Categorie: Corpi minori
Tags: asteroidi famiglie meteoroidi NEA Nysa rischio d'impatto
Scritto da: Vincenzo Zappalà
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Più piccolo di così… *
Normalmente si cercano, con un po’ di paura (e forse anche un po’ di piacere da parte dei media), gli asteroidi abbastanza grandi che potrebbero impattare la Terra, causando danni non trascurabili. Per essere sicuri che arrivino veramente al suolo vanno trovati quelli superiori ad almeno un centinaio di metri e forse anche un po’ di più… Non è un granché, ma la nostra atmosfera qualcosa riesce a fare. Ogni tanto si grida “Al lupo, al lupo!” e poi, senza ancora aver capito perché, alla fine si dà la colpa agli scienziati, ovviamente… Altre volte si dovrebbe gridare ”Al lupo, al lupo!" e, invece, un asteroide potenzialmente pericoloso come questo passa inosservato. Sembrerebbe, perciò, del tutto assurdo fare tanto clamore (scientifico) sulla scoperta e le osservazioni di un asteroide di soli due metri che mai e poi mai potrebbe arrivare fino a terra.
Ogni tanto, quando la politica o le stragi familiari lasciano un po’ di spazio, i giornali e la TV si ricordano degli asteroidi e li mettono in primo piano, davanti perfino alle catastrofi del riscaldamento globale che ci aspettiamo da più di vent’anni e continuano a non arrivare… Chissà mai che non ci riesca un bell’asteroide di qualche centinaio di metri di diametro.
Purtroppo (?) non è facile trovare un oggetto abbastanza grande e abbastanza vicino da fare veramente paura. E allora ci si accontenta di corpi celesti troppo piccoli per fare un vero danno o si cerca di non capire (o forse non capiscono proprio?) cosa sia l’incertezza di una misura.
L’orbita di un asteroide necessita di un numero considerevole di osservazioni per essere calcolata sufficientemente bene, in modo da poter prevedere con esattezza le posizioni future, anche solo quelle dell’orbita successiva.
Appena scoperto, con non più di una decina di osservazioni, racchiuse in un tempo decisamente ridotto, non si può certo prevedere un granché, tenendo anche conto che se l’oggetto è passato vicino alla Terra ha subito delle perturbazioni non indifferenti che non è facile valutare immediatamente. Ne segue che più si va in là col tempo e più l’errore commesso nella determinazione orbitale preliminare diventa enorme.
In altre parole, se l’asteroide potrebbe discostarsi di pochi chilometri dopo un mese, dopo un anno (tanto per fare un esempio, ovviamente), potrebbe benissimo trovarsi in uno spazio ben superiore a quello che contiene la Luna e la Terra .
L’errore è enorme, ma la possibile posizione futura contiene anche la Terra e, quindi, non si può teoricamente dire che la probabilità dell’impatto è zero. Migliorando l’orbita, con nuove osservazioni, si riesce a ridurre lo spazio coperto dall’errore e, quasi sicuramente, a fare uscire la Terra da quel luogo pericoloso. Così è sempre capitato… ma sembra che nessuno tra i giornalisti abbia ancora capito che l’errore di partenza è destinato a scendere e, di conseguenza, ciò che conteneva anche la Terra è molto facile che non la contenga più…
Mi permetto di disegnare una figura decisamente “rozza”, ma che può dare un’idea “brutale” di ciò che succede.
In alto, l’asteroide viene scoperto tra la Terra e la Luna (sfere azzurre) e osservato poche volte (pallini neri). La sua orbita è poco accurata e la possibilità di errore diventa in fretta una sfera marroncina (in realtà è un’ellissi) che contiene tutte le sue possibili posizioni in una certa data, dovute alle differenti orbite ammesse dall’errore delle osservazioni.
Dopo un giro completo attorno al Sole (sarebbe meglio dire, dopo un certo numero di giri) la sfera marroncina d’errore diventa talmente grande da contenere sia la Terra che la Luna: non si può scongiurare un possibile impatto.
Ma se vengono fatte ulteriori osservazioni (parte bassa della figura), l’errore trasmesso alle possibili orbite si riduce di molto e dopo un giro, la sfera marroncina è decisamente esterna sia alla Terra che alla Luna: il pericolo d’impatto è scongiurato.
Per passare dalla parte superiore a quella inferiore, ci vuole solo un po’ di tempo e una minima conoscenza del problema da parte dei giornalisti o dei tuttologi “esperti” di planetologia…
Va bene… speriamo che qualche grande esperto televisivo legga queste righe e sia in grado di capirle… Torniamo a noi.
