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Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Chi è senza oceano scagli la prima pietra! **
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Oceani sotterranei nel Sistema Solare"
Il club dei satelliti, o corpi minori in genere che potrebbero contenere un oceano sotterraneo, in cui vi potrebbe essere qualche elementare (?) forma di vita biologica, continua a crescere. Ora tocca anche a Dione, malgrado esso se lo tenga ben custodito a grande profondità. La fantasia mi fa correre verso una visone diversa della vita nell’Universo… non picchiatemi!
Forse la vita è cosa comune nel Sistema Solare e invece di cercarla su Marte si dovrebbe iniziare seriamente ad andare nei mondi che più facilmente possono sostenerla. Sulla Terra, caso assai raro, essa si è potuta formare anche in superficie e raggiungere livelli molto complessi, ma probabilmente è molto più comune nei corpi ghiacciati che facilmente contengono al loro interno grandi quantità d’acqua, riscaldate dal nucleo roccioso che serve anche come serbatoio di energia e di sostanze nutrienti per mettere in moto e mantenere l’evoluzione biologica. Queste constatazioni hanno fatto volare la mia fantasia e dopo la parte più “tecnica” e realistica, mi permetto di inserire una personalissima teoria fantascientifica che tale deve essere, non avendo io le conoscenze e l’intuizione per avvicinarla in qualche modo alla realtà. Spero comunque che vi diverta e che stimoli qualche pensiero in più.
Encelado ha sicuramente un oceano sotterraneo e la crosta ghiacciata che lo separa dalla superficie si è ridotta, a mano a mano che si accavallavano i dati raccolti da Cassini. Oltre agli sbuffi più che evidenti, ci si è anche accorti che il satellite percorreva la sua orbita “barcollando”, ossia librando a causa di movimenti simili a quelli di una pallina contenente una grande quantità di liquido. Questa crosta, rivelatasi molto sottile, ha fatto rivedere molti calcoli teorici che si basavano su quel poco che noi possiamo conoscere sul ghiaccio immerso nell’acqua, rappresentato praticamente dagli iceberg polari.
Sotto queste condizioni, un satellite come Dione non poteva avere un oceano. Rifinendo il modello, con l’aggiunta di parametri non tenuti prima nel dovuto conto, ecco che esso conferma una crosta decisamente sottile per Encelado, ma, nel contempo, fa entrare anche Dione nel club dei corpi “oceanici”.
L’acqua liquida riempirebbe uno strato di alcune decine di chilometri a una profondità di almeno cento chilometri. Nessuna speranza di vedere uscire dei geyser (come quelli che sembra avere anche Europa), ma un quasi sicuro contatto tra acqua tiepida e nucleo roccioso, una ghiotta occasione per una vita basata su energia che non sia quella solare. Oltretutto, l’oceano di Dione risalirebbe a un tempo molto antico, abbastanza lungo per aver innescato e selezionato forme di vita “evolute”. Purtroppo, la strumentazione di Cassini non è in grado di misurare le piccole librazioni che dovrebbe subire Dione per l’effetto di questo limitato e profondo oceano, ma la tecnologia di oggi potrebbe farlo, se venisse imbarcata in un satellite artificiale di Saturno.
Il club degli oceani sotterranei cresce sempre di più, ma è destinato a moltiplicarsi quando saranno analizzati con la dovuta attenzione i satelliti di Urano e Nettuno, Tritone in particolare. Da Giove a Plutone vi sono le giuste caratteristiche fisiche e chimiche per mantenere oceani liquidi ricchi di materiale biologico, non si sa ancora quanto evoluto. Le future missioni spaziali hanno molte mete di primaria importanza, se veramente si volessero conoscere i misteri della vita…
A questo punto, permettetemi di passare alla fantascienza e a una visione dell’Universo molto diversa dal solito. Parto dapprima basandomi su dati di fatto e poi mi lascio trasportare dal racconto…
Cosa possiamo dire oggi sull’acqua nel Sistema Solare, la base fondamentale in cui fare “abitare” i composti organici più complessi? Essa è abbondante a partire, forse, da Cerere (tra Marte e Giove) per crescere sempre più verso l’esterno: uno spazio enorme rispetto a quello ben più piccolo in cui l’acqua può rimanere liquida in superficie.
