Categorie: Fisica classica Racconti di Vin-Census
Tags: legge di gravitazione universale Mauritius Mela Newton
Scritto da: Daniela
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I Racconti di Mauritius - UNA MELA AL GIORNO
Nel 1726, un anno prima della sua morte, quando ormai pensava solo a consacrare il proprio mito di grande scienziato, fu Newton in persona a raccontare al suo biografo William Stukeley che l'intuizione sulla Legge di Gravitazione Universale fosse nata "grazie alla caduta di una mela mentre se ne stava seduto immerso nelle sue meditazioni". Nonostante la fonte sia decisamente autorevole, resta il dubbio se si tratti di leggenda o realtà e la sensazionale scoperta da parte di Mauritius di due taccuini risalenti al XVII secolo aggiunge mistero al mistero...
La mattina del suo decimo compleanno, coincidente con l’inizio delle vacanze, Isaac ricevette in regalo un coltellino a più lame, tra le quali una seghettata, che sperimentò immediatamente ricavando nella porta di casa un’apertura vagamente circolare per far uscire il gatto in giardino. Vista la relativa facilità con cui aveva realizzato il suo primo esperimento passò il pomeriggio a praticare nella medesima porta un foro più ampio destinato al passaggio del cane, un terrier a cui Isaac era molto affezionato. La mattina seguente suo padre, deciso a salvare ciò che restava del portone di casa, lo spedì, senza coltellino, dalla sorella Ethel, nella campagna di Southampton, per una vacanza di un paio di settimane che avrebbe certamente giovato ad Isaac e, ancor più, al resto della famiglia.
Zia Ethel era una donna piena di vita, sempre indaffarata nelle faccende di casa e grande sperimentatrice di ricette di marmellata, generalmente marmellata di mele, nonchè di torte, generalmente torte di mele. Suo figlio Aaron era maggiore di Isaac di un paio di anni e fra i due c’era sempre stata un’ottima intesa. Tanto Isaac era imprevedibile, disordinato e spericolato, tanto Aaron era meticoloso, preciso, riflessivo. Questa totale differenza tra i loro caratteri era probabilmente il cemento che dava solidità alla loro amicizia.
Quell’estate il cugino Aaron aveva deciso di annotare in un diario ogni evento, esperienza o fatto curioso gli fosse capitato. Così, in un piccolo taccuino che portava sempre con sé, aveva cominciato ad annotare ogni sorta di informazione con una grafia minuta e già adulta. Naturalmente Isaac volle subito un taccuino simile a quello del cugino per poter a sua volta tener traccia del corso degli avvenimenti, o meglio, di ciò che era la sua percezione di essi, riportandoli con uno stile del tutto personale, concreto ed immediato.
Ogni mattina zia Ethel preparava un’abbondante colazione per i due ragazzi: un giorno torta di mele, un altro giorno marmellata di mele, la Domenica, immancabilmente, frittelle di mele. Dopo colazione Isaac e il cugino Aaron se ne andavano a giocare nel frutteto della fattoria, tra miriadi di meli che si stendevano a perdita d’occhio in ogni direzione. Come tutte le rosacee, alla cui famiglia appartiene, il melo non teme il clima freddo ma, vuoi per le nebbie che salgono dallo stretto della Manica, lasciando filtrare a malapena un po’ di sole, vuoi per la fissazione tutta inglese di differenziarsi dal continente, i meli di Southampton erano piuttosto minuti e producevano mele piccole e ricche di semi. La maggior parte di queste meline veniva data ai maiali, le più grosse avevano un posto assicurato nei barattoli di marmellata o nelle torte di zia Ethel.
La raccolta delle piccole mele per i porci faceva parte delle attività quotidiane dei due ragazzi costituendo al tempo stesso un’occasione di gioco sfrenato. Infatti, anziché raccogliere le mele nei cestoni che Ethel aveva dato loro, per trasportarli, quando erano pieni, fino allo stabbiolo dei porci, avevano escogitato un sistema molto più divertente di trasporto. Aaron lanciava le mele verso Isaac, che le acchiappava al volo e le lanciava a sua volta verso la zona del porcile. In questo modo, riuscivano a raccogliere e trasportare un gran numero di mele, distribuite su una superficie di forma circolare di una cinquantina di metri di raggio o, come dicevano loro, una sessantina di yarde. Le mele volavano alte nel cielo, mele di un etto o poco più, insomma, sotto il quarto di libbra. Talvolta Isaac si distraeva, per osservare un calabrone o un merlo, e allora invece di prendere la mela al volo, nella mano, la prendeva in testa, dato che i lanci di Aaron erano sempre molto calibrati e cadevano sistematicamente sul bersaglio.
