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Tags: Astericcio Einstein emozioni legge di gravitazione universale Newton principi della dinamica Racconti
Scritto da: Barbariccio & Daniccia
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I Racconti di Ciccio e Astericcio (9): QUATTRO PASSI NELLA STORIA DELLA SCIENZA (3° parte)
Il presente articolo è stato inserito nella sezione d'archivio "Quattro passi nella storia della Scienza"
"Non so come io appaia al mondo, ma per quel che mi riguarda, mi sembra di essere stato solo come un fanciullo sulla spiaggia che si diverte nel trovare qua e là una pietra più liscia delle altre o una conchiglia più graziosa, mentre il grande oceano della verità giace del tutto inesplorato davanti a me"
"Se ho visto più lontano, è perché stavo sulle spalle di giganti"
"La verità si ritrova sempre nella semplicità, e non nella complessità e confusione delle cose"
(Isaac Newton)
Personaggi e interpreti principali:
Ciccio: un riccio terrestre di grande esperienza
Astericcio: un riccio proveniente da un pianeta troppo perfetto
Scherzy: un abitante del pianeta Papalla in vacanza sulla Terra
Mimì, Tigotta e Bianchina: tre gattine molto vivaci e riflessive
Curiosità: spirito della conoscenza amico di tutti i grandi personaggi storici
Papamicio: uno scienziato burbero dal cuore tenero, proprietario del giardino che ospita i piccoli amici
Daniccia e Barbariccio: le narratrici
Nella sala d’attesa dell’ufficio di sir Isaac Newton
Segretaria di Newton: Signore, è arrivato il suo turno.
Curiosità: Ronf, ronf, ronf…
Segretaria: Signor Curiosità, si svegli, tocca a lei!
Curiosità: Oddio, che succede?!
Segretaria: Succede che il Maestro si è liberato e finalmente tocca a lei. Su, si sbrighi prima che qualcuno le passi avanti, se no dovrà riprendere il numerino, come si fa al supermercato!
Curiosità: Oh no, santa polenta! Dopo sei mesi di attesa, ci mancherebbe solo questa!! Meno male che mi sono distratto un pochino quando ho accompagnato Astericcio e gli altri a conoscere Giotto e Masaccio, se no ci avrei messo le radici in questa sala d’attesa… senza il minimo comfort, neanche delle riviste decenti: mi dica lei se le sembra possibile ingannare il tempo leggendo “Campeggiamenti del serenissimo principe Tomaso di Savoia” di Tesauro Emanuele oppure “Cefalogia fisonomica. Divisa in dieci deche, dove conforme a documenti d’Aristotile, e d’altri filosofi naturali, con brevi discorsi e diligenti osservazioni si esaminano le fisionomie di cento teste humane che intagliate si vedono in quest’opera” di Ghirardelli Cornelio! La prossima volta lo so io cosa fare: mi porterò la raccolta dei racconti di Vin-Census e Mauritius loro sì che sanno scrivere racconti belli e divertenti, perfetti per passare il tempo!
Segretaria: Sì, sì… capisco… ha ragione, ha ragione… però ora vada dal Maestro, su, faccia il bravo!
Curiosità: Ok, ok… tanto non serve arrabbiarsi, vado!
Segretaria: E’ l’ultima porta a destra in fondo al corridoio
ISAAC NEWTON: Amico mio, che piacere rivederti! Come stai?
Curiosità: Il piacere è mio, caro Isaac. Sto abbastanza bene, ma potrei stare meglio se non avessi trascorso sei mesi ad attendere il mio turno, su una scomoda sedia e con dei libri impossibili da leggere…
Isaac: Mi dispiace, caro, ma negli ultimi tempi ho avuto un boom di richieste. E’ tutto un via vai di comitive organizzate che vogliono parlare con me soprattutto per sapere la vera storia della mela! Sembra che qualche buontempone abbia messo in giro una storiella secondo cui il secondo principio della dinamica sarebbe stato scoperto da quel sempliciotto di mio cugino Aaron mentre mi lanciava mele da dare ai porci, che puntualmente prendevo in testa!
Curiosità: Non ci posso credere… ma è inaudito! Perché non lo denunci e gli chiedi il risarcimento dei danni morali?
Isaac: Ma no, dai, in fondo quella storia è divertente e ha il merito di suscitare interesse per l’argomento, come dimostra l’incremento del numero di persone che vengono a trovarmi per chiedere spiegazioni! Ben venga un po’ di satira se intelligente e ironica al punto giusto! Ma veniamo a noi, in cosa posso esserti utile?
Curiosità: Voglio farti incontrare un gruppo di amici che hanno tanta voglia di conoscerti. Sai, dopo aver conosciuto Aristotele, Tolomeo, Aristarco, Eratostene, Copernico, Keplero e Galileo, non stanno più nella pelle e negli aculei dal desiderio di ascoltare da te una lectio magistralis sulla tua Legge di Gravitazione Universale.
