22/04/17

La vera storia delle unità di misura (5): il Fahrenheit (e gli altri)

Con questo racconto concludiamo (almeno per ora) il fedele resoconto sulla origine delle unità di misura. I personaggi che vedremo in azione sono piuttosto turbolenti e non sarà facile tenerli a bada tutti in una volta, comunque...

Il Fahrenheit (e gli altri)

I cinque

Il getto della doccia era rovente; manovrai ancora una volta la manopola del miscelatore imprecando mentalmente. Possibile che non si riuscisse mai a impostare la giusta temperatura?

In quel momento squillò il telefono. Uscii gocciolante dal box, infilando contemporaneamente l’accappatoio e le pantofole, mentre sollevavo il ricevitore. Sono Gilda, buongiorno!” (Gilda l'abbiamo conosciuta QUI e QUI)

Guardando con disappunto la pozza d’acqua che si stava allargando intorno ai miei piedi risposi “Buongiorno a lei, Che novità mi racconta?”

Ho bisogno di un suo suggerimento... Vorrei comprare una stampantina per il mio computer, e poi ho visto la pubblicità di una scheda audio che consente di riprodurre suoni e voci. Mi può aiutare? Sa, io di queste cose ne capisco poco...”

Ma certo, Gilda, ho già un’idea per farle spendere il meno possibile. “In realtà l’idea era semplice: visto come Gilda utilizzava il suo computer era perfettamente inutile buttare dei soldi per circuiti sofisticati, bastava che lei si concentrasse sul piccolo altoparlante in dotazione standard per ottenere risultati sorprendenti.

Mi accomiatai da Gilda, dandole appuntamento per il pomeriggio, e tornai alla mia doccia interrotta.

Qualche ora dopo le esponevo la mia soluzione per rendere “multimediale” il suo computer. Quanto alla stampante, avremmo potuto fare una prova collegando la mia, giusto per vedere cosa succedeva. Non ci restava che decidere quale entità contattare per condurre l’esperimento. Gilda si ricordò che nello stesso fascicolo in cui aveva letto di Faraday era descritto anche un altro personaggio interessante: Gabriel Daniel Fahrenheit, nato a Danzica nel 1686 e morto a L’Aja nel 1736, autore della famosa scala termometrica in uso in Inghilterra e negli Stati Uniti.

La proposta mi piacque perché la singolarità di quella scala termometrica mi aveva sempre incuriosito; del resto anche le altre scale erano abbastanza strane... Già, le altre scale... In tutto ne conoscevo ben cinque.

Gilda, è possibile contattare più di un'entità contemporaneamente?”

A dir la verità non ho mai provato a farlo, ma credo che sia possibile...”

Allora oggi proveremo alla grande... ho in mente cinque nomi!”

Gilda mi guardò con aria perplessa. “Cinque ...?”

Sì, oltre a Fahrenheit sentiremo anche Anders Celsius, Renè Antoine Ferchault de Reaumur, William Thomson barone di Kelvin e William John Macquorne Rankine. Tutta gente che ha avuto a che fare con termometri e scale di misura.”

Gilda si appuntò tutti i nomi con relativi luoghi e date di nascita e morte.

Poi infilò l’elenco nel vano sotto la tastiera assieme ad un termometro a mercurio, uno ad alcool, uno a spirale metallica ed una cartina dell’Europa. Infine formammo la consueta catena: Gilda, il computer ed io e ci mettemmo tutti e tre in attesa.

Passò un po' di tempo prima che succedesse qualcosa. Finalmente dal piccolo altoparlante uscì un lieve ronzio. Gilda si chinò verso le fessure da cui proveniva il suono e chiese a voce alta: “Chi parla? “.

Il ronzio aumentò e si trasformò in una voce intelligibile che, con un tipico accento anglosassone, disse “Sono Lord Kelvin, ma ci sono anche altre quattro entità presenti qui con me...”.