Possiamo quindi concludere, in modo ancora scientifico, che le condizioni migliori per avere acqua liquida siano quelle dei mondi più freddi, a patto che la si cerchi al di sotto della crosta superficiale che, in qualche modo, serve a preservarla e tenerla al caldo. I nuclei rocciosi (come, per esempio, quello di Plutone) sono sicuramente più caldi del previsto e sono in grado di mantenerla liquida per molto più tempo di quanto si pensava una volta. Questa crosta può essere più o meno spessa, dipendendo da molti fattori, non ultime le forze mareali. In casi fortunati essa dà chiari segni della sua esistenza sbuffando verso l’esterno come fanno le balene (la Natura si ripete sempre…). Nella maggioranza dei casi, essa esiste sicuramente, ma è ben rintanata nelle zone più profonde.
In altre parole, possiamo anche creare un diagramma dell’acqua liquida (o liquidi analoghi, come il metano) in un sistema planetario, in funzione della distanza dal Sole e quindi del calore superficiale.
Se si vuole vedere l’acqua in superficie lo spazio a disposizione è molto ristretto. Troppo vicino essa evapora, troppo lontano essa congela. Raggiunge il suo picco dove c’è la Terra, ma precipita verso lo zero sia verso il Sole che in verso opposto. Mercurio, Venere, la nostra Luna e Marte (così come gli asteroidi più vicini a noi) sono in condizioni negative e non riescono sicuramente a mantenerla (probabilmente anche in tempi passati Marte non è stato capace e, se l’ha fatto, è stato solo per periodi troppo brevi).
Ben diverse sono le condizioni al di là degli asteroidi esterni. L’acqua domina allo stato di ghiaccio, ma può permettersi di rimanere liquida nelle profondità dei corpi planetari fino a distanze enormi dal Sole (perché i nuclei siano così caldi è ancora un mistero, ma è un mistero che ha tutte le prove per essersi verificato e sta a noi comprenderlo appieno). Questo spazio così ampio esclude decisamente i pianeti interni, dove le temperature sono tali che l’acqua è prima o poi evaporata completamente. Insomma, mi permetto di dire: “Se cercate acqua liquida, o trovate un pianeta fortunato come la Terra oppure trasferitevi verso l’enorme spazio esterno, muniti di una bella trivella!”.
Per la nostra visione normale l’acqua in superficie è sempre stata considerata l’ingrediente fondamentale per la vita, anche perché è l’unica che riceve energia dal dio Sole. Solo recentemente ci siamo accorti che la vita esiste anche dove il Sole non può arrivare. Il suo compito è ceduto alle reazioni chimiche tra roccia e acqua, capaci di sostenere i processi vitali che in fondo si basano sull’acquisizione di energia per la sopravvivenza delle cellule (detto in parole molto rozze, ma non pretendo di poter fare di più…). A questo punto inizia il racconto di pura fantascienza (non mi aspetto nessun Nobel né scientifico né politico… state tranquilli!).