Isaac: Aculei?!?!?
Curiosità: Tranquillo, Isaac, stringi forte la mia mano e chiudi gli occhi, non te ne pentirai!
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Nel giardino di Papamicio
Scherzy: Ah ah ah! Troppo forte questo racconto di Mauritius su Newton che fa il guardiano di porci! Per non parlare, poi, di quest'altro scritto da Vin-Census... li hai letti Papamicio?
Papamicio: Certo che li ho letti, che domande, non mi perdo nessun articolo di quel blog! Anche perché mi sento molto in sintonia col prof. Zappalà; per esempio anch’io, al suo posto, dopo quel racconto, avrei scritto un articoletto per riabilitare Newton. Sai, ci sono persone che si bevono tutto, anche quando lo scherzo è palese, è successo anche a Vin-Census, meglio essere sicuri di non essere fraintesi…
Ciccio: Guardiano di porci? Ma dai, non posso crederci… ma la sua famiglia non era molto benestante?
Isaac: E invece, piccolino, puoi crederci! Ho fatto davvero il guardiano di porci nell'azienda agricola di famiglia, finché un giorno, per fortuna, mentre ero in altre faccende affaccendato, uno di essi sconfinò del podere del vicino, mia madre fu costretta a risarcire i danni e capì che le sarebbe convenuto farmi tornare a scuola!
Papamicio: Oh mio dio, ma sei davvero Isaac Newton, che emozione ragazzi!
Curiosità: Buongiorno a tutti, amici miei, finalmente ce l’ho fatta!
Scherzy: Sei grande Curiosità, non avevo dubbi che la tua tenacia ti avrebbe premiato!!
Mimì: Per tutti i mirimiao! Non dirmi che sei davvero tu quello che tre secoli fa immaginava che, lanciando un sasso velocissimamente da una montagna alta alta alta, questo avrebbe continuato a girare intorno alla Terra senza mai cadere?
Isaac: In realtà, piccolina, è più corretto dire che quel sasso continua a cadere sulla Terra, ma impiega un tempo infinito per raggiungerla.
Ciccio: Ma certo! Non ricordi, Mimì, quando eravamo sull'astronave? Non riuscivo a credere che, mentre fluttuavo e mi sentivo più leggero di una piuma, in realtà ero in caduta libera insieme all'astronave.
Mimì: Come potrei non ricordare? Grazie a Scherzy anch’io riuscii a capire quello strano fenomeno, miao miao! E compresi bene che non è necessario andare nello spazio per vivere l’esperienza dell’assenza di peso, ma si può provare anche sulla Terra, purché ci si trovi all’interno di un mezzo che cade alla nostra stessa velocità!
Ciccio: Per esempio in un ascensore a cui siano stati tagliati i cavi. Io sono stato così coraggioso da fare l’esperimento e mi sono divertito un sacco!
Isaac: Uao! Interessante, ma… ehm ehm… qualcuno di voi sarebbe così gentile da dirmi cos’è un… aspintore…??
Ciccio: A-S-C-E-N-S-O-R-E, Isaac, ascensore! Una macchina che è stata inventata quando tu eri già… come dire… diciamo che tu eri partito per un’altra dimensione da oltre un secolo. E’ una sorta di scatolone metallico posto all’interno di palazzi con tanti piani e serve per evitare di salire le scale a piedi e, già che c’è, lo si prende anche per scendere, non solo per salire.
Isaac: Bello! Mi piacerebbe provarne uno, ma è proprio necessario tagliare i cavi per farlo tornare al piano terra? Facendo due rapidi calcoli, temo che chi sta dentro, dopo aver sperimentato la leggerezza dell’assenza di peso, farebbe una brutta fine al contatto col terreno…
Astericcio: Ma no, ma no… i cavi servono anche a far scendere lentamente l’ascensore, non solo a farlo salire. L’idea di tagliarli è solo un esercizio teorico, niente più. Il nostro Ciccio ha fatto davvero l’esperimento a cavi tagliati, ma per la sua incolumità, il tratto di caduta libera era molto breve e avevamo attutito l'atterraggio con un materasso!
Isaac: Ahhh, allora piacerebbe anche a me questo esperimento, come sarebbe bello provare sulla mia pelle la stessa sensazione che prova continuamente la nostra candida Luna.
Tigotta: Un momento, non capisco, la Luna è in un ascensore??
Isaac: No micetta, non c’entra l’ascensore, mi riferisco al fatto che la forza che ci fa cadere sulla Terra e ci fa stare con i piedi ben piantati su di essa, è esattamente la stessa forza che tiene in orbita il nostro prezioso satellite. E' una forza centripeta in quanto è diretta verso il centro della Terra, e attira costantemente la Luna verso di esso.
Tigotta: Mammamicia mia, si salvi chi può! Da un momento all’altro la Luna potrebbe schiantarsi!!