Mentre pronunciava queste parole, la stampantina si animò e si udì il sommesso sibilo del getto d'inchiostro che imprimeva sul foglio la frase di Lord Kelvin.

Provai un naturale moto di soddisfazione professionale vedendo che tutto stava funzionando a meraviglia.

Entrai nella conversazione anch’io. ”Buongiorno a tutti, ci siamo messi in contatto con voi per un dibattito dal vivo... ehm scusate... un dibattito sulle scale di misura delle temperature, argomento che vi è di certo ben familiare.”

Le voci si accavallarono. “Oh sì!”, “Ottima iniziativa”. “Bravò !”

Se il livello di coinvolgimento era così elevato, pensai, sarebbe stato indispensabile un moderatore della discussione. Gilda doveva essere giunta alla medesima conclusione perché intervenne dicendo:

Calma signori, propongo che parliate uno per volta, narrando brevemente come e perché avete stabilito le vostre scale di misura, in modo da comporre insieme un quadro completo dell’argomento.”

Restava ora da stabilire l’ordine in cui i nostri interlocutori si sarebbero avvicendati nei racconti. Le entità sono creature piuttosto suscettibili e portate al confronto; nessuna di loro ammetterebbe mai di essere meno importante di una qualsiasi altra. Fortunatamente mi venne in mente un espediente per aggirare il problema.

Signori, immaginate di essere a Roma, in una bella giornata di primavera: c’è un bel sole, non fa troppo caldo, non è troppo ventilato né troppo umido, insomma ci sono le condizioni di clima ideale. Che cosa segnerebbe, secondo voi, il termometro ?”

CELSIUS

Ventidue gradi”, disse Celsius.

Diciassette”, disse Reaumur.

Settantadue”, disse Fahrenheit.

Cinquecento”, disse Rankine.

Duecentonovantacinque”, disse infine Kelvin.

Pur sapendo già quali erano le differenze tra i vari tipi di scala, quella raffica di numeri mi lasciò frastornato. Gilda mi guardò trattenendo con evidente sforzo un risolino di giubilo: ci sarebbe stato da divertirsi!

Signori”, dissi allora, "abbiamo sentito tutti le vostre risposte. Propongo che parliate in ordine di temperatura crescente. Cominciamo quindi con la storia di René Reaumur...”

Cari amici e colleghi, quando Luigi XV mi chiese di dare alla Francia una scala termometrica degna della grandezza del paese, la mia prima idea fu di scegliere un'unità adeguatamente superiore a quella che si stava affermando nel resto del continente. Decisi così di stabilire che un grado fosse il 25 % più grande del centigrado.

Conseguentemente, accettando l’idea di partire alla pari, con il valore di zero gradi, in corrispondenza della temperatura del ghiaccio fondente, il grado francese avrebbe via via mostrato la sua superiorità all’aumentare della temperatura. Infatti, mentre per far bollire dell’acqua occorrono ben 100 gradi Celsius, sono sufficienti, per ottenere lo stesso risultato, solo 80 gradi Reaumur.”

Un mormorio di fondo si sovrappose all’ultima affermazione.

Ma la cosa più difficile, ” riprese Reaumur, ”fu individuare la giusta miscela d'acqua e alcool per costruire il termometro. Dopo innumerevoli tentativi trovai infine un’ottima grappa friulana, distillata in casa di certi amici italiani, i Bordin-Schiavon. Era un nettare eccezionale sia per uso scientifico, sia per uso personale.”

Tacque un istante, come per assaporare il ricordo.

La stampante approfittò della pausa per espellere la prima pagina e posizionare il foglio seguente.

Penso che ora la parola spetti ad Anders Celsius”, disse Gilda.

Ecco, io non ho molto da dire... Ho solo cercato di fare le cose in regola senza esagerare e senza metterla in politica: zero gradi per il ghiaccio, cento per l’acqua bollente, trentotto per la febbre, ventidue per una bella giornata, etc... Che bisogno c’era di altre scale? Proprio non capisco.”

