Categorie: Pianeti
Tags: acido di Hitler cristalli interni planetari molecole esotiche Nettuno pressione Urano
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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I nazisti conoscevano l’interno di Urano e Nettuno? **
Scusate il titolo… ma ciò che sembra si possa trovare all’interno di Urano e Nettuno e, probabilmente, anche dei satelliti dei pianeti maggiori, non può che ricordare quel terribile periodo (e lo capirete in fretta…).
Una serie di tentativi di modellizzazione degli interni dei pianeti come Urano e Nettuno ha portato a un’ipotesi estremamente interessante. I valori della pressione e il tipo di composizione chimica rendono più che plausibile la formazione di composti polimerici decisamente esotici come l’acido carbonico e l’acido ortocarbonico, chiamato anche “acido di Hitler”. No, no, niente a che vedere con i gas delle mostruose camere a gas, ma solo per la sua forma molto … particolare che vedete della figura che segue. Non c’è bisogno di aggiungere spiegazioni, direi…
I quasi-giganti gassosi sono sicuramente composti da elementi piuttosto semplici, come carbonio, idrogeno e ossigeno. Se li sottoponiamo alla pressione di qualche milione di atmosfere, essi non disdegnano di aggregarsi sotto forma di composti decisamente poco comuni come quelli citati prima. Questo tipo di studio è iniziato dopo che è stato messo a punto un eccezionale algoritmo che riesce a descrivere e a prevedere certe strutture cristalline, del tutto inesistenti in condizioni “terrestri”. Ben diverse sono invece le condizioni quando la pressione aumenta di molti ordini di grandezza e Urano e Nettuno sono i laboratori più adatti allo scopo. Ad esempio, si è visto che composti come Na3Cl, NaCl3, NaCl7 e anche Na3Cl2 e Na4Cl3 sono decisamente stabili, così come nuovi ossidi di magnesio, di silicio e di alluminio. Un mondo del tutto nuovo e veramente … alieno.
Gli scienziati sanno benissimo che, sotto una normale pressione atmosferica, tutti i composti del carbonio, dell’ossigeno e dell’idrogeno sono termodinamicamente instabili, ad eccezione del metano, dell’acqua e dell’anidride carbonica. Al crescere della pressione l’acqua e il biossido di carbonio (CO2) rimangono stabili, ma il metano comincia a “cedere”. Intorno al milione di atmosfere si decompone, formando etano, butano e polietilene. Spingendo ancora la pressione iniziano a formarsi strani cristalli che danno luogo a molecole impensabili nelle nostre condizioni. Tuttavia, già a 10 000 atmosfere, diventa stabile l’acido carbonico (H2CO3). Si ipotizza, perciò, che i nuclei più interni di Urano e Nettuno (pressioni dell’ordine di 8 milioni di atmosfere), ma anche il mantello superiore, abbondino di questi composti esotici.
Che bello sarebbe potere estrarre una bella carota… alla faccia della svastica di orrenda memoria!
Articolo originale QUI (da leggere se si è abbastanza esperti in chimica…)
Chissà se mai riusceremo ad avere dati certi sull’interno di Urano e Nettuno… per ora godiamoci quello che la sonda Juno potrà farci conoscere di Giove e quello che la sonda Cassini ci ha fatto conoscere di Saturno