Chi vuole divertirsi ancora un po’ (è del tutto facoltativo) può arrivare alla stessa conclusione, utilizzando il ragionamento fatto da Feynman. E’ sicuramente un metodo più rapido, senza formule noiose, ma comporta un ragionamento finale sul risultato che potrebbe causare una qualche confusione nei meno attenti e concentrati. Sicuramente, è geniale come tutto ciò che ha fatto lui…
Forse qualcosa si è scoperto veramente. Lo sapremo oggi e ne parleremo sicuramente, al di là della piccola scienza che ha imposto alla vera Scienza di aspettare lo show. Tuttavia, non chiedetemi di raccontarvi in dettaglio cosa sono le onde gravitazionali. Possiamo limitarci a poche nozioni estremamente semplificate, ma la loro trattazione veramente corretta abbisogna di basi ben più solide della relatività generale, delle sue equazioni e dell'analisi tensoriale. Molti ci proveranno in giro per la rete... ma stiamo molto attenti ad articoli che saranno dei banali copia e incolla di frasi non capite nemmeno da chi le riporta. Se poi qualche novello "Feynman" riuscirà a rendere facile anche una conseguenza matematica ultra sofisticata della teoria di Einstein lo seguiremo immediatamente!
Anche se molti dei nostri esperti televisivi se lo sono dimenticato (ma lo hanno mai saputo?) la corrente oceanica El Nino è la causa dell’anomalo riscaldamento registrato quest’inverno. Un’anomalia ricorrente che ha raggiunto valori eccezionali, del tutto simili a quelli del 1982/83 e 1997/98. Purtroppo (o per fortuna?) la corrente ha raggiunto il suo picco lo scorso dicembre e ora si sta spegnendo. Si stabilizzeranno le condizioni per l’avvento de La Nina e dovremo, con molta probabilità, aspettarci un periodo di freddo insistente.
La nostra galassia sta correndo, come una pazza, verso una regione che appare misteriosamente vuota. Non lo fa solo lei, però, ma migliaia e migliaia di altre galassie. Molte se ne vedono, ma sicuramente manca “qualcosa” per spiegare questa fuga verso il centro. Materia oscura… sicuramente. Un attimo, un attimo… forse è meglio -prima- usare degli altri occhiali!
Iceberg giganteschi che galleggiano su un oceano di azoto solido. Un film di fantascienza? No, la descrizione del grande piccolo Plutone. New Horizons continua a emozionarci.
Sabato scorso sono stata sul Passo Tre Croci per cercare di riprendere l'allineamento de cinque pianeti e la Luna ma purtroppo ho mancato Venere e Mercurio. Ma come si dice: "Chi la dura la vince"... E così ieri mattina io e due mie amiche abbiamo deciso di ritentare la fortuna, di buonora siamo salite sino […]
Il titolo non mi piace, ma sono in qualche modo costretto a scriverlo, dato che sono “ufficialmente” chiamate così. Si parla di stelle che nelle prime fasi della loro vita si nutrono dei loro stessi figli. E tra queste stelle potrebbe esserci stato anche il Sole…
Abbiamo deciso di cambiare la definizione di quantità di moto. Dirlo è una bella cosa, ma farlo è un’altra. La soluzione migliore sembrerebbe quella di considerare la massa come una funzione della velocità. Non abbiamo certo detto una cosa da poco. Basterebbe pensare che ciò vorrebbe dire che l’inerzia di un corpo cambia al variare della sua velocità. Teoricamente potrebbe diventare infinita. Non ci resta che fare questo tentativo e controllare, con molta attenzione, se questa sconvolgente ipotesi riesce, veramente, a conservare la nuova quantità di moto. Questo articolo è il più “duro”, ma niente di veramente difficile.
Un interessante sondaggio eseguito da una prof.ssa di psicologia delle comunicazioni, sui comportamenti degli scienziati (tedeschi) coinvolti nelle ricerche sul clima, mette in luce un comportamento che chiamare solo disonesto è veramente troppo poco. Molte cose si chiariscono e stimolano riflessioni su interessi che ben poco hanno a che fare con Scienza: Galileo non abita più qui...