Gilda ed io ci scambiammo uno sguardo eloquente: non potevamo che essere d’accordo con le sagge parole dell’astronomo di Uppsala.

Bene, sentiamo il prossimo”, dissi,  "credo che tocchi a Fahrenheit...”

Ja, signore, è mio turno ora. Non farò crande tiscorso, ma è axolutamente mio dofere spiecare vera storia di mia sciagurata scala.”

Qvando trasferito da mio paese, Germania, a Inghilterra, io qvasi impazzito per tutte stupide misure inglesi. Oltre che guidare carrozze su lato sbagliato di strada, usare parti del corpo nobili e meno nobili per prendere misure: pollici, piedi.."

Anche pesi stupidi: once, libbre, pietre... e poi tutto con stupida locica di dozzinen, anche per contare soldi. Dozzinen non fa bene. Solo buone per uova, rose e bottiglie di vino.”

Così qvando scelto scala di termometro io penzato di fare piccolo scherzo a Inglesi, solo per prendere un poco per fondo di sedere.”

Primo scherzo era temperatura di ghiaccio = trentadue cradi. Stupido numero per inizio di scala, ma a inglesi piaciuto molto perché ucuale a 2,75 dozzinen...!

Allora io fuole federe fin dofe può arrifare loro stupidità e decido che temperatura di acqua bollente = 212 gradi. Ma loro non capisce presa per fondo di sedere: ancora molto soddisfatti perché differenza tra 212 e 32 fa giusto 180, cioè 15 dozzinen di cradi.

Non possipile! Io lasciato paese e trasferito in Olanda, ma ormai frittata era fatta: mio schevzo difentata cosa seria e affelenato tutto resto di mia fita.”

Pur provando compassione per l’uomo, mi rallegrava l’idea di avere finalmente scoperto l’origine del Fahrenheit, una burla agli Inglesi !

Ed ora toccava proprio ad un Inglese, Lord Kelvin, prendere la parola.

Il vero problema di tutte le scale che esistevano prima della mia, quelle di Celsius, di Reaumur e di quel buontempone di Fahrenheit, stava nel fatto che ammettevano temperature negative (sotto lo zero) senza preoccuparsi del valore minimo fisicamente raggiungibile.

Farò un paragone con la scala dell’altitudine: sarebbe come dire che, avendo fissato lo zero a livello del mare, qualsiasi profondità è a priori possibile. Capite che, come non esistono profondità infinite, non può esistere un freddo infinito, ci deve pur essere un limite. Così mi diedi da fare per trovare questo limite e, quindi, riposizionare tutta la scala su questo zero assoluto e lo trovai a -273,16 gradi Celsius.

In quanto alla scelta del grado non potevo che concordare con Celsius, dato che il grado sovradimensionato di Reaumur e quello rattrappito di Fahrenheit non potevano costituire alternative. Certo che, dopo più di un secolo di scale convenzionali, non potevo sperare che la gente si mettesse a ragionare in gradi Kelvin. Così la mia idea restò confinata agli ambienti scientifici e solo in orario di lavoro, dato che neanche un professore di fisica si fiderebbe a usare la mia scala tra le mura domestiche e con i propri amici e familiari.”

Corretto, Lord Kelvin, è proprio così anche oggi, dopo ben 150 anni da quando lei definì la sua scala.” Mi sembrava giusto farglielo sapere.

E ora tocca ad un’altro inglese, William Rankine.” La mia idea era di rendere popolare la scala di Lord Kelvin tra i miei compatrioti. Per ottenere questo risultato dovevo usare necessariamente le regole fissate da Fahrenheit così espansi di 9/5 l’intervallo di 273,16 gradi Celsius portandolo a 491,69, poi tolsi i 32 gradi di inizio scala, ottenendo 459,69 gradi Rankine come punto di riferimento per la temperatura del ghiaccio fondente. Chiaro no? Naturalmente l’acqua bollente era 180 gradi sopra questo valore, a 671,69.

