetica che è davanti agli occhi di tutti.

Fa quasi compassione assistere a quanto una foglia riesca a essere produttiva, mentre noi bruciamo combustibili fossili, immagazziniamo una ridicola percentuale di energia solare (a carissimo prezzo) e facciamo girare le pale eoliche che servono soprattutto alla criminalità organizzata. Abbiamo già parlato in passato del tentativo di imitare le foglie, costruendone di sintetiche, ma una cosa è il dire e un’altra è il fare.

Non sappiamo assolutamente se la CO2 sia proprio un vero problema per il futuro dell’uomo, resta comunque la materia prima utilizzata dalle piante. Perché allora non cercare di fare lo stesso? Perché non tentare di trasformare la CO2, con l’aiuto del Sole, in qualcosa che produca energia e vita? Se imitare le foglie è un sogno che sembra irraggiungibile, cerchiamo di lavorare sulla CO2 e metterla in azione. Alcuni dicono (non sappiamo se perché obbligati o perché ci credono veramente) che si prenderebbero due piccioni con una fava. Non solo si produrrebbe energia pulita e gratis, ma si utilizzerebbe il nemico dell’umanità proprio per salvarla da lei stessa.

L’anidride carbonica è, però, una brutta “bestia” e non le piace collaborare con altre sostanze. Tiene molto alla sua privacy. Riuscire a farle aprire i legami chimici non è semplice. Le piante ci riescono, ma loro sono di ben altro livello rispetto agli uomini (e vedremo il loro vero segreto). Tutto ciò che si è riusciti a fare è di trasformarla in CO. L’ossido di carbonio non è certo un gas tanto “delizioso” ed è ben più pericoloso di sua sorella anidride carbonica. Tuttavia, esso è molto più aperto alle conoscenze e alle interazioni con sostanze diverse. In poche parole, CO potrebbe più facilmente essere trasformato in energia alternativa (magari non proprio pulitissima, ma abbastanza) e cancellare il surplus di CO2 che “dovrebbe” fare arrostire il nostro pianeta. Però, che grande fatica riuscire in quella che è una piccola e ridicola impresa per la Natura.

Se si riuscisse veramente, spererei, però, che non si esagerasse e che non si andasse a interferire con i bisogni delle piante (vi ricordo il racconto “Fame!!”) . Sono quasi sicuro che l’uomo esagererebbe come fa di solito e creerebbe un problema di riduzione troppo drastica di CO2.

Stiamo a vedere, con qualche piccola speranza e tanti cattivi pensieri.

Cerchiamo, invece, di andare nel cuore del problema. Cosa manca veramente alla razza umana e alla sua tecnologia per riuscire a fare quello che le foglie fanno, quasi con noncuranza da milioni e milioni di anni? Mancano i “tecnici specializzati”, ossia gli enzimi.

Non se ne parla tanto, ma essi sono veramente i dominatori delle funzioni vitali e di gran parte della chimica biologica. Veri e propri funamboli e prestigiatori, riescono a velocizzare di milioni di volte la velocità di reazioni che necessiterebbero di tempi lunghissimi e, soprattutto, non partecipano alla “battaglia” chimica, uscendone sempre perfettamente in forma e pronti a ripetere il loro fantastico numero. Forse, teoricamente, la vita potrebbe anche fare a meno di loro, ma ci pensate se una cellula avesse bisogno di anni e anni per effettuare un certo passaggio chimico? Diciamolo in poche parole: la vita non sarebbe mai nata senza gli enzimi.

Bene, cerchiamo allora di crearli in laboratorio. Invece di enzimi li possiamo chiamare “catalizzatori”, ossia un qualcosa che velocizzi una certa reazione. Guardando a quello che si riesce a fare con la nostra straordinaria tecnologia viene, nuovamente, da ridere. I nostri catalizzatori fanno la figura di una bicicletta sgangherata di fronte a una Ferrari ultimo modello. Inoltre, si distruggerebbero quasi sicuramente durante la reazione e/o sarebbero costosissimi. Una vera figura meschina della tecnologia rispetto alla “rozza” Natura.

Vale allora la pena studiare meglio questi enzimi, incredibili giocolieri. Molti di loro sono proteine e hanno caratteristiche veramente eccezionali in quanto devono riuscire a lavorare in condizioni perfette, come quando si prepara la sala chirurgica in attesa dell’intervento del chirurgo. Non tocca a me entrare nei dettagli, anche perché non ne sarei capace. Tuttavia, niente sembra più vicino alla Meccanica Quantistica (MQ) degli enzimi.

Per fare i loro “miracoli”, devono proprio conoscere bene il mondo di Alice. E così si è dimostrato che la parte fondamentale della fotosintesi avviene solo grazie ai principi assurdi, ma reali, della MQ (ne abbiamo parlato QUI) . Recentemente ho anche letto che nel passaggio delle informazioni operato dai neuroni si creano degli allineamenti di certe strutture intercellulari, capaci di aumentare la precisione e l’efficacia del “lancio”. Ma è proprio un lancio o una sovrapposizione di stati? Uno strano allineamento (quasi intelligente) fa subito pensare a uno stratagemma quantistico. Che sia effetto tunnel o entanglement o quello che volete, ma siamo sempre lì. Gli enzimi conoscono molto bene la MQ, possiamo esserne sicuri.

So di averlo detto molte volte, ma continuo a essere sempre più convinto che l’uomo comincerà a non farsi ridere dietro dalla Natura che lo circonda, solo quando riuscirà veramente a comprendere il mondo di Alice, energia alternativa compresa… E’ decisamente chiaro che, malgrado l’apparenza ingannatrice della tecnologia, l’uomo e, in particolare, le capacità deduttive del suo cervello siano ancora in una fase primitiva. Purtroppo, il cervello umano ha un’evoluzione molto lenta e per rendersene conto non guardiamo i satelliti artificiali, i computer o gli smartphone, ma confrontiamo le conquiste intellettuali degli antichi greci (per esempio Aristarco di Samo) e del comune uomo moderno. La strada fatta sembra veramente poca...

3 commenti

  1. Daniela

    Proprio oggi pomeriggio ho letto queste parole scritte da Laplace all'inizio del XIX secolo

    "Una Intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui è animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei più grandi corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per essa e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi"

  2. grazie Dany! Grande Laplace... certe menti avevano già capito tutto prima ancora di poter conoscere... 8-O

  3. Gianni Bolzonella

    Sembra che ci sia molto più verde,malgrado i disboscamenti,e che le piante siano molto più in salute.Se riconosciamo alla natura una intelligenza,va da sè che essa sia molto più sofisticata di noi che siamo appena nati.Da pochi anni abbiamo un amico che si chiama computer,e soprattutto abbiamo inventato la rete,vera catalizzatrice,moltiplicatrice di conoscenza.Finalmente se siamo furbi,riusciremo a fare quello che le formiche ed altri animali poco considerati fanno da sempre,come gli astronomi che usano più telescopi per vedere meglio.Rimango sempre dell'idea che noi atavicamente abbiamo un modo poco moderno di considerare grandezze come piccolo e grande.Piccolo cervello piccola intelligenza,se non c'è cervello inteso come qualcosa di più o meno antropomorfo,non c'è intelligenza.A mio parere si dovrebbe cominciare parlare di altre dimensioni,di altre piattaforme e,allargando la panoramica,capire che cosa è veramente questo cavolo di spazio visto che da questo nasce tutto,contenitore?creatore?catalizzatore?e se non fosse spazio ma qualcosa d'altro?

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