Categorie: Curiosità Racconti di Vin-Census
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Scritto da: PapalScherzone
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I Racconti di Mauritius: LA RIFONDAZIONE DELL'I.N.P.S.
Come promesso, cari amici lettori, ecco quella che potrebbe essere la soluzione per contenere l'esuberanza di questi due loschi pensionati (buon per loro!) che rispondono al nome di Vin-Census e Mauritius. Godetevela (senza pensare che potrebbe capitare anche a voi...) o, come direbbe il solito Mauritius, "accattatevilla"!!
Buona domenica e buon divertimento a tutti voi
Il tecnico si piegò leggermente in avanti per leggere l'indicazione del termostato. Sul suo camice bianco spiccava in azzurro cupo il triplice simbolo del cristallo di neve, accanto alla scritta I.N.P.S.
"Tutto regolare: 75 sotto zero " disse sorridendo alla donna affacciata alla porta della piccola cantina. "Suo nonno è in perfetta forma".
Risalirono in casa; la donna offrì il caffè all'ospite e, nella breve attesa che fosse pronto, firmò il registro delle manutenzioni mensili, per confermare l'avvenuto controllo.
Fin dai primi anni 2000 il problema della spesa previdenziale era esploso in tutta la sua gravità. In un primo tempo l'I.N.P.S. (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale) aveva tentato di affrontarlo con un approccio morbido, convincendo, ad esempio, il governo a praticare forti riduzioni sulle tariffe del gas a favore dei pensionati, nella speranza che un maggior numero di essi, attratto dalle condizioni vantaggiose, si suicidasse con questo sistema così poco inquinante ed economico. Tuttavia il successo di questa iniziativa fu scarso: risultò fortemente aumentato solo il numero di arrosti, torte, pizze, ed altri prodotti da forno che molti pensionati presero a cucinare anche per conto terzi, lucrando sulle condizioni di favore e arrotondando così le proprie entrate.
Allora l'I.N.P.S. decise di passare a mezzi più drastici. Fu siglato un accordo con tutte le case produttrici di acque minerali (un prodotto di largo consumo tra i pensionati) per la realizzazione di tappi particolarmente tenaci, onde sottoporre gli ultra sessantenni, nel momento della apertura delle bottiglie, ad uno stress psicofisico che avrebbe dovuto rivelarsi fatale. Anche questo espediente, tuttavia, si rivelò di scarsa utilità perché i pensionati impararono subito ad utilizzare comuni attrezzi come uno schiaccianoci o una chiave inglese per svitare i tappi senza sforzo e senza conseguenza letali.
Nel 2006 Confindustria, di concerto con il governo, assunse il controllo dell'Istituto e diede una svolta decisiva a tutta la questione.
Poiché le previsioni di spesa erano ormai al collasso, non potendo congelare il debito pubblico si decise di congelare i creditori. L'I.N.P.S. venne rifondata e, pur non cambiando sigla, cambiò nome: divenne l'Istituto Nazionale dei Pensionabili Surgelati.
L'idea era questa: quando una persona raggiungeva l'età pensionabile veniva posta in animazione sospesa, mediante ibernazione, in modo che il suo credito risultasse congelato per tutto il tempo necessario a risanare il bilancio previdenziale. Dopo questo periodo si sarebbe potuto sbrinare l'assistito ed iniziare a liquidare le quote di pensione spettanti.
Un comitato tecnico costituito da tre organizzazioni esperte nel settore: Findus, Algida e Frigoriferi Milanesi, mise a punto per conto della Confindustria un prototipo di surgelatore domestico, che avrebbe potuto trovare posto in qualsiasi cantina di una abitazione, destinato ad essere realizzato in milioni di esemplari e distribuito ad ogni nucleo familiare in cui ci fosse almeno un pensionato. Dato l'alto numero dei pezzi da produrre il prezzo risultò molto contenuto (circa una mensilità di pensione media) quindi alla portata di ogni famiglia.
Le organizzazioni sindacali accolsero con una certa freddezza questa idea, ma non posero alcun veto, anche perché in questo modo i conti tornavano. La spesa di manutenzione della bassa temperatura gravava relativamente poco sulle famiglie (di fatto il surgelatore non si apriva mai); c'era , è vero, il problema di possibili black out ma una società produttrice di gruppi autogeni di continuità aveva garantito di poter installare in ogni condominio un sistema di emergenza a prezzi assolutamente stracciati. Inoltre il personale dell'I.N.P.S. non avrebbe perso il posto di lavoro, con un piccolo corso di riqualificazione sarebbe stato addestrato a monitorare i pensionabili surgelati durante il loro sonno, anzichè a svolgere i tradizionali e noiosissimi compiti amministrativi e burocratici.
Nelle stesse famiglie i giovani vedevano di buon occhio la possibilità di togliersi dalle scatole, almeno per qualche anno, il nonno ultrasessantenne, sempre pronto a criticare un taglio di capelli poco convenzionale, o un piercing troppo tosto, o qualsiasi altra espressione di libertà individuale. E, si sa, il parere dei giovani ha il suo peso...