Dopo un certo numero di melate sul cranio, Isaac chiedeva il cambio, lasciando al cugino, più concentrato, il delicato ruolo di acchiappare i frutti. A lungo andare però il gioco diventava noioso, così Aaron pensò di renderlo più interessante con lanci fantasiosi, sempre più alti e difficili da intercettare. La cosa peraltro non fu molto apprezzata da Isaac, che ora non poteva permettersi di sbagliare la presa, essendo i proiettili che piovevano dall’alto molto più veloci e violenti nel loro impatto.
Al tramonto ciascuno annotò sul proprio diario le impressioni della giornata. Aaron si dilungò nel descrivere le traiettorie paraboliche delle mele, elaborando una teoria per cui la forza con cui una mela colpiva era tanto maggiore quanto più la mela era “massiccia” e quanto più accelerava nella sua caduta. Sintetizzò queste sue considerazioni scrivendo una formula: F = ma in cui “F” era appunto la Forza, “m” la massa della mela e “a” la sua accelerazione. Anche Isaac si sentì in dovere di scrivere qualcosa sul suo taccuino. Essendo stato più volte colpito, aveva una ricca casistica su cui basare una teoria della forza, certamente più valida dal punto di vista sperimentale delle arcane elucubrazioni del cugino Aaron. Scrisse perciò che la forza di percussione “F” dipendeva dalla mela “m” e dall'altezza “a” da cui essa precipitava: più era alta, più la mela faceva male. In definitiva le due formule erano identiche e questo diede molta soddisfazione ad entrambi.
Il giorno seguente Aaron pose un interessante quesito: “Secondo te, Isaac, le mele grosse cadono più velocemente, ossia più accelerate, di quelle piccole...o no?” Isaac rispose che l’unica cosa che sapeva di certo era che facevano più male, soprattutto se acerbe. In realtà quasi tutte le mele erano acerbe per via del clima che non consentiva una maturazione completa; era questa caratteristica che conferiva il delizioso sapore asprigno-acidulo alle marmellate di zia Ethel. Comunque Aaron dichiarò la sua insoddisfazione per la risposta vaga data dal cugino e propose di fare una verifica pratica con due esemplari di mela ben differenziati, lasciandoli cadere da una certa altezza ed osservando se una delle due mele toccasse terra prima dell’altra. Scoprirono subito che era molto difficile compiere questa osservazione semplicemente lasciando cadere le mele a terra. Anche tenendole con le braccia alzate il percorso era troppo breve, si e no un paio di yarde. Ammesso che una mela cadesse più velocemente dell’altra, in un percorso così limitato non avrebbe potuto accumulare un vantaggio abbastanza evidente.
Così Aaron si arrampicò sul fienile, che era alto una trentina di piedi, circa dieci yarde, più o meno nove metri, mentre Isaac, sdraiato su un fianco nel punto del prevedibile impatto, stava pronto ad osservare con un occhio aperto ed uno chiuso il passaggio delle mele sul traguardo. Dopo avere ripetuto più volte l’esperimento giunsero alla conclusione che le mele toccavano il suolo contemporaneamente. E questo è cio che scrissero, sia pure con stili diversi, nei loro diari.
Precisamente Aaron annotò il fatto che ai trenta piedi di altezza del fienile andavano sommati due piedi e due pollici, dato che lasciava cadere le mele tenendo le braccia lungo i fianchi, ritto in piedi sul colmo del tetto. Ciò portava la distanza percorsa a trentadue piedi e due pollici, che in metri era più o meno 9,8. Aggiunse anche il particolare che tra l’istante in cui aveva lasciato cadere le mele e quello in cui aveva udito il doppio tonfo sul terreno, aveva fatto in tempo a dire “uno”, quindi doveva essere passato più o meno un secondo. La bizzarra conclusione che trasse fu che qualsiasi mela cade con una accelerazione di 9,8 metri al secondo, per ciascun secondo in cui si compie l’osservazione.
Anche Isaac scribacchiò qualcosa sull’ episodio, precisamente scrisse: "Oggi abbiamo fatto cadere le mele dal fienile. Zia Ethel ci ha sgridato perché abbiamo ammaccato alcune mele grosse, di quelle per le torte, però se non l’avessimo fatto, ora non sapremmo che tutte le mele cadono allo stesso modo.”
