Categorie: Ammassi galattici Le origini
Tags: ALMA ammassi galattici blob Lyman-Alpha fase oscura reionizzazione
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Scoperto un nuovo blob Lyman-Alpha ***
A parte l’interesse intrinseco di questa ricerca, è notevole il modo usato per descrivere il risultato. L’importanza della scoperta è “condita”, come sempre, con un richiamo a ciò che non si vede: gli atti di fede vanno mantenuti comunque, e, solo dopo, via libera alle vere osservazioni. Questa news cade a fagiolo dopo quella pubblicata oggi stesso nel nostro “circolo”…
Si parla di blob Lyman-Alpha (LAB) e consiglierei di andare a leggere questo articolo per capire l’importanza generale delle linee Lyman-Alpha dell’idrogeno e della loro foresta. Se poi si pensa che si è mosso anche ALMA, l’interesse non può che essere ai vertici attuali.
I LAB sono un’immagine fondamentale dell’Universo primitivo, dato che descrivono le prime gigantesche nuvole di gas neutro che stanno concentrandosi per formare le prime galassie (come questa proto-galassia osservata proprio grazie alla linea dell’idrogeno Lyman-Alpha) e i loro primi ammassi. All’interno vi sono stelle che nascono a raffica, che si accasano nelle galassie, che, a loro volta, si uniscono in strutture sempre più grandi. Gli atomi all’interno delle nubi così compresse, si ionizzano e si scontrano con il gas neutro più esterno rendendo visibile l’intera, immensa, struttura, per lo più oscura (una spiegazione approfondita di come tutto ciò accada, la trovate QUI). ALMA scruta il tutto con una straordinaria capacità di notare tutti i particolari. Un’immagine meravigliosa che viene riprodotta attraverso un modello computerizzato e che ci mostra come sono nati gli ammassi di galassie che oggi si sono estesi su spazi enormi, mentre a quei tempi erano ancora molto concentrati, benché raggiungessero, comunque, già migliaia di anni luce di diametro.
All’interno del blob, ALMA è riuscita a vedere piccole galassie così come due più grandi, vicine alla fusione. Un lampo di luce attraverso la nebbia di quel periodo così importante per l’Universo successivo. Solo così l’idrogeno sparso un po’ ovunque è riuscito a formare stelle che si sono unite nelle città del Cosmo. Sono i primi segnali della volontà di vivere dell’Universo: l’unico modo possibile era ionizzare di nuovo gli atomi pigri dell’idrogeno (che si spera, prima o poi, di riuscire ad osservare grazie alla riga a 21 cm) che sarebbero vissuti nella solitudine e nella più completa oscurità.
Tutto bellissimo ed entusiasmante, tranne quella piccola frase che deve essere comunque inserita sempre e dovunque, in particolare nella didascalia dell’immagine, quella più guardata anche da chi di Universo ne sa ben poco: “This view shows the distribution of gas within the dark matter halo”.
Sembrerebbe che anche l’alone sia ben visibile. E, invece, ovviamente, no. Ma deve comunque comparire perché i modelli lo prevedono e guai a non inserirlo sempre come il prezzemolo. Nessuno scappa a questo obbligo morale, nemmeno Media INAF (qui) che traduce pari pari la didascalia, come sempre, in: “Questa veduta mostra la distribuzione del gas all’interno dell’alone di materia oscura”. No, amici, la materia oscura non si vede, ma sembra proprio che ci sia e sia anche la cosa più… visibile.
Sarà dura ammettere che il re è veramente nudo…
Articolo originale QUI
P.S.: per saperne di più leggete pure la news di Media INAF. E' ben fatta, dato che copia perfettamente la notizia data dall'ESO, la sede di ALMA, (QUI).
Per conoscere meglio l’eccezionale contributo di ALMA a molti campi di ricerca: asteroidi, formazione di pianeti e stelle, origine della vita , buchi neri, galassie primordiali…