Isaac: Tranquilla, non ha la minima intenzione di cadere! Per la precisione la Luna, se non fosse per la forza che la Terra esercita su di lei, se ne andrebbe tranquillamente a zonzo per il cosmo muovendosi di moto rettilineo uniforme, ovvero in linea retta e a velocità costante…
Papamicio: In ossequio al principio d’inerzia di galileiana memoria, anche conosciuto come primo principio della dinamica!
Isaac: Giusto, bravo… come ti chiami?
Papamicio: Qui tutti mi chiamano con un nomignolo: Papamicio!
Mimì – Tigotta – Bianchina: perché è il nostro PAPA’ e noi siamo delle micine!!!
Isaac: Carino, mi piace, anch’io ti chiamerò cosi!
Scherzy: Sai, Isaac, Papamicio, nonostante il nome buffo e l’aspetto semplice, è un tuo collega!
Papamicio: E dai, Scherzy, sei sempre il solito, non esagerare!! Un conto è occuparsi di Astrofisica a buoni livelli, altro è essere un genio assoluto come sir Isaac Newton! Ancora non riesco a crederci… ho davanti a me l’uomo che con un’apparentemente banale formuletta è riuscito a legare forza e accelerazione a cui è soggetto qualunque corpo, solo conoscendone la massa, ovvero la sua inerzia, ovvero la sua capacità di opporsi al movimento!
Isaac: Bene, bene… vedo che il secondo principio della dinamica non ha segreti per te!
Papamicio: E hai anche compreso che quella forza che fa cadere un sasso per terra è la stessa che tenta di far cadere la Luna, ma non ci riesce perché la Luna si muove con la giusta velocità per opporsi alla caduta. Quindi uguagliando le espressioni di quelle due forze, ottenute con misure empiriche, hai dato dimostrazione matematica al principio di equivalenza, ossia l’uguaglianza tra massa inerziale e massa gravitazionale ipotizzato da Galileo, ovvero che la velocità con cui un corpo arriva al suolo dipende solo dall’altezza da cui è caduto e non dalla sua massa! Ma ci pensi, Isaac, che la dimostrazione definitiva di quella legge, che Galileo ha intuito, l’abbiamo avuta solo tre secoli dopo che tu eri riuscito a darne la tua spiegazione, quando gli astronauti appena giunti sulla Luna, hanno lasciato cadere una piuma e un martello e hanno esclamato “Galileo aveva ragione!”???
Ciccio: BASTAAAAAA!!!!! Mi sta girando la testa, non ci capisco più niente!!!
Papamicio: Scusami Ciccino mio, mi dispiace, ma lo sai che quando mi emoziono non riesco a controllarmi…
Isaac: Che bello vedere tanto entusiasmo intorno a questi argomenti! Tranquillo, riccetto, ora ti spiego tutto e Papamicio mi aiuterà.
Ciccio: Bene, bene… intanto qualcuno può spiegarmi questa storia delle due masse diverse che sono uguali?!? Ma che storia è mai questa?!?
Isaac: Devi sapere che tra due corpi esiste sempre un’attrazione che dipende dalle loro masse e dalla distanza che li separa. Pensa ad un pianeta e ad un asteroide che gli passa ad una certa distanza: ti garantisco che maggiore è la massa dell’asteroide, maggiore è l’attrazione che il pianeta esercita su di esso. La forza che genera questa attrazione si chiama forza di gravità, pertanto chiamiamo massa gravitazionale la massa che la subisce.
Papamicio: Ma esiste anche un’altra legge in natura, ovvero quel secondo principio della dinamica di cui parlavo prima, secondo la quale la massa agisce in modo opposto a quella gravitazionale, ovvero si oppone al moto, pertanto è chiamata massa inerziale, nel senso che è un po’ inerte, ovvero pigrona perché le fa fatica muoversi e lo fa solo se è costretta da qualcosa che la obbliga a farlo. Maggiore è la massa inerziale, minore è la variazione di velocità che gli viene impressa da una determinata forza.
Ciccio: Mmm… non ho capito granché… un esempio?
Scherzy: Prendi questi due sassi, Ciccio, uno è più piccolo e più leggero dell’altro, mettili uno nella zampina destra e uno nella sinistra. Ora prova a lanciarli cercando di dare loro la stessa spinta. Ovvero prova, se ti riesce, a muovere le braccia nello stesso modo, facendo lo stesso sforzo per lanciare l’una e l’altra.
Ciccio: Oh issa… uno, due, tre… via!
Scherzy: Visto? Il più piccolo è caduto più lontano rispetto al più grande: è evidente che, a parità di spinta, ovvero di forza impressa ai sassi, quello con la massa maggiore si è mosso con una velocità minore, quindi ha opposto più resistenza al movimento rispetto a quello con massa minore!