I giorni trascorrevano e i diari dei due cugini si arricchivano di sempre nuove osservazioni, finché giunse per Isaac il momento di tornare a casa. Nel trambusto della partenza, disordinato come era, non si accorse di aver messo nel bagaglio il diario di Aaron invece del suo, né Aaron, a cui pure il fatto non era sfuggito, fece notare la cosa, pensando che fosse uno scambio intenzionale e simbolico, come quello delle rispettive maglie tra i giocatori di pallone, a fine partita.
Qualche anno più tardi Aaron partì per le lontane Americhe e non se ne ebbe più notizia. Isaac proseguì negli studi e divenne professore. Nell’anno di grazia 1687, rovistando in soffitta, gli capitò tra le mani il taccuino di Aaron e, quasi per gioco, volendo dimostrare che la sua fama era ormai tale che nessun editore avrebbe rifiutato di pubblicare una sua opera, per quanto bizzarra, ne ricavò un libro che intitolò “Principi Matematici della Filosofia Naturale” e pubblicò con il suo nome: Isaac Newton.
“Le lune e i pianeti sembravano dunque governati da una regola semplice e l’uomo l’aveva capita. Con questa regola l’uomo è stato in grado di prevedere il movimento dei pianeti e questa sarà la base del successo della Scienza negli anni a seguire, perché ha reso plausibile la speranza che altri fenomeni, nel mondo, siano governati da leggi semplici e meravigliose”. Questo ci dice Gatto Gualtiero (tradotto dal suo insostituibile collaboratore Alan) a proposito della Legge di Gravitazione Universale, in QUESTO VIDEO che di riduttivo ha solo il titolo… non perdetevelo!
Mela o non mela… questo è il problema! QUI una semplice e divertente spiegazione di Curiuss, coadiuvato dal fido assistente micio Gualtiero, sulla genialità dell’intuizione di Newton circa la Legge di Gravitazione Universale.
Potete trovare tutti i racconti di Mauritius, insieme a quelli di Vin-Census, nella rubrica ad essi dedicata
14 commenti
E bravo Mauritius, racconto fascile, simpatico ma anche profondo per fare capire la Forza di Gravità.
A proposito ma i poveri maiali che si sono visti piombare le mele da ogni parte non hanno fatto anche loro un trattato di fisica...suina?
Auguri di Buon Natale e Felice 2017 caro Mauritius e cara Daniela.
Grazie, Mario, tanti cari auguri di buone feste anche a te!
P.S.
Ma lo sai che davvero Newton fece il guardiano di maiali da ragazzo? Ma aveva sempre la testa tra le nuvole perché immerso nelle sue elucubrazioni matematiche, quindi un giorno perse alcuni capi di bestiame e la madre fu costretta a risarcire il danno al proprietario. Per punizione lo fece tornare a scuola... pensa come sarebbe stato diverso il cammino della Scienza se quei maiali fossero rimasti tranquilli al loro posto
Cari Mario e Daniela, forse non ci crederete, ma nelle note del diario di Aaron è riportata la famosa formula
F=G*m1*m2/d^2 che rappresenta un pilastro della comprensione dell'universo.
Aiutato dai mailaini della fattoria, con cui aveva un ottimo rapporto, Isaac ne ha dato la seguente interpretazione, che costituisce una delle fondamentali prove della esistenza della fisica suina, ipotizzata da Mario:
La Forza "F" con cui viene "desiderata" una Ghianda "G", è proporzionale alla presenza di almeno due maiali, "m1" ed "m2" ed è inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza "d" (dalla ghianda).
Esistono molte prove sperimentali della validità di questa legge.
Auguri a voi e a tutti gli amici del grande Circolo
caro Maumau,
adesso capisco perché Einstein (tipo molto riservato e abituato a persone di grande finezza) abbia deciso di stravolgere la gravità newtoniana... una teoria da maiali!!!!!!
Ora capisco perchè Vince e Mau sono gli Elfi preferiti da Babbo Natale!!
Sembra un articolo leggero,invece io sono convinto che una marea di avvenimenti e scoperte importanti e ponderose,abbiano avuto una gestazione molto meno eroica di quello che ci vogliono fare credere,spesso pure truffaldina.Ma ormai siamo a Natale e tutti i salmi finiscono in gloria.Buon Natale amici di questo fecondo sito.