Questa vita sotterranea, che nelle condizioni della Terra è appena “abbozzata” (gli oceani sono “troppo” in superficie), potrebbe invece specializzarsi e moltiplicarsi dove le condizioni di acqua puramente sotterranea diventano la norma. D’altra parte, cambia anche la quantità e la qualità degli elementi chimici a disposizione. Possiamo ammettere che confrontatre la vita non-solare terrestre e quella dei pianeti esterni sia come confrontare un’ameba unicellulare con uno scimpanzé. Sì, sto volando, ma forse non ancora così tanto…
Alziamo, allora, un po’ il tiro. Cercare vita biologica evoluta sulla superficie di Cerere, Encelado, Plutone ha una probabilità praticamente nulla; appena appena superiore potrebbe essere su Marte, ma sicuramente nulla sarebbe quella di trovare forme complesse a grandi profondità nei suoi oceani, probabilmente mai esistiti o durati troppo poco. In poche parole, Marte è il peggiore esempio (a parte Venere e Mercurio) per trovare vita: troppo freddo e piccolo per quella superficiale, troppo caldo e roccioso per quella sotterranea. L’ultimo posto in cui andrei a cercarla…
Se vale l’equazione acqua = vita, non avrei dubbi e cercherei oltre Cerere. La mia impressione fantascientifica mi porterebbe a dire che, se vita superiore ha una minima possibilità di esistere oltre al caso fortunato della Terra, questa va cercata nei mondi esterni dove l’acqua liquida è abituata da tempo a dare il miglior nutrimento chimico alle sue preziose molecole biologiche (sicuramente abbondati da quelle parti, come ci dicono le comete che provengono dall’esterno, senza nemmeno bisogno di scomodare Rosetta e i suoi lander sfaticati).
Ora entro proprio nel campo della pura fantasia… La vita è decisamente più comune nei mondi ghiacciati lontani dal Sole, avendo imparato a fare a meno della sua energia diretta. Potrebbe essersi evoluta in maniera straordinaria, aver perfino creato esseri pensanti. Ne segue che la vita dovrebbe essere molto comune nell’Universo, ma, invece di cercarla sulla superficie dei pochi pianeti fortunati e probabilmente molto rari (quasi fossero in un punto lagrangiano instabile), andrebbe cercata nei punti lagrangiani stabili, come gli enormi spazi esterni, che occupano la maggior parte dei sistemi planetari.
Va bene, ve bene… la mia fantascienza può avere convinto qualcuno, ma, ancora una volta, perché nessuno di questi alieni sotterranei si è fatto vivo? Probabilmente loro esistono da molto più tempo di noi…
Ora entro veramente in un racconto (che prima o poi scriverò): la vita sotterranea forse non conosce l’Universo come l’intendiamo noi (anche se tutto è Universo, non dobbiamo dimenticarlo mai). I suoi abitanti non guardano verso l’esterno, ma verso l’interno. Non conoscono l’astronomia, ma conoscono molto bene il microcosmo. Noi siamo saliti verso l’alto, loro verso il basso.
C’è qualche differenza? Probabilmente no. Anzi, le vere soluzioni ai fenomeni macroscopici stanno proprio nel microcosmo. Volete un nome per questi alieni, probabilmente numerosissimi: alieni quantici. Menti eccelse che dedicano la loro ricerca alle particelle elementari, capaci di dare del tu agli elettroni, ai protoni e anche, a volte, a quegli apatici dei neutroni (come sanno fare anche i nostri amici papalliani…).
Non vi sarà mai un contatto? Forse sì… ma non credo negli sbuffi di Encelado ed Europa, troppo simili ai “nostri” oceani. Lì troveremo solo la punta dell’iceberg. Esistono altre possibilità fantascientifiche, legate a quelle particelle o fenomeni che si curano poco delle masse da attraversare. Penso ai neutrini, alle onde gravitazionali , addirittura ai buchi neri microscopici originari che potrebbero ancora esistere e scorrazzare nel Cosmo. Forse il contatto c’è già stato e continua a esserci, ma a livello particelle elementari, un qualcosa che per noi uomini terrestri è ancora ben lontano dall’essere veramente compresa.
Un Universo diviso in due, la parte maggiore dedita alla ricerca razionale del microcosmo e la parte minore (forse perché meno importante) dedita al macrocosmo. Mi immagino i nostri alieni quantici che parlano allegramente con i fotoni e gli elettroni e li convincono facilmente a fare gli esperimenti che desiderano. Non ho più dubbi… devo scrivere un racconto su questo argomento e chiederò l’aiuto di Vin-census!