Ciccio: Ma certo! Lasciate che sia io a continuare così vi dimostro di aver capito: questi due sassi hanno una loro massa che è sia inerziale, ovvero si oppone al loro movimento, sia gravitazionale, ovvero tende a farli avvicinare. Quindi se li lascio andare uno vicino all’altro, essi cadranno in linea retta senza avvicinarsi. E questo accade perché la massa inerziale è uguale a quella gravitazionale, quindi i loro reciproci effetti si annullano a vicenda!! Sono furbo, eh?!?!
Isaac: Ehm, ehm… mi dispiace deluderti, ma se li vedi cadere in questo modo non è per la spiegazione che hai dato tu.
Ciccio: E cosa mai può essere, allora???
Papamicio: Hai dimenticato un particolare importante: il mega-sassolone sul quale poggiano i nostri piedi! Anche lui, è ovvio, esercita la sua attrazione nei confronti dei corpi minori che stanno nelle sue vicinanze e, essendo molto grande, la sua massa non può che annientare l’effetto che le masse di questi due micro-sassolini tentano di produrre!
Isaac: Fate bene attenzione alle parole di Papamicio! Lui non ha detto che le masse dei sassolini non producono effetti, ma solo che essi sono annientati da quelli prodotti dalla massa della Terra. In realtà anche la Terra è attratta da loro ed è possibile calcolare con la matematica il suo spostamento verso i sassolini mentre cadono su di essa. Resta il fatto che tale spostamento si avvicina talmente tanto allo zero, che nessun strumento umano né sovrumano potrebbe mai rilevarlo. Però c’è! Mi raccomando, non dimenticatelo mai!!! Ed è anche vero che quei sassolini si avvicinano l’uno all’altro mentre cadono sulla Terra, ma tale avvicinamento è impercettibile perché quello verso la Terra di fatto lo annulla.
Papamicio: Se fossi su un’astronave nello spazio profondo, lontanissimo da Terra e da qualunque altra massa di pianeta o stella, dove la gravità esiste ma è talmente piccola da essere totalmente trascurabile, lasciando andare quei due sassi, essi si avvicinerebbero a causa dei reciproci effetti gravitazionali.
Ciccio: Ecco, faccio sempre la figura del pollo! Boccaccia mia perché non te ne stai un po’ più zitta???
Scherzy: Macché pollo! Intanto non sta scritto da nessuna parte che i polli siano stupidi, quindi ti invito a non usare più questa espressione… e poi i tuoi tentativi di comprensione sono tutt’altro che stupidi, anzi, sono sintomo di una grande elasticità mentale e voglia di imparare! La figura dello stupido la fa chi non capisce e sta zitto per paura di brutte figure!
Papamicio: Continua così, Ciccetto mio, e non te ne pentirai mai!
Bianchina: Scusate se vi interrompo, miao miao! Ma non sono certa di avere capito: poco fa Papamicio ha detto che la forza che non fa cadere la Luna e la tiene in orbita è la stessa che fa cadere un sasso per terra… fin qui tutto chiaro, vi credo sulla parola, ma non capisco come questa semplice intuizione possa aver cambiato la storia della scienza!
Isaac: Ora ti racconto come sono andate le cose, cara micetta, così forse tutto apparirà più chiaro. Dunque… grazie alla mente brillante di Galileo, che per fortuna nel 1638 durante gli ultimi anni di esilio ad Arcetri per la condanna dell’Inquisizione, era riuscito a scrivere e lasciare in eredità al mondo “Discorsi e dimostrazioni matematiche sopra due nuove scienze”, mirabile compendio di tutte le conoscenze che aveva acquisito in tutta la sua lunga vita, avevo ben presente il principio di inerzia e l’accelerazione gravitazionale a cui è soggetto qualunque corpo che cade sulla Terra.
Papamicio: Ti ricordo, gioia mia, che secondo il principio d’inerzia, qualunque corpo tende a muoversi di moto rettilineo uniforme, ovvero in linea retta e a velocità costante, finché qualche forza esterna non gli faccia cambiare velocità. Invece l’accelerazione gravitazionale genera un moto uniformemente accelerato di un corpo più piccolo verso un corpo più grande: per esempio il nostro sasso che cade verso Terra lo fa con una velocità che aumenta in modo costante, che chiamiamo accelerazione, e che Galileo era già riuscito a misurare.