Uno delle classi più importanti di supernove è quella detta di tipo Ia. Sono proprio loro che “dovrebbero” rappresentare le candele cosmiche in grado di farci misurare le distanze delle galassie anche abbastanza remote. Essendo fenomeni altamente luminosi si riescono a vedere anche in strutture molto lontane. I risvolti sulla supposta accelerazione dell’espansione dell’Universo sono ben noti a tutti. Così come sono anche ben noti i problemi che sono sorti recentemente, relativi al fatto che le supernove di tipo Ia sembrano diversificarsi in classi diverse, mettendo in crisi la costanza della loro luminosità assoluta. Un nuovo studio punta, adesso, il dito su una fase poco studiata della preparazione di una supernova di tipo Ia, una fase che potrebbe complicare e modificare significativamente il risultato finale. Una fase che avviene quasi di nascosto, all’interno di un’enorme coltre che nasconde ciò che sta succedendo al suo interno. Tempi duri per le supernove di tipo Ia…
Questo articolo va oltre la risposta diretta al quiz sull’urto papalliano (che abbiamo già dato). Cerca di descrivere il problema nella sua completezza e di dare risposte più ampie e generali. Come spesso in matematica, esistono vari sistemi per ottenere un certo risultato. In questo caso usiamo sia la geometria analitica sia gli sviluppi in serie, in modo che l’articolo diventi un riassunto di vari concetti, indipendentemente dal suo scopo vero e proprio. Come indicato vicino al titolo esso è stato scritto a sei mani (quelle di Paolo, di Umberto e le mie), dato che ognuno ha contribuito indipendentemente a formulare i diversi tipi di soluzione. Una collaborazione veramente vincente, che siamo sicuri si ripeterà in futuro. Il nostro circolo deve essere qualcosa di attivo e coinvolgente e non un’arida e unilaterale esposizione di concetti. Il mondo di Papalla e i Papallicoli ce lo dimostrano con estrema chiarezza.
Due anni fa il piccolo asteroide 2013 TX68 è passato a circa 2 milioni di chilometri da noi. La sua vista è, come quella di tutti gli asteroidi, molto acuta. Quel poco che ha visto, a causa della sua alta velocità, l’ha convinto a tornare e questa volta lo vuole fare proprio da vicino, probabilmente a soli 17 000 km. A qualcuno piace ancora la Terra…
La vita, almeno sulla Terra, c’è sicuramente. E, molto probabilmente, non solo qui. I mattoni fondamentali della vita devono nascere dalle stelle, ma di che cosa sono fatti esattamente? Qual è il composto base dal quale sono evoluti gli idrocarburi sempre più complessi? Una nuova ricerca ipotizza che non sia stato il metano, ma un suo parente molto stretto, l’alcol più semplice in Natura. Siamo, quindi, nati … alcolizzati? Ora mi spiego tante cose di questo pazzo, pazzo, pazzo mondo…
Qual è il vero ruolo di Giove (e di suo fratello Saturno) nel regolare il transito degli oggetti provenienti dal Sistema Solare esterno? Hanno difeso la Terra da una pioggia di materiale planetario o hanno preferito fare una specie di tiro al bersaglio? Ma, in ogni caso, qual è la soluzione migliore per il nostro piccolo pianeta?
Un recente studio indirizzato (guarda un po’) alla ricerca della materia oscura al centro della nostra galassia, collegata ad anomali segnali nei raggi gamma, ha dimostrato che lei non c’entra per niente. La “colpa” è, invece, delle “banali” e -forse- numerosissime pulsar che ruotano rapidissime (periodi dell’ordine dei millisecondi). Ma più che la ricerca in sé, ciò che è veramente interessante è la riflessione fatta da un “vero” astrofisico, che molti sembrano dimenticare.
La relazione tenuta al Congresso americano dal Prof. John R. Christy, una delle massime autorità mondiali della Scienza dell'atmosfera, ha fatto raffreddare di molto il tanto desiderato e auspicato riscaldamento globale. E adesso... che altro trucco si inventeranno gli scienziati "politicizzati" e lautamente pagati? In Italia di tutto ciò nessuno se ne cura...