Se si parla di un asteroide di due metri di diametro nessuno si preoccupa: una notizia da scartare immediatamente. Non sarebbe molto diverso da quelli che entrano dentro l’atmosfera, si disintegrano in gran parte e danno luogo a brillanti meteore o bolidi. Magari, se si è fortunati e l’atmosfera li frena abbastanza, senza bruciarli completamente, potrebbero regalarci delle meteoriti.
Per la Scienza sono comunque interessanti, anche se hanno dovuto passare attraverso l’atmosfera e subire un mucchio di modifiche chimiche e non solo. Sarebbe molto meglio, però, riuscire a osservarli prima dell’ingresso nell’atmosfera, quando ancora hanno il loro vestito immacolato. Oltretutto, se sono molto piccoli è facile che siano appena nati, ossia si siano staccati da poco dall’asteroide “papà”. Non solo sarebbe un esempio di roccia asteroidale, ma sarebbe stato prelevato poco tempo prima, proprio come se qualcuno che gira sempre con la piccozza fosse andato a staccarne direttamente un pezzo da un asteroide di fascia principale.
Ecco perché l’osservazione fatta con telescopi e occhiali diversi di un oggetto di soli due metri, passato a un terzo della distanza dalla Luna, è un evento fondamentale. E’ stato osservato un pezzo appena staccato da un oggetto di ben altre dimensioni (una missione spaziale di “scavo” quasi del tutto gratuita). Una vera e propria tessera mancante tra asteroidi-frammenti asteroidali-asteroidi a rischio d’impatto-meteore-meteoriti. In altre parole, vuol dire osservare direttamente un “meteoroide”, come vengono chiamati i corpi che danno luogo a meteore e/o meteoriti.
La fortuna, poi, aiuta anche gli audaci… Il meteoroide poteva essere un pezzo molto banale, simile a molti degli asteroidi che si trovano subito dopo Marte. Avrebbe avuto il vestito pulito e avrebbe dato molte informazioni, ma la provenienza sarebbe stata un mistero…
E, invece, il piccolo vagabondo non solo è molto luminoso, in quanto si è liberato, nell’impatto che l’ha creato, della polvere accumulata in milioni di anni di orbita tranquilla, quando faceva ancora parte del papà, ma presenta una brillantezza quasi “metallica”. Un tipo di superficie che è piuttosto rara nella fascia asteroidale e che riconduce al nucleo di un corpo probabilmente differenziato.
Ebbene, ce n’è proprio uno che sembra creato apposta: 44 Nysa, un asteroide di tipo E, molto riflettente e che è legato in modo non banale alla creazione di un paio di famiglie asteroidali. Capite subito perché mi si sono subito rizzati i capelli in testa (ho dedicato molto allo studio delle famiglie asteroidali e il metodo per classificarle porta il mio nome, l’ho raccontato QUI)…
Famiglie, Nysa, vicinanza risonanza 3/1, ecc., ecc. Presto detto... su Nysa ho lavorato a lungo, come dimostrano questi due lavori (QUI - ricordo che Ingrid Groeneveld era l'allieva prediletta di Kuiper...e QUI), soprattutto sulla strana coppia di famiglie in cui potrebbe essere coinvolta. Averne visto un pezzo, anche se piccolissimo, è un piacere del tutto particolare, capace di commuovermi…
Viva 2015 TC25, forse il più piccolo asteroide mai osservato (e studiato) fuori dall’atmosfera.
Alcuni amici che l’hanno fotografato con mezzi di fortuna mi hanno detto (ma io non ci credo) che sembrava volesse salutare qualcuno, dalle parti di Asti… Una favola, una favola metropolitana!
Articolo originale QUI
4 commenti
Enzo credici , ti salutava, anche per dirti che forse, al momento, sei uno dei pochi che può capirlo e che conosci bene il suo papà che lo ha lasciato finalmente libero di girovagare un po' e farsi esperienze di vita, oramai che è maggiorenne (sai 2 metri vanno bene anche per prendere la patente).
il solito unico, grande, insostituibile Mario!!!
Ma noooo! Quella mano che saluta dall'asteroide è la mia!!! Come fate a non riconoscermi?
Vi faccio un ingrandimento, ora mi vedete?
Ecco, lo sapevo!!!! Con tutta quella ciccia si posa su un piccolino di 2 metri.... ciao orbita!!!!!