Isaac: Grazie, Papamicio, per le precisazioni! L’intuizione per la quale sono diventato così famoso consiste nell’aver pensato che il moto della Luna fosse determinato dalla combinazione di questi due moti. Come se ogni istante la Luna cercasse di sfuggire all’attrazione della Terra compiendo piccoli tratti di moto rettilineo uniforme e fosse prontamente riacchiappata dalla Terra, facendola cadere con moto uniformemente accelerato verso di sé in fino a riportarla nella traiettoria della sua orbita…
Bianchina: Ma certo! Mi ricorda quel gioco stupido che il figlio dei vicini di casa stava facendo col suo cane Sansone qualche giorno fa nel suo giardino: aveva legato il cane ad un palo con una corda elastica e gli lanciava un bastone. Sansone cominciava a correre dritto fino a che l’elastico lo riportava indietro, quindi ricominciava a correre dritto e via di nuovo tirato indietro dall’elastico. Ha finito per correre in cerchio intorno al palo a cui era legato! Povero Sansone… è proprio stupido quel ragazzino! Appena sì è allontanato, sono andata a scioglierlo io e allora sì che si è divertito a correre in lungo e in largo per il giardino!!
Isaac: Grazie, piccola, per l’esempio… direi che rende abbastanza bene l’idea! In realtà la cosa più difficile è stata arrivare all’intuizione, dopodiché verificarla è stato tutto sommato abbastanza semplice: sfruttando i dati che altri scienziati prima di me avevano calcolato, in particolare il valore dell’accelerazione gravitazionale di Galileo e la distanza Terra-Luna che era stimata in circa sessanta raggi terrestri, ho verificato che il rapporto tra l’accelerazione con cui un sasso cade sulla Terra e quella della Luna lungo la sua orbita è uguale al rapporto tra il raggio terrestre elevato al quadrato e
il raggio dell’orbita della Luna elevato al quadrato! Et voilà… la Legge di Gravitazione Universale, in fondo, è tutta qua! Quasi un gioco da ragazzi!
Bianchina: Ragazzi sì, ma parecchio intelligenti direi…
Astericcio: Chissà che emozione hai provato, Isaac, quando nella tua mente si sono ricomposti tutti i pezzi del puzzle che altri prima di te avevano preparato non riuscendo, tuttavia, a dare la visione d’insieme!
Isaac: Mamma mia… mi tremano ancora le gambe se penso a quel momento magico! Ero certo di aver compreso e dato una spiegazione matematica al moto dei corpi però, però… quando accadde, era il 1666 e avevo 24 anni, c’era ancora qualcosa che non quadrava nei calcoli, che rabbia!!
Astericcio: Come è possibile? Ci hai appena detto che la legge che avevi trovato è quella giusta!
Isaac: In realtà quei rapporti di cui ho parlato poco fa non coincidevano perfettamente, c’era una piccola differenza tra i valori che avevo trovato! Ero sicuro che quella differenza dipendesse esclusivamente dall’approssimazione con cui a quei tempi era stato calcolato il raggio della Terra e, quindi, la distanza Terra-Luna, ma non potevo dimostrarlo. Quindi, onde evitare di essere criticato e di vedere distrutta la mia teoria, preferii metterla nel cassetto e… aspettare.
Astericcio: Aspettare cosa?
Papamicio: Che pochi anni dopo, nel 1671, Jean Picard effettuasse una misura più corretta del raggio terrestre… giusto Isaac?
Isaac: Giusto! A quel punto i calcoli divennero più convincenti e la teoria avrebbe potuto essere resa pubblica.
Papamicio: Perché, allora, non lo facesti subito? Hai addirittura aspettato altri sedici anni prima di pubblicare quella Bibbia del pensiero scientifico moderno che è il tuo “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica”!
Isaac: Se devo essere sincero, amico mio, non c’è una ragione precisa… forse ero semplicemente preso da tanti altri impegni e interessi che avevo oltre alla Scienza… oltre ad insegnare matematica a Cambridge – ma non ero molto bravo a spiegare ciò che sapevo ed erano pochi gli studenti seguivano le mie lezioni – ho fatto parte del Parlamento britannico e sono anche stato direttore della Zecca: posi fine alla pratica della limatura della monete d’oro, semplicemente zigrinandone il bordo, e salvai lo Stato inglese dalla bancarotta!
Papamicio: Cos’è, allora, che ti fece decidere?
Isaac: Devo ammettere che se non fosse stato per l’insistenza e il finanziamento dell’amico Edmond Halley, forse quel libro sarebbe rimasto per sempre nel cassetto. Se non è andata così, dovete ringraziare solo lui!
Scherzy: E’ colui che pronosticò il ritorno della cometa che porta il suo nome, grazie alla tua formula, dando ad essa una valenza universale e non solo limitata al moto dei pianeti del sistema solare, vero?
Papamicio: Vero! Ma questo forse Isaac non lo sa perché quando la cometa tornò, rispettando le previsioni di Halley, nessuno dei due era più su questo mondo. Fu un trionfo postumo, ma non per questo meno importante, almeno per il progresso scientifico!
Isaac: Infatti non lo sapevo, grazie per avermelo detto, mi fa molto piacere sapere che quella cometa che Edmond tanto ammirava ora abbia addirittura il suo nome. Se lo merita davvero! E’ stato un caro amico, uno dei pochi…
Tigotta: Senti, Isaac, a questo punto non puoi non raccontarci la vera storia della mela, permirimiao! E’ vero o no che hai avuto quell’intuizione mentre stavi riposando all’ombra di un melo e uno dei suoi frutti ti è caduto sulla testa?