Buon Natale anche a te, Gianni!
Il racconto è molto bello, però ci sono alcune affermazioni Aaron che non mi convincono...
Gli inglesi hanno questa strana abitudine di usare unità di misura diverse da quelle del sistema metrico decimale.... non è che quell'Aaron ha effettuato le sue misure in modo un po' troppo approssimativo?
Lui afferma che le sue mele, partono da ferme ed in 1 secondo sotto l'effetto dell'accelerazione di gravità percorrono 9,8 metri.
Poi afferma che tale accelerazione è pari a 9,8 metri al secondo...
Mmhh
Quanto spazio percorre in 1 secondo un corpo che parte da fermo e viene accelerato a 9,8 m/sec² ?
S = Vo t + ½ a t²
Con Vo= 0
S = ½ a t² = ½ (9,8 m/sec²) (1 sec)² = 4,9 metri
Forse Aaron aveva bevuto un pochino e raddoppiato lo spazio percorso, oppure lui conta un 1 ogni 1,41 secondi (ossia la radice quadrata di 2)...
S = ½ (9,8 m/sec²) (√2 sec)² = 9,8 metri
Valli a capire questi cugini inglesi..
Paolo
Sono andata a rileggere i taccuini di Aaron e Isaac e da essi risulta chiaramente che entrambi facevano colazione con una bella fetta di torta di mele inzuppata in una bella tazza di ottimo... vino di mele!
Se a questo aggiungi le botte in testa delle mele dure come pigne verdi, ecco spiegato l'errorino...
Grazie Paolo!
Eh si... in un esperimento contano molto le condizioni... e poi la fisica quantistica insegna che l'osservatore è parte dell'esperimento...
Auguroni di Buone Feste!
Paolo
Tanti auguri sinceri anche a te, Paolino!
Grazie a Paolo per avere ristabilito con precisione la questione della accelerazione. In realtà queste stesse osservazioni (in inglese) erano state avanzate anche dai revisori al momento della pubblicazione, ma Isaac non ne aveva voluto tenere conto. Aveva modificato il testo originale del cugino, assolutamente ineccepibile, adducendo questa motivazione:
"poiché le mele osservate nell'esperimento erano due, lo spazio percorso deve essere raddoppiato e questo lo si può fare anche se le due mele sono una grande e una piccola, come di fatto erano state scelte, proprio perché cadono esattamente allo stesso modo".
Come dire che se il tempo di cottura degli spaghetti è 8 minuti, e i commensali sono 4, si dovranno fare bollire per 32 minuti.(gli spaghetti)
Forse se Aaron non fosse partito per le Americhe avrebbe potuto dire la sua. Ma la storia è andata così....
cari amici,
mi spiace dirvelo, ma siete diretti verso una direzione sbagliata... Il grande Isacco, che voi cercate di sminuire, aveva già compreso che la sua teoria, ancora prima di nascere, era solo molto approssimata. Non solo, aveva buttato giù qualche formuletta molto simile alla RG, ma poi aveva desistito dicendo che, comunque, sarebbe stata parziale. Lui conosceva la MQ attraverso gli stretti colloqui che aveva spesso con i suoi elettroni superficiali (i più chiacchieroni, come sapete bene) e aveva già intuito che una RG senza MQ sarebbe stata una torta di castagne senza panna... Tuttavia, aveva lanciato un piccolo sassolino, mostrando come un'accelerazione di 9.8 poteva portare a traiettorie diverse, a tempi diversi e, in particolare, a pianeti che orbitano sulla stessa orbita con periodi diversi.
Einstein, poverino, si era avvicinato alla soluzione parziale e locale...ma solo un alieno, come Quazel, poteva farcela intravedere nella sua globalità... Ovviamente, coloro ancora fermi alla primordiale legge di Newton non possono capire...
Seguite la soluzione del quiz sulla lumaca e la tartaruga e vedrete che l'errore di Isacco era solo un regalino che aveva cercato di farci, ma che noi non abbiamo ancora capito nemmeno dopo l'intervento parziale, ma coraggioso di Einstein. Non ditemi: "Grazie", ma sono riuscito a far parlare proprio Quazel e non è stato facile, ve lo assicuro!!!
Garrcdoot Nouttalpen (Buon Natale in quazeliano...)
Ucci, ucci, sento odor di genialucci! Non so cosa stia bollendo nella pentola del nostro Enzone, ma di sicuro qualcosa da non perdere!!
Buon PapalNatale a tutti!!