Devo dire che mi aspettavo un risultato migliore in termini di accoglienza della mia scala da parte del pubblico. Ma non erano più i tempi di Fahrenheit e la gente era diventata molto più sospettosa nell’accettare le nuove idee.”

La stampante espulse l’ennesimo foglio. I nostri interlocutori stavano cominciando un’animata discussione tra loro e ci sembrò opportuno accomiatarci ringraziandoli per la loro disponibilità.

Eravamo piuttosto stanchi, Gilda, io e probabilmente anche il computer.

Davanti ad un caffè ristoratore sfogliammo le pagine uscite dalla stampante e vi ritrovammo i dialoghi che ho fedelmente riportato. Era stata una giornata impegnativa. Lasciai l’appartamento di Gilda con un leggero senso di stordimento perciò, rientrato a casa, decisi di concedermi il piacere di una doccia tonificante. Stavo per entrare nel box doccia quando pensai alla temperatura ideale dell’acqua: non calda non fredda... giusta, sui 35 gradi Celsius, cioè 28 Reaumur, ossia 95 Fahrenheit, ovvero 308,16 Kelvin, come dire... 586,69 Rankine... Retrocedendo richiusi la porta del box. M'infilai il pigiama e andai a letto. Mi sentivo le idee confuse, meglio non correre rischi.

QUI potete trovare racconti di vario tipo dello stesso autore, Mauritius, insieme a quelli di Vin-Census e QUI la serie di racconti dedicati alla verità sulle unità di misura.

2 commenti

  1. Mario Fiori

    Sempre confusionari noi umani, sempre complicati con queste convenzioni: non ne basta una per definire i gradi ma ce ne vogliono ben cinque delle quali ben tre le più usate...siamo dei grandi. :wink:

  2. Daniela

    E questo è niente, caro Mario! Senti questa...

    Quando, nel 1582, papa Gregorio VIII si rese conto che il calendario Giuliano, dopo più di 1600 anni dai tempi di Giulio Cesare, non rispecchiava più il movimento della Terra intorno al Sole (o del Sole intorno alla Terra, secondo lui), e la Pasqua (prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera) si avvicinava sempre di più al Natale a causa dell'errore di un giorno ogni 133 anni, riformò il calendario introducendo quello gregoriano (tuttora in uso) ed eliminò d'ufficio dieci giorni decretando di passare dal 4 al 15 ottobre 1582 per ristabilire l'ordine.

    Fin qui tutto bene... la cosa assurda è che l'adesione a questo nuovo calendario fu tutt'altro che unanime.

    I protestanti tedeschi opposero una resistenza di oltre due secoli, tanto da far dire a Voltaire, che non era certo tenero con la Chiesa "Quegli stolti preferivano essere in disaccordo con il Sole, piuttosto che trovarsi in accordo con il papa"!

    Ma neppure il calendario gregoriano è perfetto: si è calcolato che accumuli un ritardo di un giorno ogni 3320 anni, inoltre tale errore si ripeterebbe dopo 2630 anni e poi dopo altri 1940 anni. Non che la cosa turbi i nostri sonni, ma che male ci sarebbe a migliorarlo?

    Nel tentativo di fare ciò, nel 1923 alcune Chiese protestanti proposero di considerare bisestili gli anni di fine secolo che, divisi per 900, dessero come resto 200 o 600. In tal modo avremmo il ritardo di un giorno solo dopo ben 34.000 anni. Ottima idea, no?

    Non per la Chiesa Cattolica (nè per le istituzioni civili da essa sempre molto influenzate, soprattutto per motivi di consenso popolare) che, pur di non dare una simile soddisfazione ai protestanti, si oppose fermamente alla proposta!

    No comment... :roll:

     

     

Lascia un commento

*

:wink: :twisted: :roll: :oops: :mrgreen: :lol: :idea: :evil: :cry: :arrow: :?: :-| :-x :-o :-P :-D :-? :) :( :!: 8-O 8)

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.