Isaac: Beh… se devo proprio essere sincero, non è andata esattamente in quel modo… nel 1726 al mio biografo ho voluto raccontare solo una parte della verità. Anche perché erano passati tanti anni da quell’incontro, che a quel punto non ero neanche più sicuro che fosse realmente accaduto e non si trattasse, invece, di un sogno nel quale avevo finito per voler credere… ma, per non so quale strano motivo, per la prima volta sento il bisogno di raccontare a qualcuno la vera storia della mela! E lo farò, a costo di passare per squinternato, tanto cos’ho da perdere?
Tigotta: Di cosa stai parlando, Isaac? Perché dovresti passare da squinternato? Non potremmo mai pensare questo di te… racconta, ti prego!
Isaac: Si tratta di un evento accaduto circa otto anni prima della mia intuizione. Avevo 16 anni e mia madre aveva deciso che sarei stato più utile come guardiano di porci nell’azienda agricola di famiglia, che come studente. In realtà non avrebbe avuto problemi a mantenermi agli studi, era benestante, ma di mentalità un po’ gretta… non capiva a cosa servisse studiare e decise che non ne avevo bisogno.
Astericcio: Ohhh… e tu cosa ne pensavi? Fosti contento di questa decisione o no?
Isaac: Per niente contento, per niente… mi sentivo molto portato per gli studi, specialmente per la matematica, come potete immaginare! Ma mia madre non volle sentire ragioni: dovevo dare il mio contributo all’azienda di famiglia e così fu! I giorni passavano noiosi, quindi ingannavo il tempo facendomi tenere compagnia dai miei pensieri matematici, a volte, tanto ero distratto, qualche maiale si allontanava un po’, ma c’era un grande recinto che impediva loro di sconfinare nei terreni limitrofi.
Tigotta: E poi cosa accadde?
Isaac: Accadde che, mentre ero assorto nei miei soliti pensieri, aprii gli occhi e, senza che lo avessi sentito arrivare, mi ritrovai davanti un signore anziano, dall’aspetto reso buffo da quei capelli bianchi scarruffati e quei baffoni ribelli!
Papamicio: Baffoni e capelli scarruffati…? Interessante…
Isaac: Lì per lì mi spaventai, ma mi tranquillizzai subito perché quel signore si dimostrò molto gentile e simpatico. Mi chiese cosa stavo facendo e se mi piaceva occuparmi di porci… poi mi chiese cosa mi sarebbe piaciuto fare e perché… quindi mentre parlavamo allegramente, alzò gli occhi e si accorse che eravamo seduti sotto un albero stracarico di mele mature, allora mi chiese di arrampicarmi per coglierne due e farci una gustosa merenda. E, mentre ero appollaiato su un ramo e mi accingevo a scendere con le due mele in tasca, mi disse…
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ALBERT EINSTEIN: …ti dissi “Perché non le lasci cadere quelle mele? Sarebbe interessante ragionare su quale sia la forza che le porta fino al suolo, facendo aumentare la loro velocità in modo costante! Ma, soprattutto, è possibile che questa forza sia presente solo qui? E se, invece, fosse presente in ogni angolo dell’Universo?”
Isaac: Ma sei tu!!! Ma allora esisti davvero, non eri un sogno! E scommetto che sei stato tu ad aprire il cancello del recinto per fare in modo che, mentre rimuginavo su ciò che mi avevi detto, quel maiale scappasse e danneggiasse il raccolto del vicino!
Albert: Certo che sono stato io, ero sicuro che quella taccagna di tua madre, dopo aver risarcito i cospicui danni, avrebbe preferito rimandarti a studiare piuttosto che rischiare un altro disastro del genere!
Isaac: Per fortuna ci avevi visto giusto! Sapessi quante volte gliel’avevo chiesto… ero disperato all’idea di fare il guardiano di porci a vita, sognavo solo di poter continuare a studiare!!
Albert: E io avevo un disperato bisogno che tu lo facessi…
Isaac: Già! Perché lo hai fatto? Ti prego, racconta!
Papamicio: Sono molto curioso anch’io di saperlo! Sai, Isaac, hai davanti a te Albert Einstein, il più geniale scienziato del XX secolo, colui che ha aperto le porte alla più intima comprensione delle leggi che regolano l’Universo e che, a quanto pare, aveva anche imparato a viaggiare nel tempo, ma ha fatto credere a tutti che questo fosse possibile solo in teoria…
Isaac: XX secolo?? Ma che storia è questa?
Ciccio: Oddio!! Ecco che mi torna il giramento di testa, come farò a sostenere un’altra emozione così intensa?