Una piccola postilla. Se proprio vogliamo cercare un mondo dove possano esister le due forme di vita si dovrebbe andare su Titano, che ha la fortuna di avere un’atmosfera molto spessa come la Terra, ma anche un oceano sotterraneo. Tuttavia, troveremmo embrioni di vita evoluta (secondo Vin-Census potremmo addirittura trovare vita intelligente) in entrambe le soluzioni. In quel caso (ma forse non il solo) al posto dell'acqua si dovrebbe considerare il metano... ma poco importa, in fondo...
Infine, devo ammettere che questo spunto per un racconto fantascientifico, mi riporta in qualche modo al vecchio racconto “il Nucleo”riproposto da poco da Vin-census. Ma ancora di più a una vecchia storia di Paperino scritta e disegnata da quel genio che è stato Carl Barks. Con un anticipo di circa vent’anni il grande Carl aveva già previsto gli asteroidi sotto la forma di “pile of rubble” (ammassi di pietre auto gravitanti) e i loro satelliti.
La memoria mi porta adesso verso un’avventura nel sottosuolo, nata per cercare di scoprire l’origine dei terremoti (che minacciavano il deposito di denaro di Zio Paperone). I simpatici paperi trovano due popolazioni di “alieni”: i terremotari, divisi in terrini e fermini. Due popolazioni che si scatenano quando arriva il giorno della loro grande gara. La trama è stupenda e la potete trovare QUI. L’intera storia, invece, è scaricabile QUI, anzi QUI, QUO e QUA…. (paperpedia mi sembra molto meglio di wikipedia!)
Ancora una cosa… Qualcuno magari mi attaccherà perché predico bene e razzolo male. Detesto le teorie fantascientifiche sull’Universo e poi sono il primo a ipotizzarne una, anche se mimetizzata da racconto di fantascienza. Ebbene no! Anche se puramente fantascientifica, la mia ipotesi è VERIFICABILE, dato che basta andare a studiare da vicino quei mondi non troppo lontani. Aspettiamo l’ESA e la NASA, oppure dobbiamo chiedere a Paperino & co.?
Articolo originario QUI
NEWS!! Finalmente qualcuno se n'è accorto! A quando la missione su questi corpi ingiustamente considerati minori?
La serie di articoli dedicata alla scoperta di alcuni di questi corpi “minori”, tutti interessanti anche quando non hanno un oceano sotterraneo, la trovate QUI
QUI un simpatico video Curiuss-one che spiega come è stato possibile dedurre la presenza di un oceano sotto la crosta di Encelado grazie all'osservazione dei suoi movimenti libratori
7 commenti
Sei meraviglioso Enzo in questo articolo. Con equilibrio, con competenza e con fantasia hai rappresentato questa valida ipotesi. Carissimo Enzo ma allora i corpi oltre Plutone cosa potrebbero riservarci?
Eh sì, caro Mario, quando la forza della ragione di Enzo si allea con la fervida fantasia di Vin-Census, di una cosa sola si può essere sicuri... che è arrivato il momento di allacciarsi le cinture di sicurezza e lasciarsi trasportare nei luoghi che solo quei due conoscono!
Su, su, non fatemi pensare troppo... se no scrivo un lavoro... professionale sull'Universo inverso
E così un papalNobel non te lo toglierà nessuno!
Bellissimo articolo Enzo, complimenti davvero
grazie Lorenzo
E' bello, ogni tanto, lasciarsi andare nell'Universo portato dalla fantasia: non sai mai dove è capace di portarti!!!
Pensavo...
La vita negli oceani sotterranei: non ci sono zone più favorite, nessuna catastrofe, temperatura costante, tutti hanno lo stesso cibo. Gli occhi non servono... ma c'è tanto tempo per riflettere e scoprire il proprio Universo con grande calma e saggezza. Chissà... forse, un giorno, usciranno, conoscendo il microcosmo! O sono giù usciti su Encelado ed Europa?