Qualche debole protesta si levò da parte delle organizzazioni di categoria dei produttori di adesivi per dentiere e di alcuni "operatori di ristorazione" (gestori di osterie) che vedevano minacciato seriamente il loro mercato, ma queste marginali forme di dissidenza vennero subito bollate con l'accusa di anteporre interessi personalistici e di categoria al bene supremo del paese. Nel 2007 si passò quindi alla fase operativa del progetto, surgelando il primo contingente di pensionabili. La cosa fu regolata con il principio del silenzio assenso: a tutti coloro che avevano presentato la domanda di pensionamento fu consegnato un surgelatore da installare (a proprie spese) in un locale della propria abitazione ritenuto idoneo. Molti protestarono affermando di non avevano richiesto il surgelatore, ma la pensione. L' I.N.P.S., dal canto suo, rispose che, non avendo ricevuto alcun rifiuto del surgelatore al momento della domanda da parte del pensionabile, questi era tenuto a riceverlo, installarlo ed usarlo, pena la decadenza del diritto alla pensione, oltre alla possibilità di essere perseguito per comportamento asociale. I più riottosi ribatterono che non era scritto da nessuna parte che nella domanda si dovesse rifiutare esplicitamente l'apparecchio. Con ammirevole pazienza l'I.N.P.S. spiegò a costoro che proprio in questo consisteva il principio del silenzio assenso: nulla era stato detto o scritto di proposito dall'Istituto, in relazione al surgelatore, in quanto era suo compito mantenere il silenzio. Ora toccava al singolo pensionabile completare il binomio fornendo il suo assenso.
Alla fine la pubblica opinione si schierò contro le faziose e pretestuose motivazioni di coloro che per semplice egoismo non si volevano fare surgelare e la ragione prevalse.
Il programma prevedeva un periodo standard di cinque anni di ibernazione per ciascun pensionabile. Al termine dei cinque anni, se l'economia del paese lo avesse consentito, il pensionabile sarebbe stato sbrinato.
Purtroppo dopo il primo quinquennio fu chiaro che, a causa delle molteplici variabili economiche internazionali, del prezzo del petrolio in continua crescita, dell'andamento delle borse di Tokio, New York e Roccacannuccia, non esistevano oggettivamente le condizioni per riportare a temperatura ambiente i quasi 9 milioni di surgelati. Così, con le lacrime agli occhi, il presidente del consiglio, nel suo undicesimo anno consecutivo di governo, annunciò che i pensionabili sarebbero stati tenuti al fresco ancora un anno, massimo due, quel tanto necessario a trovare una soluzione definitiva (nel testo dattiloscritto si parlava di soluzione finale).
Fortuna volle che la soluzione si trovò in meno di due mesi. Il presidente della Confindustria fece una proposta che, anche se apparentemente impopolare, avrebbe dato i risultati sperati. Il Capo del governo la presentò in televisione dicendo che presto la decisione da impopolare sarebbe diventata popolare, per i benefici evidenti che avrebbe portato all'economia del paese.
L'idea era questa: spostando l'età pensionabile a settantacinque anni non sarebbe stato più necessario pagare le pensioni; anzi, coloro che erano stati ibernati a sessant'anni, avendo vissuto in animazione sospesa, avevano conservato quell'età e, dopo i cinque anni trascorsi, si ritrovavano la possibilità di lavorare ancora per una quindicina di anni: una vera seconda giovinezza. C'erano, insomma vantaggi per tutti: l'I.N.P.S. avrebbe risparmiato un sacco di soldi, i pensionabili avrebbero potuto rientrare nel ciclo della vita produttiva e il PIL sarebbe certamente aumentato. Tutte le apparecchiature refrigeranti prodotte avrebbero comunque continuato a funzionare, si potevano riempire di pollame e ortaggi surgelati, di ghiaccioli, gelati, ecc. Chi proprio avesse voluto fare il lazzarone avrebbe potuto continuare a restare nel suo freezer, aspettando che il progresso sociale trovasse una ulteriore soluzione: un sussidio, una pensione minima, l'eutanasia...
Tutti i racconti di Mauritius sono disponibili, insieme a quelli dell'oramai inseparabile Vin-Census, nella rubrica ad essi dedicata
4 commenti
Ma bene, Scherzy !!
Questo è un documento che dal 1999, anno della sua prima stesura, doveva restare top secret fino al 2049. Cinquant'anni, come gli archivi del Cremlino, o quelli del Regno Unito. Adesso siamo tutti in pericolo!!
E pensare che neppure Julian Assange era riuscito a metterci le mani sopra...
Vi rendete conto che ora Tito Boeri, come è noto, assiduo frequentatore del Teatro, ha in mano un'arma letale? E se anche la notizia, voglia il cielo, gli sfuggisse, ci sono sempre miriadi di impiegati dell'INPS che potrebbero avvalersene, presentando l'idea come propria, per fare una carriera fulminante, senza curarsi delle tragiche conseguenze per milioni di persone.
Una catastrofe! Sento già il gelo nelle ossa....
Julian Assange... chi era costui...? Nessuno, in confronto ad uno scherzone come me!!!
Goditi la tua pensione, Mauritius, la tua non la congeleranno... è chi oggi sta mantenendo in piedi il sistema che riceverà il congelatore
Senti Scherzy, quando parte il primo razzo per Papalla?
Mi fa venire in mente uno che conosco bene,che dopo avere lavorato (e in parte studiato di sera a spese proprie),per 53anni prima di andare in pensione,pensava di prendere le medaglie come ai tempi di Peppone.Egli pensava:"Ho cominciato che con le mie tasse e contributi INPS e anche altri,pagavo la pensione al bisnonno,giustamente!Poi al nonno,doveroso!poi venne il turno del babbo,e ci mancava!Poi c'erano gli sfortunati del posto colpiti da decenni di disoccupazione da aiutare,adesso arrivano anche da altri continenti al grido" respiro anch'io ho diritto!!"Finalmente venne il suo turno,ma...Ecco che qualcuno inventò l'ibernazione,abilmente e subdolamente usata dal capo dell'INPS,per colpire quei relativamente pochi che hanno pagato per tutti.Mi piacerebbe sapere se anche a Papalla esiste quel famoso detto Partenopeo che dice:"Chi ha avuto ha avuto,chi ha dato ha dato,scordiamoci il passato...",In Inghilterra si chiama "The Menga's low"