Scherzy: Su, Ciccio, non fare il tragico! Non vorrai mica sprecare un’occasione del genere? Quanti altri piccoli ricci pensi che abbiano avuto la possibilità di parlare con due dei più grandi geni che abbiano calpestato il suolo terrestre? E, per giunta, insieme??
Mimì: Smaramao, miao miao!! Sono tutta orecchie!!
Albert: Grazie piccoletti, siete simpaticissimi, anche per me è un onore poter parlare con voi… ne ho viste tante in vita mia, ma ricci e mici parlanti ancora non li avevo incontrati! Questa sì che è una nuova visione dell’Universo, forse più rivoluzionaria della mia Relatività!!
Astericcio: Non sto più negli aculei, Albert, raccontaci subito come hai fatto a tornare indietro nel tempo e soprattutto perché!!
Albert: Era l’ottobre del 1954 e una mattina, mentre fissavo il cielo grigio e uggioso attraverso la finestra del mio ufficio a Princeton, fui assalito da tanta malinconia e tanto rimorso per non essere riuscito a fare accettare dalla Comunità Scientifica la mia teoria della Relatività Generale…
Papamicio: Ma… cosa stai dicendo Albert?
Albert: Un po’ di pazienza… solo un po’ di pazienza e capirai. Non sono impazzito, credimi, ascolta fino in fondo e tutto sarà chiaro… dunque, come stavo dicendo, ero tristissimo: avevo ormai 75 anni e, dopo una vita dedicata all’insegnamento, sentivo di non avere fatto abbastanza per diffondere quella teoria che non solo avrebbe aperto la mente umana ad una nuova comprensione delle leggi fisiche che governano l’intero Universo, ma avrebbe anche cambiato la qualità della vita degli esseri umani. E sto parlando della vita di tutti i giorni, che sarebbe stata più semplice grazie a strumenti utilissimi, il cui funzionamento si sarebbe basato sui principi di quella teoria.
Isaac: Interessante… ma non ci sto ancora capendo niente… cosa c’entriamo i miei porcelli ed io in tutto questo?
Albert: Vedi, Isaac, la mia teoria non era credibile perché il salto qualitativo rispetto alla Relatività Galileiana era troppo grande! Avevo un disperato bisogno dell’anello mancante, ovvero di una teoria che affondasse le proprie radici nella Scienza di Galileo e che riuscisse a spiegare in modo inoppugnabile le leggi fisiche che ci circondano! Una teoria che fosse dimostrabile e inattaccabile! Una teoria riconosciuta universalmente, quindi, alla quale la mia fosse riconducibile inserendo nelle mie formule valori della velocità molto più piccoli di quelli della luce: la velocità di un’autovettura, per esempio, ma anche quella di una sonda spaziale. Una teoria rispetto alla quale la mia apparisse come un ampliamento, quindi costituisse per essa delle solide fondamenta su cui costruire una più ampia visione del Tutto!
Isaac: Sto iniziando a capire…
Albert: Già! Dovevo assolutamente trovare il modo di tornare nel passato per cercare quella mente geniale che, per qualche strano scherzo del destino, non era riuscita ad esprimersi, e fare il possibile e l’impossibile affinché la Scienza potesse riprendere il giusto cammino!
Ciccio: Mammariccia mia, che emozione, ho tutti gli aculei tremolanti! Ma come hai fatto, Albert, racconta ti prego!
Albert: Volentieri… è tanto che ho voglia di confidarmi con qualcuno! Allora, dovete sapere che…
Curiosità: Perdonami Albert, ma dovrai rimandare il tuo racconto…
TUTTI: Noooooooo!!!
Curiosità: Mi dispiace davvero, ma lo strappo spaziotemporale sta per chiudersi, ognuno di noi deve tornare nel proprio spaziotempo prima che ciò accada, altrimenti si creerebbe un’alterazione energetica che potrebbe determinare conseguenze irreversibili nello stato quantico individuale, potenzialmente anche letali.
Astericcio: Ma allora rimarremo per sempre con la nostra curiosità, sniff… sniff…
Bianchina: Mirimiao, smiao, smiao… sigh…
Curiosità: E va bene! Non so resistere a quegli occhioni lucidi! Vi prometto che farò di tutto per organizzare un altro incontro. E, se necessario, chiederò anche qualche raccomandazione… non è corretto, ma quando ci va ci vuole!!!
TUTTI: EVVIVA!!!!!
Albert: Grazie Curiosità, grazie di cuore! Allora a presto, ragazzi, ciaooooooooo!!!!!
Isaac: Ciaoooooooooooooo!!!!!!
Scherzy: Uao! Dopo tante emozioni, ci vuole un buon sonno ristoratore e domani pace assoluta! Guai a chi tenterà di coinvolgermi in chissà quale altra avventura! Ho una certa età, abbiate un po’ di pietà, per favore!
Barbariccio: Eh no, caro Scherzy, non dirlo neanche per scherzo… qui è vietato annoiarsi, fatti una bella dormita e vedrai che domani sarai perfettamente in grado di affrontare una nuova entusiasmante avventura!
Daniccia: Giusto! Ma… quale?
Barbariccio: Non preoccuparti, ora dormi anche tu, domani te la racconto!
Daniccia: Ok, voglio fidarmi… anche perché non ho altra scelta…
Barbariccio: Fidati, fidati… non te ne pentirai!
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Tutti i racconti di Ciccio e Astericcio sono disponibili nella rubrica ad essi dedicata
I supercuriosoni che desiderano approfondire l'intuizione di Newton relativa al passaggio dalla mela alla Luna, possono farlo in questa APPENDICE, mentre un approfondimento sulla ragnatela gravitazionale e sui principi della dinamica lo troveranno QUI.
Nella rubrica dedicata alla Fisica di Papalla, invece, i curiosetti hanno a disposizione una trattazione semplicissima del moto rettilineo uniforme e del moto uniformemente accelerato (QUI , QUI e QUI)
Mela o non mela… questo è il problema! QUI una semplice e divertente spiegazione di Curiuss, coadiuvato dal fido assistente micio Gualtiero, sulla genialità dell’intuizione di Newton circa la Legge di Gravitazione Universale.
“Le lune e i pianeti sembravano dunque governati da una regola semplice e l’uomo l’aveva capita. Con questa regola l’uomo è stato in grado di prevedere il movimento dei pianeti e questa sarà la base del successo della Scienza negli anni a seguire, perché ha reso plausibile la speranza che altri fenomeni, nel mondo, siano governati da leggi semplici e meravigliose”. Questo ci dice Gatto Gualtiero (tradotto dal suo insostituibile collaboratore Alan) a proposito della Legge di Gravitazione Universale, in QUESTO VIDEO che di riduttivo ha solo il titolo… non perdetevelo!
4 commenti
Stimatissime narratrici Daniccia e Barbariccio, vengo a dirvi che sono un vostro grande ammiratore e, da quando ho scoperto che anche da Cuneo è possibile leggere le vostre storie di scienza, non ne perdo mai una.
Questa qui, di quei due signori scienziati, poi, è davvero strabiliante. Ma come vi vengono in mente queste fantasie straordinarie? O forse non sono fantasie? Comunque, anche se fosse tutto vero, sarebbe fantastico.
Questi racconti sono molto intriganti e istruttivi: adesso per esempio ho capito che, tagliando le corde, l'ascensore precipita. E' una cosa molto importante da sapere, che insegna che conviene controllare ogni volta. Si chiama "riproducibilità dell'esperimento scientifico". Mi avete proprio incuriosito, al punto che domani voglio andare in biblioteca a prendere in prestito quel libro del signore inglese. Strano che l'abbia scritto in latino, comunque per me è meglio, dato che da piccolo facevo il chierichetto e si può dire che il latino è la mia seconda lingua.
Devo confessare che non vedo l'ora di sapere come va a finire questa storia. Se fosse possibile entrare nel racconto come quelle fortunate delle gattine e dei ricci o anche quel signore un po' strano, che fa scherzy, o, piuttosto che niente, anche il papamicio, sarei proprio al settimo cielo.
Peccato che sul più bello finisce il collegamento e bisogna aspettare la prossima volta...
Comunque io aspetto con fede. Volevo dirvi anche che qui, a Cuneo, ci sono tantissime mele di tutti i tipi e sono tutte ottime. Però, da quando ho capito che sono necessarie agli scienziati per capire i fenomeni dell'universo, evito di mangiarle per non ostacolare il loro lavoro.
Mi profondo in cerimoniosi saluti.
Oreste Pautasso
Benvenuto tra noi, Oreste!
E' un vero onore poterti annoverare tra i lettori affezionati e, se anche fossi l'unico a leggere queste storie, varrebbe la pena scriverle per te!
Per il seguito, ci dispiace ma dovrai stare un pochino col fiato sospeso; sai, non è facile aprire uno strappo spaziotemporale e Curiosità avrà i suoi bei problemi a farlo, ma prima o poi ci riuscirà di sicuro... ha la testa dura, sai? Quasi quanto un marrone di Cuneo!
Insomma, grazie per le tue splendide parole e... un consiglio: non rinunciare a gustarti le ottime mele, tanto gli scienziati moderni hanno altri modi per farsi venire le intuizioni! E poi, lo conosci quel famoso proverbio? Una mela al giorno toglie Bernardi di torno!!
Cari signori Ricci, dopo tre settimane che mangio tre mele al giorno, mattina pomeriggio e sera, quel Bernardi è sempre lì, inossidabile come l'acciaio inossidabile. Provo con quattro mele?
Ma no... può bastarne una... purché sia avvelenata e sia il Bernardi a mangiarla!!